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La Toscana Ottobre (1) (1)

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TOSCANA<br />

la<br />

<strong>Toscana</strong> Cultura - Anno 3 - Numero 9 - <strong>Ottobre</strong> 2015 - Registrazione Tribunale di Firenze n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227. E 1


LUCIANO<br />

MANARA<br />

Il Warhol toscano<br />

che a Marilyn ha<br />

preferito il “Ciao”<br />

Manara Design<br />

Via di Novoli, 62/G - 50127 Firenze<br />

Tel. +39 055 435003<br />

info@manaradesign.it<br />

www.manaradesign.it<br />

L’installazione<br />

Ciao…Via col vento<br />

reinterpreta un<br />

simbolo del design<br />

italiano nel segno<br />

di una creatività<br />

trasgressiva.<br />

Genialità e<br />

provocazione<br />

di un artista<br />

extra-ordinario…


Sommario<br />

2<br />

4<br />

6<br />

8<br />

9<br />

10<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

19<br />

20<br />

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28<br />

29<br />

30<br />

Luciano Manara, il Warhol toscano<br />

Andrea Alfani alla Galleria Via <strong>La</strong>rga<br />

Paul Paiement al Florence Dance Center<br />

Artisti contemporanei all'Auditorium al Duomo<br />

Milvio Sodi: la ricerca dell'esserci<br />

Alberta Bigagli: alle sorgenti della poesia<br />

Il Palio della Beata Giovanna di Mara Faggioli<br />

<strong>La</strong> voce dei poeti: Claudia Piccinno<br />

L'arte del cuoio nelle opere di Marco Giusti<br />

Visual China all'Archivio di Stato di Firenze<br />

Gianna Pinotti a Simultanea Spazi d'arte<br />

A Fiesole, il libero pensiero di Leopoldo Paciscopi<br />

Luca Alinari ricorda il Cinema Astoria<br />

Alla Stamperia Edi Grafica in mostra Mario Minarini<br />

Zerva Paraskevì all'Antica Farmacia di Santa Maria Novella<br />

Sergio Del Giudice: l'arte è il futuro<br />

Le mostre di ottobre alla Casa di Giotto<br />

Eugenia Margherita Arcuri: la forza del colore<br />

Cinquanta artisti toscani a Spoleto Festival Art 2015<br />

Ghenadie Popic<br />

Chiesa di Ognissanti<br />

foto digitale, stampa su carta fotografica,<br />

cm. 37x33<br />

<strong>La</strong> fotografia, esposta all’ICLAB nell’ambito della<br />

mostra Quando l’arte unisce i popoli, è parte del libro<br />

fotografico di Ghenadie Popic Firenze Nascosta<br />

di prossima pubblicazione.<br />

In copertina: il pittore fiorentino Andrea Alfani nel suo studio<br />

(foto di Piero Campioni e Elisa Pelliconi)<br />

LIBUSE BABAKOVA<br />

178 Recondite Armonie, 2015<br />

acrilico su tela, cm. 40x40<br />

Dal 9 al 25 ottobre 2015 quest’opera sarà esposta all’Istituto Italiano di<br />

Cultura ad Amsterdam nell’ambito della mostra collettiva Firenze Amsterdam<br />

A journey of art organizzata dal Circolo degli Artisti “Casa di Dante”.<br />

www.libusebabakova.com - libuse.babakova@gmail.com<br />

la TOSCANA<br />

Periodico di attualità, arte e cultura<br />

dell’Associazione <strong>Toscana</strong> Cultura<br />

Registrazione Tribunale di Firenze<br />

n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227<br />

C.F. e P. IVA 06314920486<br />

Anno 3 - Numero 9 - <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

Direzione e Redazione:<br />

Via Valdichiana, 42 - 50127 Firenze<br />

Tel. 055 9336468<br />

toscanacultura@gmail.com<br />

redazione@toscanacultura.it<br />

amministrazione@pec.toscanacultura.it<br />

www.toscanacultura.it<br />

Grafica, impaginazione e stampa:<br />

Nova Arti Grafiche srl<br />

50058 Signa (FI)<br />

Direttore responsabile:<br />

Fabrizio Borghini<br />

fabrizio.borghini@toscanacultura.it<br />

Vice direttore:<br />

Daniela Pronestì<br />

daniela.pronesti@toscanacultura.it<br />

Capo redattore:<br />

Lorenzo Borghini<br />

lorenzo.borghini@toscanacultura.it<br />

Testi:<br />

Luca Alinari<br />

Adelinda Allegretti<br />

Anna Balsamo<br />

Filippo Becattini<br />

Alberta Bigagli<br />

Maria Grazia Dainelli<br />

Sergio Del Giudice<br />

Giampiero Fossi<br />

Silvia <strong>La</strong> Rossa<br />

Pierfrancesco Listri<br />

Gigliola Melani Paciscopi<br />

Riccardo Nencini<br />

Claudia Piccinno<br />

Daniela Pronestì<br />

Segretaria di redazione<br />

Chiara Scali<br />

chiara.scali@toscanacultura.it<br />

Coordinamento editoriale<br />

Lucia Raveggi<br />

lucia.raveggi@toscanacultura.it<br />

Foto:<br />

Piero Campioni<br />

Maria Grazia Dainelli<br />

Luca Matulli<br />

Carlo Midollini<br />

Elisa Pelliconi<br />

Ghenadie Popic<br />

Sommario<br />

3


Andrea Alfani<br />

Una pittura nello spazio<br />

ma fuori del tempo<br />

di Pier Francesco Listri<br />

Foto di Piero Campioni<br />

Andrea Alfani è un pittore fuori del tempo ma profondamente immerso<br />

nello spazio. Lo scopriranno i visitatori della sua prossima mostra<br />

che avrà luogo dal 28 ottobre alla Galleria Via <strong>La</strong>rga di Firenze nei<br />

locali della Città Metropolitana in via Cavour. Senza tempo tranne<br />

che per quello meteorologico che perfettamente descrive nella luce dei suoi<br />

paesaggi. Immerso nello spazio invece perché ogni tela propone uno scenario<br />

naturale fra il verde o vicino al mare e anche da terrazze da cui si coglie la scena<br />

urbana che quasi sempre è quella fiorentina. È il caso del giovane seduto che<br />

legge un libro con Firenze alle spalle.<br />

Accompagnano da sempre questo artista poche figure ritornanti: ora una ragazza<br />

bella e ispiratrice in abiti anch’essi fuori del tempo, ora giovani figure maschili, né<br />

mancano in alcuni quadri profili di cavalli che aggiungono naturalezza alla natura.<br />

<strong>La</strong> natura in Alfani è come un eterno manto che abbraccia e insieme fa emergere<br />

le figure e non di rado si tratta di un paesaggio intenzionalmente senza riferimenti<br />

Come luce per l'anima, olio su tela, cm. 35x70<br />

Leggiadrie fiorentine, olio su tela, cm. 35x70<br />

Alla fonte dell'ispirazione, olio su pannello telato, cm. 70x50<br />

geografici, ma quasi sempre colto secondo la sintassi<br />

visiva fiorentina. Le tele di Alfani possiedono una<br />

profonda riconoscibilità perché stanno tra la densa<br />

chiarità a descrivere l’atmosfera del giorno e quella<br />

simbolica senza tempo che la scena evoca. Come<br />

s’è detto cavalli e mare sono due elementi tornanti,<br />

anche questi fuori della vieta attualità.<br />

<strong>La</strong> atemporalità di questa pittura sul piano stilistico<br />

e storico dell’arte, si allontana bruscamente dai climi<br />

anonimi della pittura contemporanea, ma anche<br />

dal naturalismo impressionistico, nonché dalle scene<br />

classiche. È uno spazio tutto suo che il poeta si è<br />

creato, come un grande teatrino della fantasia che<br />

di per sé è sostanza, ma fa anche da scenario alle<br />

figure che vi appaiono e che sono sempre le stesse<br />

ritornanti.<br />

4 Andrea Alfani


Sulla giostra dei ricordi<br />

d'infanzia, olio su pannello telato,<br />

cm. 69,7x49,7<br />

Distingue questa pittura, se ancora<br />

non s’è detto, forse s’è capito, una<br />

straordinaria bravura espressiva che<br />

si avvale di una grande tecnica ma<br />

anche fa appello a un fantasioso regno<br />

delle forme. Per tutto questo i<br />

quadri di Alfani, anche a prima vista,<br />

hanno la naturalezza di un sorriso e<br />

la serenità di un quieto meriggio. Di<br />

certo si distinguono nettamente, anzi<br />

sono alternativi alle immagini più praticate<br />

nella pittura di oggi. Tuttavia<br />

non si tratta di un naturalismo tradizionale<br />

ma piuttosto di una trasposizione simbolica della natura e<br />

della offerta di figure di cui si ignora la provenienza e la destinazione.<br />

Senza dubbio Alfani si stacca dunque dal coro della pittura di oggi<br />

per proporci un mondo tutto suo autentico e pulito, reso dalla chiarità<br />

insistita dei colori, sereno quasi oltre natura. Ecco una giovane<br />

donna con un abito con lo strascico che scende una scalinata. Un’altra<br />

ferma che ci guarda da una terrazza che domina il panorama di<br />

Firenze. Un giovane uomo appoggiato a un tronco e assorto.<br />

Un altro al centro di una cordiale verzura, con gli occhi chiusi in un<br />

rapimento mistico. Ora invece la giovane figura maschile corre sul<br />

L'amico fedele, olio su tela, cm. 40x20<br />

Sull'onda mistica della contemplazione (particolare), olio su pannello telato, cm. 58,4x68,3<br />

cavallo sulla battima del mare. Mentre in un’altra tela un ragazzo,<br />

anche lui immerso nel verde, porta a spasso al guinzaglio il suo piccolo<br />

cane. Ogni tanto Alfani pone sulla tela un suono diverso: è il<br />

caso di quel profilo di giostra vuota su un cavallino della quale siede<br />

la sua eterna fanciulla. Non accade nulla in queste tele, non si rappresenta<br />

nessun altro oggetto né iniziativa consueta o domestica, si<br />

rappresentano invece scenari della natura, come più volte s’è detto<br />

fuori del tempo, ma non fuori delle stagioni, dove la natura stessa e<br />

la figura umana dialogano in silenzio a proposito di cose che tocca<br />

all’osservatore del quadro scoprire.<br />

Senza dubbio Alfani è un artista che si distingue per l’originale scelta<br />

degli scenari, per la misteriosa presenza delle figure, per quel<br />

colore pomeridiano che accarezza ogni sua tela, per il silenzio che<br />

circola in ogni quadro. Un artista da seguire e da amare, perché propone<br />

un mondo originale che contraddice e contrasta con la realtà<br />

caotica del vissuto.<br />

Alfani e il professor Listri nella Galleria Via <strong>La</strong>rga di Firenze<br />

Andrea Alfani<br />

Cell. 333 8583134 - www.andreaalfani.it - alfani@andreaalfani.it<br />

Andrea Alfani<br />

5


Paul Paiement<br />

Il celebre artista americano ospite della<br />

rassegna Etoile Toy-Visual Arts Florence<br />

promossa dal Florence Dance Center<br />

diretto da Marga Nativo e Keith Ferrone<br />

di Adelinda Allegretti<br />

Storica dell’arte e curatrice della mostra Una moderna Wunderkammer<br />

Foto di Carlo Midollini<br />

Chiunque si ponga di fronte alle opere di Paul Paiement, che ne conosca già<br />

la ricerca o meno, subisce sempre una sorta di corto circuito percettivo. Tra<br />

l’azione del guardare e quella del riconoscere passano secondi interminabili;<br />

uno scarto temporale che varia da un individuo ad un altro, dettato dal<br />

background culturale e dalla dimestichezza/conoscenza del mondo animale e di quello<br />

Hybrids h-eupholus fiatcinquecento, 2013, acquerello su carta Arches, cm. 77x30<br />

(unendo ossa di animali diversi per dare l’idea di<br />

esseri primordiali, magari estinti e quindi non più<br />

“verificabili” scientificamente) con l’unico scopo di<br />

lasciare senza fiato, meravigliare appunto, un pubblico<br />

di pochi eletti cui era consentito il privilegiato<br />

accesso a tali spazi, precursori dei moderni musei.<br />

<strong>La</strong> ricerca di Paiement va esattamente in questa direzione.<br />

Musca Ducatia (2013) ne è uno dei lavori<br />

più rappresentativi, non fosse altro per l’importante<br />

dimensione che inevitabilmente finisce col fagocitare<br />

il fruitore, attirandolo a sé anche con la curiosità<br />

di verificarne la tecnica di esecuzione, per poi<br />

scoprire, e qui la meraviglia raddoppia, che si tratta<br />

di straordinario virtuosismo pittorico (aspetto fondamentale,<br />

sul quale mi riprometto di soffermarmi<br />

in altra sede, in un’era in cui l’uso del pennello è<br />

tecnologico. Sì, perché tutto si gioca su un connubio, tanto straordinariamente<br />

originale quanto storicamente portato in auge dal pensiero<br />

barocco, tra Naturalia ed Artificialia, che insieme danno forma alle<br />

Mirabilia. Come accadeva nella Wunderkammer, termine tedesco che<br />

nel Cinquecento, e per circa due secoli, caratterizzava degli ambienti,<br />

vere e proprie camere delle meraviglie, creati ad hoc da collezionisti<br />

colti e principeschi che qui riunivano oggetti effettivamente esistenti<br />

in natura (resti di animali rari, per esempio) o creati artificialmente<br />

Paul Paiment (al centro) durante l'intervista per la rubrica Incontri con l'Arte di<br />

