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MikNik_ArteNavale

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Arte Navale<br />

barche<br />

A L A L U N G A 2 2<br />

Quando la classe non è acqua...<br />

Il fascino intramontabile di una barca in legno rappresenta la grande differenza rispetto<br />

alle costruzioni in composito. La passione dell'armatore nei confronti della propria barca prova,<br />

in questi casi, la sua massima espressione...<br />

di Fabio Ratti - Foto di Francesco Rastrelli<br />

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Napoli, porticciolo di Santa Lucia.<br />

In una profumata mezzanotte<br />

di maggio, cento barche<br />

si avviano alla partenza della Tre Golfi,<br />

la storica regata che da sempre parte in<br />

notturna. Un pubblico elegante e un po’<br />

fané si gode lo spettacolo dalla terrazza<br />

del Circolo Italia: le vele sembrano<br />

d’argento alla luce delle fotoelettriche,<br />

le barche scivolano silenziosamente nel<br />

buio… l’atmosfera è un po’ da golden age<br />

dello yachting e l’entrata in scena di Mic<br />

Nic aggiunge un ulteriore tocco di classe.<br />

Vestita d’un bianco smagliante, interrotto<br />

solo dalla linea di galleggiamento<br />

rossoblu (i colori del CRV Italia), sbuca<br />

agile dal molo frangiflutti e con un<br />

fluido giro su se stessa porge la poppa<br />

a pochi metri dal pontile del Circolo;<br />

l’armatore in blazer afferra la passerella,<br />

aiuta gli ospiti a salire e si imbarca<br />

a sua volta. Manovra perfetta; la barca<br />

riguadagna silenziosamente il largo<br />

Dall’alto, in senso orario:<br />

la bandiera dell’armatore, con le sue iniziali<br />

in campo blu navy bordato di arancione; il<br />

posto guida sul flyng bridge, cui si accede<br />

dall’interno;<br />

Mic Nic vista da prua; la coperta è sgombra,<br />

molto pulita. In primo piano il potente<br />

verricello, originale; da notare i due pratici<br />

contenitori in teck a murata, dove riporre le<br />

cime d’ormeggio.<br />

Nella pagina a fianco: l’Alalunga 22 in<br />

navigazione; la grande bandiera italiana<br />

sventola orgogliosamente a poppa.<br />

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A sinistra: l’armatore<br />

è socio dell’ultra<br />

centenario Circolo del<br />

Remo e della Vela Italia<br />

di Napoli, come si nota<br />

dal fregio sul berretto<br />

e dalla targa in ottone<br />

che sancisce il “diritto di<br />

guidone”.<br />

A fianco e in basso:<br />

tre immagini che<br />

documentano l’efficace<br />

semplicità della sala<br />

macchine, con una<br />

impiantistica di qualità<br />

d’altri tempi, dove<br />

tutto è facilmente<br />

raggiungibile.<br />

La parola al Comandante<br />

59 anni portati alla grande e un’esperienza<br />

sui grandi motoryacht classici di tutto<br />

rispetto: il Capitano di Lungo Corso<br />

Giuseppe Schioppa da Forio d’Ischia,<br />

detto Peppino, è il Comandante che<br />

ogni armatore vorrebbe. Oltre vent’anni<br />

divisi, quasi a metà, su due Baglietto di<br />

21 metri (Garuda e Panalù), poi un altro<br />

lungo periodo (i bravi comandanti non<br />

si cambiano!) su un Alalunga 25 metri<br />

(Blanc de Blanc, del 1972) e infine, da<br />

sette anni, il Mic Nic.<br />

Una vita passata su prestigiosi motoryacht<br />

in legno che lui conosce ed ama come<br />

nessun altro. “Il legno è un materiale vivo<br />

e offre un confort insuperabile. Certo<br />

il costo di mantenerla perfetta non è<br />

marginale, ma questo è compensato dal<br />

minor prezzo d’acquisto di una barca<br />

classica. Non è facile trovare ebanisti<br />

e maestri d’ascia seri e competenti, un<br />

mestiere che va purtroppo scomparendo.<br />

Ma una barca in legno, magistralmente<br />

costruita come un Alalunga, dura più<br />

di una vita se tenuta alla perfezione.<br />

Per questo noi ci affidiamo ai cugini<br />

Aprea, a Torre Annunziata; sono molto<br />

competenti, del resto discendono da una<br />

famiglia che fa barche in legno da ben tre<br />

generazioni!”<br />

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In alto: in una barca<br />

napoletana il corno ha<br />

il posto d’onore, sulla<br />

timoneria interna da cui,<br />

come si intravede nella foto,<br />

la visibilità è molto buona.<br />

In basso: la “firma” del<br />

cantiere di Mario Spertini,<br />

attivo dal 1961. La sua<br />

produzione di barche in<br />

legno consiste in unità<br />

dai 18 ai 27 metri.<br />

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In alto: ognuna delle tre cabine ha il proprio,<br />

