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5<br />

Titolo articolo<br />

Courageous (1974) a Cannes, durante<br />

una forte grandinata al mondiale dei<br />

12 metri stazza internazionale. Obiettivo<br />

80-200 mm, f/4, 1/250 di sec, ISO 200.<br />

Quando ci sono foto<br />

di bellissime barche<br />

d’epoca, vele e regate<br />

ci sono inevitabilmente<br />

anche loro: Francesco<br />

Rastrelli e Roberta<br />

Roccati. Appassionati,<br />

di mare, competenti<br />

e instancabili (nonché<br />

inattaccabili dal mal di<br />

mare), tracciano qui per<br />

noi la rotta giusta per<br />

approdare a questo<br />

genere di fotografia.<br />

Ecco i loro trucchi, le<br />

indicazioni tecniche<br />

e i consigli utili per<br />

scattare splendide foto<br />

di barche, degli uomini<br />

che le governano<br />

e di quelle strane<br />

gare che hanno per<br />

“terreno” le onde e per<br />

motore il vento.<br />

nel cuore dell’AZIONE<br />

Tempi veloci, la giusta scelta dell’obiettivo e della<br />

composizione sono gli ingredienti che possono rendere<br />

“drammatico” anche un mare piatto e la calma di vento.<br />

questione di PROSPETTIVa<br />

Una regola d’oro per avere foto spettacolari e non<br />

banali è giocare con la prospettiva e cercare “punti<br />

di vista” insoliti, se non addirittura estremi. Salire a<br />

30 metri in testa d’albero non è da tutti, ma aiuta.<br />

5<br />

sulle ali<br />

del vento<br />

92 Ritratto<br />

Come in tutte le cose conoscere il proprio soggetto<br />

è il consiglio numero uno, oltre a un occhio<br />

allenato e a una buona predisposizione per<br />

la composizione. Francesco Rastrelli, sorrentino, un<br />

passato da art-director e una lunga storia da fotografo<br />

subacqueo, non ha dubbi: “Ci vuole passione e ci<br />

vuole competenza. La tecnica da sola non basta. Per<br />

fotografare le barche e le regate bisogna conoscere<br />

le prime e sapere come si combattono le seconde.<br />

Prevedere le strategie, sapere come si muovono gli<br />

uomini a bordo”. Francesco è approdato alla vela<br />

quando ha scoperto la magia delle barche d’epoca, delle<br />

navi a vele quadre e delle golette auriche che ancora<br />

conservano il pathos di un rapporto diretto e profondo<br />

tra l’uomo e il mare. Ma certo non disdegna le regate<br />

più attuali. Roberta Roccati, sua compagna nella vita e<br />

nel lavoro, è avvocato ed ex campionessa di scherma,<br />

ma nella foto è un talento naturale: “Due le mie parole<br />

d’ordine: rapidità e coraggio”, sottolinea. “Si lavora in<br />

condizioni difficili, con il continuo rischio di finire in mare<br />

o di farci finire l’attrezzatura. L’adrenalina scorre. Le<br />

decisioni sono immediate. Il segreto spesso è vedere la<br />

foto prima di scattarla”.<br />

SCHIZZI d’autore<br />

Una volta protetta l’attrezzatura non abbiate paura<br />

dell’acqua. Gli schizzi sono inevitabili, ma possono<br />

essere anche un grande aiuto per creare immagini<br />

che ci facciano sentire nel vivo dell’azione.<br />

la foto NOTTURNA<br />

La giusta scelta dell’ora, degli ISO e un sapiente uso dei<br />

tempi e del flash sono il segreto per creare immagini di<br />

grande suggestione, giocando con i colori e le luci.<br />

Reportage 93


5<br />

Francesco Rastrelli e Roberta Roccati<br />

scattano rispettivamente con Nikon<br />