Fabrizio Borghini<br />

Due suggestive immagini della coreografia realizzata dal Florence Dance Center<br />

stato surclassato da metodi di riproduzione che non richiedono<br />

più alcuna maestria manuale). Qui lo stupore è dettato dalla<br />

capacità di sovrapporre due soggetti distinti, una mosca ed una<br />

moto Ducati, appartenenti a separate realtà, naturale la prima,<br />

tecnologica la seconda, ma perfettamente unite in simbiosi,<br />

a creare qualcosa di altro, di ex novo, che varia il significato<br />

6 Paul Paiement


originario di entrambi gli elementi ed introduce ad una terza realtà:<br />

l’ibrido. Mi viene in mente, quale esempio più rapido e facile, almeno<br />

per quanti appartengano alla mia generazione, “<strong>La</strong> mosca” (1986)<br />

di David Cronenberg, in cui Jeff Goldblum alla fine dell’esperimento<br />

di teletrasporto (ovviamente anche in “Star Trek” era già accaduto<br />

qualcosa di simile) si ritrova a non essere più né uomo né mosca,<br />

Hybrids h-coccinella pebbleus, 2007,tempera all'uovo su legno, cm. 46x46<br />

Da sinistra Keith Ferrone, la moglie dell'artista, Paul Paiement, Adelinda Allegretti curatrice<br />

della mostra, Daniela Pronestì curatrice della rassegna Etoile Toy e Marga Nativo<br />

ma un ibrido, un miscuglio di<br />

DND del primo col secondo.<br />

Ecco, i lavori di Paiement sono<br />

esattamente questo, implicazioni<br />

orrorifiche a parte. Anzi,<br />

a ben riflettere, questa nuova<br />

entità ha una valenza esclusivamente<br />

positiva, perché non<br />

è la Natura a farsi scientifica,<br />

ma la tecnologia ad imitare la<br />

perfezione della Natura. Che<br />

sia arrivato davvero il tempo<br />

di ricercare nella tecnologia,<br />

Odalisca n. 3, olio su tela, cm. 100x60<br />

come già il Rinascimento fece<br />

per l’uomo, quella stessa valenza di microcosmo? Il “come sopra così<br />

sotto” di Ermete Trismegisto? Allora forse l’umanità svilupperebbe<br />

una tecnologia più etica, in grado di integrarsi alla Natura nel suo<br />

senso più ampio, fatto di esseri che con(di)vivono in simbiosi ed in<br />

totale rispetto reciproco.<br />

allegretti@allegrettiarte.com<br />

www.allegrettiarte.com<br />

Paul Paiement ha esposto in numerose mostre personali<br />

e collettive in Canada, Stati Uniti, Paesi Bassi, Inghilterra,<br />

Francia, Austria, Giappone. Tra le mostre personali: The<br />

<strong>La</strong>guna Art Museum, <strong>La</strong>gunaBeach, CA; Centré d'Art<br />

Contemporain, Pont-Aven; The Berkshire Museum,<br />

Berkshire, Massachusetts; The Arnot Art Museum,<br />

Elmira, NY; The Armory, Pasadena, CA; Nunnery Gallery,<br />

Londra. Il suo lavoro è stato presentato in occasione di<br />

“Natural Blunders” al Saisset Museum of Art di Santa<br />

Clara, CA. Alcune mostre collettive: “Sea Change”, Marx<br />

/ Zavattero, San Francisco, CA; “Observation”, Carl Berg<br />

Gallery, Los Angeles, CA; la mostra internazionale itinerante<br />

“Miniature”, Londra e Tokyo; “Cyborg Manifesto or<br />

The Joy of Artifice”, <strong>La</strong>guna Art Museum. Ha anche preso<br />

parte alla mostra “Tools As Art: Work from the Hechinger<br />

Collection”, dal 2007 itinerante nei Musei degli Stati<br />

Uniti. <strong>La</strong> ricerca di Paiement è stata recensita in numerose<br />

pubblicazioni: Art in America, Artillary, ARTnews, Modern<br />

Painters, Artforum, Le Télégraph (France), Los Angeles<br />

Times, Art in America, ARTnews, Artscene, Modern<br />

Painters, Ouest France (France), Artforum, Orange County<br />

Register, Statement, Artweek, San Francisco Weekly e<br />

New Art Examiner. Il libro Hybrids1,0-3,5 è stato pubblicato<br />

da <strong>La</strong>guna Wilderness Press in occasione della mostra<br />

personale al <strong>La</strong>guna Art Museum nel 2005 ed ha ricevuto<br />

un premio per il design grafico da parte del Communication<br />

Arts International. Paiement ha conseguito il Master of<br />

Fine Arts presso l’University of Southern California nel<br />

1995. Attualmente è docente di ruolo di Pittura e Disegno<br />

presso il Cypress College in Orange County, California. È<br />

rappresentato in Europa da Adelinda Allegretti.<br />

Paul Paiement 7


8 Auditorium al Duomo


Milvio Sodi<br />

<strong>La</strong> sua pittura è la ricerca<br />

dell’esserci hic et nunc, in una<br />

piega della storia e del tempo<br />

di Daniela Pronestì<br />

<strong>La</strong> parola chiave per interpretare l’immaginario pittorico di Milvio Sodi è<br />

percezione. <strong>La</strong> ritroviamo come titolo di molti suoi quadri, dove è usata<br />

per indicare la duplice natura di un processo creativo che raccoglie le<br />

suggestioni derivate dal mondo esterno e le trasforma in colore dopo<br />

averle intimamente rielaborate. In questo passaggio dall’esteriorità all’interiorità<br />

della visione l’immagine dipinta si sveste di ogni riferimento naturalistico per farsi<br />

documento delle emozioni che scaturiscono dall’incontro con la realtà. Le percezioni<br />

pittoriche di Milvio Sodi non si fermano al solo dato sensoriale, ma catturano il<br />

fluire continuo degli stati d’animo che nascono quando la percezione diventa un atto<br />

del cuore, un’occasione per “sentire” e conoscere le cose dall’interno. Non c’è altra<br />

via in pittura per sondare la verità del sentimento se non quella che confida nella<br />

capacità del colore di comunicare un’emozione senza il bisogno di rappresentare le<br />

forme concrete che l’hanno generata. È quanto accade nei dipinti di Sodi, in cui<br />

l’impronta della realtà oggettiva permane<br />

soltanto nella dimensione costruttiva<br />

del colore, come se l’artista<br />

fiorentino avesse piegato le convenzioni<br />

del realismo pittorico alle esigenze di<br />

un registro espressivo che riconduce<br />

entro una forma certa la materia instabile<br />

e invisibile dei sentimenti. Un meccanismo<br />

non dissimile da quello che<br />

nella scrittura poetica si serve della<br />

parola per attribuire un nome alle tante<br />

mutevoli voci dell’interiorità. E come le<br />

parole, i suoi colori trascrivono sulla<br />

tela la realtà del sentimento, creando Percezioni, olio su tela, cm. 60x60<br />

momenti di sospensione spaziale, di illusionismo<br />

visivo, di risonanza luministica. Una scrittura cromatica che comunica la<br />

sensazione dello spazio e del dinamismo dei piani attraverso il divenire della linea,<br />

che segna la distanza tra le singole campiture in un crescendo di armonie e di<br />

contrasti. Strati di colore come strati di senso che si rivelano in un rapporto profondo<br />

con la vita, proiettando l’agire artistico in una<br />

temporalità indefinita, in cui l’esistenza si affranca<br />

dal carico di precarietà e di finitezza che la condiziona.<br />

Immersi nel candore di una luce che segna il distacco<br />

dal mondo reale, i suoi paesaggi dell’anima<br />

sfuggono alla struttura semantica della rappresentazione<br />

per estendere il dire pittorico a nuovi valori<br />

compositivi e simbolici. Valori che si sottraggono al<br />

procedimento uniformante delle categorie artistiche,<br />

tracciando un alfabeto visivo che esclude il<br />

“già detto” e il “già visto” in pittura. È la conquista di<br />

una cifra stilistica del tutto originale, a cui Milvio<br />

Sodi è giunto anteponendo le ragioni dell’arte alle<br />

scelte strumentali di quanti si accodano alle mode<br />

del momento. <strong>La</strong> sua pittura è la ricerca dell’esserci<br />

Percezioni, olio su carta, cm. 35x35<br />

hic et nunc, in una piega della storia e del tempo,<br />

con l’ambizione di consegnare a chi verrà la testimonianza<br />

del proprio vissuto.<br />

Lo studio dell’artista, sito in via Giovan Battista<br />

Vico 29, è stato aperto al pubblico in occasione<br />

dell’undicesima Giornata del Contemporaneo<br />

svoltasi il 10 ottobre 2015.<br />

Milvio Sodi<br />

nato a Pisa nel 1938, risiede<br />

a Firenze dove è attivo in pittura<br />

dal 1967. L’Associazione<br />

Culturale Gruppo Donatello di<br />

Firenze lo ha annoverato dal<br />

1991 per venti anni fra i soci<br />

effettivi e poi tra i membri<br />

del Consiglio Direttivo. Sul<br />

suo lavoro sono stati pubblicati:<br />

nel 1997, a cura di<br />

Roberta Fiorini, per i tipi de<br />

Percezioni, olio su tela, cm. 50x40<br />

Ritratto by Luisa Garassino<br />

Il Candelaio Edizioni (Firenze), la monografia Percezioni con<br />

la presentazione di Giorgio Segato; nel 2005, per Arianna<br />

Sartori Editore (Mantova), il volume Trenta opere su carta<br />

con la presentazione di Giuseppe Catania; nel 2008, per le<br />

Edizioni Polistampa (Firenze), il volume Parole e disegni a<br />

china 1985/1987 con l’introduzione di Erika Bresci e la presentazione<br />

di Federico Napoli; nel 2013, il catalogo Paesaggi<br />

interiori, pubblicato a seguito dell’assegnazione del Premio<br />

Castello - 10ª edizione con l’introduzione di Learco Zanardi<br />

e uno scritto di Antonio Natali. Oltre che in raccolte private,<br />

suoi lavori figurano in collezioni pubbliche fra cui: Museo<br />

di Altomonte; Museo Epicentro; Museo Rodolfo Valentino<br />

(Castellaneta); Museo d’Arte Contemporanea (Malta);<br />

Museo dell’Emigrazione Italiana (Brasile); Museo Civico<br />

(Caldarola); Comune di Abetone; Comune di Cavarzere; Casa<br />

di Boccaccio e Assessorato alla Cultura (Certaldo); Quartiere<br />

2 (Firenze); Assessorato alla Cultura (Prato); Assessorato<br />

Cultura e paese di Lizzano Pistoiese (dipinti murali); Comune<br />

di Tione, Assessorato Cultura; Centro Culturale Il Portone<br />

(Pisa); Casa di Conversazione (<strong>La</strong>nciano); Azienda Sanitaria<br />

Firenze (Ospedali Santa Maria Annunziata e San Giovanni<br />

di Dio); Civica Galleria d’Arte Contemporanea (Civitella in<br />

Val di Chiana); Circolo Culturale Castello (Cerlongo di Goito);<br />

Fondazione Logudoro Meilogu a Banari. Tra le attività più recenti,<br />

le due mostre personali dal titolo <strong>La</strong> realtà immaginata<br />

(2010, Galleria <strong>La</strong> Soffitta, Sesto Fiorentino) con presentazione<br />

di Giovanna <strong>La</strong>zzi e Domenico Viggiano e nel 2011 al Gran<br />

Caffè con introduzione di Alessandra Bruscagli; nel 2013 le<br />

personali Paesaggi interiori a Villa Magnaguti di Cerlongo di<br />

Goito e a Firenze presso il Convento di Santa Maria all’Incontro.<br />

Sedici suoi dipinti sono esposti in permanenza a Firenze<br />

presso lo spazio Chiarantini 2 in via Buonvicini 15.<br />

www.milviosodi.it<br />

Milvio Sodi<br />

9


Alberta Bigagli<br />

Siamo tutti poeti<br />

Il testo che segue è stato letto e commentato<br />

in occasione dell’intervento di Alberta Bigagli<br />

alla manifestazione Quando l’arte unisce i popoli<br />

(Firenze, ICLAB, 10-25 settembre 2015)<br />

di Alberta Bigagli<br />

Oltre che leggere poesie,<br />

vorrei parlare di poesia.<br />

Perché siamo tutti poeti?<br />

Perché nessuno è eroe e nessuno<br />

del tutto misero, ma tutti capaci<br />

di una parola che canta. Sono poeta<br />

io, in prosa oltre che in versi,<br />

sono poeti e lo vedremo i matti del<br />

vecchio San Salvi, i bambini delle<br />

elementari, i barboni.<br />

<strong>La</strong> sorgente della poesia è nel<br />

nostro parlare e quindi nella persona<br />

stessa. Il grande poeta storico<br />

è divenuto tale attingendo alla<br />

propria parola spontanea e alla<br />

parola di chi incontra ogni giorno.<br />

Io sono scrittrice e ricercatrice<br />

del Linguaggio Poetico, che<br />

chiamo Espressivo. Ho e abbiamo <strong>La</strong> poetessa Alberta Bigagli<br />

un’attività, ci sono qui l’amica che<br />

collabora maggiormente e altri. Abbiamo un’Associazione<br />

che si chiama “ABBI’, Psicologia e parola poetica”.<br />

In nome di questa da quando è nata e personalmente da<br />

vari decenni, tengo appunto i miei Incontri di Linguaggio<br />

Espressivo. Il principio che ci ispira è questo: se io trovo il<br />

coraggio di dire me stessa comunico col gruppo, se comunico<br />

col gruppo trovo il coraggio di dire me stessa.<br />

Quindi la poesia aiuta anche la convivenza fra noi. Una<br />

giovane amica ha costruito la sua tesi di laurea intorno a<br />

me autrice e ricercatrice, intitolando “<strong>La</strong> poesia come formazione”.<br />

