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Avant-propos - Studia Moralia

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148 EDMUND KOWALSKI C.SS.R.<br />

ne – secondo Marcel – un processo conoscitivo che si svolge partendo<br />

da me stesso e fa ritorno a me stesso per constatare ciò<br />

che semplicemente “è” (la realtà, il fatto), e non ciò che “è vero”<br />

(la verità), sulla base della tradizionale opposizione fra attività<br />

(intellectus) e passività (res). Il ragionamento (intellectus) instaura<br />

nei confronti dell’oggetto (res) la particolare relazione<br />

dell’esattezza (adaequatio). L’essenza di questa relazione è chiamata<br />

da Heidegger – in Dall’essere alla verità – “appresentazione”<br />

e “appresentare” significa: “Lasciar sorgere davanti a noi la cosa<br />

in quanto è quell’oggetto, ma in modo che il ragionamento si lasci<br />

guidare dalla cosa e la renda tale e quale essa si presenta. La<br />

condizione di ogni appresentazione è che l’essente che appresenta<br />

sia illuminato da una luce in modo che la cosa possa apparirgli,<br />

rendersi manifesta. Questa cosa deve presentarsi e rivelarsi<br />

in un campo aperto al nostro incontro” 21 . Marcel non soltanto cita<br />

queste parole di Heidegger, ma soprattutto le prende come<br />

sue. Nell’ambito dell’incontro la tradizionale opposizione fra attività<br />

e passività perde la sua ragion d’essere. Secondo Marcel<br />

non si tratta soltanto di una certa “zona” d’incontro, ma essenzialmente<br />

di “comunicazione e di volontà di comunicare” 22 .<br />

Questa affermazione investe la prima comunicazione tra “corpo”<br />

e “mio”. Per Marcel non esiste la distinzione fra “il mio corpo”,<br />

considerato un corpo qualunque, ed il mio “io”. Sia la riflessione<br />

primaria-diretta-comune (il piano dell’esistenza immediata)<br />

che la riflessione di secondo grado (la relazione oggettiva<br />

ed ontologica: partecipazione, comunione) confermano che<br />

“questo corpo” è e non può essere che “il mio corpo”. Ambedue<br />

le riflessioni prendono come punto d’appoggio l’inseparabilità<br />

esistenziale tra il mio “io” e “il mio corpo”. La questione essenziale<br />

riguarda la nozione di avere: io non ho “corpo” come ho il<br />

mio cane, ma io sono corporeo. L’io del possesso non può mai<br />

essere ridotto – secondo Marcel – “ad un io del tutto smaterializzato”<br />

23 . L’unità sui generis che costituisce “il mio corpo” in<br />

quanto mio è l’unità perfetta ed esistenziale. Dire “il mio corpo”<br />

21 ME, 71-72.<br />

22 ME, 78; cfr E. SOTTIAUX, Gabriel Marcel. Philosophe et dramaturge,<br />

Nauwelaerts, Louvain 1956, 29-82 (La communion ontologique).<br />

23 ME, 96-97.

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