D3s e D700 (full frame FX) e Nikon D300 e D90 (DX)<br />

1 lezione// IN AZIONE<br />

Cogli l’ attimo<br />

o cercalo<br />

Per fotografare al meglio una regata si deve scattare da un<br />

gommone veloce che ci porta là dove il gioco si fa duro<br />

Nel vivo dell’azione<br />

Seguire da vicino una regata non è<br />

un gioco da ragazzi. Occorre accreditarsi<br />

con l’ufficio stampa dello<br />

yacht club organizzatore e avere a disposizione<br />

un mezzo veloce per spostarsi<br />

sul campo in modo da poter seguire<br />

le barche in competizione senza mai<br />

disturbarne la rotta. Si può anche lavorare<br />

stando direttamente a bordo di una<br />

barca in regata se il focus del reportage<br />

è su “quella barca” e il suo equipaggio.<br />

“Il fotografo racconta una storia”,<br />

spiega Francesco Rastrelli. “Usa obiettivi<br />

e prospettive come uno scrittore usa<br />

parole e colpi di scena. Una volta decisa<br />

la trama il reportage prende vita. Si<br />

può raccontare la regata e allora se ne<br />

devono seguire l’andamento e i duelli,<br />

oppure si può raccontare una sola barca<br />

da dentro dimenticandosi quasi degli<br />

avversari e concentrandosi su ciò che<br />

avviene a bordo”. Nell’un caso come<br />

nell’altro bisogna essere pronti e capaci<br />

persino ad anticipare gli eventi.<br />

Con mare calmo e poco vento, si va a<br />

caccia del soggetto più interessante o<br />

della inquadratura insolita. Se invece<br />

c’è vento e onda, le barche sono sbandate<br />

e gli uomini si muovono velocemente,<br />

l’azione si fa drammatica e gli scatti<br />

devono essere rapidi e istintivi. Si<br />

ha poco tempo per comporre l’immagine,<br />

si è sbattuti ovunque dal mare e<br />

diventa difficile persino inquadrare,<br />

mettere a fuoco e allineare l’orizzonte.<br />

Scegliete dunque tempi rapidi specialmente<br />

se il mare è mosso e se stiamo<br />

usando una focale lunga (meglio non<br />

scendere sotto 1/1000 di secondo). Portate<br />

due corpi macchina con ottiche<br />

già montate (16-35 mm grandangolo<br />

e 70-200 mm teleobiettivo) e per proteggere<br />

dall’acqua salata la lente usate<br />

filtri UV o Skylight.<br />

kit dell’esperto<br />

Una “peretta”<br />

per bambini è<br />

lo strumento<br />

efficace per<br />

ripulire il sensore<br />

della fotocamera.<br />

Portare schede<br />

di memoria<br />

sufficienti per<br />

avere ogni<br />

giorno 32 giga a<br />

disposizione.<br />

Pelli di daino<br />

per asciugare<br />

macchine e<br />

obiettivi.<br />

La borsa<br />

deve essere<br />

impermeabile<br />

e a bordo<br />

deve essere<br />

messa in<br />

posizione protetta da sole, acqua e urti.<br />

PRONTI ALL’AZIONE. Nella baia di Auckland<br />

Francesco Rastrelli, in piena sicurezza con<br />

casco e life jacket, ha seguito le barche della<br />

Anniversary Regatta a bordo di un gommone<br />

della Marina Neozelandese. La fotocamera e<br />

il teleobiettivo sono protetti con un particolare<br />

scotch azzurro 3M che non lascia residui di<br />

colla e impedisce agli inevitabili schizzi di<br />

acqua di mare di penetrare nelle parti vitali<br />

della fotocamera e del tele.<br />

Scegliere bene l’obiettivo fa la differenza<br />

A destra due immagini del cutter aurico<br />

Mariquita del 1923 (il solo 19 metri stazza<br />

