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BluePassion_Nikon

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A scuola di fotografia<br />

N<br />

Photography<br />

Roberta<br />

In questo numero la nostra apprendista<br />

fotografa Roberta Roccati segue il<br />

professionista di NPhotography Francesco<br />

Rastrelli a Portofino e Santa Margherita<br />

Ligure durante l’ultima edizione del Trofeo<br />

Siad-Bombola d’Oro riservato ai dinghy 12’<br />

Francesco Rastrelli<br />

Fotocamera: <strong>Nikon</strong> D3s<br />

Nato a Sorrento nel 1964 si afferma come<br />

art director nelle agenzie internazionali di<br />

advertising, ma ben presto asseconda<br />

la passione per il mare dedicandosi alla<br />

fotografia subacquea e ai reportage sulla<br />

pesca tradizionale, vincendo concorsi<br />

e realizzando apprezzati libri. Da anni è<br />

approdato al photo yachting regate e vele<br />

d’epoca, di cui segue come fotografo ufficiale<br />

i Raduni del Mediterraneo, nonché<br />

i restauri delle più belle barche d’antan.<br />

I suoi scatti sono presenti sulle più prestigiose<br />

riviste internazionali e realizza<br />

mostre fotografiche in Italia e all’estero.<br />

Roberta Roccati<br />

Fotocamera: <strong>Nikon</strong> D300<br />

Torinese, avvocato, ex campionessa di scherma<br />

Roberta nel 2008 lascia il suo impiego di comunicatrice<br />

finanziaria in Fiat sedotta dall’entusiasmo<br />

e dalla passione per la fotografia. Con Francesco<br />

crea Blue Passion – Photo & Creative Agency<br />

(www.francescorastrelli.com).<br />

Fotografare<br />

la regata<br />

Ph. Alberto Origone<br />

[6] N<br />

Francesco Rastrelli sta usando una <strong>Nikon</strong> D3s con uno<br />

zoom 70-200 mm, f/2,8 VRII mentre Roberta Roccati<br />

usa l’altro corpo macchina di Francesco, una <strong>Nikon</strong><br />

D700 che monta un 300 mm , f/2,8 VR.<br />

N<br />

[7]


A scuola di fotografia<br />

FOTOGRAFARE LA regata<br />

L’Attrezzatura<br />

del<br />

professonista<br />

N<br />

Nella sua borsa<br />

stagna, Francesco<br />

Rastrelli mette<br />

due fotocamere: ■<br />

<strong>Nikon</strong> D3s ■ <strong>Nikon</strong><br />

D700. Gli obiettivi:<br />

■ 300 mm f/2,8<br />

VR; ■ 16-35mm<br />

VR f/4; ■ 70-200<br />

mm f/2,8 VRII. Due<br />

i flash <strong>Nikon</strong>: ■ SB800, ■ SB900, ■ Un treppiedi 190CX<br />

PRO3 con testa 498RC2 e un monopiede 695CX Manfrotto<br />

in carbonio. Nella borsa di Roberta Roccati ci sono: una<br />

<strong>Nikon</strong> D300, ■ una D90 ■ un 18-200 mm, f/3,5-4,5 VRII ■<br />

e un Tokina 11-16, f/2,8. ■ Le pelli di daino sono per asciugare<br />

le lenti degli obiettivi, protetti con un filtro UV o Skylight.<br />

Una foto molto particolare<br />

L’APPRENDISTA RACCONTA<br />

Realizzare il reportage di un evento come<br />

il Trofeo Siad Bombola d’Oro che si tiene<br />

alla fine di maggio tra Portofino e Santa Margherita<br />

non significa scattare qualche bella foto<br />

di barche impegnate in gara, ma raccontare tutte<br />

le fasi di una competizione che inizia presto la mattina con la<br />

preparazione dei dinghy e termina a notte fonda con la festa di<br />

gala. Anche il luogo non è secondario: le due cittadine liguri non<br />

sono solo uno sfondo, ma dei protagonisti e bisogna tenerne<br />

conto. E poi c’è il mare che si riempie di colori e di voci. Ed è stato<br />

il mare ad attirare il mio sguardo. Il mare che riflette e<br />

assorbe l’anima stessa dell’intero evento: il luogo, gli uomini, le<br />

vele e la passione che li unisce.<br />

Lo scatto<br />

migliore 1<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D3s con un 70-200 mm su focale 70<br />

