Avant-propos - Studia Moralia
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156 EDMUND KOWALSKI C.SS.R. munione tra Dio-Tu e l’io pone la libertà autentica (“la verità della libertà”). Non esiste allora opposizione tra libertà e grazia perché l’io riconosce in Dio l’Autore e la Guida del suo essere, nonché il Fine-Bene-Valore supremo del suo essere-da-compiere nell’Amore 56 . “Camminare nell’essere verso l’Essere è costituirsi e maturarsi come persona” 57 . Riconoscere il suo essere nell’Essere-Verità-Vita e camminare nell’essere verso l’Essere-Fine-Pienezza implica il suo agire verso l’Essere-Bene-Valore. La verità dell’essere (logos) nell’esperienza del co-essere si rivela nella verità come valore-bene che impegna l’uomo nel momento stesso in cui la riconosce (ethos). E viceversa, attraverso il suo impegno etico l’uomo riconosce il suo essere 58 . L’esigenza ontologica dell’essere-più è l’imperativo morale dell’essere come valore-bene da “realizzare”, cioè da vivere-compiere. In seguito non si può rivendicare l’autonomia dell’agire dall’essere. Il fondamento universale ontologico-morale dell’essere-uomo-valore-bene si fonda nel co-Essere, nel riconoscersi e nel conformarsi al Valore-Bene. La morale esistenziale e personale, orientata essenzialmente verso la Trascendenza, si realizza come compresenza di universalità (l’Essere-Bene-Valore) e incarnazione (l’io esistenzialmente situato-agente). Come io non creo l’Essere, ma solo lo riconosco, entro in partecipazione e da Lui mi lascio illuminare e guidare, lo stesso si passa con i valori: io non creo i valori, ma io mi apro ai valori, li incarno nella mia vita e mi lascio illuminare nel mio agire 59 . “Il valore è come l’orizzonte sul quale risalta il progetto, cioè l’azione. Possiamo anche affermare che esso è l’interpretazione schematica che la coscienza dà a se stessa dell’impresa, nella quale si impegna tuffandosi nell’azione” 60 . L’appello ontologico dell’essere-più è l’appello etico dei valori per intensificare 56 ME, 254-266, 267-284, 285-297; EA, 329-331; cfr E. SOTTIAUX, Gabriel Marcel, op. cit., 83-133 (La communion au trascendant); R. DAVIGNON, Le mal chez Gabriel Marcel, op. cit., 81-91, 111-139. 57 M. COZZOLI, L’uomo in cammino verso, op.cit., 269; HV, 30-33; GM, 40- 49. 58 M. COZZOLI, L’uomo in cammino verso, op. cit., 276. 59 Ibidem, 277; J. P. BARGOT, Connaissance et Amour, op. cit., 207-211; HCH, 87, 128; UP, 40-41, 49; HV, 34-35. 60 UP, 40-41.
L’UOMO PASTORE DELL’ESSERE 157 il suo essere nel suo agire: essere-più significa essere-più-uomo in quanto persona. I valori sono dunque punti d’incontro del logos e dell’ethos. Tradurre l’essere nel termine persona fa emergere il suo significato etico come valore-bene. L’uomo deve custodire, promuovere, sviluppare e compiere il suo essere per essere più uomo. Inoltre, l’essere più uomo significa intraprendere il processo della personalizzazione: la realizzazione etica dell’uomo in quanto persona. “L’essere – afferma Marcel – non si può separare da una certa pienezza di verità” 61 . “Pienezza”, in quanto portata ontologica, non è interpretata da Marcel in senso quantitativo come totalità, ma come quid non rappresentabile, non proiettabile in una raffigurazione. L’esigenza o meglio il bisogno di pienezza dell’uomo fa parte dell’esperienza del suo essere come esserepiù, essere in cammino ed essere-da-compiere. L’essere uomo significa appunto essere “pastore dell’essere”. Questa molto significativa definizione dell’uomo di M. Heidegger è stata ripresa e sviluppata da Marcel in L’uomo problematico 62 . “Affermare che l’uomo è il pastore dell’essere significa attribuirgli una responsabilità ontologica. La qual cosa non avrebbe senso, a dire il vero, se l’essere fosse concepito come dotato di una esistenza in sé, alla maniera della natura, quale almeno siamo abituati a concepirla. D’altronde – sempre perché la formula abbia senso – non si tratterebbe di ridurre l’essere alla modalità del soggetto pensante, conformemente a certo idealismo” 63 . Il concetto antropologico-ontologico dell’uomo di Marcel mette in luce il carattere crescente e relazionale della persona. Il suo profondo carattere ontologico in quanto intensificazione dell’essere, articolato con la sua libertà, è nello stesso tempo affermazione etica che coinvolge e dispone la sua volontà. L’identità uomo-pastore non può essere veramente compresa in senso funzionale (essere-custodire) se non come atto d’amore 64 . L’amore suppone sempre la libertà umana e l’apertura verso un altro diverso da sé come l’altro essere-io-uomo e soprattutto verso Uno più grande di lui: 61 ME, 234. 62 UP, 41-62. 63 UP, 41-42. 64 UP, 44.