internazionale dei 6 costruiti che ancora<br />

naviga). Nel primo scatto è stato usato un<br />

grandangolo 16-35 mm ❶. Nel secondo<br />

Francesco Rastrelli ha voluto farci salire a<br />

bordo usando un teleobiettivo 300 mm,<br />

f/2,8 ❸.Obiettivo costoso (perchè molto<br />

America’s Cup World Series Napoli:<br />

l’AC45 Luna Rossa Swordfish<br />

al giro di boa. Obiettivo 16-35 mm, f/8,<br />

1/640 sec, ISO 400<br />

luminoso) è anche pesante e ingombrante<br />

da usare a mano libera. Va tenuto ben<br />

saldo dalla staffa dell’attacco rapido del<br />

monopiede per non rischiare che si<br />

distacchi la baionetta del corpo macchina.<br />

Più versatile da usare è lo zoom 70-200<br />

mm f/2,8 ❷. Entrambi sono dotati di<br />

autofocus rapido per foto sportive.<br />

94 Reportage Reportage 95<br />

❶<br />

❷ ❸ ❶ ❷


5<br />

Sulle ali del vento<br />

Il coraggio di prendere una “posizione”<br />

Francesco Rastrelli è all’altezza<br />

della quarta crocetta di AlfaRomeo2<br />

durante la PalmaVela di Palma di<br />

Maiorca quando riprende il prodiere<br />

dal berretto rosso salito in testa<br />

d’albero. Obiettivo Sigma 12-24 mm,<br />

f/8, 1/250 sec, ISO 100.<br />

2 lezione// prospettive<br />

l’ efficacia del<br />

punto di vista<br />

Per non avere immagini piatte o banali il trucco è cercare<br />

una posizione isolita (e coraggiosa) dalla quale scattare<br />

A<br />

fare la differenza tra una composizione<br />

fotografica inefficace e una<br />

sorprendente è certamente una<br />

sapiente scelta della prospettiva. Mettersi<br />

a livello del mare riprendendo gli<br />

scafi da sotto o scegliere di farsi issare in<br />

testa d’albero (per non parlare di sorvolare<br />

la regata con un elicottero) consente di<br />

regalare punti di vista insoliti che nessuno<br />

spettatore può concedersi. Tuttavia la<br />

sola posizione non basta. Occorre scegliere<br />

se optare sul grandangolo, in modo da<br />

avere una incredibile profondità di campo,<br />

oppure schiacciare la prospettiva con<br />

un sapiente uso del teleobiettivo. Inoltre<br />

c’è da tenere conto della composizione<br />

dell’immagine.<br />

“Ci sono molte regole per realizzare una<br />

buona composizione da quella dei terzi a<br />

quella aurea”, spiega Francesco Rastrelli.<br />

“Io tuttavia uso soprattutto la regola della<br />

diagonale. Tendo cioè a creare una fuga<br />

Sull’elicottero scattate<br />

solo quando siete convinti<br />

dell’inquadratura,<br />

evitando lo scatto “a<br />

raffica”e usando tempi<br />

rapidissimi (1/1000)<br />

prospettica basandomi sulle linee diagonali<br />

del fotogramma, giocando con i boma,<br />

l’orizzonte del mare, i triangoli delle vele,<br />

per riempire l’immagine e renderla equilibrata”.“Un<br />

altro consiglio che ci sentiamo<br />

di dare”, interviene Roberta Roccati, “è<br />

quello di creare più piani nell’immagine<br />

mettendo oggetti anche sfuocati in primo<br />

o secondo piano”.<br />

Usare bene la luce durante una regata<br />

significa infine saper sfruttare i diversi<br />

momenti del giorno nel modo migliore<br />

cercando di ammorbidire o rendere più<br />

incisive le ombre e di scegliere l’inquadratura<br />

più efficace in relazione alla<br />

posizione del sole. Non sempre è possibile<br />

contare sulle luci ottimali della prima<br />