ESPOSIZIONE 1/1000 sec, f/8, 320 ISO<br />

L’Attrezzatura<br />

del<br />

professonista<br />

1<br />

lo scotch antispruzzo<br />

Francesco Rastrelli spiega:“Quando si realizzano reportage su<br />

barche o regate la prima buona regola è quella di proteggere al<br />

massimo l’attrezzatura. Gli schizzi di acqua salata sono sempre<br />

in agguato. Per evitare che la salsedine penetri nella fotocamera<br />

io proteggo sempre preventivamente i punti più “vitali” del<br />

corpo macchina e degli obiettivi con uno speciale scotch azzurro<br />

3M che non lascia residui di colla. Naturalmente quando<br />

sono in navigazione<br />

uso anche una<br />

custodia impermeabile.<br />

Spostandosi<br />

in gommone infatti<br />

il pericolo che<br />

un’onda ci prenda<br />

in pieno è più che<br />

concreto”.<br />

[8]<br />

N N<br />

[9]


A scuola di fotografia<br />

FOTOGRAFARE LA regata<br />

Da non dimenticare<br />

Nel kit essenziate del professionista<br />

Obiettivi sui corpi macchina , protezioni per l’acqua<br />

e moltissima memoria<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D 300 con un 18-200 mm<br />

ESPOSIZIONE 1/250 sec, f/5,6; 320 ISO<br />

Fotografare una regata: da terra<br />

Custodia anfibia<br />

Dicapac<br />

Di solito inserisco in questa<br />

custitodia stagna la<br />

<strong>Nikon</strong> D700, smontando il<br />

battery pack e montando<br />

sul corpo macchina l’obiettivo<br />

16-35 mm. Blocco con<br />

lo scotch la ghiera zoom su<br />

focale 16 in modo da sfruttare<br />

a pieno il grandangolo.<br />

In questo modo riesco a<br />

realizzare foto a mezz’acqua<br />

e foto di spruzzi senza<br />

paura di danneggiare l’attrezzatura.<br />

Si tratta di una<br />

soluzione estremamente<br />

versatile .<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D300 con <strong>Nikon</strong> 18-200 mm su 170mm<br />

ESPOSIZIONE 1/250 sec, f/5,6; 320 ISO<br />

Il corredo standard<br />

Meglio non cambiare le ottiche quando si è in mare per<br />

il pericolo di sporcare il sensore. Io tendo a montare sui<br />

due corpi macchina il grandandolo (16-35 mm) e il tele<br />

(70-200 mm), mentre porto con me il 300 mm per esaltare,<br />

quando serve, il cuore dell’azione.<br />

La composizione dell’inquadratura da terra<br />

IL PRO insegna<br />

L’apprendista racconta<br />

SENSE AND SENSIBILITY, RAGIONE E SENTIMENTO<br />

Schede di memoria<br />

Le schede devono essere affidabili (antiurto e resistenti<br />

all’acqua), veloci (compact flash 60 MB/sec) e capienti. La<br />

velocità è importante sia nello scaricamento dei file sia nel<br />

traferimento dei dati dello scatto alla scheda.<br />

CERCARE il cuore dell’azione<br />

Roberta punta il 300 mm verso i dinghy impegnati in regata alla ricerca dello scatto migliore. Francesco le<br />

mostra come poter scegliere l’inquadratura anche prima di guardare nel mirino, individuando quella parte<br />

della scena che vale la pena di essere immortalata in una immagine. “La cosa migliore”, spiega Francesco, “è<br />

seguire il farsi dell’azione per poter anticipare eventuali situazioni interessanti su cui puntare il tele”.<br />

Queste due foto scattate da Roberta<br />

dimostrano il valore della composizione.<br />

Io di norma seguo la teoria del primo e secondo<br />

piano di Andreas Feininger: è sempre meglio<br />

mettere in primo piano un elemento di riempimento<br />

che crea profondità nella composizione di una immagine<br />

o che la incornicia. In questo modo la foto non resta piatta. Il primissimo<br />

