Carlos Cámara Jr

C’è un personaggio che avresti voluto interpretare
ma non è stato possibile?
Mi sarebbe piaciuto poter essere Francisco de Miranda,
José Antonio Paez, José Tomas Boves, tutti
grandi icone che
hanno caratterizzato
la storia venezuelana.
Qual è stato l’evento
che ti ha
fatto capire che
avresti percorso
la carriera artistica?
Quando mi ero
innamorato follemente
di una ragazza
molto bella
e non avevo i soldi
per invitarla ad
uscire…. (ride)
E’ stata una delle
sere in cui accompagnavo al TEATRO CHACAITO
mia madre, Elisa Parejo. Stava recitando per una
commedia spagnola ed io percepii tantissime emozioni
dall’atmosfera, dagli applausi del pubblico e
fu lì che mi resi conto di voler diventare un attore.
Vivi e lavori in Messico per Televisa da 13 anni.
Come ci sei arrivato?
Ho deciso di avventurarmi pur sapendo che non
sarebbe stato facile, in Venezuela non stavo lavorando
da 2 anni e mio padre insisteva affinché andassi.
La produttrice Carla Estrada mi diede la grande opportunità
di recitare insieme a lui in “Amor real”. Tuttavia
il debutto assoluto avvenne nel 2004 quando
grazie al signor Emilio
Larrosa ebbi la possibilità
di recitare in “Mujer
de madera”. Interpretai
il ruolo di Efraín Gutiérrez
Soto per il quale
vinsi il premio TV Y NO-
VELAS. In quel caso ero
molto conosciuto per
l’espressione “¡Ándale!”
con la quale ho personalizzato
quel ruolo.
Com’è stato recitare
assieme a tuo padre?
Non è stato facile, mi
sentivo teso e con molte
responsabilità anche
se lui mi ha aiutato molto e si sentiva emozionato.
Carlos, oltre ad essere figlio d’arte, hai anche
un fratello che è diventato attore come te.
Se te lo proponessero reciteresti ancora con
Victor come è avvenuto in Topazio e in altre
produzioni venezuelane?
Certo che sì, innanzitutto perché gli voglio molto
bene e poi perchè è un
grande attore, un gran
galán.
Cosa ha rappresentato
per te RCTV e cosa rappresenta
adesso Televisa?
Grazie a RCTV sono l’attore
di adesso, è stato
difficile arrivarci ma mi
ha dato grandi opportunità
anche se ho commesso
errori. Televisa
è stata un’altra grande
possibilità della mia vita
ma, a volte, ho preso decisioni
sbagliate che non
mi hanno permesso di
poter avere una posizione “più privilegiata”.
Come mai non hai più lavorato in Venezuela?
Mi hanno contattato in più occasioni ma non ho
mai ricevuto un’offerta concreta e interessante.
Il mio cuore comunque sarà sempre aperto al Venezuela
e ai venezuelani perché io sono venezuelano.
Le telenovelas sono un genere ancora attuale
anche in altri Paesi del Sudamerica oltre
al Messico e al Venezuela. In quale di questi
sogneresti di recitare se ti proponessero un
personaggio o un contratto degno delle tue
aspettative?
Ho già lavorato in Colombia per Televisa ed è
stato molto bello ed in-
teressante. Mi piacerebbe
lavorare in Brasile se
parlassi portoghese.
Qual è il personaggio
che più si avvicina a
Carlos uomo?
La domanda è maliziosa,
può essere fraintesa, volete
far emergere il mio
lato oscuro, negativo…
(ride). Domenico, l’emigrato
italiano che ho
interpretato
nell’unitario
“Los inmigrantes” mi
rispecchia molto quale
persona semplice, onesta,
legata alla famiglia mentre in Regulo interpretato
nella telenovela “Amores de fin de siglo”
emerge il mio essere stato un rubacuori incallito
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