dell’Ircac
Gennaio 2007 - IRCAC
Gennaio 2007 - IRCAC
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anno X - n° 1 gennaio 2007<br />
mensile <strong>dell’Ircac</strong><br />
Per l’Ircac aumentano<br />
le possibilità di mutuo pagg. 3<br />
L’operetta sotto la tenda,<br />
la scommessa degli Zappalà pag. 10<br />
Speciale convegno Ircac<br />
“Cooperazione, femminile, plurale” pag. 13-28
Cooperazione 2000<br />
L’aumento del “de minimis”<br />
Per l’Ircac aumentano<br />
le possibilità di mutuo<br />
Donatella Palumbo<br />
minore” (“de minimis”) sostituisce il precedente<br />
Regolamento n. 69/2001 ed è stato pubblicato<br />
sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea<br />
il 28 dicembre scorso. Le principali novità<br />
contenute nel Regolamento riguardano l’ampliamento<br />
del campo di applicazione alle<br />
imprese attive nel settore della trasformazione<br />
e commercializzazione dei prodotti agricoli e<br />
nel settore dei trasporti e l’ incremento dell’importo<br />
massimo concedibile da 100 mila a<br />
200 mila euro, tranne per le imprese attive del<br />
’approvazione da parte della Commissione<br />
europea, il 15 dicembre del 2006,<br />
del nuovo regolamento riguardante<br />
gli aiuti “de minimis” consentirà<br />
all’Ircac di raddoppiare la portata degli aiuti<br />
concessi dall’Istituto alle imprese cooperative.<br />
Si tratta di un risultato di grandissimo rilievo<br />
anche perché lo stesso regolamento allarga la<br />
platea di utenza dell’Istituto anche alle imprese<br />
agricole e dei trasporti, rimaste escluse per oltre<br />
un quinquennio dagli aiuti concessi dall’Ircac.<br />
Questa novità riporta di fatto all’interno del<br />
bacino dei potenziali clienti dell’Istituto centinaia<br />
di cooperative che erano state tagliate fuori<br />
dopo l’approvazione del Regolamento comunitario<br />
del 2001. Il Regolamento (CE) n.<br />
1998/2006 “relativo all’applicazione degli articoli<br />
87 e 88 del trattato agli aiuti d’importanza<br />
2<br />
COOPERAZIONE 2000<br />
mensile <strong>dell’Ircac</strong><br />
Direttore<br />
Antonio Carullo<br />
Vicedirettore responsabile<br />
Donatella Palumbo<br />
Direzione, redazione<br />
e amministrazione<br />
IRCA<br />
CAC<br />
Via Ausonia, 83 - Palermo<br />
Telefono 091 209111<br />
Fax 091 209247<br />
Chiuso in redazione il 30.01.2007<br />
Realizzazione<br />
Ser.Gio. società cooperativa<br />
Tel. 091 581733 - Fax 091 335835<br />
Via Cavour, 70 - Palermo<br />
Stampa<br />
Officine Grafiche Riunite<br />
Via P. Favier, 10 - Palermo<br />
In copertina: A Caltagirone,<br />
capitale della ceramica artistica,<br />
un convegno Ircac sulle donne<br />
Registrazione n° 12/98<br />
del Tribunale di Palermo<br />
Nelle foto agricoltura e trasporti settori in cui l’Ircac potrà tornare ad intervenire
Cooperazione 2000<br />
settore del trasporto su strada per le quali<br />
viene fissato il limite di 100 mila euro, in considerazione<br />
delle piccole dimensioni che<br />
hanno in media queste imprese.<br />
Il nuovo Regolamento introduce alcune limitazioni<br />
per le imprese agricole che riguardano il<br />
caso in cui l’importo dell’aiuto è fissato in base<br />
al prezzo o al quantitativo dei prodotti agricoli<br />
acquistati da produttori primari o immessi sul<br />
mercato dalle imprese interessate e l’ipotesi in<br />
cui l’aiuto è subordinato al fatto di venire in<br />
tutto o in parte trasferito ai produttori primari.<br />
Nella trasformazione dei prodotti agricoli sono<br />
comprese tutte le attività di trattamento dei<br />
prodotti agricoli in cui il prodotto ottenuto<br />
rimane pur sempre un prodotto agricolo con<br />
esclusione delle attività necessarie per preparare<br />
un prodotto agricolo alla prima vendita come<br />
ad esempio la raccolta, il taglio, la trebbiatura<br />
dei cereali. Nella commercializzazione dei prodotti<br />
agricoli sono comprese la detenzione o l’esposizione<br />
di un prodotto agricolo per la vendita<br />
o l’immissione sul mercato con esclusione<br />
delle attività di preparazione del prodotto agricolo<br />
alla prima vendita. È considerata commercializzazione<br />
la vendita da parte di un produttore<br />
primario ai consumatori finali se avviene in<br />
locali separati riservati a tale scopo. Per quel<br />
che riguarda le imprese di trasporto la limitazione<br />
introdotta dal Regolamento riguarda l’esclusione<br />
dal campo di applicazione degli aiuti<br />
destinati all’acquisto di veicoli per il trasporto di<br />
merci su strada da parte di imprese che effettuano<br />
il trasporto per conto terzi.<br />
Un’altra novità è costituita dal periodo preso in<br />
considerazione per la concessione delle agevolazioni.<br />
Il nuovo Regolamento non fa più riferimento<br />
agli aiuti ricevuti nei tre anni precedenti<br />
la concessione dell’aiuto ma calcola invece<br />
come periodo quello dei tre esercizi finanziari,<br />
cioè quello in cui viene concesso l’aiuto ed i due<br />
esercizi precedenti.<br />
L’aiuto si considera concesso nel momento in<br />
cui all’impresa è accordato il diritto giuridico di<br />
ricevere l’aiuto. Questo, naturalmente, può<br />
abbreviare di fatto il periodo da considerare per<br />
la concessione delle agevolazioni.<br />
Più tecnica ma ugualmente di rilievo la questione<br />
riguardante la cosiddetta “trasparenza” degli<br />
aiuti concessi e stabilita al comma 4 dell’art. 2<br />
del nuovo Regolamento. Questo infatti si<br />
applica soltanto agli aiuti “trasparenti” quelli,<br />
cioè, rispetto ai quali sia possibile calcolare con<br />
precisione l’equivalente sovvenzione lordo<br />
(modalità di calcolo dell’importo dell’aiuto nei<br />
casi diversi dalla sovvenzione diretta in denaro)<br />
ex ante senza che sia necessario effettuare un’analisi<br />
del rischio.<br />
Gli aiuti concessi sotto forma di prestiti sono<br />
trattati come aiuti trasparenti se l’ ESL ( equivalente<br />
sovvenzione lordo) è stato calcolato sulla<br />
IL CONSIGLIO DELL’IRCAC RIUNITO A CALTAGIRONE<br />
Crediti d’esercizio a tre cooperative<br />
Da sinistra il direttore generale <strong>dell’Ircac</strong> Ambrosetti e il presidente Carullo<br />
Il Consiglio di amministrazione <strong>dell’Ircac</strong> presieduto da Antonio Carullo si è riunito, il<br />
15 gennaio scorso, a Caltagirone. Una riunione anche simbolica che ha inteso rinnovare<br />
il grande interesse la grande attenzione dell’Istituto nei confronti della Sicilia<br />
orientale e del territorio catanese e calatino.<br />
Nel corso di quella seduta, alla quale ha partecipato anche il direttore generale Alfredo<br />
Ambrosetti, sono stati approvati tre crediti di esercizio nei confronti di altrettante<br />
cooperative. Si tratta della cooperativa serenità di Ficarazzi (Pa) che presta<br />
assistenza ai disabili psichici e gestisce alcune casa famiglia. In particolare la cooperativa<br />
ha sottoscritto alcune convenzioni con i comuni di Palermo, Bagheria, Santa<br />
Flavia,Calsteldaccia, Partinico e Ficarazzi.<br />
Finanziate anche la cooperativa Delta Centro Elaborazione Dati di Barcellona Pozzo di<br />
gotto (Me) che si occupa di elaborazione elettronica dei dati e la cooperativa Luna<br />
Nuova di Casteldaccia (pa) che gestisce in quel comune una comunità alloggio per<br />
minori mentre un’altra funziona nel comune di Altavilla Milicia.<br />
Il Consiglio di amministrazione <strong>dell’Ircac</strong> ha anche preso atto, con grande interesse,<br />
dell’approvazione da parte della Commissione Europea, e della relativa pubblicazione<br />
sulla Gazzetta Ufficiale, del nuovo regolamento comunitario che porta il regime di<br />
aiuti “de minimis” da un tetto massimo di 100mila euro ad un tetto di 200mila euro.<br />
Soddisfazione è stata espressa dal presidente Carullo e dal consiglio di amministrazione<br />
perché l’aumento consente all’Ircac di proporsi alla platea di utenza delle cooperative<br />
siciliane come interlocutore di maggiore interesse nei mutui a tasso agevolato.<br />
Attualmente, infatti, l’Ircac eroga finanziamenti ad un interesse annuo assai ridotto<br />
(l’1,30%) e l’aumento della cifra concedibile rende ancora più appetibile l’interlocuzione<br />
delle imprese cooperative con l’Istituto.<br />
base dei tassi di interesse praticati sul mercato al<br />
momento della concessione. Nelle premesse del<br />
Regolamento viene specificato che per un’applicazione<br />
trasparente e semplificata delle<br />
norme in materia di aiuti di Stato, i tassi di mercato<br />
applicabili ai fini del Regolamento sono<br />
quelli di riferimento fissati periodicamente<br />
dalla Commissione in base a criteri oggettivi e<br />
pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’unione<br />
europea o su internet. 3
Cooperazione 2000<br />
Presentato dall’assessore alla cooperazione Beninati<br />
Pesca e Acquicoltura,<br />
al via il programma regionale<br />
Ro. Ca.<br />
4<br />
avorire il rilancio dei borghi marinari,<br />
rendere più sicuri i porti pescherecci,<br />
valorizzare le specie ittiche<br />
massive ed eccedentarie, utilizzando<br />
al meglio gli scarti da pesca e quelli della lavorazione<br />
dello stesso pesce; mitigare l’impatto<br />
degli attrezzi da pesca sull’ambiente marino,<br />
valorizzando gli attrezzi tradizionali e mettendo<br />
a punto nuove tecniche di pesca; aiutare i<br />
pescatori a sostituire il naviglio vecchio; sostenere<br />
la maricoltura ecocompatibile, puntando<br />
sull’allevamento di specie ittiche alternative<br />
alla monocoltura di spigole e orate; modernizzare<br />
i mercati ittici siciliani, sostenere la trasformazione<br />
e la commercializzazione dei prodotti<br />
ittici. E, ancora, valorizzazione dei consorzi di<br />
ripopolamento ittico, sviluppo della ricerca<br />
scientifica e utilizzazione della formazione professionale<br />
in favore dei pescatori che intendono<br />
cimentarsi, ad esempio, con le nuove frontiere<br />
della pescaturismo e con il cosiddetto ittiturismo,<br />
nel quadro della diversificazione delle attività<br />
di pesca.<br />
Questi, per grandi linee, i contenuti del programma<br />
regionale della pesca e dell’acquicoltura<br />
in Sicilia presentato a Palermo, negli uffici<br />
dell’Assessorato regionale alla Cooperazione,<br />
Commercio, Artigianato e Pesca. Un lavoro<br />
che l’assessore regionale, Antonino Beninati, il<br />
dirigente generale del Dipartimento Pesca,<br />
Ignazio Marinese, e il dirigente responsabile del<br />
settore programmazione, Patrizia Vinci, hanno<br />
presentato ai dirigenti delle associazioni della<br />
pesca (Agci, Legacoop, Flai-Cgil, Federpesca,<br />
Unci, Federcopesca, Confcooperative).<br />
«Dai dirigenti delle associazioni siciliane della<br />
pesca ci attendiamo un contributo di idee e di<br />
proposte - dice l’assessore Beninati. Una volta<br />
integrato con i suggerimenti che arriveranno<br />
dal mondo della pesca dell’isola - aggiunge l’assessore<br />
- il Programma regionale della pesca<br />
verrà inviato alla terza commissione legislative<br />
dell’Ars. Non siamo obbligati a questo passaggio<br />
parlamentare - precisa ancora Beninati - ma<br />
lo facciamo volentieri perché riteniamo giusto<br />
coinvolgere il parlamento siciliano sui temi<br />
legati a un settore economico importante come<br />
la pesca. Dopo di che porterò il Programma in<br />
giunta per l’approvazione».<br />
«Ricordo che il Programma regionale della<br />
pesca è uno strumento strategico indispensabile<br />
in vista della nuova programmazione dei fondi<br />
europei – sottolinea ancora Beninati.<br />
E proprio sul fronte della programmazione dei<br />
fondi europei 2007-2013, mi preme sottolineare<br />
l’atteggiamento non proprio razionale dell’attuale<br />
governo nazionale, che vorrebbe gestire<br />
L’assessore alla cooperazione Beninati.<br />
In basso, pescato siciliano<br />
da Roma tutti gli interventi comunitari in favore<br />
della pesca siciliana. Mi rendo conto che è<br />
giusto che alcuni interventi vengano programmati<br />
dall’alto. Ma ce ne sono altri, e sono la<br />
maggioranza, che necessitano di un pieno raccordo<br />
tra la Regione e il variegato mondo della<br />
pesca siciliana.<br />
La mia sensazione è che, anche su questo fronte,<br />
l’esecutivo nazionale punti su modelli vecchi.<br />
Forse ancora non ci si rende conto che la<br />
pianificazione di stampo sovietico in economia<br />
è ormai superata dalla storia. Un’idea, quella del<br />
governo nazionale, che contraddice in pieno<br />
non soltanto l’autonomia delle Regioni, ma<br />
anche il principio di sussidiarietà fortemente<br />
voluto dall’Unione Europea».<br />
Il dirigente generale del Dipartimento Pesca,<br />
Marinese, si è soffermato sui piani di gestione,<br />
annunciando l’imminente apertura di un tavolo<br />
tecnico con i dirigenti delle associazioni della<br />
pesca e con il mondo della ricerca scientifica, a<br />
cominciare dalle tre università siciliane.<br />
Nel corso dell’incontro è stato auspicato che i<br />
pescatori siciliani diventino parte attiva nell’eleborazione<br />
e nel rispetto dei piani di gestione.<br />
Ed è emersa anche l’esigenza di costituire uffici<br />
periferici del Dipartimento della pesca in tutti i<br />
centri pescarecci dell’Isola.