I tempi allora cambiano anche in bene.<br />

Passiamo agli esempi, alle poesie stesse. Ho con me<br />

alcune delle mie pezze d’appoggio, solo poche, pensate a<br />

quanti anni sono che lavoro e opero.<br />

Da ogni brano segnalato, poi, toglierò solo brevi stralci.<br />

Il mio primo libro fu “L’amore e altro”, che ora è in<br />

“Amore fu-la poesia di una vita”.<br />

Allora, nel 1975, l’editore fu<br />

Enrico Vallecchi e colui che propose<br />

e fece la prefazione fu Carlo<br />

Betocchi. Un’opera tutta in prosa.<br />

Da “Salutazione” (parte ultima).<br />

“Palme giganti e sassi nella<br />

sabbia. Se stridono i gabbiani vi è<br />

un messaggio dalla terra lontana.<br />

È un’isola senza perché con una<br />

tenda rossa ed un treppiedi sul<br />

quale poserò la legna ad ardere in<br />

inverno. Non sono degna di mirarti<br />

amore (persona e simbolo)<br />

lasciami con il capo impolverato<br />

le ginocchia imploranti e le mani<br />

assetate. Ti saluto e vorrei una<br />

morte lenta”<br />

Passiamo a San Salvi, al famoso<br />

centro artistico <strong>La</strong> Tinaia, quella<br />

del passato, gli anni dell’avvento della legge Basaglia.<br />

L’attività di quel periodo servì alla mia tesi di laurea, tardiva<br />

per l’età ma curata con passione.<br />

Lì dunque si faceva soprattutto arte e io venni richiesta<br />

di fare poesia. Nacquero senza programmazione i miei famosi<br />

“incontri”. Si parlava semplicemente, magari dei loro<br />

stessi disegni nati lì per lì. Il materiale sarebbe tanto, ma<br />

sentite queste poche frasi.<br />

Le prendo da Voce-Viva, organo semestrale dell’Associazione<br />

ABBI’. Questo fu il primo numero ed era il 2005.<br />

Gli autori sono vari, donne e uomini, con diagnosi di autismo<br />

e schizofrenia. Piano piano prendono interesse ed<br />

entrano nel gioco.<br />

“Il sole ha fatto tramontare le stelle”<br />

“Il silenzio è bello e bisogna goderlo”<br />

“Le foglie ingialliscono senza soffrire”<br />

10 Alberta Bigagli


nel retrobar di voci aggressive<br />

e va leggendo versi posti in verticale.<br />

Lui che s’è detto poeta di strada<br />

lui nei colori sfoggianti disordinati.<br />

Fuori è mattina e festa e grigiosità<br />

dentro l’amico va ansimando i suoni<br />

e fuma e fuma. E fuma e fuma.<br />

So che è arrivato a cantare sue poesie veramente per<br />

strada e che, più volte, gli hanno buttato un po’ di moneta.<br />

Come se il mondo rinascesse ogni volta.<br />

Alberta Bigagli durante la premiazione Filo d'Argento 2011 nel Salone dei Cinquecento<br />

“Vorrei idee nuove per cantarle agli amici”<br />

“Levo la tristezza ed il dolore<br />

e rimane infine il fiore”<br />

Sarebbe interessante fermarsi a commentare, come faccio<br />

su Voce Viva stesso, ma chiaramente manca il tempo.<br />

E sul numero di autunno 2013 arrivano i bambini. Ho<br />

fatto incontri in passato nelle scuole elementari di Figline<br />

Valdarno e di Firenze. Qui siamo state, io e l’amica Fiorella<br />

di cui dicevo, a Pontassieve e Molin del Piano.<br />

Su questa esperienza verrà presentato un bel DVD<br />

(voce e figura) dalle maestre preparato. Martedì 24 novembre,<br />

di pomeriggio, alla Casa di Dante.<br />

Ecco tre brevi riflessioni sull’accaduto, dei bambini e<br />

bambine stesse. Dicono il loro pensiero e li ho scelti perché<br />

coloriti e divertenti. Pensate, terza elementare.<br />

IL MIO MONDO VERDE-<strong>La</strong> voce dei piccoli<br />

“È stata un’esperienza bellissima, liberatoria, rilassante,<br />

curiosa, che mi ha fatto piacere”<br />

“Mi sentivo felice, rilassata, stavo bene, potevo confidare<br />

le mie cose personali, mi sembrava di essere dallo psicologo<br />

o dal dottore. Mi sono liberata da pesi che tenevo<br />

dentro”<br />

E siamo all’uomo “barbone”, che incontrai come<br />

membro del noto giornale Fuori-Binario. Nome “Sergio”,<br />

italiano cresciuto all’estero fra mille avventure. Bevitore di<br />

birra. Di recente è morto, ma aveva sempre cercato qualcuno<br />

a cui leggere le sue poesie.<br />

L’ho inserito in Voce-Viva, rubrica “Sassi di strada”.<br />

Avevo fermato, in un incontro anni fa, le sue parole col<br />

ritmo di versi poetici. Eccole.<br />

L’UOMO ESCLUSO E IL SUO PENSIERO<br />

“Io non sono lui dice dentro a questo corpo.<br />

E se Dio non dette l’anima agli animali<br />

perché lui dice lui il vegetariano<br />

gli ha dato la facoltà del dolore.<br />

Asserisce e si indigna mentre stiamo<br />

Convegno di poesia realizzato per festeggiare gli ottantanni di Alberta Bigagli nel Salone<br />

dei Dugento in Palazzo Vecchio a Firenze<br />

Ora prendo l’ultimo spazio per me, da un libro mio in<br />

versi. Ho come ho detto un’autoantologia poetica, come<br />

una autobiografia, dei miei anni ottanta. Ho quadernoni<br />

di inediti e altro, ma ho scelto questo, recente abbastanza,<br />

“Dopo la terra”. Passigli editore, collana di Mario Luzi.<br />

<strong>La</strong> prefazione è di Giuseppe Marchetti, del Festival internazionale<br />

di poesia di Parma, che mi accolse nel 2010.<br />

Mi dicono che quasi il libro mi ritrae e mi evidenzia.<br />

Insomma, adatto per gli amici, per voi.<br />

IL BUON TORNADO<br />

“Lento per la sua forza il vento abbatte<br />

a lungo a lungo inesorabilmente.<br />

<strong>La</strong> tempesta è paziente ed è insistente.<br />

Acqua di nube si rovescia annunciatasi prima.<br />

Il tuono il lampo il caricarsi dell’aria<br />

il riempirsi di umore bagnato dello spazio.<br />

<strong>La</strong> natura è creatura intensa e multiforme.<br />

E che urli e che pianga se ridicolo è<br />

chiederle solamente le carezze.<br />

Evento avverso vita ci raggiunge<br />

come amico sfidante e confidente.<br />

Amore non si dà che dal corpo non passi<br />

credo permanga dove? Oltre il corpo distrutto.”<br />

Alberta Bigagli Via Ghibellina 105 - 50122 Firenze<br />

associazioneabbi@alice.it - www.albertabigagli.it<br />

Alberta Bigagli<br />

11


Mara Faggioli<br />

Il suo Palio dedicato alla Beata Giovanna,<br />

patrona di Signa, è il risultato di una ricerca<br />

insieme artistica e spirituale<br />

di Giampiero Fossi<br />

Assessore alla Cultura del Comune di Signa (FI)<br />

<strong>La</strong> pittrice Mara Faggioli con Giampiero Fossi, Assessore alla<br />

Cultura del Comune di Signa<br />

Il 1° settembre 2015 nella Chiesa di San Lorenzo<br />

a Signa è stato presentato il Palio dedicato<br />

alla Beata Giovanna, patrona di Signa,<br />

prezioso dipinto dell’artista Mara<br />

Faggioli. È stata svelata un’opera bella e incisiva<br />

che rappresenta la Beata Giovanna, della quale si<br />

sta avvicinando il 750° anniversario della nascita,<br />

nel momento in cui, abbandonando la fanciullezza,<br />

si appresta a intraprendere la propria scelta di fede<br />

e di vita. Mara Faggioli ha interpretato pienamente<br />

lo spirito del Palio e ciò che rappresenta. Quest’opera<br />

non è nata per caso ma è frutto di un lavoro<br />

attento, di una ricerca che l’artista ha fatto in tutta<br />

la profondità, anche spirituale, necessaria per realizzare<br />

un’opera come questa.<br />

Il Palio di Signa dipinto da Mara Faggioli<br />

MARA FAGGIOLI<br />

Studio ed esposizione permanente:<br />

Piazza Marconi 8 - Scandicci (FI)<br />

Cell. 339 3594145 - marafaggioli@hotmail.it<br />

Mara! Colgo l’occasione per dirti che sei<br />

straordinaria.<br />

Ho visto su “<strong>La</strong> <strong>Toscana</strong>” (giugno 2015) la<br />