piano può anche essere sfuocato come succede per le<br />

sedie a sdraio (che danno anche una interessante macchia di<br />

colore alla foto) o ai tetti delle cabine che aggiungono un disegno<br />

geometrico e grafico in perfetto pandan con le piccole vele<br />

triangolari sullo sfondo. Anche il gioco dei colori è voluto. Nella<br />

foto a sinistra Roberta ha cercato il contrasto tra la dominante<br />

azzurra della foto e la forte tinta di sedie a sdraio e ombrelloni.<br />

Nella foto a destra invece il bianco delle cabine richiama direttamente<br />

quello delle vele creando due zone ben distinte nella<br />

immagine.<br />

Francesco è pignolo, caparbio<br />

e instancabile. Insomma un<br />

maestro molto esigente. Devi essere<br />

ovunque e sapere in ogni momento<br />

individuare il punto migliore da cui<br />

riprendere una scena. Anche la concentrazione è massima.<br />

Nel reportage non ci possono essere né<br />

ripensamenti né ritorni. Tutto succede davanti a te e<br />

tu dovresti essere ovunque e non perderti nulla di<br />

importante. Quello che non puoi fare è semplicemente<br />

scattare quello che vedi perché è ciò che vedono<br />

tutti: devi cercare un punto di vista alternativo, salire<br />

su un muretto, sdraiarti sulla battigia e devi osservare<br />

la scena come attraverso l’obiettivo per arrivare a<br />

cogliere composizioni, equilibri, situazioni. Piano piano<br />

viene naturale e istintivo cercare la giusta<br />

composizione e scoprire i collegamenti tra linee e colori.<br />

Quasi senza neppure pensarci.<br />

[10] N<br />

N<br />

[11]


A scuola di fotografia<br />

Fotografare una regata: dal gommone<br />

FOTOGRAFARE LA regata<br />

I consigli del professionista<br />

Obiettivi luminosi sempre e comunque<br />

Per sfruttare i tempi rapidi necessari per foto d’azione è<br />

fondamentale avere ottime ottiche e aperture tra f/2,8 e 4<br />

Il diaframma<br />

Giocare con le aperture del diaframma<br />

in relazione al tempo di scatto che<br />

deve essere sempre abbastanza rapido,<br />

può aiutare a realizzare immagini<br />

interessanti. Per esempio avere molta<br />

profondità di campo oppure creare sfuocature<br />

studiate in primo o secondo piano.<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D 700 con un 300 mm<br />

