Avant-propos - Studia Moralia
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84 DENNIS J. BILLY his readers to foster intimate friendships among themselves and with Christ. One does not journey long into the treatise, however, before discovering that the two kinds of relationships are intimately related – and in a circular way. Spiritual friendships lead those involved into an intimate relationship with Christ. Christ, in turn, makes such relationships possible and orients them from the very beginning toward himself. Spiritual friendships, in other words, “…begin in Christ, continue in Christ, and are perfected in Christ.” 51 They lie at the heart of Aelred’s spiritual doctrine and have much to offer those who enter into a critical yet constructive dialogue with their underlying literary and theological premises. Only by examining these contexts, will the reader discover the influence that Aelred’s own monastic background had on the shaping of his teaching. Only then will he or she be ready to begin to make appropriate adaptations of this teaching to the present day. ————— DENNIS J. BILLY, C.SS.R The author is an Ordinary Professor at the Alphonsian Academy. El Autor es profesor ordinario de en la Academia Alfonsiana. ————— 51 DSA 1:10 [CCCM 1:29171-73); SF 53].
StMor 40 (2002) 85-114 MAURIZIO PIETRO FAGGIONI LAVORARE CON LE CELLULE STAMINALI Uno dei campi più affascinanti della ricerca biomedica odierna e uno fra gli ambiti più promettenti delle biotecnologie è quello legato alle ricerche sulle cellule staminali. Gli studi in corso per penetrarne le dinamiche differenziative e per poterle impiegare in ambito terapeutico hanno ormai raggiunto la ribalta dei mezzi di comunicazione di massa e sono destinati ad accendere un nuovo e appassionante dibattito pubblico. Accanto alle urgenti e delicate questioni etiche e legali connesse con la produzione e la manipolazione delle cellule staminali, si profilano infatti orizzonti inediti e forse rivoluzionari per la stessa comprensione del fenomeno della vita. Il presente articolo si propone di compiere una puntualizzazione dei più rilevanti problemi in gioco, avvisando che ci muoviamo in un terreno ancora magmatico e tumultuoso sia dal punto di vista scientifico sia, di conseguenza, almeno in qualche misura, dal punto di vista etico. 1. La biologia delle cellule staminali Le cellule staminali (stem cells) sono cellule che hanno già compiuto alcuni passi sulla via della trasformazione da cellule embrionali del tutto indifferenti e ancora totipotenti in cellule specializzate. Le cellule staminali sono ovviamente tipiche degli embrioni, ma una quota di esse continua ad essere presente anche nei tessuti adulti. Le cellule staminali embrionali – studiate dapprima nel topo e da qualche anno nell’uomo 1 – provengono dalla blastocisti, 1 Le prime esperienze nel topo all’inizio degli anni ’80 del xx secolo: EVANS M., KAUFMAN M., Establishment in culture of pluripotent cells from mouse embryos, “Nature” 292 (1981), 154-156. 85
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LAVORARE CON LE CELLULE STAMINALI<br />
Uno dei campi più affascinanti della ricerca biomedica<br />
odierna e uno fra gli ambiti più promettenti delle biotecnologie<br />
è quello legato alle ricerche sulle cellule staminali.<br />
Gli studi in corso per penetrarne le dinamiche differenziative<br />
e per poterle impiegare in ambito terapeutico hanno ormai<br />
raggiunto la ribalta dei mezzi di comunicazione di massa e sono<br />
destinati ad accendere un nuovo e appassionante dibattito pubblico.<br />
Accanto alle urgenti e delicate questioni etiche e legali<br />
connesse con la produzione e la manipolazione delle cellule staminali,<br />
si profilano infatti orizzonti inediti e forse rivoluzionari<br />
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1. La biologia delle cellule staminali<br />
Le cellule staminali (stem cells) sono cellule che hanno già<br />
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embrionali del tutto indifferenti e ancora totipotenti in cellule<br />
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Le cellule staminali embrionali – studiate dapprima nel topo<br />
e da qualche anno nell’uomo 1 – provengono dalla blastocisti,<br />
1 Le prime esperienze nel topo all’inizio degli anni ’80 del xx secolo:<br />
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mouse embryos, “Nature” 292 (1981), 154-156.<br />
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