bambina con la valigia che è metafora e incognita<br />

del viaggio da intraprendere nella<br />

vita: con una luce di speranza e un velo di<br />

malinconia, sospesi ad ogni passo in avanti,<br />

che, difatti, è conquista ma anche addio nel<br />

segreto gioco del divenire e dell’avvenire.<br />

Tra l’altro sei interprete d’una dolcissima<br />

femminilità, sempre rivendicandone, anche<br />

in poesia, i giusti diritti ma salvandone il<br />

fascino della sua tenerezza.<br />

Sai reggere le fila dell’emotività che si fa<br />

incomparabile e inafferrabile “Bellezza”<br />

come ci insegna oggi il cinema di Sorrentino.<br />

Alla tua innata e poliedrica vocazione<br />

all’Arte hai unito la facoltà di realizzazione<br />

tecnica con l’indirizzo personalizzato, l’impostazione,<br />

della tua grande Maestra Lucetta<br />

Risaliti, brava a dipingere, a insegnare<br />

ed anche a scrivere (vedi l’articolo sul<br />

numero di giugno 2015 <strong>La</strong> <strong>Toscana</strong>).<br />

Essere chiamata a raffigurare la Patrona di<br />

Signa è un meraviglioso traguardo artistico<br />

e spirituale! È un meritato riconoscimento<br />

ed onore. Mancava questa nuova stella da<br />

aggiungere alla galleria dei tuoi trepidi volti<br />

di donne ed ora, misticamente, ce l’hai.<br />

Un grande abbraccio<br />

Anna Balsamo<br />

Firenze, agosto 2015<br />

Il 4 settembre 2015 il Palio, portato in processione<br />

per le strade di Signa con il Corteo Storico, è<br />

stato conteso fra i quattro popoli nella sfida degli<br />

Arcieri. Il Lunedì di Pasqua 2016 sfilerà di nuovo<br />

in onore della Beata Giovanna per festeggiare il<br />

750° anniversario della sua nascita.<br />

Da sinistra: Giampiero Fossi, Assessore alla<br />

Cultura del Comune di Signa, Alberto Cristianini,<br />

Sindaco di Signa, la pittrice Mara<br />

Faggioli, <strong>La</strong>ura Mannori, Presidente Pro Loco,<br />

Andrea Gradi, Corteo Storico di Signa, durante<br />

la cerimonia di presentazione del Palio nella<br />

Chiesa di San Lorenzo<br />

12 Mara Faggioli


Rime sparse: la voce dei poeti<br />

Incontro con<br />

Claudia Piccinno<br />

<strong>La</strong> poesia è, a mio avviso, una forma di testimonianza, il<br />

poeta ha l’obbligo morale di far sue le marginalità, le sofferenze,<br />

le ingiustizie del suo tempo e dargli eco. <strong>La</strong> poesia è<br />

un canto interiore che nasce da un talento prepotente e si svolge su<br />

un doppio binario: lettura e scrittura. Il poeta autentico si richiama<br />

alla concretezza del termine greco: Poïesis che vuol dire creazione<br />

e dunque si propone di sconfiggere l’ignavia, l’omologazione, e la<br />

barbarie, restando fedele a se stesso in un mondo di “prosatori”.<br />

Claudia Piccinno<br />

Tutte le poesie sono tratte dalla raccolta Ragnatele cremisi<br />

(<strong>La</strong> Lettera Scarlatta Edizioni, 2015)<br />

L’appello del sangue versato<br />

Sedie vuote<br />

nella piazza di Cracovia<br />

rispondono all’appello<br />

del sangue versato.<br />

Le pietre d’inciampo<br />

di Gunter l’artista<br />

sanno i nomi<br />

di chi non è tornato.<br />

A Fossoli,<br />

da Israele giunto,<br />

svetta l’ulivo<br />

nella piazza della conta<br />

e mai potrà coprire l’onta<br />

che uomini in carcasse<br />

ha tramutato.<br />

Gli occhi delle spose bambine<br />

Gli occhi neri<br />

delle spose bambine<br />

son schegge d’ebano<br />

per le vecchie comari.<br />

Cantan quegli occhi<br />

il gioco perduto,<br />

la nostalgia<br />

dell’infanzia innocente.<br />

Parlano quegli occhi<br />

di stupri subiti<br />

e narrano tristi<br />

di vecchi mariti.<br />

Piangono gli occhi<br />

delle spose bambine<br />

da una fessura<br />

concessa al vestito.<br />

Un’altra di loro<br />

nel sangue è perita,<br />

ora è una bambola<br />

senza vita.<br />

Ciao Gazzella<br />

Per una scodella d’acqua<br />

m’hai comprato<br />

e alle tue dipendenze son restato.<br />

Son diventato<br />

un bambino soldato,<br />

“la gazzella del deserto” m’hai chiamato.<br />

Armi e munizioni<br />

bisacce e medicazioni.<br />

“Signor sì mio colonnello<br />

non ho risposto al tuo ultimo appello”.<br />

In aria all’istante son saltato<br />

e nei fuochi della fine ho poi trovato<br />

gli occhi neri di mia sorella,<br />

il viso dolce di mia mamma Bella,<br />

la mia bicicletta senza sella,<br />

papà che mi diceva “Ciao Gazzella”.<br />

Crocefissa di spalle<br />

Volute circolari nelle calunnie altrui<br />

la misero di spalle su una croce.<br />

Morì così,<br />

lapidata dalle menzogne,<br />

vilipesa dalle comari<br />

della sua scorta.<br />

Fiera il suo sguardo<br />

rivolse all’Eterno,<br />

per tutte le streghe<br />

finite al rogo,<br />

per tutte le martiri<br />

della mediocrità altrui.<br />

Negò il suo sorriso<br />

a chi la additò<br />

indossando il burka<br />

della sottomissione.<br />

Se ne andò così,<br />

crocefissa di spalle.<br />

Claudia<br />

Piccinno<br />

Nasce a Lecce nel 1970, ma si trasferisce<br />

giovanissima in Lombardia<br />

e poi in Emilia Romagna dove<br />

attualmente vive e insegna in una scuola<br />

primaria. Presente in oltre sessanta raccolte<br />

antologiche, già membro di giuria in<br />

sette premi letterari a carattere nazionale e<br />

internazionale. Ha al suo attivo le seguenti<br />

pubblicazioni: silloge “<strong>La</strong> sfinge e il pierrot”<br />

(Aletti Editore, 2011); silloge “Potando l’euforbia”<br />

in Transiti Diversi (Rupe Mutevole<br />

Edizioni, 2012); silloge “Il soffitto, cortometraggi<br />

d’altrove” (<strong>La</strong> Lettera Scarlatta Edizioni,<br />

2013); versione tradotta in inglese “Il<br />

soffitto, cortometraggi d’altrove” (<strong>La</strong> Lettera<br />

Scarlatta Edizioni, 2014); in serbo “Tabahnha”<br />

(ed. Majdah luglio 2014); silloge<br />

“Ragnatele Cremisi” (<strong>La</strong> Lettera Scarlatta<br />

Edizioni, 2015). Socia onoraria dell’associazione<br />

no profit “Con gli occhi di geggio”,<br />

ha presieduto la giuria del concorso di disegni<br />

“Dai tuoi occhi alla matita” rivolto<br />

ai piccoli pazienti degli ospedali pediatrici<br />

di tutto il territorio nazionale e conclusosi<br />

ad aprile 2015. Ha partecipato a numerosi<br />

reading e maratone poetiche, tra cui quelle<br />

tenutesi a Bologna per il movimento internazionale<br />

100 poets for change. Autore<br />

in primo piano a far data giugno 2015 del<br />

gruppo mondiale Pentasi B World Friendship<br />

Poetry che si occupa di promuovere<br />

la poesia in inglese, improntata al rispetto<br />

e alla valorizzazione delle differenze. Ha<br />

ottenuto premi di rilievo a concorsi di poesia<br />

nazionale e internazionale, (tra cui una<br />

menzione d’onore a Parigi al 1st Word Literary<br />

Prize); il suo componimento “Nel blu”<br />

è riprodotto su stele in maiolica affissa sul<br />

lungomare di Santa Caterina di Nardò (Le).<br />

cippinna@hotmail.com<br />

13<br />

Rime sparse: la voce dei poeti 13


Marco Giusti<br />

L’antica arte del cuoio rivive nelle opere<br />

dell’artista fiorentino, tra vasi dedicati alla<br />

storia di Firenze e splendidi cavalli al galoppo<br />

di Daniela Pronestì<br />

<strong>La</strong> produzione artistica di Marco Giusti<br />

è unica nel suo genere, sia per il materiale<br />

utilizzato - il cuoio - sia per i<br />

lunghi tempi di realizzazione, dato che<br />

possono essere necessari anche due anni di lavoro<br />

per completare una figura. Le creazioni dell’artista<br />

fiorentino rileggono il concetto di scultura con<br />

un processo operativo scandito da almeno tre<br />

passaggi: il primo coincide con la creazione della<br />

struttura interna dell’opera, ottenuta combinando<br />

diversi ritagli di cuoio che, incollati l’uno all’altro,<br />

vanno a comporre l’anatomia della figura. <strong>La</strong> presenza<br />

di un disegno preparatorio è certamente utile<br />

in questa fase, anche se ancora più importante<br />

Vaso I Medici, (particolare), cuoio,<br />

colori ad olio e cere, h cm. 45x27x27<br />

Cavalli Camargue, cuoio, colori ad olio e cere, cm. 150x100<br />

arte dei maestri cuoiai (<strong>La</strong> medusa). Un’arte che Marco Giusti<br />

ha recuperato dopo aver sperimentato materiali più tradizionali<br />

come la creta e il marmo che però non gli hanno dato la stessa<br />

emozione che prova lavorando il cuoio. Da qui la scelta maturata<br />

nel 1980 di dedicarsi unicamente alla scultura in pelle,<br />

traendo grande soddisfazione dalle qualità di questo materiale.<br />

Cavallo Frisone al galoppo (particolare), cuoio, colori ad olio e cere, cm. 180x140<br />

Vaso <strong>La</strong> medusa (particolare), cuoio,<br />

colori ad olio e cere, h cm. 45x48x30<br />

è la capacità di commettere il cuoio in modo<br />

da creare una forma stabile che l’artista successivamente<br />

riveste con un unico pezzo di<br />

pelle. Ed è in questo secondo passaggio che<br />

la figura viene modellata manualmente fin<br />

nei minimi particolari, per poi essere dipinta,<br />

in ultima battuta, con i colori ad olio. Questo<br />

vale soprattutto per le opere che ritraggono i<br />

cavalli e che richiedono rara maestria tecnica<br />

e pazienza certosina nella definizione dei<br />

dettagli. Non meno complessa è l’esecuzione<br />

dei vasi, dotati di una base in legno e decorati<br />

con repertori figurali che rendono omaggio<br />

alla storia di Firenze (I Medici) e all’antica<br />

Marco Giusti<br />

Nato a Firenze nel 1944, ha sempre avuto una naturale<br />

predispozione alla scultura e al disegno e ha<br />

frequentato in gioventù una scuola di design. Oggi<br />

scultore a tempo pieno, in passato ha realizzato intere<br />

collezioni per alcuni marchi leader nel settore<br />

pellettiero. Ha esposto a Firenze (Palazzo Corsini,<br />

Stazione Leopolda) e a Milano.<br />

Attualmente vive e lavora nel Chianti.<br />

Per informazioni e contatti:<br />

Tel. 055 8586054 - gmpelletteria@gmail.com<br />

www.gmpelletterie.it<br />

14 Marco Giusti


Visual China<br />

Continental Tour<br />

<strong>La</strong> pittura a inchiostro all'Archivio<br />

di Stato. Una mostra internazionale<br />

d'arte cinese a Firenze<br />

di Fabrizio Borghini<br />

Dal 13 al 20 ottobre una mostra collettiva porta a Firenze<br />

la tecnica pittorica tradizionale cinese su una<br />

nuova dimensione. Una tradizione artistica millenaria<br />

torna a vivere nelle opere degli artisti contemporanei:<br />

la pittura a inchiostro su carta è oggi reinterpretata con uno sguardo<br />

attuale che ne rievoca la storica ricchezza e la rinnova con temi e<br />

contenuti diversi.<br />

“Visual China – Continental Tour” è un progetto internazionale itinerante<br />

(prima di Firenze la mostra è stata in Giappone, Stati Uniti,<br />

Gran Bretagna e Francia), ideato e finanziato nel 2011 dal China Cultural<br />

Media Group, importante gruppo direttamente dipendente dal<br />

Ministero della Cultura che ha inserito questa manifestazione nella<br />

strategia del governo cinese di apertura verso la globalizzazione,<br />

un'apertura al mondo per ampliare a livello internazionale la cooperazione<br />

e la promozione dell'arte cinese.<br />

<strong>La</strong> mostra fiorentina è organizzata dall'Associazione degli Artisti Cinesi<br />

in Italia con il patrocinio della Città Metropolitana e del Comune<br />

di Firenze, dell'Accademia delle Arti del Disegno e della Biennale<br />

Internazionale di Firenze. Partecipano, inoltre, all'organizzazione<br />

dell'evento anche Art Market Magazine, China Ink Academy e Double<br />

S Culture.<br />

Sono 86 le opere esposte all'interno dell'Archivio di Stato firmate<br />

da 43 diversi artisti tra cui si annoverano maestri del calibro di Fan<br />

Yang, Ni Mazeren e Li Yang.<br />

<strong>La</strong> pittura tradizionale ha svolto per molti secoli fondamentali funzioni<br />

cognitive nella cultura cinese, rappresentando una modalità di<br />

Foto di gruppo dei partecipanti all'inaugurazione della mostra<br />

Visual China - Continental Tour<br />

15


Zhang Tianyu, Vicedirettore del'Art Market Magazine<br />

Wang Jian, Console della Repubblica Popolare<br />

Cinese a Firenze<br />

Ni Mazen, Vicepresidente della China Artists<br />

Association<br />

espressione di emozioni e uno strumento per indagare il mondo.<br />

Questo prezioso mezzo di comunicazione e volano culturale stava<br />

andando perduto con lo sviluppo della società moderna e la<br />

prevalenza dell'arte contemporanea occidentale. E' stato grazie<br />

allo sforzo di artisti come Zao Wou-Ki, Wu Guanzhong, Chu Teh-<br />

Chun, Lin Fengmian, che questa antica tecnica pittorica è stata<br />

recuperata, aggiornata e sviluppata per farla rivivere nella contemporaneità.<br />

I dipinti a inchiostro contemporanei sono particolarmente carichi<br />

di significato. Le pitture riflettono la realtà sociale attuale dal<br />

punto di vista culturale e prendono parte al dialogo dell'arte a<br />

livello globale con un'impronta rinnovata. I dipinti a inchiostro cinesi<br />

contemporanei rappresentano un punto di svolta nel panorama della<br />

pittura tradizionale e, allo stesso tempo, un nuovo inizio per l'arte<br />

contemporanea cinese, dove le innovazioni non si separano mai totalmente<br />

dalla componente tradizionale.<br />

Le pitture a inchiostro contemporanee hanno bisogno di una loro<br />

specifica identità per poter riflettere lo spirito del proprio tempo e<br />

partecipare ad uno scambio artistico internazionale.<br />

<strong>La</strong> mostra è stata presentata al pubblico e alla stampa dalla direttrice<br />

dell'Archivio di Stato Carla Zarrilli che insieme al console di<br />

Cina a Firenze, a Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale<br />

Un'ampia panoramica di una delle sale espositive dell'Archivio di Stato<br />

16


“Visual China - Continental Tour”<br />

Mostra Internazionale di arte cinese a Firenze<br />

13-20 ottobre 2015<br />

Archivio di Stato di Firenze<br />

Viale della Giovine Italia, 6<br />

Orario: Lun-Ven 10.00-17.00, Sab 10.00-13.00 (domenica chiuso)<br />

Ingresso gratuito<br />

della <strong>Toscana</strong>, al professor Andrea Granchi, presidente della Classe<br />

di Pittura dell'Accademia delle Arti del Disegno, e a Jacopo Celona<br />

direttore generale della Biennale Internazionale di Firenze, hanno<br />

dato il benvenuto alla folta delegazione cinese composta da numerosi<br />

artisti. A nome di tutti hanno preso la parola il vice presidente<br />

dell'Associazione Artisti Cinesi Ni Mazeren e il vicedirettore di China<br />

Cultural Media Group, Zhang Tianyu.<br />

<strong>La</strong> mostra, che celebra anche il 45° dell'inizio dei rapporti di amicizia<br />

fra Italia e Cina, sarà visitabile con ingresso libero (da viale della<br />

Giovine Italia 6) dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17 mentre il sabato<br />

è prevista l'apertura mattutina dalle 10 alle 13. Il catalogo è in<br />

distribuzione gratuita.<br />

Alcune delle opere in mostra all'Archivio di Stato<br />

意 大 利 华 人 艺 术 家 协 会<br />

Associazione degli Artisti Cinesi in Italia<br />

Piazza Indipendenza, 21 - 50129 Firenze, Italia<br />

Tel. 0039 055 4684478<br />

aacifirenze@hotmail.com - www.aacitalia.com<br />

Zhang Xiuzhong, Vicepresidente dell'Associazione degli Artisti Cinesi in Italia, durante la cerimonia di inaugurazione della mostra<br />

Visual China - Continental Tour<br />

17


Art Market<br />

Magazine<br />

<strong>La</strong> rivista è diretta dal Ministero della Cultura della Repubblica<br />