ESPOSIZIONE 1/1000 sec, f/10; 320 ISO<br />

un tele davvero spinto<br />

Ci vuole una bella forza nelle braccia (il<br />

rischio di gomito del tennista e mal di<br />

schiena è concreto) per poter scattare a<br />

mano libera con un teleobiettivo da 300<br />

mm in su. La foto diventa impegnativa<br />

soprattutto quando, a bordo di un gommone,<br />

non si può usare il monopiede. La<br />

via migliore è quella di tenerlo ben<br />

saldo (pesa circa 3 kg) evitando il<br />

distacco dalle baionette . I tempi<br />

devono essere ovviamente<br />

molto rapidi (da 1/1000 in su)<br />

per evitare il micromosso.<br />

Si usa solo quando il gommone<br />

è fermo in una zona<br />

strategica del percosro della<br />

regata per “entrare” nel<br />

vivo delle azioni che si svolgono<br />

in campo.<br />

go pro: scattare con il cellulare<br />

Francesco Rastrelli spiega “Grazie alla Go Pro App che<br />

si scarica sugli smartphone si può far scattare la fotocamera<br />

Go Pro 3+ direttamente dal proprio cellulare. Anche i<br />

filmati posso essere controllati dal cellulare e sono di qualità<br />

full HD. La macchina, che monta<br />

un grandandolo superwide,<br />

ha un sistema di accessori<br />

che consentono inoltre<br />

di montarla in sicurezza<br />

su qualsiasi superficie<br />

o supporto (ventose,<br />

grip, monopiede).<br />

Una attrezzatura perfetta,<br />

per esempio,<br />

per poterla piazzare<br />

su un una barca<br />

e scattare immagini<br />

direttamente da bordo<br />

(foto sotto). Inoltre essendo<br />

anfibia la Go Pro si presta per<br />

foto a pelo o sotto l’acqua.”<br />

Giocare conj gli ISO<br />

Di giorno io lavoro di solito con ISO variabili tra i 250 e gli 800<br />

in base alle condizioni meteo. Più il tempo è coperto più alti sono<br />

gli ISO necessari a catturare luce sufficiente, mantenendo tempi<br />

rapidi necessari a bloccare l’azione. Per le foto notturne le<br />

fotocamere oggi consentono valori ISO molto spinti.<br />

Spot, Matrix o Semispot?<br />

Se si sceglie la regolazione Spot l’area di lettura dell’esposimetro<br />

è molto ridotta, la macchina espone perfettamente solo<br />

in quel punto, ma nello yachting spesso l’immagine ha a che<br />

fare con grossi salti di luce e colore (l’azzurro del mare, il bianco<br />

delle vele, i colori dei regatanti e via dicendo). La regolazione<br />

Matrix, facendo la media ponderata di tutte le zone che entrano<br />

nell’area espositiva, realizza un’immagine standard. Tuttavia se<br />

quello che cerchiamo è una enfatizzazione dei contrasti presenti,<br />

la scelta migliore può essere il Semispot.<br />

L’Attrezzatura<br />

del<br />

professonista<br />

1<br />

spruzzi che incorniciano<br />

Francesco spiega: “Non scatto mai o<br />

quasi mai a raffica. Lo scatto lo devo<br />

sentire, cercando sempre di anticiparne<br />

il risultato. Seguo le barche in modo<br />

da capire che cosa sta per succedere.<br />

Lo spruzzo non è colto per caso,<br />

la sua magia è voluta e cercata appostandosi<br />

nel punto giusto e sapendo<br />

prima che in quella situazione la barca,<br />

filando sull’onda, produrrà l’effetto<br />

che sto cercando. Lo spruzzo incornicia<br />

l’immagine, le dà movimento e<br />

aggressività ed è quello che fa la differenza<br />

tra la foto sopra: una bolina sotto<br />

raffica (finita poi in una scuffia spettacolare)<br />

e l’immagine a destra che ritrae<br />

un momento molto meno adrenalinico<br />

della regata, ma fa quasi più effetto ”<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D 700 con un 16-35 mm<br />

ESPOSIZIONE 1/500 sec, f/5,6; 320 ISO; -1/3 EV<br />

I rischi del VR sul gommone<br />

Il VR è un sofisticato sistema di riduzione delle vibrazioni<br />

presente su alcuni obiettivi che consente di scattare<br />

a mano libera con<br />

tempi 2-3 volte<br />

più lunghi di quelli<br />

“tradizionali” Deve<br />

però essere disinserito<br />

quando si è in<br />

movimento perché<br />

viene danneggiato<br />

dalle vibrazioni del<br />

gommone .<br />

[12]<br />

N<br />

[13]


A scuola di fotografia<br />

FOTOGRAFARE LA regata<br />

senza effetto<br />

con effetto<br />

non un lavoro di tutto riposo<br />

“Quando racconto del mio lavoro di fotografa<br />

di yachting la prima reazione della<br />

gente è quella di considerarmi una privilegiata.<br />

Ma in realtà a chi mi dice “beata<br />

te” rispondo che il professionismo implica<br />

svolgere il proprio lavoro al meglio in<br />

tutte le situazioni, con il bello e il brutto<br />

tempo, sapendo che anche quando le<br />

condizioni sono proibitive il risultato deve<br />

essere comunque raggiunto”.<br />

Lo scatto<br />

migliore 4<br />

effetti SPECIALI<br />

Il professionista spiega. “Il cavalletto<br />

è uno strumento fondamentale per ogni<br />

fotografo e deve essere solido e leggero.<br />

Io uso il Manfrotto in carbonio perché<br />

è versatile e resistente. Finita la regata,<br />

prima che comici la festa per la conclusione<br />

del Trofeo Siad Bombola d’oro<br />

2014, la piazzetta di Portofino era come<br />

addormentata. I dinghy ricoverati a terra<br />

e coperti sembravano assopiti ed esausti<br />

dopo le lotte all’ultima virata della<br />

giornata. Era una immagine languida e<br />

suggestiva che volevo catturare. La macchina<br />

montava il grandangolo 16-35 mm<br />

e il flash SB900. Per l’immagine a destra<br />

ho scattato usando il flash in seconda<br />

tendina puntato verso l’alto con il pannellino<br />

bianco riflettente in dotazione. Lo<br />

stratagemma mi ha consentito di dare un<br />

effetto di luce morbida sul primo piano.<br />

Nel secondo scatto (a sinistra) ho cercato<br />

di rendere l’immagine più spettacolare<br />

e magica facendo una zoomata durante<br />

lo scatto su tempo lungo (4 secondi,<br />

f/14, ISO 200), muovendo dolcemente la<br />

ghiera dello zoom da 35 a 16 mm. Effetti<br />

analoghi possono essere prodotti anche<br />

zoomando in senso inverso.<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D700 con un 16-35 mm su focale 20<br />