spazioso bagno. Anche qui l’impiantistica<br />

idraulica originale ha un livello qualitativo<br />

difficilmente riscontrabile sulle barche moderne.<br />

A destra: comoda e marina la scala che porta<br />

alla zona notte, interamente rivestita in radica<br />

come il resto degli interni. Tutti gli arredi e le<br />

finiture sono assolutamente originali.<br />

Nella pagina a fianco: il salone e la cabina<br />

armatoriale.<br />

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con una maestosa semplicità d’altri<br />

tempi, seguita dagli sguardi ammirati<br />

dei pur intransigenti velisti del più antico<br />

tra i circoli partenopei.<br />

Diceva un famoso yacht designer che se<br />

una barca bella è senza dubbio marina,<br />

il viceversa non è scontato, ma secondo<br />

Federico Imbert, armatore di Mic<br />

Nic, c’è di più: “Il fascino di una barca<br />

classica non è solo nell’eleganza delle<br />

linee e nel modo in cui tiene il mare, ma<br />

anche nel piacere di rivivere atmosfere,<br />

cultura, tradizioni che stanno via via<br />

scomparendo”. Personaggio di spicco<br />

della finanza internazionale, Imbert,<br />

yachtman da generazioni, conserva gli<br />

inconfondibili tratti del signore napoletano,<br />

che naturalmente si riflettono<br />

nell’ospitalità di bordo e in mille piccoli<br />

particolari.<br />

“Cercavo da tempo un Alalunga di<br />

queste dimensioni e quando il broker<br />

Sagramoni me l’ha segnalato era del suo<br />

secondo armatore, l’industriale monzese<br />

Stefano Riva; l’ho visto in perfette<br />

condizioni e non me lo sono lasciato<br />

scappare. Era il 29 febbraio 2005”.<br />

Mic Nic è un Alalunga 22 varato nella<br />

primavera del 1987 dal Cantiere Navale<br />

Santa Margherita, con lo scafo<br />

in triplo fasciame di mogano e una<br />

bella sovrastruttura, contenuta e slanciata.<br />

Racchiude in se tutta l’esperienza<br />

di Mario Spertini, che ha ricevuto<br />

quest’anno – lui che di anni ne ha 87<br />

– il premio «I Grandi della Nautica».<br />

Spertini infatti è stato un uomo chiave<br />

nello sviluppo del motoryachting:<br />

sua la prima barca italiana con flying<br />

bridge e suo il marchio Alalunga, sinonimo<br />

di originalità ed eleganza, apprezzato<br />

in tutto il mondo.<br />

La barca ha linee pulite, di un’eleganza<br />

senza tempo; sottocoperta, il layout<br />

si deve ai primi armatori, i tedeschi<br />

Helen e Manfred Keppel, perché allora<br />

le barche prodotte dal cantiere erano<br />

rigorosamente custom; il nome, mai<br />

cambiato, deriva dalle prime sillabe di<br />

quelli dei loro due figli. Oltre alla gran-<br />

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de amatoriale, ha due comode cabine<br />

gemelle per gli ospiti, ottima soluzione<br />

che evita imbarazzi su quali tra gli invitati<br />

“sacrificare”, ovviamente tutte con<br />

proprio bagno. L’alloggio equipaggio è<br />

egualmente confortevole e funzionale.<br />

Tanto spazio e tanta sobrietà in una<br />

barca che è rimasta praticamente identica<br />

all’originale, perfetta come appena<br />

uscita dal cantiere, forse proprio perché<br />

è difficile migliorarla.<br />

Solo i motori sono stati cambiati nel<br />

2010: oggi monta due CAT da 1150hp,<br />

contro i 945hp dei due motori originali<br />

Ecco l’Alalunga 22 in tutta la sua bellezza, splendido esempio<br />

di motoryacht classico, dalla linea intramontabile.<br />

Oggi il Cantiere Navale Spertini Alalunga prosegue<br />

nella produzione di prestigiosi motoryacht, sia fly che open,<br />

nella sua sede di Lavagna (info@alalungayachts.it).<br />

MWM Deutz. La velocità di crociera è<br />

di 22 nodi, la massima di 27 (sfruttando<br />

al 60/70% la potenza), l’autonomia di<br />

20/27 ore.<br />

“Con eliche più potenti si farebbero tranquillamente<br />

30 nodi – ci dice il Comandante<br />

Peppino (vedi box) – perché ha<br />

una carena insuperabile, il vero punto di<br />

forza delle barche di Spertini: con mare<br />

formato di prua, su una Alalunga vai<br />

dritto, tieni la rotta e mantieni una manovrabilità<br />

straordinaria; con molte altre<br />

barche, invece, è meglio virare subito<br />

e prendere il mare al mascone. “<br />

Oggi Mic Nic ha come porto di base<br />

Marina Cala degli Aragonesi a Casamicciola,<br />

Ischia, una location strategica nel<br />

golfo di Napoli, a un passo dalle Pontine<br />

e dalla costiera amalfitana.<br />

Il marina è diretto da Sebastiano Stajano<br />

con professionalità, cortesia e a<br />

prezzi ragionevoli per di più. Da qui, con<br />

il suo Capitano ed il secondo, Antonio<br />

Piccardi, Mic Nic è in grado di andare<br />

ovunque, come in effetti fa, navigando<br />

dalla Costa Azzurra alla Turchia, impeccabile<br />

testimone di cultura e tradizioni<br />

marinare.

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