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Enigma_ArteNavale

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Arte Navale<br />

mostre<br />

E N I G M A A M A R I P E R M A N<br />

Conflitto nell’etere<br />

Durante la manifestazione spezzina, nello stand del CSSN, è stato possibile ammirare<br />

alcuni degli storici strumenti scientifici in dotazione alla Marina Militare.<br />

La macchina <strong>Enigma</strong>, in perfetto stato di conservazione, ha lasciato tutti sorpresi<br />

per la complessità costruttiva e per la facilità d’uso<br />

di Bruno Grassi - foto Francesco Rastrelli<br />

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di potere ammirare<br />

una macchina <strong>Enigma</strong> ed<br />

L'opportunità<br />

assisterne alla dimostrazione<br />

pratica di funzionamento è colta ben<br />

volentieri anche da un pubblico generalista<br />

che conosce il raro cimelio quale icona<br />

presente in parecchi film.<br />

La crittografia è sì arte o meglio scienza<br />

conosciuta solo da un ristretto nucleo di<br />

specialisti, ma essa è quasi impercettibilmente<br />

presente, come vedremo di<br />

seguito, nel nostro vivere quotidiano in<br />

questo terzo millennio.<br />

Dobbiamo la possibilità di osservare<br />

l’esemplare oggetto di questo servizio<br />

alla generosità e disponibilità di un noto<br />

Collezionista che non corre il pericolo<br />

evocato dalla metafora del dito e la luna:<br />

collezionare significa non solo conservare,<br />

curare, ammirare oggetti o opere d’arte<br />

nella loro consistenza materiale ma<br />

soprattutto conoscerne a fondo la storia,<br />

studiando e ammirando coloro che l'hanno<br />

immaginato, concepito, realizzato.<br />

Nello specifico di <strong>Enigma</strong> occorre valutare<br />

le intelligenze e le azioni degli uomini<br />

e donne che ne determinarono la vicenda<br />

profondendo le loro migliori risorse nel<br />

crearla, costruirla, utilizzarla e, a volte,<br />

combatterla.<br />

La crittografia è l’arte o la tecnica per<br />

trasformare uno scritto in una serie di<br />

lettere o segni privi di senso compiuto.<br />

Semplice ed intuitivo consiste nel sostituire,<br />

nel testo da criptare, ad ogni lettera<br />

dell’alfabeto utilizzato, costantemente<br />

un’altra qualsiasi lettera dello stesso<br />

alfabeto. In questo modo il significato<br />

dello scritto in effetti scompare, ma con<br />

tecniche elementari può essere facilmente<br />

e rapidamente ricostruito.<br />

Dobbiamo a un italiano, Leon Battista<br />

Questa geniale<br />

macchina calcolatrice<br />

tascabile, brevettata<br />

nel Maggio del 1939,<br />

fu realizzata da<br />

Gennaro Palumbo; il<br />

suo ultimo incarico<br />

nella Marina Militare<br />

Italiana fu proprio<br />

a La Spezia presso<br />

Mariperman.<br />

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In questa pagina: ogni giorno occorreva “programmare”<br />