Cooperazione 2000<br />
Spese le risorse di Agenda 2000<br />
Fondi europei:<br />
obiettivo raggiunto<br />
er il quinto anno<br />
consecutivo la<br />
Regione siciliana<br />
è riuscita a<br />
spendere i fondi di Agenda 2000,<br />
superando l’obiettivo previsto dalle<br />
norme comunitarie. Un risultato che<br />
mette al riparo l’Isola dal disimpegno<br />
automatico. Abbiamo certificato<br />
2,179 miliardi di euro, al netto delle<br />
anticipazioni e delle somme bloccate<br />
per motivi giudiziari e, quindi, indipendenti<br />
dalla nostra volontà, superando<br />
di 150 milioni la soglia minima<br />
da raggiungere».<br />
Lo afferma il presidente della Regione<br />
siciliana, Salvatore Cuffaro, commentando<br />
i dati relativi al Por Sicilia<br />
2000/2006, già inviati a Bruxelles dal<br />
Dipartimento regionale della Programmazione.<br />
Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro<br />
«Nonostante le tante Cassandre che nel corso<br />
degli ultimi mesi hanno vaticinato per la Sicilia<br />
sciagure e disastri sul fronte dei fondi europei -<br />
continua Cuffaro - ancora una volta siamo riusciti<br />
a spendere bene le risorse che l’Europa ci<br />
ha assegnato. Un traguardo che ci conforta in<br />
questa fase di avvio della nuova programmazione<br />
comunitaria 2007/2013».<br />
«Mi preme sottolineare - aggiunge il presidente<br />
- lo sforzo compiuto dall’amministrazione<br />
regionale e da tutti gli enti attuatori coinvolti<br />
nel Programma. Un grande lavoro<br />
di squadra che ha contribuito a<br />
creare nuove opportunità per lo<br />
sviluppo economico dell’Isola. Un<br />
ringraziamento va a tutto il personale<br />
della Regione che ha lavorato<br />
su Agenda 2000 e in particolare,<br />
al dirigente generale della Programmazione,<br />
Gabriella Palocci,<br />
che non ha risparmiato energie<br />
per raggiungere questo importante<br />
obiettivo».<br />
Nella certificazione della spesa a<br />
dicembre 2006, i fondi del Fesr<br />
(Fondo europeo sviluppo regionale)<br />
ammontano a 1.138,2 mld di euro,<br />
quelli del Fse (Fondo sociale europeo)<br />
a 477,8 milioni di euro, quelli<br />
del Feoga (Fondo per l’agricoltura)<br />
a 533,6 milioni di euro e, infine,<br />
quelli dello Sfop (Fondo per la<br />
pesca) a 29,5 milioni di euro.<br />
CONFERMATO IL RATING A+<br />
Cuffaro: «Abbiamo i conti a posto»<br />
Standard & Poor’s ha confermato il rating “A+”, con outlook stabile, sul debito a lungo termine della Regione Siciliana. «Il rating - secondo S&P - riflette<br />
le relazioni privilegiate con lo Stato, la capacità di finanziare il deficit sanitario con le risorse del bilancio regionale, il buon livello della liquidità<br />
e il basso indebitamento, peraltro con tendenza decrescente. L’analisi di Standard & Poor’s - spiega il presidente della Regione Siciliana, Salvatore<br />
Cuffaro - presenta una situazione positiva dei conti pubblici regionali evidenziando prospettive di stabilità, un calo del debito finanziario del<br />
3% rispetto al 2005 e un aumento del 10% delle entrate tributarie. In sostanza l’agenzia internazionale di rating non solo promuove per il secondo<br />
anno consecutivo la Sicilia ma riconosce anche la correttezza delle nostre scelte per il futuro e testimonia la validità della nostra azione politica ed<br />
amministrativa». Il documento di Standard & Poor’s, inviato alla Regione Siciliana poco prima della chiusura del 2006, ribadisce quanto già certificato<br />
l’anno scorso dall’agenzia di rating nella sua prima valutazione.<br />
«Lo Statuto della Regione e i privilegi che ne derivano - si legge nella nota di Standard & Poor’s - costituiscono un elemento fondamentale della sua<br />
valutazione creditizia per i riflessi positivi che hanno comportato sul bilancio regionale in termini di acquisizione di risorse. I saldi di bilancio sono<br />
stabili, il debito finanziario stimato al 21% delle entrate correnti attuali è in calo rispetto al 24% del 2005». L’agenzia di rating ha inoltre sottolineato<br />
«l’accelerazione della spesa per gli investimenti e un aumento del 10% del gettito tributario che affluisce al cassiere regionale in tempi brevi»<br />
grazie anche al sistema di tesoreria unica, istituito nel 1997, con gli enti locali e le aziende sanitarie che «le consente una maggiore flessibilità nella<br />
gestione della tesoreria».<br />
Secondo S&P, il maggiore punto di criticità è da individuare nel settore sanitario. Infatti, l’agenzia di rating specifica che “il merito di credito della<br />
Regione è penalizzato dai disavanzi strutturali del settore sanitario che rappresentano storicamente il 3-5% delle entrate correnti e che sono imputabili<br />
all’area farmaceutica, all’assistenza ospedaliera e alla specialistica convenzionata”. Ma, allo stesso tempo, Standard & Poor’s riconosce che<br />
«la Regione si è impegnata in un piano triennale di rientro dai disavanzi, condiviso con il Ministero dell’Economia, che indica una riduzione della spesa<br />
di 370 milioni di euro nel triennio, con effetti già nel 2007».<br />
«L’incremento delle entrate e la migliore capacità di incasso della Regione, insieme alle rigorose misure di tagli alle spese correnti operate dal Governo<br />
regionale - conclude il Dirigente generale del Bilancio, Enzo Emanuele - costituiscono risultati positivi. Sul bilancio della Regione pesano ancora<br />
alcuni squilibri ma il lavoro che abbiamo svolto, con le azioni strategiche di risanamento economico e finanziario, ha sensibilmente migliorato<br />
gli assetti di bilancio e le prospettive per i prossimi anni, così come ha certificato l’agenzia di rating».<br />
5
Cooperazione 2000<br />
6<br />
Convegno al So Fresh di Bologna<br />
Il consorzio Ortofrutta Sicilia<br />
punta sui prodotti Igp<br />
Rosalinda Camarda<br />
romuovere e valorizzare la qualità<br />
delle produzioni Igp siciliane attraverso<br />
la grande distribuzione organizzata.<br />
È uno degli obiettivi prioritari<br />
che si è dato il Consorzio Ortofrutta Sicilia<br />
che ha partecipato, con questo obiettivo, al So<br />
Fresh, la più importante manifestazione del settore<br />
alimentare dedicata ai prodotti freschissimi<br />
che si svolge annualmente a Bologna.<br />
Ad un pubblico di esperti ed operatori economici<br />
del settore il Consorzio ha presentato i<br />
prodotti commercializzati tutti di altissima qualità:<br />
dal pomodoro di Pachino all’Arancia rossa<br />
IGP, dagli Ortaggi di Vittoria ai limoni di<br />
Siracusa e, ancora, i Fichidindia di San Cono,<br />
le Patate novelle di Siracusa, angurie, meloni e<br />
pesche. Il Consorzio Ortofrutta Sicilia è una<br />
delle maggiori aziende siciliane del comparto.<br />
Promosso dalla Confcooperative , cura la commercializzazione<br />
dei prodotti ortofrutticoli delle<br />
11 cooperative agricole socie ed è titolare del<br />
marchio “Naturalmente Siciliano” con cui questi<br />
prodotti vengono messi sul mercato.<br />
Si tratta di una realtà economica di tutto rispetto:<br />
le cooperative consorziate producono un fatturato<br />
aggregato di 40 milioni di euro, commercializzano<br />
6mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli<br />
provenienti da mille soci che coltivano<br />
1500 ettari di territorio.<br />
Scopo principale del consorzio è la concentrazione<br />
dell’offerta e la riduzione dei costi di produzione.<br />
Ortofrutta Sicilia assicura ai propri<br />
clienti (le catene di grande distribuzione) ma<br />
anche e forse soprattutto ai consumatori finali<br />
la qualità, l’affidabilità e l’efficienza dei propri<br />
produttori associati, e questo anche attraverso il<br />
ricorso ad una “supplier’s list”, cioè attraverso la<br />
loro iscrizione in una lista di fornitori accreditati<br />
sottoposti a verifiche e controlli.<br />
Le produzioni, contraddistinte dal marchio<br />
“Naturalmente Siciliano”, sono sottoposte a un<br />
rigido disciplinare di produzione integrato sul<br />
cui rispetto vengono effettuate verifiche periodiche<br />
a campione.<br />
E proprio della valorizzazione delle produzioni<br />
agroalimentari di qualità si è discusso nel corso<br />
del convegno organizzato da Ortofrutta Sicilia e<br />
Fedagri nell’ambito di So Fresh. Obiettivo del<br />
seminario è stato quello di analizzare i risultati<br />
raggiunti nonché le prospettive delle produzioni IGP<br />
nella grande distribuzione organizzata italiana. I lavori<br />
Arance rosse e pomodorini di Pachino fra i prodotti tipici siciliani<br />
sono stati coordinati dal presidente<br />
della Confcoopera- tive Sicilia e del<br />
Consorzio, Gaetano Mancini.<br />
«È necessario - ha sottolineato Mancini<br />
- pensare a iniziative finalizzate a valorizzare<br />
la qualità delle produzioni delle<br />
cooperative agroalimentari attraverso<br />
una proficua collaborazione con le<br />
aziende della grande distribuzione organizzata».<br />
Al convegno è intervenuto anche il<br />
presidente di Fedagri, Paolo Bruni; i<br />
lavori sono stati conclusi dal ministro<br />
dell’Agricoltura Paolo De Castro.