mattina o del tramonto. Tuttavia si possono<br />

realizzare anche suggestivi controluce<br />

compensando con i valori EV la sovra o<br />

sottoesposizione a seconda dell’effetto che<br />

si vuole creare.<br />

Il consiglio<br />

dell’esperto<br />

Essere issati in testa d’albero o all’altezza<br />

delle crocette non è una operazione da<br />

prendere sottogamba. La sicurezza infatti<br />

è fondamentale. Occorre un buon bansigo<br />

(l’imbracatura a cui si collega la drizza,<br />

ovvero il cavo che porta le vele fino in<br />

testa all’albero), un casco e una certa<br />

pratica. Non è facile infatti restare sospesi a<br />

parecchi metri dalla coperta con al collo le<br />

fotocamere (che non devono urtare l’albero<br />

e devono avere i paraluce ben fissati),<br />

reggendosi alle sartie o all’abero stesso. Il<br />

mal di mare non è da sottovalutare a quelle<br />

altezze perché l’oscillazione si fa sentire.<br />

Risultato: i lividi sono all’ordine del giorno.<br />

Due costole incrinate sono il prezzo salato<br />

pagato da Francesco per la foto a sinistra.<br />

fotografare dall’elicottero<br />

Togliete dalle tasche tutto quello che può<br />

volare via (dal cellulare al coltellino), fissate<br />

bene i paraluce. Non cambiate gli obiettivi<br />

in volo e preparate due corpi macchina già<br />

con grandandolo e tele montati. Indossate<br />

occhiali da motociclista e una giacca a vento<br />

anche d’estate. Attenzione a non fare entrare<br />

nell’inquadratura le pale dell’elicottero. Usate<br />

tempi rapidi per evitare il micromosso.<br />

Dove era il fotografo per fare questo scatto?<br />

Durante la Festa della Marineria a La Spezia (4-7<br />

ottobre 2013) si è tenuta la tappa finale della<br />

Tall Ship Regatta, una competizione velica tra le<br />

ultime navi a vele quadre che sfidano le onde.<br />

Queste splendide “Signore dei mari” sono state<br />

ormeggiate al Molo Italia e tra esse non poteva<br />

mancare la celeberrima Nave Scuola della nostra<br />

Marina Militare, l’Amerigo Vespucci. L’immagine<br />

a sinistra mostra uno dei nocchieri mentre<br />

sistema un fiocco, ripreso con un grandandolo<br />

16-35 mm in modo da mettere a fuoco sia<br />

l’azione di primo piano che l’intero sfondo.<br />

Qui sotto: il teleobiettivo di Roberta Roccati ha<br />

immortalato Francesco mentre scattava, in bilico<br />

(ma con il bansigo saggiamente agganciato alla<br />

delfiniera) sulla punta del bompresso.<br />

La nave scuola russa<br />

Mir in uscita<br />

da La Spezia durante<br />

la parata, al termine<br />

della Tall Ships<br />

Regatta. Scattata<br />

dall’elicottero<br />

da Roberta Roccati<br />

con cielo coperto.<br />

Obiettivo 18-200 mm<br />

su focale 112 mm,<br />

f/5.6, 1/500 sec,<br />

ISO 1000.<br />

IL GRANDANGOlo, CHE PASSIONE!<br />

Sia il grandangolo spinto (12-24 mm)<br />

- come nella foto in alto -, sia il più<br />

“classico” 16-35 mm, in luce diurna<br />

consentono di lavorare con diaframmi<br />

ben chiusi (11-16). Si ottengono così<br />

immagini in cui è a fuoco sia il primissimo<br />

piano che l’intero sfondo (iperfocale).<br />

Il tempo di esposizione è rapido,<br />

ma non troppo (1/500).<br />

16-35mm<br />

Tele 200mm<br />

96 Reportage<br />

Ritratto 97


La composizione: giochi d’acqua<br />

3 lezione// truchi<br />

schizzi: rischio<br />

