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Avant-propos - Studia Moralia

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22 w. KASPER<br />

to versato dalla fine del Concilio in poi circa il significato più<br />

preciso di questo “subsistit”. Ci porterebbe troppo lontano ripercorrere<br />

questo dibattito 20 . Preferisco lasciare da parte tutte le<br />

teorie, che si sono formate attorno a questo verbo, e limitarmi al<br />

suono letterale dei documenti conciliari. Stando a tali documenti<br />

21 “subsistit” significa: l’unica Chiesa di Gesù Cristo ha il<br />

suo luogo concreto, il suo modo di esistere nella Chiesa cattolica;<br />

in lei essa è concretamente realizzata. “Questo non esclude”,<br />

così continua il concilio, “che al di fuori del suo organismo si<br />

trovino parecchi elementi di santificazione e di verità che, appartenendo...<br />

alla Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica”.<br />

L’art. 15 della Costituzione sulla Chiesa e l’art. 3 del Decreto<br />

sull’ecumenismo Unitatis redintegratio riprendono poi questo<br />

discorso degli elementi esistenti al di fuori dell’organismo<br />

della Chiesa cattolica romana e ne menzionano alcuni.<br />

Tale enumerazione ci dice che, al di fuori dell’organismo della<br />

Chiesa cattolica, non esistono solo singoli cristiani che sono<br />

uniti mediante un “votum” interiore a Cristo e alla sua Chiesa,<br />

bensì esistono anche elementi costitutivi della Chiesa, il più fon-<br />

20 Possiamo perciò lasciare irrisolta la questione di sapere se il “subsistit”<br />

è usato nel senso del concetto aristotelico-scolastico di “hypostasis”/”subsistentia”<br />

oppure in un senso più generale e se serve semplicemente<br />

a garantire, rispetto all’“est”, uno spazio alle Chiese e comunità ecclesiali<br />

esistenti al di fuori della compagine della Chiesa cattolica. Cfr. il<br />

commento di A. GRILLMEIER in LThK Vat. II, vol. 1, p. 174s e di G. PHILIPS, L’Eglise<br />

et son mystère au II. Concile du Vatican, Paris 1976, 119 (tr. it. La chiesa<br />

e il suo mistero, storia, testo e commento della Costituzione Lumen gentium,<br />

Jaca Book, Milano 1982). Il dibattito più recente, che spesso si spinge molto<br />

al di là dell’affermazione conciliare, in P. LUENING, “Das ekklesiologische Problem<br />

des ‘subsistit in’ (LG 8) im heutigen oekumenischen Gespraech”, in<br />

Catholica (1998) 1-23. Importanti le interpretazioni del cardinal J. WILLE-<br />

BRANDS e del cardinal J. RATZINGER, Deus locutus est nobis in Filio. Some Reflections<br />

on Subjectivity, Christology and the Church, 23-29.<br />

21 Cfr. il commento di A. GRILLMEIER, o. c., 200-205 e di J. FEINER, ivi, vol.<br />

II, 50-58. Il termine “elementi” non è certo il migliore, anche se non è facile<br />

trovarne uno più adeguato. Esso risale in ultima analisi all’espressione “vestigia<br />

ecclesiae” di Calvino; ma mentre in Calvino tale espressione indica<br />

tracce residuali povere e misere, nella cornice del movimento ecumenico essa<br />

indica realtà importanti, che spingono dinamicamente verso l’unità. Cfr.<br />

J. FEINER, o. c., 53.

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