Cooperazione 2000<br />
La coop Omar di Monreale<br />
Porte e finestre<br />
senza segreti<br />
Cinzia Bertolami<br />
TAR CATANIA<br />
Coop<br />
edilizie,<br />
accolto<br />
ricorso<br />
na casa costantemente<br />
in evoluzione<br />
tecnico-innovativa,<br />
cromatica e funzionale:<br />
è quella che aiuta a creare<br />
l’Omap, società di realizzazione,<br />
montaggio, installazione e assemblaggio<br />
di infissi e di arredi in<br />
ferro battuto.<br />
La cooperativa, che ha sede in<br />
Via Adragna 69 a Monreale, è<br />
oggi una delle ditte leader nel settore<br />
della lavorazione del legno e<br />
del metallo, che trasforma<br />
sapientemente per fornire la giusta<br />
risposta alle più varie esigenze<br />
di arredamento. L’Omap è una<br />
ditta a conduzione familiare, nata<br />
nel ’98 su iniziativa dell’attuale<br />
presidente, Renato Amato, e dei<br />
suoi due figli. Opera in tutta la<br />
Sicilia e, in special modo, in vari<br />
centri delle province di Palermo,<br />
Trapani e Catania.<br />
«Ci occupiamo - spiega uno dei<br />
soci, Daniele Amato - di qualsiasi<br />
tipo di lavorazione in ferro.<br />
Dunque, di ferramenti metallici<br />
in alluminio, legno e alluminio,<br />
pvc ed altri composti.<br />
Ovviamente - continua - la maggior<br />
parte delle richieste riguarda<br />
la costruzione di porte e finestre,<br />
sia per singoli privati che per<br />
grandi ditte di costruzione. In tal<br />
senso, realizziamo qualsiasi tipo<br />
di infisso: sia per interni che per<br />
esterni, incluse le cosiddette<br />
porte blindate».<br />
Ogni infisso viene costruito, dai<br />
soci e dai due operai, in modo del<br />
tutto artigianale: dall’intelaiatura,<br />
alla struttura interna, fin’anche<br />
alle maniglie e al chiavistello.<br />
«Oggi - spiega Daniele Amato - il<br />
novantotto per cento delle richieste<br />
riguarda infissi in alluminio,<br />
tipo persiane, ritenuti più belli e<br />
sicuri.<br />
Le porte prodotte<br />
dalla cooperativa Omar<br />
Per l’esterno, gli infissi più utilizzati<br />
sono quelli “a giunto aperto”,<br />
ovvero in alluminio con l’aggiunta<br />
di una guarnizione che isola<br />
perfettamente l’imposta, proteggendo<br />
dagli spifferi. Tante richieste<br />
ci giungono pure riguardo il<br />
cosiddetto taglio termico e l’abbinamento<br />
legno-alluminio.<br />
Riguardo gli infissi da interno -<br />
continua Daniele Amato - oggi<br />
va per la maggiore una porta<br />
completamente chiusa che, da<br />
fabbrica artigianale, produciamo<br />
in legno massello, con materie<br />
prime selezionate e soluzioni tecnologiche<br />
d’avanguardia, per<br />
ottenere un prodotto di altissima<br />
qualità. Difficilmente - aggiunge<br />
Daniele Amato - i clienti ci chiedono<br />
forme particolari, a differenza<br />
di qualche anno fa, quando<br />
si usavano le porte coi vetri.<br />
Ancora più raro - prosegue è ricevere<br />
richieste per aperture a<br />
scomparsa, ovvero per le cosiddette<br />
porte scorrevoli”.<br />
Da quest’anno, l’Omap ha introdotto,<br />
in fase di sperimentazione,<br />
anche un altro tipo di produzione:<br />
quella dei ferri lavorati ed, in<br />
particolare, del ferro battuto. Si<br />
tratta di una tecnica prestigiosa<br />
ed elaborata, che sta dando alla<br />
ditta grandi soddisfazioni.<br />
«L’idea - dice Daniele Amato - è<br />
nata un po’ per richiesta del pubblico<br />
e un po’ per una vecchia<br />
passione, che già in passato ci ha<br />
spinto a realizzare delle opere<br />
abbastanza complicate.<br />
Ormai il ferro battuto, spesso riusato,<br />
ha preso impiego un po’<br />
dovunque, tant’è che oggi, del<br />
tutto artigianalmente, realizziamo<br />
arredi da giardino, vari complementi<br />
ornamentali, cancelli e<br />
ringhiere particolarmente elaborati.<br />
Questa produzione è destinata<br />
alla clientela più esigente<br />
ed, attualmente, trova applicazione<br />
soprattutto nelle ville e nei<br />
locali aperti al pubblico.<br />
I nostri lavori - prosegue - sono<br />
molto apprezzati e, naturalmente,<br />
ciò non può che farci piacere,<br />
perché serve da input al nostro<br />
estro artistico e all’entusiasmo col<br />
quale accogliamo ogni aumento<br />
del nostro carico di lavoro».<br />
L’Omap sta attualmente realizzando<br />
un catalogo delle proprie<br />
offerte alla clientela.<br />
Questo si trova già in fase di produzione<br />
in tipografia e, data la sua<br />
complessità, verrà ultimato nel<br />
giro di alcune settimane.<br />
La terza sezione del TAR di<br />
Catania, accogliendone il ricorso,<br />
ha sospeso la procedura di<br />
recupero dei presunti “conguagli”<br />
riguardanti il costo del<br />
diritto di superficie concesso<br />
oltre un decennio fa dal Comune<br />
alla cooperativa di abitazione<br />
“IL QUADRIFOGLIO”, aderente<br />
a Confcooperative Catania.<br />
«Si tratta di un primo importante<br />
risultato raggiunto, che<br />
avvalora le nostre posizioni»<br />
dichiarano Gaetano Mancini e<br />
Giuseppe Giansiracusa rispettivamente<br />
Presidente e coordinatore<br />
delle Centrali Cooperative<br />
Confcooperative e Legacoop,<br />
che da diversi mesi chiedono<br />
all’Amministrazione comunale<br />
di Catania di riformulare le<br />
richieste di conguaglio per i<br />
diritti di superficie concessi,<br />
che le cooperative edilizie che<br />
hanno realizzato gli alloggi nel<br />
territorio cittadino considerano,<br />
almeno in parte, non dovute.<br />
Secondo Mancini e Giansiracusa,<br />
infatti, non è mai stata<br />
chiara la metodologia di calcolo<br />
del prezzo di cessione delle<br />
aree. La vicenda, che ha dimensioni<br />
ragguardevoli (interessa<br />
infatti a Catania circa 400 cooperative<br />
di abitazione, per un totale<br />
di 15mila famiglie ed un<br />
importo stimato cautelativamente<br />
in oltre 100 milioni di<br />
euro), è solo all’inizio. Infatti il<br />
Comune ha completato la notifica<br />
di pagamento alle cooperative<br />
di Trappeto Sud e si appresta<br />
a continuare con altre aree del<br />
comprensorio di Catania (Librino,<br />
S. Giovanni Galermo, ecc).<br />
«Ribadiamo le stesse posizioni<br />
già espresse nell’assemblea<br />
delle nostre cooperative di abitazione<br />
che si è tenuta a Palazzo<br />
dei Chierici lo scorso novembre<br />
- continuano ancora Mancini<br />
e Giansiracusa - ed alla luce della<br />
sospensiva del Tar auspichiamo<br />
che il già costituito comitato<br />
congiunto, voluto anche dall’Assessore<br />
al Patrimonio e Bilancio<br />
del comune di Catania Caruso,<br />
possa insediarsi al più presto e<br />
affrontare il tema formulando<br />
tutte le soluzioni possibili».<br />
7
Cooperazione 2000<br />
8<br />
Incontro ad Agrigento<br />
Quale futuro<br />
per le cooperative?<br />
Ste. Man.<br />
ositiva la risposta all’incontro sul<br />
tema “Scelte politiche e prospettive<br />
di sviluppo per la cooperazione”,<br />
organizzato da Legacoop Agrigento<br />
e da Confcooperative Agrigento che si è svolto<br />
nei giorni scorsi presso la Sala Convegni della<br />
Camera di Commercio di Agrigento e che ha<br />
visto la partecipazione dei rappresentanti di<br />
numerose organizzazioni professionali, sindacali,<br />
datoriali, di numerosi cooperatori e professionisti.<br />
Si è trattato di un’importante iniziativa unitaria<br />
per proporre e discutere insieme con gli attori<br />
sociali della provincia, le iniziative da proporre<br />
per affrontare le sfide che il mercato oggi più di<br />
ieri impone alle cooperative siciliane.<br />
Dopo i saluti del presidente della Camera di<br />
Commercio di Agrigento, Vittorio Messina,<br />
che ha manifestato il proprio plauso all’iniziativa<br />
dichiarando la disponibilità a supportare<br />
tutti i progetti che le due organizzazioni porteranno<br />
avanti nel territorio provinciale, si sono<br />
aperti i lavori presieduti dal coordinatore di<br />
Legacoop Agrigento, Salvatore Argento che,<br />
salutati i presenti e illustrate le finalità dell’incontro,<br />
ha tracciato il percorso che Legacoop e<br />
Confcooperative vogliono portare avanti in<br />
modo unitario.<br />
La relazione è stata affidata al presidente di<br />
Confcooperative Agrigento, Calogero Sardo, il<br />
quale, in modo puntuale, ha posto l’attenzione<br />
sulla necessità di creare e consolidare un sistema<br />
di relazioni tra il soggetto che ha il compito di<br />
gestire l’offerta (le componenti del territorio) e i<br />
potenziali acquirenti, rappresentati dagli investitori<br />
e generalmente dagli imprenditori attuali o<br />
potenziali. Sardo, inoltre, ha esaltato il principio<br />
dell’aggregazione quale strumento attraverso cui<br />
singole aziende, pur rimanendo con la propria<br />
identità imprenditoriale e culturale, possono trovare<br />
forme evolute per creare progetti e programmi<br />
di sviluppo settoriale. Nel suo intervento<br />
Giuseppe Gullo, responsabile Area Agroalimentare<br />
Legacoop Sicilia, nell’analizzare la realtà<br />
della provincia di Agrigento, ha illustrato 4 punti<br />
chiave per affrontare le nuove sfide: integrazione<br />
fra le aziende, innovazione, internazionalizzazione<br />
e flessibilità.<br />
Giuseppe Catania, Coordinatore del Consorzio<br />
AGRI.CA., nonchè vice presidente della Confcooperative<br />
Agrigento, nel trattare il tema delle<br />
Cooperative sociali, ha sottolineato l’importanza<br />
di un nuovo approccio che unifichi il terzo<br />
settore e gli Enti locali affinché la risposta ai<br />
bisogni sociali espressi dalla famiglia sia più efficace.<br />
Tra gli elementi di criticità del settore<br />
sociale evidenziati vi sono i ritardi nell’attuazione<br />
della legge 328 nei distretti della Provincia.<br />
Nel trarre le conclusioni Elio Sanfilippo, presidente<br />
Legacoop Sicilia, ha ribadito che bisogna<br />
Nelle foto: in alto il presidente regionale di Legacoop Sanfilippo;<br />
in basso il presidente di Confcooperative Sicilia Mancini<br />
avere consapevolezza della crisi che la Sicilia e<br />
la provincia di Agrigento in particolare stanno<br />
attraversando per poter “aggredire” i problemi<br />
del territorio.<br />
Sanfilippo ha auspicato un cammino unitario<br />
con l’ augurio che fare impresa in provincia di<br />
Agrigento diventi fatto ordinario e non una<br />
straordinario.<br />
Infine, il vice-presidente nazionale e presidente<br />
regionale di Confcooperative, Gaetano<br />
Mancini, nel riaffermare la necessità di essere<br />
fattivi davanti ai cambiamenti epocali cui stiamo<br />
assistendo, ha sottolineato l’importanza di<br />
creare rete, di fare dei processi aggregativi veri:<br />
gli elementi di criticità del nostro territorio<br />
necessitano delle forme unitarie di risposta.<br />
Concludendo, in maniera provocatoria, Man -<br />
cini ha auspicato che tutte le associazioni datoriali,<br />
sindacali e professionali possano incontrarsi<br />
fra un anno per capire che si è stati capaci<br />
di modificare creando nuovi sistemi di relazione<br />
e qualche esempio nobile di aggregazione.
