Manuale Pratico di Coltivazione e Trasformazione dei FICHI DI COSENZA
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Premessa Il presente Manuale è stato steso specificamente per conseguire il prodotto Fichi di Cosenza in aderenza ai contenuti tecnici prescritti dal disciplinare della DOP “Fichi di Cosenza”. La fichicoltura del Cosentino è stata da sempre sinonimo di interazione tra una produzione di secondaria importanza (integrazione di reddito), realizzata in luoghi poco contaminati, e la indiscutibile qualità del prodotto che le viene riconosciuta dal mercato nazionale ed estero. La fichicoltura tradizionale si pratica in impianti non specializzati o con sesti irregolari e distanze di piantagione molto ampie. Il rischio che si affaccia con la costituzione dei nuovi impianti specializzati, sebbene si parli di impianti razionali, è rappresentato dalla maggiore intensificazione colturale che porta con sé effetti di impatto ambientale sconosciuti nella nostra esperienza regionale. Un conto è produrre su 100 piante, sparse nell’azienda e che funzionano un po’ come piante isolate; altro è condurre un ficheto con 300-400 piante/ha. Sorgono immediati problemi di gestione nutrizionale, fitosanitaria e delle potature, che se non correttamente impostati potranno determinare uno scadimento del prodotto fresco e trasformato ed un danno per l’ecosistema. Infatti, il ricorso a forme intensive di coltivazione ha talvolta prodotto effetti indesiderabili per l’ambiente; l’eccessivo impiego di prodotti chimici per la difesa delle colture ed il controllo delle malerbe ha creato problemi di resistenza delle piante ai parassiti ed ha fatto sorgere preoccupazioni circa la possibile presenza di residui chimici negli alimenti. La nuova produzione di fichi nel cosentino avverrà in ecosistemi che dovranno essere sottoposti a continuo monitoraggio e per i quali si prevede un nuovo modo di fare agricoltura che, al razionale utilizzo delle nuove tecnologie, necessario per conseguire i miglioramenti produttivi, affianchi una strategia che elimini gli aspetti negativi che l’agricoltura intensiva ha posto in evidenza. Il “Piano di assistenza alle aziende” attivato dal Consorzio adotta la metodologia propria dell’ agricoltura integrata che ottimizza l’utilizzazione delle risorse usando tutti i mezzi tecnici disponibili, ivi inclusi quelli contemplati dall’ agricoltura biologica, 12
con impiego di antagonisti naturali contro le avversità delle piante, basandosi soprattutto su interventi guidati da assistenti tecnici preparati e presenti in modo puntuale sul territorio. Lotta chimica, fisica, interventi agronomici, lotta guidata e concimazioni saranno pianificati e decisi, a seguito di monitoraggi, per ogni singola azienda. Per conseguire la produttività e la redditività richiesta dalla competitività del mercato, per produrre cibi sani e sicuri e per conservare e proteggere le risorse ambientali ed, in tal modo, per realizzare l’agricoltura sostenibile. TIPI DI AGRICOLTURA Agricoltura integrata è un sistema di produzione agricola che consiste nell’integrazione di tutti i metodi e mezzi a disposizione dell’uomo (agronomici, biologici, fisici e meccanici) per conseguire un’ equa produttività e redditività , per produrre cibi sani e sicuri realizzando l’agricoltura sostenibile. La lotta, la concimazione, le lavorazioni sono effettuate dopo attente valutazioni e monitoraggi da parte dei tecnici agricoli. Agricoltura biologica è un sistema di produzione agricola che cerca di offrire al consumatore prodotti freschi, gustosi e genuini, rispettando il ciclo della natura. Le pratiche agricole biologiche generalmente includono: -- la rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali; -- il divieto di usare pesticidi, fertilizzanti di sintesi, antibiotici nell’allevamento degli animali; -- il divieto di uso di organismi geneticamente modificati (OGM); -- l’uso efficace delle risorse del luogo, come per esempio l’utilizzo del letame e/o della tecnica di sovescio per fertilizzare la terra all’interno