BluePassion_Nikon

More documents

Recommendations

Info

A scuola di fotografia FOTOGRAFARE LA regata L’Attrezzatura del professonista N Nella sua borsa stagna, Francesco Rastrelli mette due fotocamere: ■ Nikon D3s ■ Nikon D700. Gli obiettivi: ■ 300 mm f/2,8 VR; ■ 16-35mm VR f/4; ■ 70-200 mm f/2,8 VRII. Due i flash Nikon: ■ SB800, ■ SB900, ■ Un treppiedi 190CX PRO3 con testa 498RC2 e un monopiede 695CX Manfrotto in carbonio. Nella borsa di Roberta Roccati ci sono: una Nikon D300, ■ una D90 ■ un 18-200 mm, f/3,5-4,5 VRII ■ e un Tokina 11-16, f/2,8. ■ Le pelli di daino sono per asciugare le lenti degli obiettivi, protetti con un filtro UV o Skylight. Una foto molto particolare L’APPRENDISTA RACCONTA Realizzare il reportage di un evento come il Trofeo Siad Bombola d’Oro che si tiene alla fine di maggio tra Portofino e Santa Margherita non significa scattare qualche bella foto di barche impegnate in gara, ma raccontare tutte le fasi di una competizione che inizia presto la mattina con la preparazione dei dinghy e termina a notte fonda con la festa di gala. Anche il luogo non è secondario: le due cittadine liguri non sono solo uno sfondo, ma dei protagonisti e bisogna tenerne conto. E poi c’è il mare che si riempie di colori e di voci. Ed è stato il mare ad attirare il mio sguardo. Il mare che riflette e assorbe l’anima stessa dell’intero evento: il luogo, gli uomini, le vele e la passione che li unisce. Lo scatto migliore 1 OBIETTIVO Nikon D3s con un 70-200 mm su focale 70 ESPOSIZIONE 1/1000 sec, f/8, 320 ISO L’Attrezzatura del professonista 1 lo scotch antispruzzo Francesco Rastrelli spiega:“Quando si realizzano reportage su barche o regate la prima buona regola è quella di proteggere al massimo l’attrezzatura. Gli schizzi di acqua salata sono sempre in agguato. Per evitare che la salsedine penetri nella fotocamera io proteggo sempre preventivamente i punti più “vitali” del corpo macchina e degli obiettivi con uno speciale scotch azzurro 3M che non lascia residui di colla. Naturalmente quando sono in navigazione uso anche una custodia impermeabile. Spostandosi in gommone infatti il pericolo che un’onda ci prenda in pieno è più che concreto”. [8] N N [9]
A scuola di fotografia FOTOGRAFARE LA regata Da non dimenticare Nel kit essenziate del professionista Obiettivi sui corpi macchina , protezioni per l’acqua e moltissima memoria OBIETTIVO Nikon D 300 con un 18-200 mm ESPOSIZIONE 1/250 sec, f/5,6; 320 ISO Fotografare una regata: da terra Custodia anfibia Dicapac Di solito inserisco in questa custitodia stagna la Nikon D700, smontando il battery pack e montando sul corpo macchina l’obiettivo 16-35 mm. Blocco con lo scotch la ghiera zoom su focale 16 in modo da sfruttare a pieno il grandangolo. In questo modo riesco a realizzare foto a mezz’acqua e foto di spruzzi senza paura di danneggiare l’attrezzatura. Si tratta di una soluzione estremamente versatile . OBIETTIVO Nikon D300 con Nikon 18-200 mm su 170mm ESPOSIZIONE 1/250 sec, f/5,6; 320 ISO Il corredo standard Meglio non cambiare le ottiche quando si è in mare per il pericolo di sporcare il sensore. Io tendo a montare sui due corpi macchina il grandandolo (16-35 mm) e il tele (70-200 mm), mentre porto con me il 300 mm per esaltare, quando serve, il cuore dell’azione. La composizione dell’inquadratura da terra IL PRO insegna L’apprendista racconta SENSE AND SENSIBILITY, RAGIONE E SENTIMENTO Schede di memoria Le schede devono essere affidabili (antiurto e resistenti all’acqua), veloci (compact flash 60 MB/sec) e capienti. La velocità è importante sia nello scaricamento dei file sia nel traferimento dei dati dello scatto alla scheda. CERCARE il cuore dell’azione Roberta punta il 300 mm verso i dinghy impegnati in regata alla ricerca dello scatto migliore. Francesco le mostra come poter scegliere l’inquadratura anche prima di guardare nel mirino, individuando quella parte della scena che vale la pena di essere immortalata in una immagine. “La cosa migliore”, spiega Francesco, “è seguire il farsi dell’azione per poter anticipare eventuali situazioni interessanti su cui puntare il tele”. Queste due foto scattate da Roberta dimostrano il valore della composizione. Io di norma seguo la teoria del primo e secondo piano di Andreas Feininger: è sempre meglio mettere in primo piano un elemento di riempimento che crea profondità nella composizione di una immagine o che la incornicia. In questo modo la foto non resta piatta. Il primissimo piano può anche essere sfuocato come succede per le sedie a sdraio (che danno anche una interessante macchia di colore alla foto) o ai tetti delle cabine che aggiungono un disegno geometrico e grafico in perfetto pandan con le piccole vele triangolari sullo sfondo. Anche il gioco dei colori è voluto. Nella foto a sinistra Roberta ha cercato il contrasto tra la dominante azzurra della foto e la forte tinta di sedie a sdraio e ombrelloni. Nella foto a destra invece il bianco delle cabine richiama direttamente quello delle vele creando due zone ben distinte nella immagine. Francesco è pignolo, caparbio e instancabile. Insomma un maestro molto esigente. Devi essere ovunque e sapere in ogni momento individuare il punto migliore da cui riprendere una scena. Anche la concentrazione è massima. Nel reportage non ci possono essere né ripensamenti né ritorni. Tutto succede davanti a te e tu dovresti essere ovunque e non perderti nulla di importante. Quello che non puoi fare è semplicemente scattare quello che vedi perché è ciò che vedono tutti: devi cercare un punto di vista alternativo, salire su un muretto, sdraiarti sulla battigia e devi osservare la scena come attraverso l’obiettivo per arrivare a cogliere composizioni, equilibri, situazioni. Piano piano viene naturale e istintivo cercare la giusta composizione e scoprire i collegamenti tra linee e colori. Quasi senza neppure pensarci. [10] N N [11]
Page 1: A scuola di fotografia N Photograph
Page 5 and 6: A scuola di fotografia FOTOGRAFARE

BluePassion_Nikon

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?