Cooperazione 2000<br />
Per pianificare un futuro di sviluppo<br />
Cantine sociali,<br />
un contratto di programma<br />
Angela Mannino<br />
rogrammi pluriennali di concentrazione<br />
dell’offerta - sia attraverso<br />
processi di accorpamenti e fusioni<br />
tra cantine sociali, che tramite la<br />
ricapitalizzazione delle stesse cooperative e lo<br />
sviluppo di processi di filiera - e adeguate campagne<br />
di penetrazione commerciale, marketing<br />
e supporto alla logistica distributiva.<br />
Il futuro del settore strategico della cooperazione<br />
vitivinicola siciliana non può prescindere da<br />
una inversione di tendenza della logica di mercato<br />
seguita finora. E importante è non avere<br />
fretta. Perché, se da un lato ci sono carenze<br />
strutturali - che purtroppo accomunano tutto il<br />
sistema imprenditoriale siciliano - e si fanno i<br />
conti con una prolungata congiuntura sfavorevole,<br />
dall’altro le opportunità non mancano,<br />
purché si abbia la consapevolezza di capire che<br />
i risultati si vedranno nel medio-lungo periodo.<br />
Questa la posta in gioco sul tavolo dell’incontro<br />
che a Palermo ha visto nuovamente riunite le<br />
tre centrali cooperative Agci - Associazione<br />
Generale Cooperative Italiane, Confcooperative<br />
e Legacoop, alle quali in Sicilia per lo più tra<br />
Agrigento, Palermo e Trapani, fanno riferimento<br />
sessanta cantine. L’oggetto è il “Contratto di<br />
Programma” per lo sviluppo della filiera, in<br />
merito soprattutto alla quota di vino che viene<br />
confezionato. E qui, i numeri parlano chiaro:<br />
nell’Isola, dei 7 milioni di ettolitri di prodotti<br />
vinosi (2 di mosto e 5 di vino) realizzati, soltanto<br />
550 mila finiscono in bottiglia.<br />
«È necessario agire prontamente - dice<br />
Francesco Marrone, commercialista ed esperto<br />
economico dell’Agci - perchè la polverizzazione<br />
delle imprese in un mercato, quello del vino,<br />
ormai del tutto globalizzato che vede presenti<br />
competitori di dimensioni produttive e finanziarie<br />
notevoli, non porta da alcuna parte.<br />
Occorre, quindi, fare divenire le cooperative<br />
vinicole soggetti realmente competitivi, investendo<br />
sullo sviluppo tecnologico delle produzioni<br />
e degli opifici ma soprattutto sulla penetrazione<br />
del mercato italiano ed estero, con un<br />
prodotto, il vino siciliano, che ha la fortuna di<br />
essere largamente apprezzato dagli addetti ai<br />
lavori e dai consumatori».<br />
Una strada obbligata, visto che la riforma<br />
dell’Organizzazione Comune dei Mercati nel<br />
settore vitivinicolo, promossa dal commissario<br />
Ue all’Agricoltura, è ormai alle porte. Una<br />
riforma che prevede la netta abolizione di ogni<br />
“aiuto” e sostegno al prezzo correlato al ritiro o<br />
alla distruzione dei prodotti vinosi eccedentari,<br />
come ad esempio il premio alla distillazione del<br />
vino. Per sopravvivere ed essere competitivi, il<br />
futuro è, quindi, il prodotto finito.<br />
«In quest’ottica - dice Marrone - dopo oltre un<br />
decennio di sforzi destinati all’adeguamento<br />
tecnologico, oggi è necessario incrementare gli<br />
investimenti “immateriali” e gli opportuni capitali<br />
da mettere in gioco, sia da parte delle cantine<br />
sociali che da parte della politica devono,<br />
senza indugio, essere destinati ad una attenta<br />
pianificazione della strategia vincente».<br />
Il settore vitivinicolo rappresenta una delle punte di eccellenza delle produzioni siciliane<br />
9
Cooperazione 2000<br />
Il teatro-cooperativa della storica famiglia di artisti<br />
L’operetta sotto la tenda<br />
la scommessa degli Zappalà<br />
Salvatore Butera<br />
a oltre 40 anni il teatro popolare è<br />
associato a una famiglia: gli<br />
Zappalà. Un nome garanzia di qualità<br />
artistica sotto tutti i punti di<br />
vista, e la cui tradizione è continuata oggi dalla<br />
cooperativa “Figli d’arte Franco Zappalà”.<br />
Ma il successo della compagnia non è legato<br />
solo alla lunga tradizione, ma anche alla capacità<br />
continua di sapersi rinnovare e di saper<br />
inventare nuove iniziative che attirano il pubblico,<br />
sempre numeroso agli spettacoli messi in<br />
scena al teatro-tenda di via Autonomia siciliana,<br />
a Palermo.<br />
«Abbiamo un ampio pubblico di affezionati -<br />
afferma Franco Zappalà, nipote del capostipite<br />
della famiglia -. Moltissimi sono quelli che<br />
seguono con costanza i nostri spettacoli, e gli<br />
abbonati ammontano a ben 2.400».<br />
Cosa attira tutta questa gente? Sicuramente,<br />
come spiega Franco Zappalà, «le produzioni<br />
sempre nuove e i cartelloni ricchi di novità e di<br />
attori capaci. La nostra cooperativa lavora bene<br />
e viene premiata dal pubblico».<br />
Dare stimoli di novità a chi assiste agli spettacoli<br />
è una delle carte vincenti della compagnia,<br />
che proprio per questo di recente ha avviato un<br />
10<br />
Franco Zappalà<br />
Giorgio Valenta e Anita Venturi; in alto, il tenore Pietro Ballo
Cooperazione 2000<br />
progetto che rappresenta il futuro del teatro<br />
Zappalà: l’operetta.<br />
«Abbiamo prodotto e messo in scena - spiega<br />
Franco - tre operette: “Carosello Napoletano”,<br />
“La Vedova Allegra” e “Scugnizza” che hanno<br />
riscosso un enorme successo. Una nuova realtà<br />
che sta mettendo le sue radici a Palermo.<br />
Adesso stiamo preparando la prossima operetta<br />
che sarà “Contessa Maritza”».<br />
La novità non è riconducibile solo alla rappresentazione,<br />
ma anche a tutte le energie da<br />
Pietro Ballo che lavorerà con la compagnia in<br />
tutte le produzioni».<br />
Un incontro che sarà sicuramente fecondo per<br />
entrambe le compagini.<br />
Ne è passato di tempo da quando il capostipite,<br />
Franco Zappalà (padre di Nino e nonno dell’omonimo<br />
Franco), nel 1963, fece debuttare a<br />
Palermo il Teatro viaggiante mettendo in scena<br />
“L’avvocato difensore” di Mario Morais. Erano<br />
previste solo due serate al Giardino Inglese, ma<br />
la compagnia vi rimase per 19 anni.<br />
Nel 1988 Nino e il figlio Franco formano la cooperativa<br />
“Figli d’arte Franco Zappalà” e cominciano<br />
ad avanzare richieste di concessione di<br />
un’area alle diverse amministrazioni comunali<br />
che si succedono nel tempo.<br />
Nell’aprile del 1993 i due eredi della tradizione<br />
teatrale di famiglia organizzano una petizione<br />
popolare per restituire il teatro dialettale alla<br />
città. In tre giorni vengono raccolte circa 9 mila<br />
firme e nell’ottobre del 1994 viene approvata la<br />
delibera di concessione dell’area in via<br />
profondere in un’avventura del genere. Per<br />
mettere su un’operetta sono necessari più mezzi<br />
e maggiori risorse umane di quelle che servono<br />
per la prosa. Quest’ultima, infatti, richiede una<br />
dozzina di attori, mentre le operette messe in<br />
scena dalla compagnia hanno riunito sul palco<br />
ben cento elementi.<br />
«Si tratta - spiega l’attore, regista e commediografo<br />
- di trenta orchestrali, venti ballerini,<br />
venti coristi, occorrono molti attori e anche i<br />
cantanti». Tra questi, i principali sono il soprano<br />
Anita Venturi, il tenore Giorgio Valenta,<br />
mentre la direzione dell’orchestra è stata affidata<br />
a Domenico Sanfilippo che ha lavorato 30<br />
anni al Teatro Massimo.<br />
«Una delle novità dell’ultima ora - afferma<br />
Franco Zappalà - è l’accordo stipulato con<br />
l’Accademia lirica del Mediterraneo del tenore<br />
Sergio Vespasiano. In alto, Nino e Maria Zappalà<br />
Autonomia Siciliana: il teatro tenda sarà inaugurato<br />
nel 1996 con la commedia brillante di<br />
Nino Mignemi “‘Mprestami a tò mugghieri”.<br />
Nel 1999, su suggerimento degli spettatori, si dà<br />
avvio a una nuova formula: il teatro misto. In<br />
scena alle produzioni teatrali dialettali si alterneranno<br />
compagnie esterne e attori noti in<br />
ambito nazionale.<br />
Dal 2001 sul palcoscenico sotto la tenda si sono<br />
alternate varie compagnie nazionali e diversi<br />
generi teatrali per soddisfare le diverse esigenze<br />
di pubblico, pur non perdendo di vista quello<br />
che è il tema portante del teatro Zappalà, ovvero<br />
la tradizione popolare siciliana. Altra innovazione<br />
è stata la collaborazione con attori<br />
palermitani quali Gianni Nanfa e Sergio<br />
Vespertino che hanno avuto e hanno ruoli<br />
importanti nelle produzioni Zappalà. 11
Cooperazione 2000<br />
12<br />
Un futuro zeppo di iniziative per la coop di Trabia<br />
Per disabili e minori<br />
c’è “Nuova generazione”<br />
Sa. Bu.<br />
entiquattro anni di impegno nell’assistenza<br />
domiciliare e nella<br />
gestione di comunità alloggio.<br />
Attività con i minori, con i disabili,<br />
con chi si trova in qualche modo in una<br />
situazione di disagio: è questo il settore nel<br />
quale la cooperativa sociale «Nuova Generazione»<br />
di Trabia, con sede in via Piersanti<br />
Mattarella, ha costruito la sua esperienza. Un<br />
impegno che ha anche aiutato tanta gente sola<br />
e in difficoltà.<br />
Nuova Generazione nasce nel 1982 e inizia le<br />
sue attività soprattutto gestendo l’assistenza<br />
domiciliare ad anziani e disabili a Trabia e nei<br />
comuni limitrofi. Più avanti, però, la cooperativa<br />
si «specializza» nella gestione di comunità<br />
alloggio per minori. La prima viene fondata a<br />
Palermo, nel 1998, e più avanti si occuperà<br />
anche di quelle per il disagio psichico. Nascono,<br />
in rapida successione le comunità alloggio di<br />
Trabia, Villabate e Santa Flavia.<br />
Oltre alla gestione di queste strutture per<br />
minori, Nuova Generazione entra a far parte<br />
di un programma quadro per la realizzazione<br />
di una casa rifugio per donne che hanno subito<br />
violenze.<br />
«Adesso - spiega l’assistente sociale Cettina<br />
Moroso - si sta lavorando sul progetto che parte<br />
dall’assessorato regionale alle Politiche sociali,<br />
ma che coinvolge anche numerosi comuni.<br />
Inoltre - prosegue - siamo impegnati in un progetto<br />
per la costruzione di una comunità per<br />
accogliere persone con disabilità fisica. La struttura<br />
si realizzerà ad Altavilla Milicia e sarà<br />
finanziata con fondi della legge 104».<br />
La cooperativa è diventata quindi un punto di<br />
riferimento nell’ambito del sociale, ma ha<br />
anche avuto un ruolo fondamentale nel creare<br />
sviluppo e occupazione. Infatti, a formare<br />
Nuova Generazione sono 30 soci, mentre in<br />
totale sono 77 le persone che lavorano nell’ambito<br />
dei progetti avviati.<br />
Il futuro della società presieduta da Ignazio<br />
Scaletta è ancora pieno di iniziative. Infatti, è in<br />
prospettiva la realizzazione di una struttura a<br />
Corleone che si occuperà di aiutare coloro che<br />
si trovano in situazioni di disabilità psichica.<br />
Un’altra attività in programma è il piano sull’infanzia<br />
creato nell’ambito della legge nazionale<br />
285/92 e che vede la cooperativa in collaborazione<br />
con il Comune di Termini Imerese<br />
per la creazione di centri ludici in tutto il<br />
distretto: in pratica ludoteche dove far giocare i<br />
bambini, ma allo stesso tempo dove farli interagire<br />
con gli altri in maniera sana e istruttiva.<br />
«Minori, invece - spiega Moroso - saranno gli<br />
interventi per le comunità alloggio: in parte<br />
perché il mercato inizia ad essere saturo, ma<br />
anche perché le leggi stanno indicando come<br />
direzione quella di mantenere i minori nelle<br />
famiglie, cercando di risolvere nell’ambito familiare<br />
le problematiche. Comunque, la nostra<br />
capacità è quella di rigenerarci e adattarci sempre<br />
al contesto in cui operiamo».<br />
Un adattamento che è stato dimostrato in questi<br />
due decenni di lavoro che ha visto Nuova<br />
Generazione molto presente nel territorio, con<br />
una trentina di comuni che hanno ricevuto i<br />
suoi servizi.<br />
Ignazio Scaletta, LauraMaria Rotolo, Gabriella Barone e Emanuela Farruggia soci della coop
SPECIALE<br />
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