ESPOSIZIONE 1/500 sec, f/8; 320 ISO<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D700 con un 300 mm<br />

ESPOSIZIONE 1/1000 sec, f/5,6; 320 ISO<br />

Lo scatto<br />

migliore 3<br />

la ricerca del dettaglio<br />

Curiosità e capacità di entrare nel cuore<br />

dei propri soggetti sono le regole d’oro<br />

per ampliare ogni reportage focalizzando<br />

l’attensione su quei particolari che sfuggono<br />

a tutti, ma non devono sfuggire ai<br />

bravi fotografi. Sopra: il tele consente<br />

un ravvicinamento estremo al fasciame<br />

dello scafo a clincker (con tavole sovrapposte)<br />

e alle manovre del dinghista,<br />

mentre, qui a lato, lo specchio di poppa<br />

incornicia l’intera immagine dell’interno<br />

del prezioso scafo in legno. A sinistra<br />

il timone del dinghy è un oggetto delicato<br />

e fondamentale per la piccola barca a<br />

vela (12 piedi ovvero 4.20 metri). In questo<br />

caso il gioco era metterlo in primo piano<br />

quasi come fosse un oggetto di design<br />

la cui funzione è svelata dal dinghy in<br />

secondo piano.<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D700 con 16-35 mm su focale 35<br />

ESPOSIZIONE 1/500 sec, f/4, 250 ISO<br />

la composizione<br />

Non è raro che le barche<br />

di una regata (c’erano<br />

ben 85 dinghy in partenza)<br />

debbano aspettare il<br />

vento. Che cosa fa il fotografo<br />

nei tempi morti? Per<br />

esempio gioca con i gabbiani<br />

(magari facendoli<br />

avvicinare con un pezzo<br />

di pane). Lo scatto mette<br />

il soggetto ben definito in<br />

primo piano e lascia sfuocate<br />

sullo sfondo le<br />

vele in attesa.<br />

vestiti<br />

al meglio<br />

Anche con<br />

il ben tempo<br />

a seguire una<br />

regata si va con scarpe da<br />

vela antiscivolo, una bella<br />

cerata che protegga dal<br />

vento e dagli spruzzi. Crema<br />

protettiva, occhiali da<br />

sole, burro di cacao sono<br />

importanti. Non dimenticate<br />

l’acqua da bere e<br />

magari un integratore.<br />

Tutto in busta stagna.<br />

[14]<br />

N<br />

[15]