la macchina componendo il blocco dei rotori mobili e<br />

impostandone le posizioni di partenza secondo il foglio<br />

d’ordini ricevuto: il numero delle possibili combinazioni<br />

superava le centinaia di milioni. Nella pagina a fianco: la<br />

tastiera di <strong>Enigma</strong> era manovrata da un operatore mentre<br />

un’altra persona trascriveva quali delle corrispondenti<br />

lampade si illuminavano. La procedura era del tutto identica<br />

sia nella fase di codifica sia di decodifica dei messaggi. Nella<br />

parte anteriore il pannello “stecker” di commutazione,<br />

incubo degli operatori del servizio di controspionaggio<br />

Inglese denominato Ultra situato a Bletchley Park.<br />

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A sinistra: un<br />

sofisticatissimo<br />

strumento di<br />

produzione americana,<br />

utilizzato negli anni<br />

’50, per il rilievo degli<br />

errori di puntamento<br />

dei sistemi d’arma delle<br />

unità navali. A destra:<br />

utilizzata a partire<br />

dagli anno ‘40 e fino<br />

agli anni ’60 questa<br />

macchina fotografica<br />

da studio utilizzavo<br />

per il negativo le lastre<br />

di vetro e il nitrato<br />

d’argento. Immagini<br />

realizzate con questa<br />

tecnica sono ancora<br />

oggi perfettamente<br />

stampabili.<br />

Nella pagina a fianco<br />

a sinistra: bilancia<br />

analitica di precisione<br />

costruita negli anni<br />

’50 dalle Officine<br />

Galileo di Milano in<br />

collaborazione con<br />

la tedesca Sartorius;<br />

basata sul principio<br />

di comparazione fra<br />

la massa ignota e<br />

quella nota. A destra:<br />

emettitore a raggi<br />

X degli anni ’50 per<br />

il controllo delle<br />

saldature e dei getti di<br />

fusione; era in grado<br />

di controllare lamiere<br />

fino a 8 centimetri di<br />

spessore.<br />

Alberti, a metà del quindicesimo secolo,<br />

l’invenzione della crittografia polialfabetica<br />

nella quale si applica l’espediente di<br />

cambiare continuamente, ad ogni singola<br />

lettera del testo, la corrispondenza tra i<br />

segni per l’intero messaggio.<br />

Altre menti non comuni, nei secoli successivi,<br />

contribuirono al miglioramento<br />

del metodo sino a che, al termine della<br />

Prima Guerra Mondiale, comparvero<br />

macchine in grado di eliminare o ridurre<br />

le fatiche della laboriosa conversione<br />

manuale. Negli anni ‘20 Arthur Scherbius<br />

brevetta e costruisce la prima versione<br />

di <strong>Enigma</strong> proponendola per l’utilizzo<br />

nel mascherare i messaggi necessari alle<br />

comunicazioni di natura commerciale e<br />

di Borsa.<br />

L’oggetto attirò ovviamente l’attenzione<br />

dei Servizi crittografici di alcuni eserciti;<br />

molti esemplari furono commercializzati<br />

per gli usi previsti dall’inventore ma<br />

riservatamente anche quei Servizi ne<br />

vennero in possesso. Ben presto però<br />

ci si rese conto della geniale semplicità<br />

della macchina, ma il possederla era con-


A sinistra: il tacheometro<br />

era uno strumento costruito<br />

all’inizio del Novecento<br />

dalla ditta Salmoiraghi di<br />

Milano e serviva a misurare<br />

l’inarcamento delle navi<br />

sugli scali, le flessioni nei<br />

dovute ai picchi di carico<br />

o le flessioni della nave<br />

dopo la permanenza<br />

in mare. A destra: lo<br />

strumento denominato<br />

Traguardo Santoni<br />

serviva, negli anni ’40,<br />

per rilevare otticamente<br />

i punti di caduta del<br />

proiettili, così da elaborare<br />

e preparare le tavole di<br />

tiro. In basso: telefono<br />

subacqueo Crouzet<br />

F6130, di produzione<br />

francese, utilizzato dai<br />

sommergibili classe Sauro<br />

negli anni ‘80.<br />

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Sonda batitermografica, utilizzata<br />

su corvette e fregate dalla Marina<br />

fino alla fine degli anni ‘70.<br />

dizione assolutamente insufficiente alla<br />

decodifica dei messaggi che poteva essere<br />

effettuata esclusivamente conoscendo la<br />

chiave di impostazione della macchina<br />

stessa.<br />

Le forze armate tedesche, iniziata la<br />

fase di riarmo hitleriano, fecero proprio<br />

il sistema adottando alcune modifiche<br />

al modello originale. Ma negli anni ‘30<br />

i crittografi polacchi, in attento ascolto<br />

delle comunicazioni tedesche come<br />

i loro colleghi di Francia e Inghilterra,<br />

iniziarono a decodificare, seppur molto<br />

parzialmente, i messaggi ricevuti da una<br />

Germania ormai prossima ad aggredire<br />

anche il loro stesso paese.<br />

Il moderato successo era ottenuto impiegando<br />

sofisticati metodi matematici e<br />

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Correttore del vento per uso<br />