I lavori del convegno <strong>dell’Ircac</strong> a Caltagirone<br />
Creatività e voglia di fare<br />
nelle donne siciliane<br />
Donatella Palumbo<br />
icche di creatività e voglia di fare<br />
ma poco supportate e fortemente<br />
condizionate dall’assenza di capitali<br />
e dalla difficoltà con cui riescono ad<br />
avere accesso al credito.<br />
Le donne siciliane decidono sempre più spesso<br />
di diventare imprenditrici ma le loro aziende<br />
sono soggette, più di altre, ad una mortalità precoce,<br />
hanno problemi di solvibilità, scarso capitale,<br />
poca strutturazione. Eppure le imprese cooperative<br />
femminili (formula scelta sempre più<br />
frequentemente dalle donne siciliane) sono in<br />
crescita e pongono la nostra regione al secondo<br />
posto in Italia nel rapporto fra imprese femminili<br />
e cooperative rosa. I dati sono emersi nel<br />
corso del convegno organizzato il 15 gennaio a<br />
Caltagirone dall’Ircac sul tema “Cooperazione,<br />
femminile, plurale. Il ruolo dell’imprenditoria<br />
femminile nel panorama economico siciliano”.<br />
«Le cooperative femminili costituite negli ultimi<br />
anni sono circa duecento - ha sottolineato il<br />
presidente <strong>dell’Ircac</strong> Antonio Carullo - in testa<br />
ci sono Palermo e Catania, seguite da Trapani e<br />
Messina. Meno attive province come Agrigento<br />
ed Enna, Ragusa e Siracusa. Ad esse l’Ircac<br />
intende guardare con crescente attenzione perché<br />
costituiscono un bacino di utenza di grandissimo<br />
interesse».<br />
«Per queste imprese - ha detto il presidente di<br />
Confcooperative Sicilia Gaetano Mancini -<br />
alle difficoltà legate alla fase iniziale dell’attività<br />
imprenditoriale, si aggiungono i problemi relativi<br />
all’accesso al credito e all’utilizzo di strumenti<br />
finanziari innovativi. Anche per queste<br />
ragioni la mortalità delle cooperative femminili<br />
è più alta rispetto alle altre imprese associate».<br />
«La scelta cooperativa - ha detto il vicesindaco<br />
di Caltagirone Alessandra Foti - è quella più<br />
naturale per le donne che per svolgere anche il<br />
loro ruolo sociale di mogli e madri, devono<br />
tenere conto delle necessità di conciliazione e<br />
dei valori di sostegno e solidarietà che la coop<br />
offre».<br />
Conciliazione di tempi e luoghi, ed è anche in<br />
questa prospettiva che è stata aperta un’apposita<br />
Agenzia di conciliazione a Catania, come ha<br />
spiegato l’assessore alle pari opportunità della<br />
provincia regionale Margherita Ferro, ricordando<br />
l’indiscusso valore di una legislazione di settore<br />
come la 125/92.<br />
L’utilizzo migliore e più specifico dei fondi euro-<br />
Il tavolo della presidenza: da sinistra il vicesindaco di Caltagirone Foti, il presidente <strong>dell’Ircac</strong> Carullo, l’assessore alle pari opportunità della provincia di<br />
Catania Ferro e il presidente di Confcooperative Sicilia Mancini<br />
13
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
Un momento del convegno<br />
14<br />
pei è stato sollecitato dall’assessore regionale al<br />
territorio ed ambiente, Rossana Interlandi, che<br />
ha voluto sottolineare come proprio nel comparto<br />
ambientale (in cui il valore costituito<br />
dalla conservazione dei saperi e delle tradizioni<br />
siciliane viene valorizzato spesso dalle attività<br />
imprenditoriali femminili) si registri un numero<br />
crescente di cooperative rosa.<br />
«Sulla programmazione delle risorse comunitarie<br />
2007-2013 c’è la necessità di un nuovo e più<br />
efficace intervento di concertazione» ha detto<br />
la Interlandi.<br />
L’imprenditoria femminile, dunque, va ulteriormente<br />
valorizzata - ha sottolineato Elio<br />
Rossitto, docente di economia politica all’università<br />
di Catania - perché costituisce una irrinunciabile<br />
risorsa per lo sviluppo del<br />
Mezzogiorno d’Italia.<br />
E mentre Ciro di Vuolo, consigliere di amministrazione<br />
<strong>dell’Ircac</strong>, ha ricordato l’insufficienza<br />
della legislazione di incentivazione vigente,<br />
Elen Tumminello e Angela Peruca hanno portato<br />
al convegno l’esperienza delle donne<br />
imprenditrici: «Non pensavamo di farcela - ha<br />
detto Tumminello, presidente della cooperativa<br />
Levante che gestisce un asilo nido - eppure sono<br />
passati tre anni e stiamo lavorando. Per noi è un<br />
grande successo”.<br />
Il consigliere <strong>dell’Ircac</strong>, Annibale Chiriaco
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
Il presidente <strong>dell’Ircac</strong>, Carullo<br />
«Crescono le coop rosa<br />
in Italia e in Sicilia”<br />
a cooperazione femminile è in forte<br />
crescita in tutto il Paese e anche in<br />
Sicilia si registrano dati confortanti.<br />
Le donne che hanno deciso di associarsi<br />
per fare impresa sono, nella nostra regione,<br />
una realtà in costante crescita. I dati rilevabili<br />
attraverso le centrali cooperative parlano di<br />
decine di nuove realtà che operano non solo<br />
nei settori più tradizionalmente “femminili”-<br />
come le attività sociali, per fare solo un esempio-<br />
ma anche più innovativi. Le cooperative<br />
femminili costituite negli ultimi anni ammontano<br />
in Sicilia a circa duecento: attraverso queste<br />
imprese centinaia di donne, soprattutto giovani<br />
e con buon livello di scolarizzazione, riusciranno<br />
a creare il proprio futuro. Le province<br />
in cui si registra il maggior numero di cooperative<br />
femminili sono Palermo e Catania, seguite<br />
da Trapani e Messina. Meno attive province<br />
come Agrigento ed Enna, Ragusa e Siracusa.<br />
Per queste imprese, come del resto per tutte le<br />
cooperative in Sicilia, alle difficoltà legate alla<br />
fase iniziale dell’attività imprenditoriale- la fase<br />
di start-up- si aggiungono i problemi relativi<br />
all’accesso al credito e all’utilizzo di strumenti<br />
finanziari innovativi. Le donne siciliane, dunque,<br />
hanno scoperto un nuovo talento imprenditoriale<br />
ma hanno spesso bisogno di sostegno,<br />
aiuto e consulenza per strutturare l’azienda, per<br />
ottenere finanziamenti, per valutare le capacità<br />
di penetrazione nei mercati. Le potenzialità<br />
della cooperazione femminile siciliana sono in<br />
crescita: oggi la Sicilia è all’undicesimo posto<br />
nella classifica delle regioni a maggiore prevalenza<br />
di cooperative femminili, davanti a regioni<br />
in cui la cultura d’impresa complessivamente<br />
è assai più diffusa, come la Lombardia o l’Emilia<br />
Romagna. Le donne siciliane hanno voglia di<br />
farsi strada anche da sole e, messa finalmente da<br />
parte l’idea che il lavoro debba corrispondere<br />
necessariamente ad un impiego- che sia pubblico<br />
o privato-, inventano imprese di servizio, di<br />
produzione lavoro, turistiche o artigianali. Con<br />
notevole varietà di proposte e creatività ed in<br />
numero maggiore rispetto al Nord Italia.<br />
Attualmente la legislazione nazionale prevede<br />
la possibilità di finanziare imprese al femminile,<br />
cooperative comprese, attraverso la legge 215<br />
del 1992 che grazie ad un bando pubblico consente<br />
alle aziende in rosa di ottenere prestiti<br />
agevolati e contributi. La Regione Siciliana<br />
non ha strumenti legislativi propri per intervenire<br />
ed è proprio su questa crescente richiesta di<br />
strumenti di incentivazione e finanziamento<br />
agevolato delle cooperative femminili che<br />
l’Ircac ha deciso di avviare una riflessione interna<br />
ma anche esterna. Ed è proprio per fare<br />
un’analisi quanto più approfondita possibile<br />
della situazione in Sicilia ma anche per proporre<br />
un percorso da seguire insieme alle centrali<br />
cooperative e alle imprese, ma anche con i rappresentanti<br />
del governo e con le imprenditrici,<br />
l’Ircac ha deciso di organizzare questo convegno<br />
che per qualità di partecipanti ed interesse di<br />
relazioni rappresenta certamente una importante<br />
occasione di dibattito. A tutti quelli che<br />
hanno accolto il nostro invito voglio rivolgere<br />
un sentito ringraziamento e rivolgere a tutti<br />
l’augurio di buon lavoro.<br />
Il presidente <strong>dell’Ircac</strong>, Antonio Carullo<br />
15
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
L’assessore provinciale Margherita Ferro<br />
Fare impresa? Difficile<br />
ma non impossibile<br />
in favore delle donne, consentendo loro di percorrere<br />
più serenamente e con maggiori sostegni<br />
e tutele, quando scelgono di farlo, una strada<br />
che possa costituire una occasione di inserimento<br />
a pieno titolo nel mondo del lavoro.<br />
Fare impresa per una donna in Sicilia e in Italia<br />
non è facile ma può essere una alternativa vera<br />
alla ricerca del lavoro dipendente. L’Agenzia di<br />
conciliazione è uno strumento per rendere più<br />
facile questa scelta alle donne della provincia di<br />
Catania».<br />
16<br />
er le donne decidere di avviare<br />
un’impresa è mille volte più difficile<br />
che per un uomo poiché devono<br />
conciliare il ruolo di imprenditrice<br />
con quello di moglie e di madre.<br />
L’assessore alle pari opportunità della provincia<br />
regionale di Catania, Margherita Ferro, apre il<br />
suo intervento ricordando innanzitutto l’handicap<br />
che le donne ancora oggi registrano a causa<br />
di una organizzazione sociale che non le mette<br />
nelle migliori condizioni per fare una scelta di<br />
tipo imprenditoriale.<br />
«La legislazione nazionale che riconosce davvero<br />
la necessità di creare pari opportunità sul<br />
lavoro per entrambi i sessi - ha ricordato Ferro<br />
- ha due capisaldi nella legge 125 del 1992 e<br />
nella 53 del 2000 che, con una decisione davvero<br />
storica, riconosce la maternità come<br />
evento sociale e non più esclusivamente privato<br />
e familiare».<br />
Ed è proprio la maternità che spesso determina<br />
nelle donne la necessità di interrompere il percorso<br />
lavorativo e professionale, soprattutto su<br />
di tipo autonomo, per dedicarsi alle cure dei figli<br />
almeno nei primi anni di vita. La maggiore<br />
tutela per le lavoratrici dipendenti non esiste<br />
ancora per quelle autonome o per le imprenditrici.<br />
Ed è forse anche per queste ragioni - fa rilevare<br />
Margherita Ferro - che le imprese avviate<br />
dalle donne registrano una mortalità più alta e<br />
precoce rispetto alle altre.<br />
La provincia regionale di Catania - proprio<br />
allo scopo di dare risposte efficaci e concrete<br />
a questi problemi - ha deciso di mettere in<br />
campo uno strumento innovativo creando,<br />
con i fondi europei di un progetto Equal,<br />
una Agenzia di conciliazione che intende<br />
avviare azioni positive per le imprese femminili<br />
e in genere per tutte le donne lavoratrici<br />
cercando di portare a sintesi e soluzioni,<br />
conciliando insomma, le molte questioni<br />
aperte sul fronte dei diversi ruoli che le<br />
donne si trovano svolgere.<br />
L’Agenzia ha per il momento sede a Catania ma<br />
presto avrà anche sedi distaccate, una delle<br />
quali nel territorio del calatino.<br />
«Abbiamo fatto questa scelta - ha rilevato<br />
Margherita Ferro - nella piena consapevolezza<br />
della necessità per gli enti locali di intervenire<br />
Il tavolo della presidenza, a destra l’assessore Margherita Ferro<br />
Raffaele Lombardo<br />
UN TELEGRAMMA DI RAFFAELE LOMBARDO<br />
Complimenti per l’iniziativa<br />
Il presidente della Provincia regionale<br />
di Catania Raffaele Lombardo<br />
non ha potuto, suo malgrado, partecipare<br />
al convegno di Caltagirone e<br />
ha inviato un telegramma.<br />
«La coincidente elezione del Presidente<br />
del parlamento europeo- ha<br />
scritto Lombardo - mi impedisce di<br />
essere a Caltagirone per partecipare<br />
all’importante convegno su cooperazione<br />
e imprenditoria femminile.<br />
All’amico Antonio Carullo, presidente<br />
<strong>dell’Ircac</strong>, vanno i miei complimenti<br />
per l’iniziativa e gli auguri per<br />
sempre maggiori successi nel campo<br />
della cooperazione e del credito».