dell’azienda agricola o la coltivazione dei foraggi per il bestiame; -- la scelta di piante ed animali che resistono alle malattie e si adattano alle condizioni del luogo. Agricoltura sostenibile: rappresenta la sintesi e il risultato ottimale dei sistemi di agricoltura di cui sopra. Essa si pone l’ambizioso obiettivo di soddisfare le esigenze economiche (di bassa spesa per i consumatori e di alto reddito per gli agricoltori) senza compromettere il “capitale ambiente”, patrimonio di tutti e risorsa per le future generazioni. Nelle coltivazioni e negli allevamenti utilizza il più possibile i processi naturali e le fonti energetiche rinnovabili disponibili in azienda, riducendo così l’impatto ambientale dovuto all’uso di sostanze chimiche di sintesi (pesticidi, concimi, ormoni, antibiotici), alle lavorazioni intensive del terreno, alle monocolture e monosuccessioni, nonché allo smaltimento indiscriminato dei rifiuti di produzione (ad esempio i liquami zootecnici e i reflui di frantoio). 13
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Premessa<br />
Il presente <strong>Manuale</strong> è stato steso specificamente per conseguire il prodotto Fichi<br />
<strong>di</strong> Cosenza in aderenza ai contenuti tecnici prescritti dal <strong>di</strong>sciplinare della DOP<br />
“Fichi <strong>di</strong> Cosenza”.<br />
La fichicoltura del Cosentino è stata da sempre sinonimo <strong>di</strong> interazione tra una<br />
produzione <strong>di</strong> secondaria importanza (integrazione <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to), realizzata in luoghi<br />
poco contaminati, e la in<strong>di</strong>scutibile qualità del prodotto che le viene riconosciuta<br />
dal mercato nazionale ed estero. La fichicoltura tra<strong>di</strong>zionale si pratica in impianti<br />
non specializzati o con sesti irregolari e <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> piantagione molto ampie.<br />
Il rischio che si affaccia con la costituzione <strong>dei</strong> nuovi impianti specializzati, sebbene<br />
si parli <strong>di</strong> impianti razionali, è rappresentato dalla maggiore intensificazione<br />
colturale che porta con sé effetti <strong>di</strong> impatto ambientale sconosciuti nella nostra<br />
esperienza regionale.<br />
Un conto è produrre su 100 piante, sparse nell’azienda e che funzionano un po’<br />
come piante isolate; altro è condurre un ficheto con 300-400 piante/ha. Sorgono<br />
imme<strong>di</strong>ati problemi <strong>di</strong> gestione nutrizionale, fitosanitaria e delle potature, che se<br />
non correttamente impostati potranno determinare uno sca<strong>di</strong>mento del prodotto<br />
fresco e trasformato ed un danno per l’ecosistema.<br />
Infatti, il ricorso a forme intensive <strong>di</strong> coltivazione ha talvolta prodotto effetti<br />
indesiderabili per l’ambiente; l’eccessivo impiego <strong>di</strong> prodotti chimici per la <strong>di</strong>fesa<br />
delle colture ed il controllo delle malerbe ha creato problemi <strong>di</strong> resistenza delle<br />
piante ai parassiti ed ha fatto sorgere preoccupazioni circa la possibile presenza<br />
<strong>di</strong> residui chimici negli alimenti.<br />
La nuova produzione <strong>di</strong> fichi nel cosentino avverrà in ecosistemi che dovranno<br />
essere sottoposti a continuo monitoraggio e per i quali si prevede un nuovo<br />
modo <strong>di</strong> fare agricoltura che, al razionale utilizzo delle nuove tecnologie, necessario<br />
per conseguire i miglioramenti produttivi, affianchi una strategia che elimini<br />
gli aspetti negativi che l’agricoltura intensiva ha posto in evidenza. Il “Piano<br />
<strong>di</strong> assistenza alle aziende” attivato dal Consorzio adotta la metodologia propria<br />
dell’ agricoltura integrata che ottimizza l’utilizzazione delle risorse usando tutti i<br />
mezzi tecnici <strong>di</strong>sponibili, ivi inclusi quelli contemplati dall’ agricoltura biologica,<br />
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