balistico: serviva a correggere il<br />

tiro in funzione dell’intensità del<br />

vento, sia in senso longitudinale sia<br />

verticale; il periodo di costruzione<br />

risale agli anni ’30.<br />

meccanico-ottici. Nella primavera del<br />

‘39, allarmati dal significato di quanto<br />

andavano scoprendo nei testi resi intellegibili,<br />

quegli ufficiali condivisero con<br />

i colleghi dei paesi democratici le loro<br />

preoccupazioni senza tuttavia svelare le<br />

tecniche impiegate.<br />

Francesi e inglesi, non avevano ottenuto<br />

alcun utile risultato e reagirono con scetticismo<br />

a quanto fu loro comunicato.<br />

La guerra scoppiò poco dopo e gli Alleati,<br />

costretti dalla necessità, dedicarono<br />

ampie risorse per la creazione di un<br />

complesso organismo, denominato Ultra,<br />

impegnato esclusivamente nella decodifica<br />

dell’immenso traffico radiotelegrafico<br />

delle forze armate tedesche che invadevano<br />

praticamente l’intera Europa.<br />

Ultra, nome convenzionale di quella struttura,<br />

venne creata presso una residenza<br />

nobiliare di campagna in Bletchley, località<br />

non casualmente posta tra Oxford e<br />

Cambridge, sedi universitarie presso le<br />

quali potevano essere selezionati scienziati,<br />

matematici, esperti di logica impegnati<br />

a scoprire i segreti di <strong>Enigma</strong>.<br />

Furono ingaggiate figure caratterizzate<br />

da razionalità e intelligenza ma anche da<br />

intuito inconsueto.<br />

Il numero degli addetti crebbe durante<br />

tutti gli anni del conflitto sino ad alcune<br />

migliaia tra uomini e donne.<br />

Fu ingaggiata una silenziosa lotta quotidiana<br />

il cui scopo era conoscere ogni<br />

mossa dell’avversario dalla decodifica di<br />

migliaia di messaggi la cui chiave cambiava<br />

quotidianamente e talvolta di ora<br />

in ora; gruppi di varia dimensione erano<br />

specializzati nella decodifica dei vari tipi<br />

di macchina.<br />

<strong>Enigma</strong> fu costruita, nei vari modelli, in<br />

decine di migliaia di esemplari e distribuita,<br />

essendo di modeste dimensioni e peso<br />

ridotto, anche a reparti minori, unità<br />

navali, remoti presidi nei paesi occupati.<br />

I primi successi di Ultra furono ottenuti<br />

con metodi meccanici e di “forza bruta”<br />

ma via via furono adottate tecniche<br />

più raffinate e veloci. Non di rado le<br />

informazioni ricavate furono utilizzate<br />

solo in modo parziale, a costo anche del<br />

sacrificio di vite umane, per non lasciare<br />

intendere al nemico che i segreti di <strong>Enigma</strong><br />

potevano essere violati; in altri casi si<br />

ricorse alla tecnica della disinformazione<br />

lasciando i tedeschi sino al termine del<br />

conflitto ignari di Ultra e attribuendo<br />

gli insuccessi in battaglia all’opera dello<br />

spionaggio o della casualità. La figura di<br />

Alan Turing, scienziato geniale, fobico,<br />

visionario, fu determinante per lo sviluppo<br />

degli apparati sempre più sofisticati<br />

utilizzati dagli Alleati per decrittare<br />

<strong>Enigma</strong>. Si trattava di macchine progenitrici<br />

dei moderni calcolatori che utilizzarono<br />

quella stessa “Macchina Virtuale<br />

di Turing”alla base dei computer attuali.<br />

È quindi singolare la nemesi storica della<br />

Macchina: nata tra due conflitti mondiali,<br />

per usi civili ma prontamente utilizzata<br />

in guerra. Pensata per precludere<br />

l’accesso alla Informazione, impedire la<br />

Conoscenza ad un avversario o nemico<br />

ha, di fatto, quanto meno accelerato la<br />

nascita dei moderni calcolatori.<br />

L’esemplare visibile nelle immagini è<br />

custodito dalla Associazione Rover Joe<br />

(www.roverjoe.com) che vede nel fondatore<br />

Alberto Campanini l’attento ed appassionato<br />

collezionista cui si deve la possibilità<br />

di ammirare una raccolta tematica di<br />

oggetti e documenti relativi all’impiego<br />

delle telecomunicazioni durante l’ultimo<br />

conflitto mondiale.<br />

La collezione è in continua crescita e<br />

comprende circa duemila cimeli tra apparati<br />

radio e veicoli specializzati di quasi<br />

tutti gli Eserciti impegnati in quella che,<br />

inconfutabilmente, fu la prima guerra<br />

combattuta anche nell’etere.<br />

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