Popolare Cinese, dal 2002 si occupa degli investimenti nel settore<br />

dell’arte.<br />

In un contesto di sviluppo della riforma e dell’apertura del mercato<br />

artistico cinese, nonostante questo continui a svilupparsi e<br />

prosperare, e costantemente migliori e perfezioni questo meccanismo,<br />

mancava un giornale che fosse strumento di guida per chi<br />

intendesse investire nel settore dell’arte: grazie alla fondazione<br />

di “Art Market”, i collezionisti cinesi hanno delle linee di orientamento<br />

per i loro investimenti.<br />

Oggi l’impatto di “Art Magazine” si sta gradualmente espandendo,<br />

aumentando la propria diffusione e accrescendo lo stimolo di<br />

investimenti oltremare per i collezionisti d’arte cinesi.<br />

China Cultural<br />

Media Group<br />

Il China Cultural Media Group è il primo gruppo editoriale direttamente<br />

dipendente dal Ministero della Cultura. Fondato nel<br />

novembre 2009, è una delle prime imprese sperimentali messe<br />

in atto dallo stesso Ministero.<br />

Il Gruppo è coinvolto in vari settori: carta stampata, media digitali,<br />

industria dell'animazione, produzione cinematografica e<br />

televisiva, art business, manifestazioni pubbliche e spettacoli,<br />

mostre d'arte e cinema. Fanno parte del Gruppo un giornale e<br />

tre riviste:<br />

- China Culture Daily, un giornale dalla diffusione nazionale che<br />

si occupa principalmente di cultura;<br />

- Il mercato dell'arte, L’educazione artistica e <strong>La</strong> cultura mensile,<br />

riviste anch’esse di livello nazionale.<br />

Il Gruppo gestisce anche tre siti web di livello nazionale: una<br />

piattaforma di informazione nazionale nell’industria di animazione,<br />

un sito sulla cultura cinese e un sito sulla cultura pubblica<br />

nazionale. Da non dimenticare inoltre un Centro per lo<br />

sviluppo della cultura pubblica nazionale, un Centro nazionale<br />

per l’informazione sull’industria dell'animazione e un Centro<br />

nazionale sulla rete culturale.<br />

L'Archivio di Stato di Firenze, sede della mostra<br />

Un momento della conferenza stampa. Da sinistra:<br />

Jacopo Celona, Direttore Generale della<br />

Biennale di Firenze, Andrea Granchi, Presidente<br />

della Classe di Pittura dell'Accademia delle Arti<br />

del Disegno, Carla Zarrilli, Direttore dell'Archivio<br />

di Stato di Firenze, Ni Mazen, Vicepresidente<br />

della China Artists Association, e Zhang<br />

Tianyu, Vicedirettore dell'Art Market Magazine<br />

18 Visual China - Continental Tour


Gianna Pinotti<br />

Dal 14 al 27 ottobre l’artista mantovana espone a<br />

Firenze nella galleria Simultanea Spazi d’Arte. I suoi<br />

Atalanta’s Kingdoms raccontano l’universo femminile<br />

tra oscurità e luce, sacralità e dominio dei sensi<br />

di Daniela Pronestì<br />

Dal 14 al 27 ottobre Simultanea Spazi d’Arte, realtà curatoriale ideata<br />

e diretta da Roberta Fiorini e Daniela Pronestì, ospita Atalanta’s<br />

Kingdoms (I regni di Atalanta), mostra personale di Gianna Pinotti. Si<br />

tratta di un’inedita rilettura del mito di Atalanta, in cui la storia della<br />

figlia del re di Sciro entra in rapporto con il percorso interiore ed affettivo dell’autrice<br />

attraverso un sottile gioco di rimandi, corrispondenze e sovrapposizioni. Indagando<br />

e dilatando il significato del mito, l’artista mantovana racconta l’universo<br />

del femminile, spesso arricchendolo di riferimenti autobiografici. Il risultato è una<br />

complessa macchina compositiva, nei cui ingranaggi scorrono, azionandosi l’un<br />

l’altro, antichi simboli e visioni spazio-temporali in cui l’eternità del mito entra a<br />

far parte della storia dell’uomo. I regni di Atalanta descrivono un tempo ciclico in<br />

cui la donna è anello di congiunzione tra naturale e soprannaturale, depositaria<br />

e insieme compartecipe di misteri imperscrutabili. Quello descritto dalla Pinotti,<br />

infatti, è un percorso iniziatico che lascia emergere la dimensione archetipica del<br />

femminile, i cui aspetti contraddittori e<br />

ambivalenti si compenetrano, coesistono<br />

e si contrappongono nella protagonista<br />

delle sue opere. <strong>La</strong> duplicità della<br />

natura femminile è il fulcro tematico<br />

delle opere in mostra, che dipingono<br />

la donna ora come predatrice ora come<br />

preda, artefice del proprio destino o vittima<br />

di un ruolo dettato dagli eventi. E<br />

nella continua dialettica tra oscurità e<br />

luce, sacralità e dominio dei sensi, interviene<br />

l’elemento maschile ad animare<br />

ulteriormente uno scenario in cui gli<br />

opposti, che pure lottano per stabilire<br />

ciascuno il proprio predominio, alla fine<br />

si attraggono e si completano reciprocamente.<br />

Da qui si procede verso una<br />

riflessione più ampia sulla ciclicità della<br />

vita umana, intesa come continuità che<br />

Il Regno di Atalanta III, 2013, pictocollage su<br />

cartone trattato, cm. 70x50<br />

lega tra loro esperienze e vissuti diversi in un unico filo che tesse, metaforicamente,<br />

la struttura di ogni esistenza. Partendo dai legami affettivi più antichi e radicati<br />

- quelli familiari - e arrivando alle certezze affettive del presente, la sua novella<br />

Atalanta conquista il traguardo di una più profonda consapevolezza, confermando<br />

così che la natura umana si rivela nell’incontro - scontro con l’alterità. Un tema<br />

appassionante declinato con una varietà di linguaggi (installazioni, dipinti, opere<br />

grafiche e pittocollages) e di strumenti formali (colore, segno, scrittura, carta, fotografia,<br />

oggetti recuperati) che danno il senso di un’originalità creativa sostenuta<br />

da una curiosità onnivora e da un vasto bagaglio culturale.<br />

Simultanea Spazi d'Arte, via San Zanobi, 45 - Firenze <strong>La</strong> mostra si protrarrà fino<br />

al 27 ottobre e sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00.<br />

Gianna Pinotti premiata in<br />

Palazzo Vecchio con il Collare<br />

<strong>La</strong>urenziano<br />

Gianna Pinotti (MN 1963) è artista e critico.<br />

Discendente da un’importante bottega di scultori e<br />

artigiani attiva per oltre due secoli, pittrice per vocazione,<br />

dopo la laurea in storia dell’arte a Bologna e gli<br />

studi musicali a Mantova, esordisce come astrattista<br />

tenendo alcune personali a Parigi tra 1993 e 1998.<br />

Seguono importanti antologiche, tra queste quella tenuta<br />

a Palazzo Strozzi a Mantova nel 2006, sotto l’Alto<br />

Patronato del Presidente della Repubblica, ha illustrato<br />

il suo lavoro di un ventennio, mentre quella titolata<br />

Le città cadute, tenuta al Museo Civico Virgiliano di<br />

Pietole nel 2012, è stata voluta dal Comune di Virgilio,<br />

luogo di origine della famiglia. Ha esposto in una<br />

cinquantina di mostre in Italia e all’estero. Come critico<br />

e poeta ha pubblicato una trentina di libri, testi e<br />

saggi in riviste italiane e straniere. Da vent’anni studia<br />

le opere di Michelangelo; ricordiamo in particolare i<br />

volumi: Michelangelo ritrovato. Il Cupido dormiente<br />

con serpi di Mantova: un percorso tra iconologia e<br />

storia (Mantova, 2005); Michelangelo e l’Amore tra<br />

letteratura e Bibbia (Firenze, 2014). Tra i suoi studi<br />

critici in campo letterario, vanno ricordati quelli sul<br />

poeta e critico Piero Bigongiari. Ultimo riconoscimento<br />

per la Poesia Il Premio Speciale del Capo dello Stato<br />

al Concorso Nazionale di Poesia Città di Pastrengo,<br />

Regione Veneto, edizione 2013. Nel 2015 ha ricevuto il<br />

prestigioso Collare <strong>La</strong>urenziano per la pittura dall’Accademia<br />

Internazionale Medicea durante la cerimonia<br />

del Premio Europeo Lorenzo il Magnifico tenutasi a<br />

Palazzo Vecchio a Firenze.<br />

Gianna Pinotti<br />

19


Leopoldo Paciscopi<br />

<strong>La</strong> mostra Pittura e scrittura come pensiero libero rende omaggio al<br />

grande artista, scrittore e giornalista fiesolano in occasione del suo<br />

novantesimo compleanno. Molte le personalità presenti<br />

all’inaugurazione, che ha visto l’intervento del Sindaco Anna Ravoni,<br />

del Vicesindaco Barbara Casalini e di Gigliola Melani Paciscopi,<br />

moglie dell’artista e curatrice della mostra<br />

Dal 3 al 31 ottobre la città di Fiesole rende omaggio al<br />

grande artista, scrittore e giornalista Leopoldo Paciscopi<br />

in occasione del suo novantesimo compleanno<br />

con la mostra Leopoldo Paciscopi/ Pittura e scrittura<br />

come pensiero libero. Curata ed allestita dalla moglie dell’artista<br />

Gigliola Melani Paciscopi, la mostra è suddivisa in quattro sezioni<br />

- Le foreste (fra alberi immaginari e reali), Terrori atomici e fascino<br />

del progresso, Le ragioni del verde, Pagine di giornale - che corrispondono<br />

ad altrettante tappe della storia artistica di Paciscopi.<br />

All’inaugurazione nella sala del Basolato a Fiesole erano presenti<br />

il Sindaco Anna Ravoni, il Vicesindaco Barbara Casalini e molte<br />

personalità del mondo dell’arte e della cultura, tra cui l’architetto<br />

Carlo Cresti, il gallerista Frediano Farsetti, le signore Nomellini<br />

eredi del grande artista, il fotografo Luciano Bonuccelli, il critico<br />

d’arte Giovanni Faccenda, Roberta Vigna, Adalberto Scarlino e Donata<br />

Spadolini. Presenti, inoltre, i bluesmen Massimiliano Bruno<br />

Leopoldo Paciscopi, il Sindaco di Fiesole Anna Ravoni e il critico d'arte Giovanni Faccenda<br />

durante la presentazione della mostra<br />

Più che una biografia<br />

di Gigliola Melani Paciscopi<br />

(testo tratto dal catalogo della mostra)<br />

Un momento dell'inaugurazione nella sala del Basolato a Fiesole<br />

e Gabriele Bonuccelli, venuti a ricordare i legami tra Paciscopi e<br />

la musica jazz. Tra i brani eseguiti anche uno particolarmente caro<br />

all’artista: Joe Louis Blues di Carl Martin. <strong>La</strong> mostra, documentata<br />

da un catalogo, si potrarrà fino al 31 ottobre con i seguenti orari di<br />

apertura: dal martedì al venerdì ore 15:00 -17:00 , sabato e domenica<br />

ore 10:00-12:00 e 15:00-17:00.<br />

C’è poco da aggiungere alle numerose biografie di Leopoldo<br />

Paciscopi che nei cinquant’anni trascorsi al suo fianco<br />

ho letto o curato in articoli, libri, cataloghi. Lui stesso, si<br />

sa, in lavori di narrativa quasi sempre autobiografici ha<br />

ripercorso i giorni di una esistenza da uomo libero. E anche chi ha<br />

voluto dargli un segno di riconoscimento in letteratura, nelle arti<br />

figurative e per i suoi studi sul cinema, ha sentito l’esigenza di annotarlo.<br />