A scuola di fotografia<br />

La migliore della serie<br />

Per la serata conclusiva del trofeo Siad, oltre ai più<br />

convenzionali fuochi d’artificio, la piazzetta di Portofino<br />

è inondata di fumi (vapore acqueo generato dall’aria<br />

che fuoriesce da bombole dove viene mantenuta<br />

liquida a una temperatura di -180°C) che vengono<br />

colorati con spettacolari giochi di luce.<br />

magica notturna<br />

Per realizzare la foto qui a sinistra Roberta ha straordinariamente<br />

scattano con l’11-16 mm a mano libera con l’ausilio del<br />

solo monopiede e con ISO molto spinti. Era infatti impossibile<br />

muoversi nella calca e nel fumo che nascondeva la banchina.<br />

La magia della foto sta nella straordinaria visione delle persone<br />

che emergono come fantasmi dalla nebbia colorata e nel villaggio<br />

illuminato sullo sfondo.<br />

L’importanza del treppiedi<br />

L’APPRENDISTA RACCONTA<br />

Per riprendere lo spettacolo pirotecnico<br />

Francesco mi ha fatto montare la macchina<br />

sul cavalletto con il 16-35 mm e per<br />

evitare vibrazioni ha impostato l’autoscatto.<br />

Poiché i tempi dovevano essere lunghi (circa 4<br />

sec. , f/10, 800 ISO) più fuochi d’artificio potevano venir registrati<br />

in ogni immagine. Il flash mi ha permesso infine di illuminare<br />

la barca in primo piano.<br />

L’Attrezzatura<br />

del<br />

professonista<br />

1<br />

flash<br />

FOTOGRAFARE LA regata<br />

Francesco Rastrelli spiega: “Nel reportage il flash si<br />

usa soprattutto come fill-in, ovvero “riempimento”. Il flash<br />

infatti schiarisce e quindi rende più visibile quelle aree<br />

dell’immagine che resterebbero sottoesposte e quindi poco<br />

leggibili. Di solito uso il flash angolato a 45° in modo da non<br />

puntare direttamente sul<br />

soggetto. Imposto in Matrix<br />

TTL (through the lens) cosicché<br />

il flash possa misurare<br />

la luce attraverso l’esposimetro<br />

della fotocamera.<br />

Durante le pose più lunghe<br />

stacco il flash dal corpo<br />

macchina e dò “spruzzate<br />

di luce” (open flash) a mano<br />

in modo da illuminare punti<br />

diversi dell’immagine.”<br />

la preparazione<br />

Conclusione di una giornata<br />

IL PRO racconta<br />

Roberta fotograficamente ha un<br />

occhio davvero clinico. Potrei fidarmi<br />

ciecamente del suo istinto e del suo giudizio<br />

e rimango impressionato del suo coraggio e<br />

della sua vitalità. Roberta non teme sole,<br />

vento e mare mosso. Si arrampica in testa d’albero, resiste<br />

a interminabili giornate di lavoro anche in condizioni molto<br />

dure.<br />

OBIETTIVO <strong>Nikon</strong> D 300 con un 11-16 mm Tokina, focale 12 mm<br />

ESPOSIZIONE 1/8 sec, f/3,2; 3200 ISO<br />

il risultato<br />

l’apprendista racconta<br />

Per imparare da Francesco bisogna<br />

soprattutto osservare attentamente<br />

quello che fa. Di poche parole è tuttavia<br />

un modello da seguire, sia per le sue competenze<br />

tecniche davvero eccezionali, sia<br />

per la sua innata capacità di vedere la foto<br />

che sta al di là della realtà che tutti abbiamo di fronte agli<br />

occhi. è come se guardasse contemporaneamente attraverso<br />

obiettivi diversi. Quello che poi fa davvero la differenza è<br />

l’entusiasmo che ci mette in qualsiasi situazione di lavoro.<br />

Non è un patito della perfezione tecnica ma cerca di comunicare<br />

emozione e attraverso il suo lavoro.<br />

autoscatto<br />

FOTO NELLA NEBBIA<br />

Roberta Roccati spiega: “Finita l’adrenalina<br />

della regata, in attesa della festa<br />

ci, siamo voluti fare un “selfie” ricordo<br />

con uno degli sfondi più pittoreschi della<br />

Liguria. Francesco ha messo la <strong>Nikon</strong><br />

D3s sul cavalletto, impostato l’autoscatto<br />

su 10 secondi , angolato il flash e corso<br />

ad abbracciarmi. Il nostro è un sodalizio<br />

di vita e lavoro che dura ormai da cinque<br />

anni. Di avventura in avventura aumenta<br />

in passione e affiatamento”.<br />

il risultato<br />

Ph L.Azzarini<br />

lo scatto<br />

Francesco Rastrelli spiega “Quando si fotografa<br />

nella nebbia (nel nostro caso si trattava<br />

di fumi artificiali, ma il risultato è lo stesso)<br />

meglio avere a portata di mano una pelle di<br />

daino per asciugare di continuo gli obiettivi<br />

che si coprono di goccioline d’acqua. Con<br />

la condensa sulla lente si rischia di creare un<br />

effetto flou nell’immagine (mancanza di nitidezza).<br />

Qui è l’istinto del fotografo che prende<br />

il sopravvento. Bisogna guardare e scattare<br />

cercando di cogliere al volo situazioni che<br />

improvvisamente si creano davanti all’obiettivo.<br />

Io ho impostato il corpo macchina con<br />

un grandangolo 16-35 mm su un treppiedi. I<br />

tre marinai, che sono usciti all’improvviso dal<br />

fumo spesso che mi circondava, sono stati<br />

immortalati con 1/50 sec., apertura f/4, 800<br />

ISO, focale 35. Un colpo di flash diretto a 45°<br />

mi ha consentito di rendere più chiara la nebbia<br />

e restituire ai soggetti i loro colori originali.”<br />

[16] N N<br />

[17]

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