Avant-propos - Studia Moralia
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162 EDMUND KOWALSKI C.SS.R.<br />
smo”, considerando l’essere cosciente come unico criterio dell’essere<br />
uomo-persona, aprono ed entrano nella discussione meta-bioetica<br />
odierna sulla strada della “diluizione” – di cui parla<br />
Filippo Boscia 75 – per stabilire confini variabili ed artificiali tra<br />
vita umana e non-umana, individuo biologico e individuo in senso<br />
personale (ad esempio Engelhardt), la vita degna di vivere o<br />
quella da sopprimere (la cosiddetta “qualità della vita”) per suggerire<br />
l’idea di una “ontologia intermedia” da cercare attraverso<br />
l’abbandono della polarità cose-persone. Di conseguenza la persona<br />
in questa visione è ridotta al temporale soggetto parlante,<br />
oppure ad un soggetto che diventa oggetto da manipolare, ed<br />
inoltre la coscienza morale personale si riduce alla conoscenza e<br />
dunque alla scienza, l’atto umano all’applicazione implicita della<br />
norma positiva stabilita da parte della società o dei tecnocrati<br />
e la libertà alla ragione “pratica”, tecnicamente orientata. In<br />
Marcel, invece, l’io esistente-incarnato – in quanto unica unità<br />
personale – non è riducibile ai meccanismi dell’oggettività scientifico-tecnica,<br />
perché egli ha il suo cammino ontologico verso la<br />
Pienezza del suo essere nell’Essere-Fine e la vita umana storica<br />
da compiere come persona. La dimensione del superamento è<br />
collegata al recupero del mondo della vita umana personale,<br />
soggiacente e antecedente l’attività scientifica e la prassi tecnica.<br />
Da questa esigenza ontologica, in quanto recupero del “fondamento”,<br />
secondo la filosofia esistenziale dell’essere, smarrito nel<br />
mondo dell’oggettualità e della funzionalità, dove la persona è<br />
destinata a cadere nell’area della manipolazione, della frammentazione<br />
e della riduzione, nasce l’imperativo etico d’essere e<br />
di diventare persona. L’io esistente in quanto persona non soltanto<br />
indica l’abisso ontologico tra persone e cose, ma anche tra<br />
il mondo umano e non-umano (biologico, animale). L’io sono<br />
persona vuol dire io sono unico e farmi conoscere in quanto l’io<br />
unico o riconoscere dagli altri, anche in quanto persone uniche.<br />
L’io unico rivela dunque la verità del suo essere e l’autenticità<br />
del vivere il suo essere come unica possibilità della unicità del<br />
75 F. BOSCIA, Sul piano delle biotecnologie, in: M. COZZOLI (a cura di), La<br />
soggettività tra individualismo e personalismo, Edizioni VIVERE IN, Roma<br />
1996, 101-119.