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
Il vicesindaco di Caltagirone Alessandra Foti<br />
Per le donne un<br />
percorso difficile<br />
«Questo convegno - ha rilevato Foti - è una<br />
importante occasione di riflessione per tutti:<br />
associazioni di impresa, donne, istituzioni,<br />
amministratori locali e regionali . Un riconoscimento<br />
dunque all’Ircac che, organizzando questo<br />
appuntamento, ha posto all’attenzione di<br />
noi tutti un tema di grandissimo rilievo non<br />
solo economico ma anche sociale e che in<br />
Sicilia è particolarmente sentito anche in considerazione<br />
degli alti tassi di disoccupazione che<br />
riguardano soprattutto le donne “<br />
nutile negare che esiste una differenza fra<br />
uomo e donna e questa è soprattutto una<br />
differenza di ruolo. Il vicesindaco di<br />
Caltagirone, Alessandra Foti, avvia la sua<br />
riflessione senza nascondersi dietro una posizione<br />
di formalità istituzionale e, invece, mette<br />
subito sul tavolo la questione principale.<br />
Se è vero che un maggiore impegno delle<br />
donne in politica e nel mondo del lavoro costituisce<br />
un patrimonio irrinunciabile ed uno strumento<br />
di arricchimento di tutta la società è<br />
anche vero che è indispensabile porsi alcune<br />
domande: «Qual è il percorso che una donna<br />
deve compiere per arrivare ad un effettivo<br />
impegno politico e imprenditoriale? Quali sono<br />
le principali difficoltà che le donne incontrano<br />
in questo percorso? E soprattutto e prioritariamente,<br />
quali sono le risposte che la società e le<br />
istituzioni riescono a dare?»<br />
Il percorso che le donne devono<br />
compiere - rileva il vice sindaco<br />
di Caltagirone - è difficile<br />
ed estremamente competitivo<br />
e obbliga ad un rispetto rigoroso<br />
dei tempi per potere conciliare<br />
tutti i diversi ruoli chiesti<br />
ad una donna anche in famiglia.<br />
Per questo - continua<br />
Ales- sandra Foti - la cooperazione<br />
femminile può essere<br />
uno strumento ed una occasione<br />
per le caratteristiche di<br />
solidarietà e di sostegno e<br />
mutualità che caratterizzano<br />
questa forma di impresa e che<br />
può dare alle donne un atout<br />
da giocare sul tavolo della riuscita<br />
professionale.<br />
Qui sopra, il vicesindaco Alessandra Foti. In alto, Carullo e Ferro<br />
17
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
Il presidente di Confcooperative Sicilia Gaetano Mancini<br />
Le donne sono una<br />
ricchezza del Paese<br />
ual è davvero il ruolo dell’imprenditoria<br />
femminile nel panorama<br />
economico siciliano? La domanda<br />
se l’è posta, ad apertura del suo<br />
intervento, il presidente regionale e vicepresidente<br />
nazionale di Confcooperative, Gaetano<br />
Mancini. E questo ruolo dà il senso di una<br />
realtà in crescita? Carte e dati alla mano,<br />
Mancini ha rilevato che i dati riguardanti la<br />
cooperazione femminile in Sicilia - così come<br />
del resto in tutta Italia - vanno letti in trasparenza<br />
e offrono luci ed ombre.<br />
Stando ai numeri la cooperazione femminile è<br />
in forte crescita nel settore delle attività sociali<br />
ma arranca ancora nei comparti più avanzati<br />
anche se presenta punte di eccellenza e di interesse.<br />
Quello che l’Italia e la Sicilia scontano è<br />
una sorta di ritardo culturale che mette le<br />
donne nelle condizioni di scegliere, come<br />
campo di interesse imprenditoriale, settori in<br />
cui tradizionalmente la donna è da sempre<br />
impegnata.<br />
Ma le imprese associate “rosa” presentano una<br />
potenzialità ancora inespressa mentre per quel<br />
che riguarda i dati occupazionali appare chiaro<br />
come la scelta della costituzione delle imprese<br />
può rappresentare e rappresenta in molte regioni<br />
una valida alternativa per le donne in cerca<br />
di lavoro.<br />
Nel Mezzogiorno d’Italia la cooperazione ha una<br />
Gaetano Mancini<br />
18<br />
Socie della coop femminile “Doremi” di Palermo<br />
percentuale in più rispetto al totale delle imprese<br />
femminili. Ma le associazioni sono anch’esse in<br />
ritardo nel riconoscere questa crescita.<br />
Riportando l’esperienza della Confcooperative,<br />
Mancini ha ricordato che i consiglieri donna presenti<br />
negli organismi rappresentano ancora soltanto<br />
il 20% del totale mentre i presidenti donna<br />
delle federazioni sono il 17% e i dirigenti donna<br />
sotto la soglia del 15%. Non un comportamento<br />
virtuoso, dunque, fa rilevare Mancini, ma che<br />
può ricevere una spinta al cambiamento della<br />
consulta delle donne cooperatrici che si adopera<br />
per stimolare l’organizzazione e aiutare la crescita<br />
delle cooperative femminili.<br />
La realtà siciliana non è difforme rispetto al<br />
dato nazionale quando si guarda alla tipologia<br />
delle imprese “rosa” che, nella gran parte dei<br />
casi opera nel settore dei servizi socio-sanitari<br />
anche se si registra - ed è un dato di grande inte-
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
resse - una crescente presenza delle donne nel<br />
settore agricolo.<br />
«Elabora, il centro studi di Confcooperative<br />
Sicilia - spiega Mancini - ha elaborato uno studio<br />
dal quale si evince che le imprese femminili sono<br />
per lo più “giovani” - dai 6 ai 15 anni di vita - e<br />
presentano problemi riguardanti una minore solvibilità,<br />
una ridotta strutturazione, meno capitali,<br />
maggiore mortalità. Per rispondere a questi<br />
problemi, per lo più di carattere finanziario ma<br />
anche legati all’accompagnamento dell’impresa<br />
dopo la fase di avvio - ha proposto il presidente<br />
di Confcooperative Sicilia - l’Ircac potrebbe<br />
immaginare interventi specifici e specialistici per<br />
le cooperative femminili».<br />
Le cooperative siciliane sono per la quasi totalità<br />
di dimensioni medio-piccole: solo l’1,6% del<br />
totale ha grandi dimensioni e produce però il<br />
60% del fatturato complessivo. E mentre negli<br />
ultimi dieci anni le imprese cooperative di grandi<br />
dimensioni hanno registrato una crescita del<br />
fatturato, del capitale sociale e dell’occupazione,<br />
questi stessi parametri sono risultati in calo<br />
nelle imprese piccole.<br />
E le imprese cooperative femminili, che sono di<br />
dimensioni piccole quando non addirittura piccolissime,<br />
hanno registrato dati in calo ed una<br />
maggiore mortalità mostrando quindi una fragilità<br />
strutturale che stride con il desiderio di fare<br />
impresa, e di fare impresa cooperativa, che le<br />
donne siciliane continuano a mostrare.<br />
Del resto - rileva Mancini - il mercato si è<br />
ampliato, la concorrenza è cresciuta, sono<br />
aumentati i vincoli; questo non fa che<br />
aumentare le difficoltà delle imprese di piccole<br />
dimensioni.<br />
La riflessione che si sta facendo anche grazie a<br />
questo convegno - ha detto in conclusione<br />
Mancini - è dunque assai rilevante: la disoccupazione<br />
femminile in Sicilia è a quota 31% e<br />
questo dato non può che avere un forte riflesso<br />
negativo sulla crescita economica della regione<br />
e dell’intero Paese.<br />
Il contesto sociale e culturale - dalla mancanza<br />
dei servizi alla tradizionale delega della cura dei<br />
figli e della famiglia che mette le donne in uno<br />
stato di oggettiva difficoltà nell’accedere alla<br />
pari dell’uomo al mercato del lavoro - non<br />
aiuta e la strada da percorrere per giungere ad<br />
una effettiva parità dei due sessi anche nel settore<br />
dell’imprenditoria è ancora lunga.<br />
Possiamo fare molto, come associazioni di<br />
impresa ma anche l’Ircac può concorrere efficacemente,<br />
per far crescere la quantità e la qualità<br />
delle cooperative femminili.<br />
Le doti di creatività, intelligenza, capacità e<br />
sensibilità che le donne esprimono sul lavoro<br />
sono una ricchezza di cui il paese non può fare<br />
a meno. È il momento di mettere assieme le<br />
diversità ed impegnarsi per uno sviluppo armonioso<br />
, e più rosa, del mondo dell’impresa.
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
Il consigliere <strong>dell’Ircac</strong>, Ciro Di Vuolo<br />
Più donne imprenditrici<br />
e cooperatrici<br />
tengono la vocazione microimprenditoriale.<br />
Infatti, tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005<br />
la crescita avuta porta la Sicilia ad essere la<br />
terza regione italiana per tasso di iniziativa<br />
imprenditoriale femminile dietro lombardia e<br />
campania. A livello regionale, dai dati raccolti<br />
da Infocamere, in testa alla classifica si colloca<br />
la Provincia di Catania con 20.111 aziende<br />
in rosa, seguita da Palermo con circa 19.000<br />
imprese e poi a seguire c’è Trapani, Messina e<br />
Agrigento. In merito ai settori di attività,<br />
20<br />
empre più donne cercano nel<br />
mestiere di imprenditrici un’alternativa<br />
al posto fisso. E lo fanno<br />
puntando su settori economici<br />
“tradizionalmente” al femminile. Ma non solo.<br />
Sono decisamente in crescita anche le “capitane<br />
d’impresa” che si cimentano nell’avvio di<br />
attività imprenditoriali solitamente più legate<br />
alla presenza maschile. Così in Calabria come<br />
in Lombardia, in Sicilia come in Campania,<br />
ossia nelle regioni in cui, percentualmente, le<br />
imprese guidate da donne sono aumentate di<br />
più nel corso del 2004. È quanto mettono in evidenza<br />
i dati annuali dell’Osservatorio sull’imprenditoria<br />
femminile di Unioncamere e<br />
Infocamere.<br />
Sfiorano oramai quasi 1 milione e 200mila unità<br />
le imprese femminili iscritte al Registro delle<br />
imprese delle Camere di Commercio.<br />
L’Osservatorio, infatti, mostra che, alla fine del<br />
2004, le imprese femminili attive erano<br />
1.197.680, ovvero il 2% in più del 2003. Il tasso<br />
di crescita di queste imprese è superiore a quello<br />
del totale delle imprese italiane (+1,3%), ma<br />
riflette la stessa dinamica territoriale: più alti i<br />
tassi di crescita del Mezzogiorno (+2,4%) e nel<br />
Nord-Ovest (+2%); inferiori alla media quelli<br />
del Centro (+1,7%) e del Nord-Est (+1,4%).<br />
La regione che cresce di più nel 2004 rispetto<br />
all’anno precedente è la Calabria, dove le<br />
imprese femminili sono aumentate del 5,5%.<br />
Seguono Lombardia (+2,9%), Sicilia (+2,8%),<br />
Campania (+2,6%) e Sardegna (+2,5%).<br />
La regione in cui, sul totale delle imprese, le<br />
aziende al femminile sono percentualmente più<br />
numerose è invece il Molise, dove le imprese in<br />
rosa rappresentano il 32,1% del totale delle<br />
imprese attive. Seguono Basilicata (29,8%),<br />
Abruzzo (28,3%), Campania (27,9%), Valle<br />
d’Aosta (26,6%). Se, invece, si guarda ai valori<br />
assoluti, è la Lombardia che occupa saldamente<br />
la testa della classifica nazionale, con 158.194<br />
imprese guidate da donne, pari al 20,1% dell’universo<br />
imprenditoriale locale. Seguono<br />
Campania (125.250), Sicilia (98.223), Piemonte<br />
(98.170) e Veneto (94.715).<br />
UN PASSO AVANTI PER LE IMPRENDITRICI<br />
Le imprese in Sicilia crescono anche se man-<br />
Ciro Di Vuolo<br />
Pasquale Amico, presidente Unci Sicilia<br />
quelli maggiormente rappresentativi<br />
sono l’agricoltura, il commercio all’ingrosso,<br />
il manifatturiero e quello dei<br />
servizi pubblici e sociali.<br />
AUMENTANO LE FORME GIURIDICHE PIÙ<br />
“SOLIDE”<br />
Sebbene la stragrande maggioranza delle<br />
imprese femminili sia costituita da ditte<br />
individuali (873.946 nel 2004, il 73% del<br />
totale e lo 0,7% in più nel 2004 rispetto al<br />
2003), è in crescita il numero delle<br />
donne che scelgono di dare alla loro<br />
azienda una struttura più solida. Infatti,<br />
aumentano del 20,4% le società di capitali<br />
rispetto all’anno precedente, raggiungendo<br />
quota 74.627. Cooperative<br />
(+2%) e società di persone (+1,8%)<br />
vedono un incremento prossimo alla<br />
media nazionale. In forte calo, invece, le<br />
altre forme societarie (-9%).