e opportunità<br />

Sul gommone le macchine vanno protette al meglio, ma il mare<br />

non è un nemico e l’onda che sale a bordo a volte è un alleato<br />

I dati tecnici<br />

relativi allo<br />

scatto qui sotto<br />

che immortala<br />

la bellissma<br />

goletta aurica<br />

Orion al gran<br />

lasco con i suoi<br />

due gennaker neri, ripresa durante il raduno<br />

delle Vele d’Epoca di Imperia.<br />

Due dragoni in regata alle Vele<br />

d’Epoca di Napoli. Obiettivo 16-35<br />

mm, f/11, 1/1250 sec, 320 ISO.<br />

Non solo schizzi, anche vere e proprie<br />

ondate entrano nel gommone<br />

mentre ci si sposta sul campo di<br />

regata. Ma con la giusta attenzione si<br />

possono tenere corpi macchina e obiettivi<br />

al sicuro usando custodie anfibie o<br />

macchine dotate di scafandro subacqueo.<br />

In questo modo l’acqua che salta<br />

sulla prua diventa una opportunità per<br />

realizzare composizioni di sicuro effetto.<br />

Basta sporgersi sul bordo del gommone,<br />

facendo molta attenzione a non cadere<br />

in acqua, tenendo la macchina fotografica,<br />

con il grandangolo montato, a livello<br />

della superficie del mare e scattando<br />

con tempi rapidi in modo da congelare<br />

le singole gocce d’acqua che colpiscono<br />

l’oblò della custodia. Ne deriva una<br />

composizione che fornisce aggressività<br />

e azione alla foto anche quando il mare<br />

è calmo e il vento è poco.<br />

Diverso è il caso in cui si voglia cogliere<br />

il momento in cui gli scafi, lanciati<br />

in velocità, battono sull’onda creando<br />

spruzzi e scie (pagina a lato in basso).<br />

Il punto migliore dove scattare è nei<br />

pressi delle boe attorno a cui le barche<br />

girano. In questo caso si resta fermi sul<br />

gommone nel punto più idoneo, con lo<br />

zoom pronto a “cogliere l’attimo”, ma<br />

avendo avuto tutto il tempo per studiare<br />

la composizione.<br />

5 Sulle ali del vento<br />

Reportage 99<br />

SEMPRE IN MOVIMENTO<br />

Protetto dalla cerata e inginocchiato sul<br />

gommone in corsa Rastrelli ha avvolto la<br />

fotocamera in una raincover (sacca impermeabile<br />

di solito usata contro la pioggia). Il fotografo dirige<br />

il driver verso le zone del campo di regata dove<br />

sono le situazioni più interessanti. Il gommone<br />

deve mantenere una andatura costante e fluida o<br />

c’è pericolo di essere sbalzati fuoribordo. I tempi<br />

rapidi sono fondamentali.<br />

SCATTO creato E SCATTO colto al volo<br />

Sopra: la composizione con i due dragoni è ben<br />

studiata. La macchina dotata di custoria anfibia<br />

(a destra) è tenuta a livello del mare in modo che<br />

lo schizzo fornisca drammaticità a una scena che<br />

di per sé sarebbe poco efficace. Qui sotto, invece,<br />

il fotografo è appostato e il gommone fermo. Il<br />

teleobiettivo ben saldo in mano è pronto a cogliere<br />

al volo il momento giusto in cui lo scafo batte<br />

sull’onda e viene quasi nascosto dagli spruzzi.<br />

Come ci si veste<br />

❶ Francesco Rastrelli segue una delle regate<br />

di barche d’epoca a Porto Cervo da bordo<br />

della Croce del Sud. Con scarpe da vela,<br />

cintura di sicurezza e casco è pronto per<br />

essere issato in testa d’albero. Deve stare<br />

attento a non disturbare l’azione spesso<br />

concitata dell’equipaggio e una buona<br />