(…) Ora, in questo catalogo, e per una mostra che ha nel titolo<br />

il riferimento al “pensiero libero” di Leopoldo, invece della consueta<br />

nota biografica, ho voluto lasciare la voce alla per me straordinaria<br />

motivazione del riconoscimento “speciale” che gli fu dato nel<br />

1990 dal Premio Letterario Castiglioncello per volontà di Giovanni<br />

Spadolini che presiedeva la giuria. (…) Ecco la motivazione: Leopoldo<br />

Paciscopi ha scritto un’autobiografia dal titolo, forse più amaro<br />

che ironico, “Una bella carriera”, pubblicato dall’editore milanese<br />

Scheiwiller. Questa impresa letteraria permette ai lettori di conos-<br />

20 Leopoldo Paciscopi


Citta atomizzata, 1963, olio e inchiostro su tela,<br />

cm. 100x100<br />

cere la sua storia in anni di fuoco e in altri<br />

meno tumultuosi e ai suoi amici di aggiungere<br />

qualche tassello a un mosaico già ricco<br />

e variegato. Si aggiunga che non è facile<br />

parlare di questo personaggio, che è scrittore,<br />

giornalista, pittore per ricordare solo<br />

tre delle sue attività intellettuali, che sono<br />

numerose e a volte sorprendenti. In quanto<br />

d’impianto autobiografico il racconto di<br />

“Una bella carriera” è almeno parzialmente<br />

un romanzo di formazione, che ci propone<br />

all’inizio le opere e i giorni di un ragazzo di<br />

diciotto anni mentre fa il partigiano durante<br />

Nella foto Gigliola Melani Paciscopi, moglie dell'artista<br />

e curatrice della mostra<br />

la guerra, in un’epoca nella quale, come egli<br />

scrive: ”Vivevo una specie di allucinazione,<br />

in una bruciante febbre di ideali”. Orbene,<br />

Leopoldo Paciscopi ha sempre vissuto “in<br />

una bruciante febbre di ideali” gettandosi<br />

d’impeto nel lavoro di giornalista o costruendosi<br />

la sua pittura informale. Nato a<br />

Cavriglia quasi in bocca alla miniera “<strong>La</strong><br />

Vampa” (nomen atque omen, per citare<br />

Plauto) ha fatto con irruenza e bravura, talvolta<br />

con virtuosismo, il redattore del Nuovo<br />

Corriere di Romano Bilenchi e poi della<br />

Nazione di Alfio Russo, senza mai trascurare<br />

il resto, che era molto. Stiamo tuttavia<br />

parlando di un uomo sostanzialmente mite<br />

nonostante la sua formazione avventurosa,<br />

ma dentro il quale arde perennemente un<br />

vulcano. Si premia, con lui, non una bella<br />

carriera ma un impegno totale nel pensiero,<br />

nell’arte e nel lavoro.<br />

Che in Leopoldo Paciscopi arda perennemente<br />

un vulcano lo aveva già detto nel<br />

settembre 1968 Giovanni Spadolini, allora<br />

direttore del quotidiano “Il resto del carlino”:<br />

È uno scrittore e un inviato dalla natura<br />

vulcanica. <strong>La</strong> testimonianza è di Girolamo<br />

Modesti, corrispondente dagli Stati Uniti<br />

dei giornali del gruppo editoriale Monti (attualmente<br />

Riffeser Monti). Di una sua lettera<br />

a Leopoldo datata Washington 9 febbraio<br />

1968 mi fa piacere riportare questo passo:<br />

“Nel settembre scorso, quando Mattei<br />

e Spadolini arrivarono a Washington con<br />

il presidente Saragat, si parlò a lungo i te.<br />

Mattei (e Spadolini si disse d’accordo) ti<br />

giudicò il migliore degli inviati, un giornalista<br />

di eccezionale valore, che scava e trova<br />

quello che tanti altri non sanno trovare. Il<br />

tuo servizio dalla Svezia lo aveva particolarmente<br />

colpito”. (…) Può apparire strano<br />

che un simile uomo abbia rivelato, nel<br />

corso dei suoi novant’anni or ora compiuti,<br />

una tal ritrosia a mostrare i suoi meriti, di<br />

combattente per la libertà con il suo ruolo<br />

nell’esercito partigiano della montagna e in<br />

quello che affiancò l’Ottava Armata inglese<br />

nella guerra di Liberazione verso il Nord,<br />

o nell’essere stato dirigente della sinistra<br />

fino a che le sue critiche al totalitarismo<br />

sovietico vennero ritenute inaccettabili<br />

(e, aggiungo io, sicuramente in larghissimo<br />

anticipo su quanto anche la sinistra<br />

avrebbe capito). Ritroso persino verso la<br />

sua poesia, le sue opere di narrativa e le<br />

sue preziose ricerche sul cinema muto. (…)<br />

Avevano imparato a conoscerlo quei grandi<br />

del Novecento che la sorte, nelle vesti<br />

del padre Dario, gli aveva fatto frequentare<br />

da bambino, Rosai, Soffici, Montale, Conti,<br />

Vittorini, Bilenchi, Luzi, Bigongiari, alcuni<br />

dei quali frequentatori della nostra casa<br />

fiesolana in anni purtroppo lontani, e che se<br />

ne sono tutti andati creando, specialmente<br />

per Leopoldo, un vuoto non colmabile ai<br />

tempi d’oggi dove i grandi scarseggiano o<br />

hanno preso dimora in terre a noi ignote.<br />

Ma anche degli amici scomparsi restano le<br />

tracce. (…) Volle ricordalo Umberto Baldini<br />

nell’ottobre 2005, da Preside dell’Università<br />

dell’Arte (quella fondata da Ragghianti),<br />

dedicando una mostra omaggio a Leopoldo<br />

che in questo mese ha celebrato il<br />

suo ottantesimo anno di vita e che è stato<br />

testimone e frequentatore a tutto campo di<br />

quel vero e proprio ‘Parnaso’ che fu il Caffè<br />

delle Giubbe Rosse a cavallo dell’ultima<br />

I musicisti Massimiliano Bruno e Gabriele Bonuccelli<br />

mentre eseguono brani di musica jazz in omaggio all'artista<br />

guerra e che fu capace di stimolare le sue<br />

radici di figlio d’arte, aprendolo al campo<br />

della poesia, della narrativa, della cinematografia,<br />

della musica, del viaggiatore del<br />

mondo e del giornalismo. (...) Ho sentito<br />

la necessità di questa citazione perchè so<br />

quanto di quell’amore per la libertà e per<br />

la verità che ne è l’assoluto corollario, il<br />

nostro novantenne lo debba all’aver vissuto<br />

in quel ‘Parnaso’ dove, da protagonista,<br />

assisteva al maturarsi dell’avversione alla<br />

dittatura persino negli intellettuali che,<br />

quand’era giovanissimo, aveva visto sostenitori<br />

del ‘fascismo di sinistra’, quello di<br />

Berto Ricci e persino di Bottai. Non sto, in<br />

questa “Più che una biografia”, elencando<br />

elementi di una agiografia. L’uomo di cui<br />

sto parlando non ha mai sentito il bisogno<br />

di elogi o di “riconoscimenti”. Non va in<br />

giro esibendo medaglieri. Arrivati a questa<br />

tappa della sua esistenza, voglio però che<br />

mi permetta, rendendo noto (ed è solo una<br />

piccola parte) quanto non io ma Altri hanno<br />

testimoniato, di far conoscere meglio Leopoldo<br />

Paciscopi.<br />

Leopoldo Paciscopi<br />

21


Il primo cinema<br />

non si scorda mai<br />

Luca Alinari ricorda<br />

l’Astoria di via Aretina<br />

di Luca Alinari<br />

<strong>La</strong> prima volta che vidi il Fungo Cinese fu in via Aretina,<br />

al Cinema Astoria.<br />

Il Cinema Astoria che i miei genitori chiamavano<br />

ancora “Ciofini”: “Andiamo al cine, si va al Ciofini”.<br />

Dal nome, probabilmente, della famiglia proprietaria prima della<br />

guerra. Prima di quella seconda guerra mondiale finita da pochissimi<br />

anni ed ancora fumante nei ricordi di tutti. In quei ricordi che<br />

divenivano sempre più segreti. Sempre più inconsapevoli, sepolti e<br />

cancellati da quel qualcosa che sembrava nuovo.<br />

<strong>La</strong> cassiera di mezza età che mi staccò il biglietto, aveva nel suo<br />

stanzino azzurrognolo, su di un mobile alto un paio di metri, una<br />

boccia di vetro larga ed imponente.<br />

Conteneva quasi per intero un liquido giallino ed in questo liquido<br />

giallino, galleggiante e sommersa, una forma gelatinosa, ricca di<br />

peduncoli e filamenti. Ricca di colori, di sfumature: dal marron al<br />

verde smeraldino ad un rosso cupo, raro. Accanto al grande vaso un<br />

bicchierino di vetro; di quelli da sciroppo.<br />

Con il biglietto in mano guardavo, stranito, la scena. Esitavo a<br />

dirigermi verso la tenda di velluto sulla soglia della quale due<br />

Luca Alinari<br />

Esordisce nel 1968 alla Galleria Inquadrature di Firenze. Negli anni Settanta<br />

avvia una serrata ricerca sul Neodada e la Pop Art. Nei primi<br />

anni Settanta espone nelle principali gallerie di Firenze, presentato<br />

dal poeta e amico Alfonso Gatto. Nel corso degli anni Ottanta ottiene i primi<br />

riconoscimenti con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1982<br />

e alla XI Quadriennale romana nel 1985. Nel 1990 ha l'onore di dipingere<br />

il "Cencio" per il Palio di Siena. Si afferma sulla scena artistica nazionale<br />

nel 1993, in occasione della mostra antologica allestita al Palazzo Reale di<br />

Milano. A Firenze nel Corridoio Vasariano degli Uffizi, dal 1999 è esposto il<br />

suo autoritratto. Nel 2009 espone al Beijin Today Art Museum di Pechino,<br />

al Centro per l'Arte Contemporanea SunShine di Shanghai ed al Museo di<br />

Arte Contemporanea di Kun Shan. Nel 2011 a Città di Castello tiene una<br />

personale intitolata Gelo. Il nome trova ispirazione da una citazione di Franz<br />

Kafka. Alinari alla stregua dello scrittore, attribuisce il compito del disgelo<br />

alle sue ultime opere, che rispetto a quelle degli anni Sessanta e Settanta,<br />

si colorano del vigore del rosso, quasi a voler destare chiunque le osservi,<br />

perché sia consapevole di ciò che il mondo sta vivendo: il gelo. Nel 2013<br />

ha disegnato il logo dei Mondiali di Ciclismo che per la prima volta si sono<br />

tenuti in <strong>Toscana</strong>. Il 12 giugno 2014 viene premiato allo Spoleto Festival Art<br />

e il 28 settembre riceve il Premio Nazionale Castruccio insieme a Giorgietto<br />

Giugiaro ed altri esponenti della cultura e della medicina. Il 10 giugno 2015<br />

riceve in Palazzo Vecchio il Premio Filo d’Argento per la pittura.<br />

22 Luca Alinari


Il Cenacolo è un grande affresco di Andrea del Sarto, databile 1511-1527 conservato nel<br />

Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, vicino la chiesa di San Salvi, a Firenze<br />

Via Aretina com'era all'epoca dell'apertura del Cinema Guido Monaco poi divenuto<br />

Astoria e in seguito Andromeda e Variety<br />

Fra gli oltre 100 cinema fiorentini<br />

scomparsi c'è anche l'Astoria ricordato<br />

dal maestro Luca Alinari.<br />

Il locale fu aperto agli inizi del Novecento<br />

dalla famiglia Ciofini che gestiva in<br />

via Aretina il ristorante Le terrazze. Fu<br />

Caffè Concerto e poi cinema/teatro Guido<br />

Monaco, d'estate anche all'aperto.<br />

Gli anziani della zona lo ricordano ancora<br />

come i' Ciofini anche se negli anni ha<br />

cambiato spesso denominazione.<br />

L'Astoria dell'immediato dopo guerra<br />

ricordato da Luca Alinari, lasciò il posto<br />

all'Andromeda per poi trasformarsi, negli<br />

anni Settanta, in Variety, nome mutuato<br />

dalla più importante rivista americana<br />

di cinema. Fu l'architetto Massimo<br />

Ruffilli, che curò il restyling della sala, a<br />

scegliere il nuovo nome dopo un viaggio<br />

negli Stati Uniti.<br />

Lorenzo Borghini<br />

mani decise avrebbero strappato il roseo<br />

passepartout di carta per introdurmi in un<br />

mondo “altro”. Animato e dipinto in maniera<br />

diversa.<br />

“È il fungo cinese” mi disse la cassiera e passò<br />

ad altri.<br />

Finito lo spettacolo, uscendo, la vidi con la<br />

coda dell’occhio che beveva fino all’ultima<br />

goccia; a testa alta.<br />

Fuori dal cinema aveva smesso di piovere.<br />

Come spesso succedeva all’uscita del Cinema<br />

Astoria, il tempo era cambiato. Se prima<br />

pioveva, all’uscita non pioveva più. Se c'era<br />

un bel sole, uscivi e trovavi cumuli di nuvole<br />

basse e pronte a sciogliersi sulla tua testa<br />

nuda.<br />

In poche settimane il fungo cinese penetrò<br />

in tutte le nostre case. Non c’era cucina di<br />

famiglia che non possedesse, piazzata su di<br />

un mobile importante, la bottigliona di vetro<br />

con il fungo. Variava di tinta e di forme affascinando<br />

ed ipnotizzando anche l’osservatore<br />

più scettico ed assente. Un bicchierino<br />

di quello sciroppo, si diceva, faceva bene a<br />

tutto.<br />

Naturalmente tutto passa: qualche<br />

mese, forse un anno più tardi,<br />

tornai all’Astoria.<br />

Davano “L’assedio delle sette<br />

frecce”. Nel fare il biglietto la<br />

stessa cassiera distolse appena<br />

lo sguardo da un cineromanzo<br />

che aveva precisamente l’aria<br />

di essere romantico ed appassionante.<br />

Alle sue spalle il fungo<br />

cinese non c'era più.<br />

Oggi non c'è più neppure il Cinema Astoria.<br />

Rimane una saracinesca pisciosa, fuligginosa,<br />

chiusa. Siamo a venti metri da uno<br />

spettacolare tabernacolo quattrocentesco di<br />

Neri di Bicci (si va disgregando rapidamente)<br />

ed a duecento metri dal cenacolo di Andrea<br />

del Sarto, un delizioso capolavoro del nostro<br />

manierismo.<br />

Qualche volta passando per la via Aretina,<br />

questa via che mantiene tuttora quel senso<br />

di borgo campestre appena fuori città, penso<br />

in un attacco di follia improvvisa: “Il fungo<br />

cinese c’è ancora!” Da qualche parte nelle<br />

cantine dell’Astoria, nascosto sotto un cumulo<br />

di pellicole bruciacchiate, di tendaggi<br />

bucherellati, di seggiolini azzoppati. Sarebbe<br />

bello ritrovarlo. Ed interrogarlo come un piccolo<br />

oracolo. Contiene la cura a tutti i mali,<br />

lo so. Perché contiene tutte le colpe buffe e<br />

sciocche della nostra adolescenza. Vorremmo<br />

indietro quelle colpe: le scambieremmo<br />

volentieri con quella polvere corrosiva che è<br />

venuta dopo.<br />

Che si è depositata su tutti noi.<br />

Quello sciroppo potrebbe salvarci.