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156 EDMUND KOWALSKI C.SS.R.<br />
munione tra Dio-Tu e l’io pone la libertà autentica (“la verità della<br />
libertà”). Non esiste allora opposizione tra libertà e grazia perché<br />
l’io riconosce in Dio l’Autore e la Guida del suo essere, nonché<br />
il Fine-Bene-Valore supremo del suo essere-da-compiere nell’Amore<br />
56 . “Camminare nell’essere verso l’Essere è costituirsi e<br />
maturarsi come persona” 57 . Riconoscere il suo essere nell’Essere-Verità-Vita<br />
e camminare nell’essere verso l’Essere-Fine-Pienezza<br />
implica il suo agire verso l’Essere-Bene-Valore. La verità<br />
dell’essere (logos) nell’esperienza del co-essere si rivela nella verità<br />
come valore-bene che impegna l’uomo nel momento stesso<br />
in cui la riconosce (ethos). E viceversa, attraverso il suo impegno<br />
etico l’uomo riconosce il suo essere 58 . L’esigenza ontologica dell’essere-più<br />
è l’imperativo morale dell’essere come valore-bene<br />
da “realizzare”, cioè da vivere-compiere. In seguito non si può rivendicare<br />
l’autonomia dell’agire dall’essere. Il fondamento universale<br />
ontologico-morale dell’essere-uomo-valore-bene si fonda<br />
nel co-Essere, nel riconoscersi e nel conformarsi al Valore-Bene.<br />
La morale esistenziale e personale, orientata essenzialmente verso<br />
la Trascendenza, si realizza come compresenza di universalità<br />
(l’Essere-Bene-Valore) e incarnazione (l’io esistenzialmente situato-agente).<br />
Come io non creo l’Essere, ma solo lo riconosco,<br />
entro in partecipazione e da Lui mi lascio illuminare e guidare,<br />
lo stesso si passa con i valori: io non creo i valori, ma io mi apro<br />
ai valori, li incarno nella mia vita e mi lascio illuminare nel mio<br />
agire 59 . “Il valore è come l’orizzonte sul quale risalta il progetto,<br />
cioè l’azione. Possiamo anche affermare che esso è l’interpretazione<br />
schematica che la coscienza dà a se stessa dell’impresa,<br />
nella quale si impegna tuffandosi nell’azione” 60 . L’appello ontologico<br />
dell’essere-più è l’appello etico dei valori per intensificare<br />
56 ME, 254-266, 267-284, 285-297; EA, 329-331; cfr E. SOTTIAUX, Gabriel<br />
Marcel, op. cit., 83-133 (La communion au trascendant); R. DAVIGNON, Le mal<br />
chez Gabriel Marcel, op. cit., 81-91, 111-139.<br />
57 M. COZZOLI, L’uomo in cammino verso, op.cit., 269; HV, 30-33; GM, 40-<br />
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58 M. COZZOLI, L’uomo in cammino verso, op. cit., 276.<br />
59 Ibidem, 277; J. P. BARGOT, Connaissance et Amour, op. cit., 207-211;<br />
HCH, 87, 128; UP, 40-41, 49; HV, 34-35.<br />
60 UP, 40-41.