conoscenza delle regole di regata lo aiuta.<br />

❷ Roberta Roccati indossa la salopette<br />

della cerata. Metterà la giacca quando<br />

salirà sul gommone (anche in estate) e<br />

aggiungerà un paio di ginocchiere. Siamo<br />

nelle fasi che precedono la regata quando<br />

le barche (dinghy impegnati nel Campionato<br />

del mondo) si preparano a uscire in mare.<br />

Realizzare un buon reportage è come<br />

costruire una buona storia per immagini:<br />

deve raccontare tutte le fasi di un evento.<br />

❶<br />

❷<br />

Aria, un 8 metri stazza<br />

internazionale, fotografato con un<br />

obiettivo 80-200 mm su massima<br />

focale, f/5,6, 1/6400 sec, 320 ISO.<br />

Il consiglio<br />

dell’esperto<br />

Compatta, impermeabile e incredibilmente<br />

versatile la videocamera Hero GoPro<br />

consente di ottenere buoni risultati in<br />

condizioni estreme, quando l’uso della<br />

reflex potrebbe essere<br />

rischioso. La focale è fissa,<br />

la custodia è subacquea<br />

e il grandangolo è molto<br />

ampio (170°). Si può<br />

controllare l’inquadratura e<br />

scattare dallo smartphone<br />

grazie alla GoPro App e si<br />

può usare il monopiede<br />

per immergerla o<br />

manovrarla per seguire le<br />

barche in movimento.<br />

98 Reportage


5<br />

Sulle ali del vento<br />

L’esposizione alla luce e la sensibilità del sensore<br />

4 lezione// notturna<br />

LA sensibilitÀ<br />

È tutto<br />

Con il rischio del mosso persino in pieno giorno la notturna<br />

in regata sembra una contraddizione in termini, ma...<br />

La giusta relazione tra tempo<br />

di esposizione, apertura del<br />

diaframma e Iso è la formula<br />

magica per avere una buona<br />

fotografia. Scegliamo quindi<br />

obiettivi luminosi (diaframma 2,8) e<br />

impostiamo gli ISO ad un’altissima<br />

sensibilità. Più alto è il numero<br />

(fino a 12.000 se la fotocamera lo<br />

permette), meno luce serve.<br />

uso del battery pack<br />

Il Multi Power Battery aumenta la velocità<br />

massima di avanzamento dei fotogrammi<br />

ed estende l’autonomia delle batterie.<br />

L’ergonomia è stata progettata per ottenere<br />

una presa migliore sulla fotocamera nella<br />

posizione di scatto verticale. Inoltre il pack<br />

dispone di un pulsante di scatto alternativo,<br />

di un multiselettore e di pulsanti per la<br />

regolazione delle impostazioni (tempi e<br />

diaframma) da utilizzare quando la fotocamera<br />

viene tenuta in posizione verticale.<br />

I fotografi che pubblicano sulle più importanti<br />

riviste internazionali realizzano di prassi due<br />

diverse inquadrature dello stesso soggetto in<br />

modo che l’art director del magazine possa<br />

decidere di usarle per impaginare una doppia<br />

pagina (taglio orizzontale), una pagina singola<br />

interna (taglio verticale) o addirittura realizzare<br />

la copertina.<br />

obiettivo 105 mm<br />

f/10, 1/200 di sec, ISO 100<br />

Un altro scatto della Regata<br />

dei Tre Golfi di Napoli. La costa<br />

luminosa sullo sfondo rende<br />

possibile l’uso dell’autofocus,<br />

la distanza del soggetto non<br />

consente l’uso del flash.<br />

Obiettivo 16-35 mm, f/4, 1/4 sec,<br />

ISO 2500.<br />

Regata dei Tre Golfi di Napoli.<br />

La barca in primo piano è<br />

illuminata dal flash usato su<br />