Stamperia d’arte<br />

Edi Grafica<br />

Un’eccellenza fiorentina attiva da oltre trent’anni nel segno della<br />

migliore tradizione artigiana. <strong>La</strong> mostra “Segni fiorentini” di Mario<br />

Minarini ricorda Tamara, moglie del fondatore Raffaello Becattini<br />

e figura centrale nella storia della stamperia di via San Niccolò<br />

Ricordando Tamara<br />

di Filippo Becattini<br />

<strong>La</strong> stamperia Edi Grafica prende vita nel 1981 grazie<br />

a Raffaello Becattini, maestro torcoliere di stampa<br />

litografica e calcografia. Raffaello ha sempre avuto<br />

l’arte nel suo destino, così come la sua Tamara,<br />

moglie inseparabile e aiutante di rara professionalità. Nel<br />

2002 la prematura e improvvisa scomparsa di Raffaello, mio<br />

padre, ha lasciato un vuoto incolmabile sia nel lavoro che nella<br />

vita di chi lo ha conosciuto. <strong>La</strong> sua bontà e l’innegabile esperienza<br />

sono ancora i punti cardine della nostra “bottega”. Dopo<br />

la sua scomparsa non è stato semplice ripartire: è stata la forza<br />

di mia madre a renderlo possibile, insieme all’apporto sincero<br />

e all’amicizia delle persone che hanno frequentato la stamperia.<br />

Sì, perché la stamperia è soprattutto questo, una famiglia,<br />

una casa, dove chi entra è sempre benvenuto. Ed era proprio<br />

questo lo spirito di mia madre, riuscire a trasformare la stamperia<br />

in un ambiente antico, fuori dalla contemporaneità, dove<br />

si lavora, certo, ma si sta anche insieme. L’omaggio di Mario<br />

Minarini è un altro tassello che va ad aggiungersi al mosaico di<br />

segni e inchiostro messi insieme in oltre trent’anni di storia.<br />

Non posso, quindi, che ringraziarlo di cuore per aver voluto rimarcare<br />

nella memoria di tutti il ricordo di Tamara.<br />

Raffaello, Tamara e Filippo al torchio litografico, macchina piana<br />

Interno della stamperia Edi Grafica<br />

Un primato di eccellenza<br />

di Riccardo Nencini<br />

<strong>La</strong> stamperia fondata trent’anni or sono da Raffaello Becattini,<br />

che ricordo con affetto e amicizia, è una delle eccellenze<br />

della nostra città. Lo dico senza retorica, convinto da sempre<br />

che il lavoro artigianale sia l’anima di Firenze e che la sua<br />

qualità si esprima attraverso le storie personali di uomini e<br />

donne che vi hanno dedicato la vita con passione. Rappresenta<br />

soprattutto un’eccellenza dentro l’eccellenza, ovvero l’espressione<br />

più autentica e creativa dell’ Oltrarno fiorentino, la<br />

migliore miscela di ingegno e di “saper fare”. <strong>La</strong> passione di<br />

Raffaello non si è interrotta con la sua scomparsa, ma ha trovato<br />

in Tamara e suo figlio Filippo una prosecuzione naturale<br />

eppure non scontata. Qui sta, secondo me, il primato della<br />

stamperia, nell’aver saputo prolungare, rafforzandolo, un bagaglio<br />

di competenza e di professionalità ma anche di doti<br />

umane che ne fanno oggi un patrimonio di grande valore. Dalla<br />

fondazione ad oggi, un trentennio in cui quest’arte ha conosciuto<br />

una notevole innovazione tecnica e tecnologica, la<br />

stamperia Becattini ha saputo mantenere il passo coi tempi,<br />

rinnovandosi ma mantenendo sempre il suo carattere di bottega<br />

artigiana. Raffaello Becattini è stato un punto di riferimento<br />

per tanti giovani stampatori e incisori che grazie a lui,<br />

Tamara e Filippo, hanno imparato un’arte che porta Firenze<br />

nel mondo. Ne dobbiamo andare orgogliosi.<br />

24 Stamperia Edi Grafica


Tamara mentre lavora al torchio litografico<br />

<strong>La</strong> misura<br />

di un capolavoro<br />

<strong>La</strong> mostra<br />

Segni Fiorentini<br />

di Mario Minarini<br />

aprirà il 10 ottobre<br />

alle ore 17.00<br />

nella sede<br />

della Stamperia<br />

Edi Graficar<br />

in via San Niccolò 14r<br />

a Firenze<br />

di Silvia <strong>La</strong> Rossa<br />

Molto spesso una misura specifica ed una determinata proporzione<br />

influenzano la percezione di una certa armonia generale. Ma chi ha<br />

stabilito questi canoni? Gli stessi artisti nel corso del tempo hanno<br />

creato questa opinione generale, affermando alcune “regole” che<br />

all’interno delle accademie sono diventate la base per vere e proprie<br />

divisioni in generi, tanto da poter quasi sorridere come con sole<br />

tre parole “altezza mezza bellezza”, si potesse riassumere la giusta<br />

misura di una persona. Sebbene il corso dei secoli avesse insegnato<br />

a trattare con uguale rispetto due classi distinte, si tendeva ad affidare<br />

una maggior considerazione e premi di ben più alto respiro<br />

economico ai pittori che facevan di figura rispetto a coloro che si<br />

dedicavano alla natura morta. Le divisioni o meglio le specializzazioni<br />

introducevano ulteriori classificazioni per quei pittori che si<br />

occupavano solo di fiori o frutta o di quadrature, fino alla lunghissima<br />

ma molto interessante querelle tra<br />

gli “accademici” ed i “progressisti”. In<br />

questo ultimo ambito era nato il gruppo<br />

dei macchiaioli che introducevano<br />

una tipologia di pittura lontana dai<br />

dettami accademici, colori non delimitati<br />

dal disegno e piccoli, talvolta piccolissimi<br />

formati. I coperchi di tabacchiere<br />

erano i supporti più economici<br />

ed adatti ad accogliere uno stralcio di<br />

cielo, uno scorcio prezioso, un interno<br />

con piccoli oggetti. Ricollegandosi a<br />

questa tradizione e al lavoro paziente<br />

di chi sa trovare la bellezza nelle piccole<br />

cose nasce lo spunto di questa<br />

mostra che vuol mettere in risalto il<br />

lavoro sapiente del pittore indipendentemente<br />

dal formato scelto, per<br />

Via dello Sprone, olio su tavola,<br />

cm. 30x40<br />

ricercare la grandezza di un mondo in<br />

questi piccoli oli.<br />

Filippo Becattini e Mario Minarini durante la stampa di un acquaforte<br />

Mario Minarini è nato a Firenze nel 1970. Frequenta l’Istituto d’Arte,<br />

dove nel 1989 si diploma nel campo dell’oreficeria. Negli anni successivi<br />

studia la tecnica della pittura ad olio con Alessandro Berti e la figura<br />

alla Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto<br />

la direzione di Sandra Batoni. Nel 2005 entra nel gruppo di Giovanni<br />

Mazzon, dove frequenta Osvaldo Curandai. Nel 2008 riceve il Fiorino<br />

d’Argento nell’ambito del Premio Firenze per l’opera Manichino Uomo.<br />

Con gli anni la sua espressività pittorica ha conquistato naturalezza<br />

e spontaneità, aprendosi all’uso della spatola che gli consente una<br />

stesura più materica e vibrante. Anche il colore subisce un cambiamento<br />

con tonalità più accese. Ha esposto a Firenze (2007, Palagio di<br />

Parte Guelfa; 2009, Galleria d’Arte “L’indicibile”; 2010 e 2011, Galleria<br />

d’Arte Benvenuti; 2012, Hotel Mediterraneo; 2012, Galleria d’Arte<br />

Ponte Vecchio; 2013, Palazzo Panciatichi; 2014 e 2015, Palazzo Medici<br />

Riccardi; 2015, Accademia Musicale), Fiesole (2012, Sala Consiliare<br />

del Comune; 2013, Sala del Basolato) e in Inghilterra (2014, Lewis Elton<br />

Gallery Guildford). Nel 2016 esporrà a Città del Messico.<br />

Lungarno Ferrucci, ceramolle/acquaforte, cm. 35x50<br />

Stamperia Edi Grafica<br />

25


Zerva<br />

Paraskevì<br />

di Daniela Pronestì<br />

<strong>La</strong> perla di Firenze (particolare)<br />

U<br />

na perfetta identità tra arte e vita: è questa la prima<br />

fondamentale cifra interpretativa dell’opera di<br />

Zerva Paraskevi. Un’identità cercata e raggiunta<br />

fin dagli esordi della sua vicenda artistica, che l’ha<br />

vista cimentarsi nella danza ancor prima che nella scultura. <strong>La</strong><br />

disciplina del corpo e il controllo dei movimenti le hanno permesso,<br />

infatti, di sperimentare su se stessa quei valori formali<br />

- equilibrio, misura, ritmo - che a distanza di qualche anno ha<br />

ritrovato nella pratica scultorea. Ed entrambi i linguaggi soddisfano,<br />

anche se in maniera diversa, il suo bisogno di risolvere il<br />

dualismo tra esteriorità ed interiorità per raggiungere una possibile<br />

armonia tra materia e spirito. Un’armonia che si rinnova<br />

ad ogni nuova fase della vita, scandendo le tappe di un cammino<br />

artistico iniziato in Grecia, sua terra natale, e proseguito con<br />

il trasferimento, vent’anni or sono, a Firenze. L’incontro con la<br />

città simbolo del Rinascimento l’ha guidata nella scelta di dedicarsi<br />

alla scultura, senza farle dimenticare, tuttavia, l’antico<br />

amore per la danza e per la poesia. <strong>La</strong> mostra <strong>La</strong> perla di Firenze,<br />

che dal 9 al 23 ottobre la vedrà esporre nell’Antica Officina di<br />

Santa Maria Novella, è un omaggio a questa città, che ha fatto<br />

da sfondo ad alcuni momenti centrali della sua storia di donna<br />

e d’artista. È all’interno di questa dimensione creativa vissuta<br />

come atto totalizzante e conoscenza profonda di sé che vanno<br />

cercate le ragioni del suo approccio concettuale alla scultura,<br />

che sovente è il traslato di una riflessione avviata nella scrittura<br />

poetica. È il caso, ad esempio, della scultura che dà titolo alla<br />

mostra e che trae spunto dai versi di una poesia in cui il mito di<br />

Afrodite diventa metafora di una rinascita interiore. Vi si legge<br />

“Come Afrodite che sorge / dal mare dei più profondi segreti /<br />

dal mare della trasformazione / Vedo la sua conchiglia che è dischiusa<br />

/ e rivela la sua perla / <strong>La</strong> perla che è rinata dal dolore, è<br />

la donna”. <strong>La</strong> sua “perla di Firenze” è una donna che ha mutato<br />

il dolore in bellezza, affrontando le sfide della vita con il coraggio<br />

di chi non teme il cambiamento. Parole che prendono forma<br />

nella scultura, assecondando il bisogno di dare concretezza<br />

all’ineffabilità del tempo, di modellare l’anima come si fa con la<br />

creta. Il vissuto dell’artista entra nel corpo dell’opera e la anima<br />

di un senso poetico che si riflette nel dinamismo vitalistico delle<br />

forme e nell’atmosfera di mitico arcaismo che le domina. È un<br />

percorso di incarnazione e di trasformazione della creatività,<br />

che si spinge oltre il microcosmo dei sentimenti individuali per<br />

confrontarsi con il macrocosmo dei valori universali. Valori che<br />

parlano al cuore dell’uomo, dove ogni cosa inizia e finisce, tra<br />

l’alfa e l’omega della vita.<br />

<strong>La</strong> mostra <strong>La</strong> perla di Firenze si terrà dal 9 al 23 ottobre presso<br />

l’Antica Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella<br />

(Via della Scala, 16) con apertura al pubblico tutti i giorni dalle<br />

9.00 alle 20.00.<br />

“<strong>La</strong> perla di Firenze” è il titolo<br />

della mostra che dal 9 al 23<br />

ottobre vedrà l’artista greca<br />

esporre all’Antica Officina<br />

Profumo Farmaceutica di<br />

Santa Maria Novella<br />

Zerva Paraskevì con l'opera <strong>La</strong> perla di Firenze nell'allestimento ideato per la mostra all'Officina<br />

Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella<br />

Zerva Paraskevì Scultrice e poetessa greca, risiede a Firenze dal 1997. Formatasi<br />

in Grecia, si è poi trasferita a Firenze, dove ha frequentato il corso di disegno<br />

di Tiziano Bonanni e il laboratorio di scultura "Ellittica" di Calenzano. Ha studiato<br />

incisione alla Fondazione il Bisonte e si perferzionata nella pratica scultorea<br />

sotto la guida di Amalia Ciardi Duprè, nel cui studio - galleria ha presentato, nel<br />

2013, la prima personale dal titolo ΑΓΑΠΩ (AMO), Dall’Alfa all’Omega. Nello<br />

stesso anno ha esposto al Castello dell’Acciaiolo di Scandicci con la personale <strong>La</strong><br />

sacra danza dell’essere e nel 2014 al Gruppo Donatello con la personale <strong>La</strong> Kore<br />

e l’Anima. Tra le altre mostre si ricordano quelle realizzate a Firenze (Chiesa della<br />

Santissima Annunziata, Palagio di Parte Guelfa, Oratorio dei Salesiani, Limonaia<br />

di Villa Vogel, ICLAB), in altre località della <strong>Toscana</strong> (Oratorio di Calenzano alto,<br />

San Niccolò in Casentino, Palazzo Malaspina a San Donato in Poggio, Museo<br />

MAEC di Cortona) e all’estero (Ada Gallery, Barcellona). Vincitrice del Fiorino<br />

d’Argento (Premio Firenze) e del primo premio per la scultura nell’ambito del Concorso<br />

Gino Severini - Città di Cortona, è inserita in riviste e pubblicazioni d’arte<br />

(Donne dell’arte in <strong>Toscana</strong>, 2013 e 2014; <strong>La</strong> <strong>Toscana</strong>, periodico di arte e cultura).<br />

Come poetessa, scrive e pubblica da tanti anni su riviste letterarie, antologie<br />

poetiche, collane di poesia e ha al suo attivo la pubblicazione di due raccolte<br />

poetiche. È socia del Circolo Artisti Casa di Dante.<br />

www.zervaparaskeviarte.weebly - zervaparaskevi@gmail.com<br />

26 Zerva Paraskevì


Sergio Del Giudice<br />

L’arte è il futuro<br />

Artista autodidatta. Padrone delle mie emozioni,<br />

dipingo nell’unico modo in cui so farlo…<br />

di Sergio Del Giudice<br />

Dopo oltre 25 anni di esperienza<br />

come operatore finanziario, ho<br />

trovato nell’arte una nuova sfida...<br />

Realizzare con le mie mani<br />

la mia valuta di cambio, che mi permetta di<br />

vivere in connessione con la realtà e con l’essere<br />

umano, cercando di sviluppare in armonia<br />

i miei due emisferi...<br />

Vivo sull'acqua, nella mia barca, dove dipingo<br />

da 12 anni...<br />

Per navigare attraverso il mondo vendendo<br />

la mia arte è parte della mia sfida. Ma come<br />

tutti i Sogni, bisogna investirci tempo e duro<br />

lavoro...<br />

Due di queste opere sono state selezionate tra<br />

15000 per essere presentate alla mostra estiva<br />

2014 della Royal Academy of Arts di Londra.<br />

Ho organizzato una mostra per i non vedenti<br />

assieme alla Banda Sinfonica Nazionale dei<br />

Ciechi e un'altra con due sorelle cieche e un<br />

<strong>La</strong> artista<br />

<strong>La</strong> psicologa<br />

<strong>La</strong> hermana de la psicologa<br />

pianoforte solista assieme all’Associazione<br />

Dante Alighieri.<br />

Ho partecipato a numerose mostre, internazionali<br />

e nazionali.<br />

Così, in questo modo, passo dopo passo,<br />

metto su il mio mercato.<br />

Conquistare la mia anima è la mia strategia...<br />

<strong>La</strong> relazione problematica nella comunicazione<br />

visiva e tattile tra le persone,<br />

causata dall'uso improprio della<br />

tecnologia, sta riducendo nel sonno Sergio Del Giudice<br />

l’umanità.<br />

Con le mie creazioni cerco un'emozione. Un sentimento, un'idea, un riflesso nello specchio.<br />