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
I MESTIERI AL FEMMINILE<br />
Altri servizi pubblici, Sanità, Turismo,<br />
Istruzione, insieme ad Agricoltura e Commercio,<br />
continuano a rappresentare nel 2004 i comparti<br />
produttivi a maggior tasso di femminilizzazione<br />
(dato dal rapporto tra imprese femminili e<br />
imprese attive totali). Se si guarda, però, ai tassi<br />
di crescita, l’andamento dello scorso anno evidenzia<br />
alcune interessanti tendenze, che sembrano<br />
esprimere un’attenzione crescente delle<br />
donne anche a settori tradizionalmente<br />
“maschili”. È questo il caso delle imprese delle<br />
Costruzioni (+7%, che porta a un totale di<br />
35.871 le imprese femminili del settore), dei<br />
Trasporti e Tlc (+9,6% per totali 20.383 imprese<br />
guidate da donne), dei Servizi alle imprese<br />
(+5,8% per complessive 118.900 imprese “rosa”),<br />
cui si aggiunge, anche se su numeri decisamente<br />
più contenuti, il settore dell’Ener- gia (15,8%<br />
in più, per totali 191). Elevato, comunque,<br />
anche l’incremento delle imprese gestite da<br />
donne nella Sanità (+9,8% per totali 8.330<br />
unità), mentre più contenuto è l’aumento delle<br />
aziende “rosa” nel Turismo (+2,6%, per 82.896<br />
imprese) e nel Commercio (+1,9% per complessive<br />
382.443 unità).<br />
ce ma soprattutto di una parte di colleghi consulenti<br />
che, non entrando nemmeno nel merito<br />
della bontà dell’idea progettuale, si preoccupano<br />
esclusivamente di rendere finanziabile il<br />
progetto facendo leva sugli indicatori, vedi<br />
quello occupazionale che è un vero proprio<br />
boomerang per l’imprenditrice; infatti, nell’anno<br />
a regime deve assolutamente assumere quel<br />
personale e dimostrare di essere nelle condizioni<br />
di sostenerne i relativi oneri (cosa che poi,<br />
difficilmente potrà fare). Contestualmente,<br />
sempre a mio modesto avviso, gli istituti di credito<br />
che effettuano le istruttorie, si limitano, in<br />
alcuni casi, ad applicare le direttive indicate<br />
nelle normative e nelle relative circolari esplicative<br />
senza entrare troppo nel merito tecnico<br />
economico del progetto e della sua effettiva<br />
capacità di produrre reddito.<br />
In tale contesto, l’Ircac, con la sua pluriennale<br />
esperienza, deve proporsi come ente istruttorio<br />
Il quadro che emerge dall’indagine è quello di<br />
una realtà sempre più diffusa e sempre più dinamica,<br />
che i finanziamenti della legge sull’imprenditorialità<br />
femminile stanno contribuendo<br />
a sviluppare., ma che soffre anche di una certa<br />
fragilità strutturale. La dimensione media delle<br />
imprese femminili risulta, infatti, inferiore a<br />
quella delle imprese maschili, il fatturato è<br />
mediamente pari ad un terzo della media ed il<br />
tasso di mortalità è ancora molto elevato.<br />
Quello dell’alto tasso di mortalità delle imprese<br />
è certamente quello più allarmante. Infatti,<br />
sempre da un’indagine effettuata da infocamere,<br />
un’impresa femminile ha una vita che raramente<br />
supera il quinquennio, addirittura tre<br />
imprese su dieci chiudono dopo pochi anni. Le<br />
motivazioni di tale situazione, a mio modesto<br />
avviso, vanno individuate nella carenza dell’idea<br />
progettuale.<br />
Molto spesso, infatti, le nuove imprenditrici<br />
LEGGE 215/92 - I QUATTRO BANDI A CONFRONTO<br />
Da sinistra, Luciano Ventura direttore di Confcoop e Adolfo Landi e Angelo Curmona<br />
hanno un approccio sbagliato con i finanziamenti<br />
agevolati, non pongono al centro della<br />
loro attenzione un’adeguata valutazione dell’idea<br />
progettuale e la sua effettiva potenzialità di<br />
successo sul territorio, ma si concentrano sull’opportunità<br />
del contributo a fondo perduto da<br />
ottenere ad ogni costo a prescindere da ciò che<br />
se ne vorrà fare.<br />
Di chi è la colpa di tutto ciò ? certamente non<br />
solo della scarsa attitudine alla cosiddetta “cultura<br />
di impresa” da parte della neo imprenditri-<br />
1° bando 2° bando 3° bando 4° bando Totale<br />
Domande presentate 4.109 4.852 5.301 26.951 41.213<br />
Domande ammesse 2.679 4.014 4.801 22.737 34.231<br />
Domande agevolate 518 917 1.311 5.669 8.415<br />
Investimenti agevolati (Meuro) 56,6 101,0 154,2 474 785,8<br />
Agevolazioni concesse (Meuro) 22,5 36,9 62,8 288,0 410,2<br />
Numero occupati 3.388 5.559 7.566 30.628 47.141<br />
nella prossima programmazione regionale dei<br />
fondi comunitari 2007-2013, magari proprio nell’ambito<br />
delle future agevolazioni all’imprenditoria<br />
femminile; questo è un’ obiettivo che il<br />
CdA <strong>dell’Ircac</strong> si è posto nel contesto degli<br />
obiettivi programmatici per il 2007.<br />
L’idea progettuale innanzi tutto! Esempio concreto<br />
è un’azienda di Giarre che si occupa da<br />
alcuni anni della produzione di latte d’asina che<br />
ha risolto diversi casi di intolleranza alimentare<br />
e che è sempre più viene richiesto dal mercato.<br />
Questa attività è stata messa su da due amiche<br />
che, senza perdersi d’animo nonostante la bocciatura<br />
del progetto ad un bando della 215/92,<br />
hanno con propri fondi e sacrifici avviato l’attività<br />
acquistando dapprima cinque asine per passare<br />
dopo due anni a trenta e dopo due anni<br />
ancora a 70. L’attività è in costante crescita e<br />
con esso chiaramente il fatturato.<br />
Tutto ciò dimostra che se si parte da una buona<br />
idea progettuale che non prevede grossi investimenti<br />
iniziali, le probabilità di successo dell’iniziativa<br />
sono pressoché garantite.<br />
21
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
La legislazione nazionale<br />
La legge 215<br />
del 1992<br />
TERRITORI DI APPLICAZIONE<br />
Tutto il territorio nazionale<br />
SOGGETTI BENEFICIARI<br />
- imprese a prevalente partecipazione femminile.<br />
a) per le ditte individuali il titolare deve essere<br />
donna.<br />
b) per le società di persone e le cooperative il<br />
numero delle donne socie deve rappresentare<br />
almeno il 60% della compagine sociale indipen-<br />
cazione delle attività economiche Istat ’91)<br />
- settore manifatturiero assimilati (sezioni C, D,<br />
E e F della classificazione delle attività economiche<br />
Istat ’91)<br />
- settore commercio, turismo e servizi (sezioni<br />
G, H, I, J, K, M, N ed O della classificazione delle<br />
attività economiche Istat ’91)<br />
INIZIATIVE AMMISSIBILI<br />
1) Avvio di nuove attività<br />
2) Acquisto di attività preesistenti (intesa come<br />
rilevamento tramite cessione dell’attività<br />
o di un ramo aziendale ovvero<br />
mediante affitto per almeno 5 anni)<br />
3) Progetti aziendali innovativi connessi<br />
all’introduzione dei qualificazione<br />
innovazione di prodotto, tecnologica<br />
o organizzativa, anche se finalizzata<br />
ad ampliamento o ammodernamento<br />
dell’attività<br />
4) Acquisizione di servizi reali destinati<br />
all’aumento della produttività,<br />
all’innovazione organizzativa, al trasferimento<br />
delle tecnologie, alla ricerca<br />
di nuovi mercati per il collocamento<br />
dei prodotti, all’acquisizione di nuove<br />
tecniche di produzione di gestione e di<br />
commercializzazione, allo sviluppo di<br />
sistemi di qualità<br />
delle imprese, enti pubblici e privati con personalità<br />
giuridica, professionisti iscritti ad un albo<br />
professionale.<br />
MISURA DELLE AGEVOLAZIONI<br />
Con il 6° bando l’importo dell’agevolazione<br />
ottenibile è stato concesso per il 50% sotto<br />
forma di contributo in conto capitale e per il<br />
restante 50% sotto forma di finanziamento a<br />
tasso agevolato.<br />
Se consideriamo che il beneficiario nella realizzazione<br />
dell’investimento deve intervenire con<br />
mezzi propri per un ammontare pari ad almeno<br />
il 25%, risulta chiaro che l’agevolazione non<br />
può che coprire al massimo il 75% delle spese<br />
ritenute ammissibili.<br />
DIVIETO DI CUMULO<br />
Le agevolazioni di cui alla legge n. 215 del 92<br />
non sono cumulabili con altre agevolazioni statali,<br />
regionali delle Province autonome di<br />
Trento e Bolzano, comunitarie o comunque<br />
concesse da Enti o istituzioni pubbliche per<br />
finanziare lo stesso programma.<br />
CRITERI DI PRIORITÀ PER LA FORMAZIONE DELLE<br />
GRADUATORIE<br />
- Nuovi occupati rispetto agli investimenti<br />
immessi<br />
- Nuova occupazione femminile rispetto agli<br />
investimenti immessi<br />
- Nuovi investimenti rispetto agli investimenti<br />
totali<br />
- Partecipazione femminile nell’impresa<br />
- Programmi finalizzati al commercio elettronico<br />
- Certificazioni ambientali e/o di qualità<br />
Le graduatorie vengono poi articolate in tre<br />
macro-settori: agricoltura; manifatturiero e assimilati;<br />
commercio, turismo e servizi.<br />
22<br />
dentemente alle quote di capitale detenute<br />
c) per le società di capitali le quote di partecipazione<br />
al capitale devono essere per almeno i 2/3<br />
di proprietà di donne e gli organi di amministrazione<br />
devono essere costituiti per almeno i<br />
2/3 da donne.<br />
ll requisito della presenza femminile deve permanere<br />
per almeno 5 anni.<br />
- imprese aventi dimensione di piccola impresa:<br />
quelle che congiuntamente prevedono i seguenti<br />
requisiti:<br />
a) Dipendenti: meno di 50<br />
b) Fatturato inferiore a 7 ml. di euro o totale di<br />
bilancio inferiore a 5 ml. di euro<br />
c) Indipendenza da imprese partecipanti: non<br />
siano partecipate per il 25% da una o più imprese<br />
che non rispondano ai suddetti requisiti.<br />
SETTORI AMMISSIBILI<br />
- settore agricoltura (sezioni A e B della classifi-<br />
SPESE AMMISSIBILI<br />
a) impianti generali<br />
b) macchinari ed attrezzature<br />
c) brevetti<br />
d) software<br />
e) progettazione e direzione lavori ristrutturazione<br />
dei locali destinati allo svolgimento dell’attività<br />
f) studi di fattibilità e piani d’impresa<br />
Nel caso di acquisto di attività preesistenti, la<br />
domanda può riferirsi anche al costo per l’acquisto<br />
dell’attività stessa, limitatamente al valore<br />
relativo a macchinari, attrezzature, brevetti e<br />
software da utilizzare per lo svolgimento dell’attività.<br />
Nel caso di acquisizione di servizi reali, le<br />
spese ammissibili sono quelle sostenute per l’acquisto<br />
di uno o più servizi forniti da imprese e<br />
società anche cooperative iscritte al Registro<br />
EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI<br />
Le erogazioni del contributo in conto capitale<br />
sono effettuate dal soggetto che ha provveduto<br />
alla concessione dell’agevolazione in due quote.<br />
La prima quota, pari al 30% del contributo, è<br />
resa disponibile dal trentesimo giorno successivo<br />
a quello di pubblicazione delle graduatorie<br />
sulla Gazzetta Ufficiale; la seconda quota, pari<br />
al 70%, è resa disponibile alla scadenza dei sei<br />
mesi dalla suddetta data per i programmi di<br />
investimento che abbiano durata fino a dodici<br />
mesi, e alla scadenza dei dodici mesi dalla<br />
medesima data di pubblicazione per i programmi<br />
con durata superiore.<br />
La prima quota è erogata in corrispondenza<br />
della realizzazione di una pari percentuale degli<br />
investimenti ammessi (30%), mentre la seconda<br />
quota è erogata successivamente alla completa<br />
realizzazione dell’iniziativa previa presentazione<br />
della relativa documentazione di spesa.