tempi lunghi. L’obiettivo è un 16-35<br />

mm, f/4, 1/3 sec, ISO 8000.<br />

Non è facile riuscire a scattare<br />

foto notturne stando su<br />

un gommone in movimento e<br />

riprendendo barche che si muovono a<br />

loro volta. Senza poter contare sull’uso<br />

di un cavalletto (utilizzabile solo<br />

se si fotografa da terra) non resta che<br />

lavorare sulla sensibilità del sensore<br />

per poter mantenere tempi di esposizione<br />

abbastanza veloci e non avere<br />

Le alte sensibilità Iso<br />

provocano “rumore di<br />

fondo” nelle immagini:<br />

pixel di colore diverso<br />

da quello desiderato<br />

che devono poi essere<br />

ritoccati al computer<br />

Consiglio<br />

dell’esperto<br />

Per realizzare un mosso creativo spesso si va<br />

per tentativi ed errori. Il fine è quello di usare<br />

le luci come se fossero pennellate di colore. I<br />

tempi devono essere lenti (da 1/60 fino a 1-2<br />

secondi), il diaframma aperto, gli ISO alti.<br />

l’effetto mosso. Usando ISO più alti è<br />

un po’ come alzare il volume: la macchina<br />

cattura più luce. A volte tuttavia<br />

si può decidere di infrangere le regole<br />

e usare creativamente i giochi e le<br />

scie di luce che si creano fotografando<br />

di notte con tempi di esposizione<br />

lunghi (vedi sotto). Non sempre infatti<br />

il “mosso” è un errore.<br />

Nella foto notturna spesso l’autofocus<br />

non riesce a seguire il soggetto e<br />

si deve passare nella modalità “messa<br />

a fuoco manuale”. “Un trucco che uso<br />

personalmente”, suggerisce Rastrelli,<br />

“è quello di fissare un punto con l’autofocus<br />

e poi seguirlo in manuale”.<br />

Per aiutare la messa a fuoco si può<br />

anche usare il flash, puntandolo a 45°<br />

per evitare che la luce rimbalzi sulle<br />

particelle di umidità in sospensione.<br />

Si tratta di un<br />

sofisticato sistema<br />

di riduzione delle<br />

vibrazioni presente<br />

su alcuni obiettivi<br />

che consente di<br />

scattare a mano<br />

libera con tempi 2-3<br />

volte più lunghi di<br />

quelli “tradizionali”<br />

Deve però essere<br />

disinserito quando si<br />

è in movimento.<br />

Stesso flash per giungere a risultati molto diversi<br />

❶ Il flash usato su<br />

tempi lunghi (slow<br />

sync.)serve in questo<br />

caso per rischiarare<br />

il volto e fermare<br />

il movimento del<br />

nocchiere della nave<br />

scuola russa Mir che<br />

sale lungo le griselle<br />

dell’albero di maestra.<br />

L’effetto mosso dello<br />

sfondo è voluto per<br />

rendere efficacemente<br />

la drammaticità di<br />

questa salita. Obiettivo<br />

16-36 mm, f/5,6, 1/10<br />

sec, ISO 2000.<br />

❷ Anche in questo<br />

caso si è usato un<br />

flash in slow sync.,<br />

ma il risultato cercato<br />

è quello di congelare<br />

l’immagine, mettere<br />

in piena evidenza lo<br />

sfondo illuminato e dare<br />

la massima profondità<br />

di campo. Obiettivo<br />

16-35 mm, f/4,5. 1/30<br />

sec, ISO 2500. Per il<br />

flash usare batterie<br />

ricaricabili da almeno<br />

2000 mhA.<br />

100 Reportage Reportage 101<br />

❶<br />


5<br />

Sulle ali del vento<br />

L’importanza dei dettagli<br />

4 lezione //composizione<br />

giocare con<br />

linee, piani e ombre<br />

La profonditá di campo è un elemento che si può usare anche con creatività.<br />