Con lo scopo di lasciare qualcosa nell’Altro…<br />

Un dipinto ... ti piace o non ti piace ... Ma se genera un'emozione è perché l'opera parla<br />

da sola…<br />

Ascolto, penso e rendo l'idea materiale. <strong>La</strong> mancanza di buon senso, di rispetto, di parola,<br />

accecati come siamo dalla nuova cultura virtuale… mi induce a rompere la figura, cercando<br />

di dare un’anima a ciò che è inanimato...<br />

www.sergiodelgiudice.com.ar<br />

info@sergiodelgiudice.com.ar<br />

Sergio Del Giudice<br />

27


L’Associazione Artistico Culturale<br />

dalle Terre di Giotto e dell’Angelico organizza<br />

DAL DISEGNO AL MODELLATO<br />

Mario Meoni e Mauro Baroncini<br />

Corsi d’arte<br />

Dal mese di ottobre alla Casa di Giotto<br />

ILLUSTRAZIONE BOTANICA, ACQUERELLO E ACRILICO<br />

Saro Caltabiano<br />

DISEGNO DAL VERO<br />

Mauro Baroncini<br />

PITTURA AD OLIO E ACRILICO<br />

Giuliano Paladini<br />

Attività alla Casa<br />

Museo di Giotto<br />

INTAGLIO E SCULTURA<br />

Fabrizio Maiorelli e Bruno Serpillo<br />

Nei mesi di ottobre e novembre 2015 si svolgerà il "Concorso d'arte<br />

Giotto". Le opere in concorso saranno esposte alla Casa di Giotto,<br />

con inaugurazione ufficiale domenica 11 ottobre alle ore 16.00<br />

(è previsto un buffet).<br />

Dall'11 ottobre all'8 novembre sarà possibile votare le opere in<br />

concorso negli orari di apertura del museo (sabato e domenica 10.00<br />

- 13.00; 15.00 - 19.00). Le votazioni termineranno l'8 novembre<br />

alle ore 16.00. Seguirà lo scrutinio con la proclamazione dei primi<br />

classificati. <strong>La</strong> premiazione dei vincitori si terrà domenica 22<br />

novembre alle ore 16.30. Dalle ore 18.00 dello stesso giorno sarà<br />

possibile ritirare le opere.<br />

Per informazioni e contatti visitare il sito:<br />

www.dalleterredigiottoedellangelico.it<br />

info@casadigiotto.it - Cell. 328 5990920<br />

28 Dalle Terre di Giotto e dell’Angelico


Eugenia<br />

Margherita Arcuri<br />

di Daniela Pronestì<br />

<strong>La</strong> produzione pittorica di Eugenia Margherita Arcuri<br />

sottende un approccio emozionale al processo creativo,<br />

che si avvale del colore per far convivere sul supporto<br />

verità oggettiva e percezione interiore. I suoi<br />

dipinti rivelano un uso espressionistico del colore, che si svilup-<br />

<strong>La</strong> forza del colore<br />

tra verità oggettiva e<br />

percezione interiore<br />

Spighe di grano, tecnica mista su tela<br />

Oltre il confine, tecnica mista e collage su tela<br />

pa sul piano con variazioni di<br />

intensità e di consistenza nel<br />

tentativo di assecondare una<br />

gestualità guidata dal sentimento.<br />

<strong>La</strong> tendenza ad azzerare<br />

la distinzione tra figura e<br />

sfondo conferma, del resto, il<br />

bisogno di allontanarsi dalla<br />

riproduzione illusionistica del<br />

reale per evocare una profondità<br />

non più prospettica ma<br />

introspettiva. Pensieri, ricordi<br />

e sensazioni s’incontrano sulla<br />

superficie del dipinto, dettando con la loro presenza l’andamento<br />

curvilineo del colore, che passa dalle stesure piane ai rilievi<br />

ottenuti con la densità della materia cromatica e con l’applicazione<br />

di lustrini. <strong>La</strong> citazione del reale è nota costante in tutti<br />

i suoi dipinti, anche se spesso trasfigurata per mezzo del colore.<br />

I quadri con figura declinano il tema del femminile mettendolo<br />

in rapporto con il paesaggio naturale, che diventa specchio di un<br />

mondo interiore più vicino al sogno che alla realtà, da cui le sue<br />

donne sembrano voler fuggire per ritrovare una serenità perduta.<br />

Il ricorso al collage crea nuove aperture di significato, sia quando<br />

il ritaglio cartaceo è in stretta continuità con il soggetto dipinto<br />

sia quando è applicato sul piano per rompere l’uniformità dello<br />

sfondo. Se lo spunto ispirativo è dettato dalla natura, l’immagine<br />

si divide in vivaci aree cromatiche, pennellate diagonali, vortici e<br />

Temporale estivo, tecnica mista e collage su tela<br />

accenti coloristici che conducono<br />

lo sguardo sulla soglia<br />

dell’astrazione. Questo salto<br />

oltre il visibile avviene in<br />

special modo nei dipinti che<br />

conservano solo l’essenza<br />

coloristica del dato naturale<br />

- ad esempio i fiori - lasciando<br />

maggiore spazio agli<br />

aspetti fantastici, agli slanci<br />

dell’immaginazione. Da una<br />

forma vegetale può nascere,<br />

quindi, una configurazione<br />

misteriosa, che rimanda ad<br />

un’idea di natura sentita e<br />

vissuta dall’interno, come un<br />

continuo pulsare di emozioni<br />

che si riverberano nel magma<br />

dorato del colore. È il tratto<br />

distintivo di una grammatica<br />

pittorica che trae forza<br />

e suggestione dal reale per<br />

poi calarlo in una dimensione<br />

che rinuncia ai criteri della<br />

rappresentazione per mutare<br />

l’immagine dipinta in una<br />

proiezione dell’interiorità.<br />

Nata a Crotone nel 1955, risiede<br />

da molti anni a Firenze<br />

dove ha studiato Architettura.<br />

Coltiva da sempre la passione per<br />

l’arte e ha frequentato corsi di pittura<br />

figurativa, tecniche moderne e disegno<br />

dal vero. Dipinge soprattutto ad<br />

olio, spaziando dall'astratto al figurativo,<br />

spesso con interventi di collage.<br />

Ha esposto in varie mostre collettive<br />

in <strong>Toscana</strong>.<br />

e.m.arcuri@hotmail.it<br />

Eugenia Margherita Arcuri 29


Spoleto Festival<br />

Art 2015<br />

Cinquanta artisti toscani in mostra<br />

dal 25 al 28 settembre nella splendida<br />

città umbra per una manifestazione di<br />

respiro internazionale<br />

di Maria Grazia Dainelli<br />

Dal 25 al 28 settembre si è svolta la manifestazione<br />

Spoleto Festival Art 2015, a cui l’associazione<br />

<strong>Toscana</strong> Cultura ha aderito con cinquanta artisti<br />

toscani che hanno esposto nel centro storico della<br />

città umbra in una prestigiosa sede assegnatagli dagli organizzatori<br />

dell’evento.<br />

Presieduto dal professor Luca Filipponi, il grande appuntamento<br />

espositivo vede incontrarsi ogni anno artisti provenienti da diversi<br />

paesi del mondo nella splendida cornice di Spoleto.<br />

<strong>La</strong> manifestazione, inaugurata il 25 settembre alla presenza delle<br />

massime autorità cittadine, ha previsto inoltre un corteo di musici e<br />

di sbandieratori che hanno sfilato per le strade del centro. Le opere<br />

esposte sono documentate dal catalogo generale della mostra, in<br />

cui sono indicati anche i contatti degli artisti.<br />

Una suggestiva immagine del Duomo di Spoleto<br />

30 Spoleto Festival Art 2015


L’elenco dei 50 artisti toscani che hanno<br />

esposto nello storico palazzo di via Visiale:<br />

Nel Caffè Letterario della<br />

Biblioteca Comunale di<br />

Spoleto, in occasione<br />

della manifestazione, è<br />

stata allestita una mostra<br />

di 12 opere del maestro<br />

Giuliano Ghelli curata da<br />

Fabrizio Borghini e da Lilia<br />

Ghelli sorella del maestro<br />

fiorentino recentemente<br />

scomparso. <strong>Toscana</strong><br />

Cultura ha voluto così<br />

ricordare non solo un<br />

artista di grande talento<br />

ma anche un amico<br />

dell'associazione che ha<br />

curato la sua ultima mostra<br />

personale ai "Quattro<br />

Amici" di Firenze.<br />

A destra: l'immagine del manifesto<br />

di "Spoleto Festival Art 2015" con<br />

l'opera di Luca Alinari<br />

Sotto: la sfilata del corteo per le<br />

strade cittadine nel giorno<br />

dell'inaugurazione dello Spoleto<br />

Art Festival 2015<br />

Uno scorcio del bellissimo centro storico della città<br />

MARIA GRAZIA BAMBI<br />

ELIO BARGAGNI<br />

MAURO BARONCINI<br />

DAMIANO BASTA<br />

FILIPPO BENCI<br />

GIULIA BUCCIARELLI<br />

EMMA CAMPANALE<br />

ANTONIO CICCONE<br />

SHILHA CINTELLI<br />

SILVANA CIPRIANI<br />

CARLO CIUCCHI<br />

LORELLA CONSORTI<br />

LOREDANA CONSUMI<br />

PIETRO DARESTA<br />

GRAZIA DI NAPOLI<br />

COSETTA DI PIETRANTONIO<br />

EURO ELMI<br />

TIZIANA FACCENDI<br />

LUIGI FALAI<br />

CRISTINA FALCINI<br />

GIOVANNI FORTUNATO<br />

ORIELLA FRANCINI<br />

LILIA GHELLI<br />

ANDREINA GUERRIERI<br />

GERDA HEGEDUS<br />

FURIO INNOCENTI<br />

PIERINA LAGANÀ<br />

MARCO LAMI<br />

SUSI LA ROSA<br />

RICCARDO MACINAI<br />

CARLO MAGNOLFI<br />

MIRANDA MEI<br />

ELENA MIGLIORINI<br />

MARA NATUCCI<br />

JACOPO NOCENTINI<br />

ORLANDO POGGI<br />

DIANA POLO<br />

MILENA PRESTIA<br />

ISABELLA ROMBOLÀ<br />

PAOLO REMONDINI<br />

BRUNO SABATINI<br />

VALERIO SAVINO<br />

BEATRIZ IRENE SCOTTI<br />

ANTONELLA SERRATORE<br />

ANDREA SIMONCINI<br />

MASSIMO SONNINI<br />

SILVANO SORDI<br />

LUCA TAGLINI<br />

ALTERIDE TURCHI<br />

ANNAMARIA VECCIA<br />

Spoleto Festival Art 2015<br />

31


Sede sociale e direzione<br />

Signa<br />

piazza Michelacci 7 - 50058 Signa<br />

Tel. 055 879101 - fax 055 8732067<br />

Filiali<br />

Signa<br />

piazza Michelacci 1-2 - 50058 Signa<br />

Tel. 055 879101 - fax 055 8732067<br />

<strong>La</strong>stra a Signa<br />

via Turati 10-12<br />

50055 <strong>La</strong>stra a Signa<br />

Tel. 055 8720251 - fax 055 8720204<br />

Ponte a Signa<br />

(Comune di <strong>La</strong>stra a Signa)<br />

via S. <strong>La</strong>vagnini 11 - 50055 <strong>La</strong>stra a Signa<br />

Tel. 055 8725268 - fax 055 8725270<br />

San Mauro a Signa<br />

(Comune di Signa)<br />

via della Chiesa 19 - 50050 S. Mauro a Signa<br />

Tel. 055 8739764/5 - fax 055 8739693<br />

Viottolone<br />

(Comune di Scandicci)<br />

via di Castelpulci 3 - 50018 Scandicci<br />

Tel. 055 7310678 - fax 055 720145<br />

Montelupo Fiorentino<br />

via Centofiori 14 - 50056 Montelupo Fiorentino<br />

Tel. 0571 913188 - fax 0571 913216<br />

Malmantile<br />

(Comune di <strong>La</strong>stra a Signa)<br />

via Vecchia Pisana 235<br />

50050 Malmantile (<strong>La</strong>stra a Signa)<br />

Tel. 055 8729244 - fax 055 8784412<br />

Firenze<br />

Piazza della Libertà 32R - 50129 Firenze<br />

Tel. 055 5088114 - fax 055 578832<br />

Sede distaccata<br />

Castelfranco di Sotto<br />

via Provinciale Francesca Nord 78<br />

56022 Castelfranco di Sotto (Pisa)<br />

Tel. 0571 488730 - fax 0571 488740<br />

Sportelli ATM<br />

Signa<br />

Parco dei Renai<br />

Badia a Settimo<br />

(Comune di Scandicci)<br />

via la Comune di Parigi 34<br />

Capannori<br />

Via del Popolo 5<br />

55012 Capannori (Lucca)<br />

Firenze<br />

Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio<br />

via Torregalli 3 - 50143 Firenze<br />

Fucecchio<br />

Piazza dei Seccatoi<br />

San Miniato<br />

Viale Marconi 20

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