Lo stesso vale per la sfocatura o la ricerca del dettaglio migliore<br />

LA POST-PRODUZIONE<br />

A volte il colore distoglie l’attenzione dalla<br />

bellezza compositiva di una immagine<br />

o la banalizza. Gli strumenti dell’editing<br />

fotografico consentono oggi di ritoccare le<br />

immagini creando effetti molto suggestivi.<br />

In particolare Francesco Rastrelli e Roberta<br />

Roccati amano utilizzare una monocromia<br />

blu, stile cianografica, molto indicata sui<br />

loro soggetti preferiti: le barche d’epoca.<br />

obiettivo 80-200 mm su 120 mm,<br />

f/16, 1/200 di sec, ISO 200<br />

Mauranghi Regatta in Nuova Zelanda.<br />

Jessie Logan (1880) inquadrata<br />

attraverso l’oblò di Prize. Obiettivo<br />

16-35mm, f/5,6, 1/6400 sec, ISO 320. Per<br />

ottenere il bordo scuro e la perfetta<br />

esposizione dell’esterno è stata<br />

utilizzata l’area semispot ovvero il<br />

punto medio dell’area esposimetrica del<br />

fotogramma.<br />

Voiles di Saint Tropez. Il dettaglio in primissimo piano della nera prua<br />

di Shamrock V e la sfocata silhouette di Cambria in secondo piano:<br />

L’obiettivo è un 300 mm, f/5.6, 1/1000 sec, ISO 160.<br />

Roberta Roccati racconta: “Francesco<br />

vede attraverso l’obiettivo<br />

cose che noi umani non possiamo<br />

nemmeno immaginare”. Lui ribatte<br />

“Roberta mi ha insegnato a guardare le<br />

cose con un tocco di femminilità, eleganza,<br />

senso pratico, organizzazione”.<br />

Innamorati del mare, del viaggio, della<br />

fotografia o, più semplicemente, innamorati<br />

l’uno dell’altra, i due fotografi<br />

hanno certamente un gusto naturale<br />

per la composizione, ma anche altrettanta<br />

competenza tecnica. Riuscire a<br />

scattare belle immagini non significa<br />

solo cogliere la bellezza, ma racchiuderla<br />

nella giusta inquadratura e saper<br />

valutare come sarà il risultato finale<br />

di uno scatto in base alle scelte che si<br />

possono fare combinando al meglio la<br />

focale, il diaframma, i tempi di esposizione<br />

e la sensibilità Iso. Un esempio<br />

classico è l’uso della sfocatura sia in<br />

primo piano (sopra) sia in secondo piano<br />

(pagina a lato). Nel primo caso si<br />

oltrepassa la minima distanza di messa<br />

a fuoco del grandangio. Nel secondo<br />

l’uso del tele consente la perfetta<br />

messa a fuoco del primo piano, ma non<br />

ha sufficiente profondità di campo per<br />

mantenere nitida la barca sullo sfondo.<br />

attenzione ai particolari<br />

L’ombra del prodiere sullo scafo bianco (a<br />

sinistra), l’intreccio delle linee tra le vele<br />

e gli alberi (qui a lato) tra cui si indovina<br />

un acrobatico prodiere, il gioco perfetto<br />

di piani tra due JClass (qui sopra) sono<br />

composizioni che dimostrano un occhio<br />

e una mente allenati a vedere il mondo<br />

attraverso le potenzialità dei diversi<br />

obiettivi e in maniera creativa.<br />

Ritrovare il Il fascino consiglio del dell’esperto<br />

bianco e nero<br />

Per ottenere un bianco e nero di qualità<br />

partendo da una foto digitale a colori le<br />

strade migliori sono: la conversione in scala<br />

di grigio e la desaturazione. Si può agire<br />

direttamente dal menù della fotocamera<br />

oppure si può lavorare l’immagine al<br />

computer con programmi di fotoritocco. “Il<br />

bianco e nero tuttavia”, sostiene Francesco<br />

Rastrelli, “ha una sua magia che vale la<br />

pena di approfondire, non lasciando fare<br />

tutto alla macchina o al software, ma<br />

studiando i grandi maestri cominciando con<br />

lo sfogliare un buon libro di Beken of Cowes,<br />

l’inventore della foto d’autore dedicata allo<br />

yachting, o rivedendo il mitico film in bianco<br />

e nero Capitani coraggiosi”.<br />

La foto rimediata<br />

Quando si fotografano le barche<br />

è bene allenarsi a mantenere sempre<br />

l’orizzonte “in bolla” anche se<br />

è possibile rimediare l’errore<br />

in postproduzione.Non è raro tuttavia<br />

vedere fotografie rovinate da una linea<br />

dell’orizzonte che sembra un improbabile<br />

piano inclinato.<br />

102 Reportage<br />

Reportage 103


5<br />

Sulle ali del vento<br />

La foto perfetta<br />

quando scattare È quasi<br />

come dipingere<br />

La giornata è perfetta, il cielo senza<br />

nuvole, il mare calmo, il vento non più di<br />

una brezza che consente alle due “Signore<br />

del mare”, il cutter aurico Moonbeam IV<br />

(a sinistra) e la goletta Elena, di issare tutte<br />

le vele per una tranquilla bolina davanti<br />

a Porto Cervo. Francesco Rastrelli è in<br />

testa d’albero della Croce del Sud, un’altra<br />

bella barca d’epoca. La foto è stata fatta<br />

con un 80-200 mm, f/7,1, 1/1250 sec,<br />

ISO 320, mantenendo perfettamente in<br />

bolla la linea dell’orizzonte e trasformando<br />

le barche in due aeree farfalle bianche<br />

colte in un silenzioso volo tra due pennellate<br />

sovrapposte di azzurro.<br />

104 Reportage Reportage 105

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