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
La legislazione regionale<br />
La misura 4.03.b<br />
del POR Sicilia<br />
TERRITORI DI APPLICAZIONE<br />
Tutto il territorio regione Sicilia<br />
SOGGETTI BENEFICIARI<br />
- piccole e medie imprese a prevalente partecipazione<br />
femminile<br />
a) per le ditte individuali il titolare deve essere<br />
donna<br />
b) per le società di persone e le cooperative il<br />
numero delle donne socie deve rappresentare<br />
almeno il 60% della compagine sociale indipendentemente<br />
alle quote di capitale detenute<br />
c) per le società di capitali le quote di partecipazione<br />
al capitale devono essere per almeno i 2/3<br />
di proprietà di donne e gli organi di amministrazione<br />
devono essere costituiti per almeno i<br />
2/3 da donne<br />
ll requisito della presenza femminile deve permanere<br />
per almeno 5 anni<br />
SETTORI AMMISSIBILI<br />
La regione siciliana ha individuato alcuni settori<br />
prioritari, in particolare:<br />
attività nei settori dello sport;<br />
attività nei settori dello spettacolo ed altre attività<br />
ricreative;<br />
attività nei settori dell’editoria;<br />
attività nei servizi al turismo;<br />
attività nei servizi a domicilio.<br />
INIZIATIVE AMMISSIBILI<br />
1) Avvio di nuove attività.<br />
2) Acquisto di attività preesistenti (intesa come<br />
rilevamento tramite cessione dell’attività o di<br />
un ramo aziendale ovvero mediante affitto per<br />
almeno 5 anni).<br />
3) Progetti aziendali innovativi connessi all’introduzione<br />
dei qualificazione innovazione di<br />
prodotto, tecnologica o organizzativa, anche se<br />
finalizzata ad ampliamento o ammodernamento<br />
dell’attività.<br />
4) Acquisizione di servizi reali destinati all’aumento<br />
della produttività, all’innovazione organizzativa,<br />
al trasferimento delle tecnologie, alla<br />
ricerca di nuovi mercati per il collocamento dei<br />
prodotti, all’acquisizione di nuove tecniche di<br />
produzione di gestione e di commercializzazione,<br />
allo sviluppo di sistemi di qualità.<br />
SPESE AMMISSIBILI<br />
Sono ammissibili le seguenti tipologie di spesa,<br />
al netto dell’I.V.A., sostenute a partire dal giorno<br />
successivo a quello di presentazione del modulo<br />
di domanda.<br />
Acquisto del suolo non edificato alle seguenti<br />
condizioni:<br />
- deve sussistere un nesso preciso fra l’acquisto<br />
del terreno e gli obiettivi dell’operazione finanziata;<br />
la percentuale della spesa ammissibile<br />
totale rappresentata dall’acquisto del terreno<br />
non può superare il 10% di quella<br />
relativa all’investimento<br />
complessivo.<br />
Acquisto di un bene immobile<br />
ed opere murarie ed assimilate,<br />
in funzione delle caratteristiche<br />
dell’immobile stesso e/o dell’attività<br />
da svolgere, fino ad un<br />
valore massimo del 50% dell’investimento<br />
complessivo ammissibile.<br />
Macchinari, attrezzature<br />
ed impianti, specifici per la produzione,<br />
nuovi di fabbrica, compresi<br />
gli arredi connessi allo<br />
svolgimento dell’attività, automezzi<br />
qualora imprescindibili<br />
allo svolgimento del ciclo produttivo.<br />
Investimenti immateriali e<br />
spese per studi, consulenze e progettazioni nel<br />
limite del 5% delle spese ammissibili.<br />
I benefici possono riguardare esclusivamente<br />
spese per le quali non siano state concesse altre<br />
agevolazioni previste da norme statali regionali<br />
o comunitarie o comunque finanziate con risorse<br />
pubbliche.<br />
Ai fini di cui sopra, la data di effettuazione della<br />
spesa è quella del relativo titolo ancorché pagata<br />
successivamente. I pagamenti dei titoli di<br />
spesa non possono essere effettuati per contanti<br />
pena l’esclusione del relativo importo dalle agevolazioni.<br />
MISURA DELLE AGEVOLAZIONI<br />
Contributo in conto capitale pari a circa il 50%<br />
delle spese dell’investimento ritenute ammissibili<br />
e per iniziative relative a nuove attività,<br />
acquisto attività preesistenti, progetti aziendali<br />
innovativi.<br />
CRITERI DI PRIORITÀ PER LA FORMAZIONE DELLE<br />
GRADUATORIE<br />
A) rapporto tra nuovi occupati donne attivati<br />
dal programma e investimento complessivo<br />
ammissibile;<br />
B) rapporto tra le risorse proprie da investire e<br />
l’investimento complessivo ammissibile;<br />
C) settore di attività ;<br />
D) adesione al sistema di gestione ambientale<br />
conforme alla norma UNI EN ISO 14001 o al<br />
sistema di certificazione di qualità UNI EN ISO<br />
9000;<br />
Per le imprese che hanno aderito o aderiscono<br />
entro l’esercizio a regime ad uno dei suddetti<br />
sistemi di certificazione verrà attribuito un’ulteriore<br />
incremento del 5% al punteggio conseguito.<br />
Un’ulteriore incremento percentuale degli indicatori<br />
A, B, C sarà riconosciuto agli interventi<br />
che prevederanno l’inserimento di persone soggette<br />
ad esclusione sociale, donne, disoccupati<br />
di lunga durata, LSU o alle iniziative connesse<br />
alla società dell’informazione e della New<br />
Economy ovvero ai progetti che sulla base di<br />
un’analisi di mercato, dimostrano dipendenze<br />
esterne dell’isola relativamente alla produzione<br />
prevista in progetto.<br />
EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI<br />
Le erogazioni del contributo in conto capitale<br />
sono effettuate dal soggetto che ha provveduto<br />
alla concessione dell’agevolazione in due quote.<br />
Ciascuna erogazione in favore dell’impresa<br />
avviene per stato d’avanzamento, ad eccezione<br />
della prima, che può, a richiesta, essere svincolata<br />
dall’avanzamento del programma ed essere<br />
disposta a titolo di anticipazione, previa presentazione<br />
di fideiussione bancaria o polizza assicurativa<br />
irrevocabile, incondizionata ed escutibile<br />
a prima richiesta a favore dell’Assessorato.<br />
23
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
Il professore Elio Rossitto<br />
Servono davvero<br />
leggi di “genere”?<br />
er un effettivo e duraturo sviluppo<br />
dell’imprenditoria femminile nel<br />
Mezzogiorno d’Italia pesano i vincoli<br />
culturali. Ne è certo il professore<br />
Elio Rossitto, docente di economia politica<br />
all’Università di Catania che ha affrontato il<br />
tema “Il ruolo delle imprenditrici nello sviluppo<br />
del Mezzogiorno”.<br />
Rossitto ha ricordato la ricerca svolta alcuni<br />
anni fa dall’ateneo catanese dalla quale emerse<br />
con chiarezza che le donne siciliane mostravano<br />
un interesse maggiore nei confronti della<br />
formula cooperativa rispetto agli uomini per<br />
avviare una iniziativa imprenditoriale. Questo<br />
maggiore interesse si è concretizzato poi molti<br />
anni dopo non soltanto nei settori tradizionalmente<br />
più vicini all’intervento imprenditoriale<br />
femminile, come i servizi socio sanitari, ma<br />
anche per comparti meno scontati come l’agroalimentare<br />
dove, in generale, le donne<br />
hanno svolto e svolgono in Sicilia un ruolo<br />
da protagoniste magari per avere ereditato l’azienda<br />
di famiglia.<br />
«Un percorso di riappropriazione culturale -<br />
ha rilevato Rossitto - da parte delle donne<br />
che va registrato non come fatto negativo ma<br />
come elemento portatore di elementi di grande<br />
novità». Rossitto si è detto molto critico<br />
nei confronti della legislazione in genere:<br />
Elio Rossitto<br />
24<br />
Il segretario provinciale dell’Agci di Catania, Arcidiacono<br />
«Mi sembra che questo ghettizzi di fatto le<br />
donne e le loro imprese senza fare registrare, di<br />
fatto, una crescita sana ed omogenea dell’imprenditoria<br />
femminile in generale e di quella<br />
cooperativa in particolare. Una legislazione<br />
specifica - sottolinea Rossitto - è a mio avviso<br />
addirittura offensiva e non costituisce un fattore<br />
di sviluppo ma, costituendo un elemento di<br />
tutela, impedisce lo sviluppo di una sana concorrenza.<br />
Le imprese siciliane in questi anni - ha<br />
continuato il docente universitario - hanno<br />
fatto registrare un eccellente progresso ma<br />
hanno anche mostrato la necessità di essere<br />
accompagnate nella crescita se si vuole evitare<br />
che dopo la performance iniziale, superate le<br />
difficoltà della fase di start-up, arrivino ad una<br />
precoce mortalità. Uno dei problemi da affrontare<br />
è quale indicatore utilizzare per comprendere<br />
le ragioni della diffusa e precoce mortalità<br />
e quali siano effettivamente le cause principali<br />
del fallimento o del rallentamento dello sviluppo<br />
dell’imprenditoria femminile. La domanda<br />
da porsi è se la legislazione contenente incentivi<br />
sia risultata in Italia - a conti fatti - un elemento<br />
di sviluppo o di rallentamento. Alcuni<br />
dati danno da pensare: recentemente la guardia<br />
di finanza ha fornito i numeri riguardanti il fallimento<br />
di imprese del meridione d’Italia nate<br />
utilizzando le risorse finanziarie previste dalla L.<br />
488. Ebbene in Sicilia il 54% delle imprese non<br />
è riuscito effettivamente a decollare e questo a<br />
causa dell’assenza di una griglia rigida di controlli<br />
previsti dalla legge. D’altro canto ci sono<br />
altre leggi che proprio a causa di una eccessiva<br />
rigidità della griglia di controllo ha tarpato le ali<br />
alle imprese ancor prima di lanciarle sul mercato.<br />
La verità è che, probabilmente, gli imprenditori,<br />
siano essi uomini o donne, non si fanno<br />
in provetta e sono molti i fattori che entrano in<br />
gioco: la bontà dell’idea, la capacità finanziaria,<br />
la liquidità, la cultura d’impresa, la creatività.<br />
La domanda che ci poniamo, e questo convegno<br />
è una occasione di straordinario interesse<br />
per trovare tutti insieme una risposta efficace, è<br />
allora questa: “È davvero così facile far nascere<br />
un’impresa? E ancor di più vederla crescere ed<br />
affermarsi sul mercato?»
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
Angela Peruca, Centro Studi Legacoop<br />
Molte donne nelle coop<br />
e non solo nel sociale<br />
l tema dell’imprenditoria femminile e<br />
dell’imprenditoria femminile cooperativa<br />
va inquadrato nell’ambito delle profonde<br />
trasformazioni intervenute nel sistema<br />
economico e sociale del nostro paese; a seguito,<br />
in particolare, del progressivo consolidamento<br />
del processo di integrazione europea, dello<br />
straordinario processo di globalizzazione, ma<br />
anche, in seguito alle innovazioni tecnologiche<br />
Un segmento importante anche e soprattutto<br />
nella cooperazione, se si considera la forte incidenza<br />
della presenza femminile nella cooperazione<br />
lavoro ed in particolare nei servizi e nel<br />
comparto del sociale.<br />
Un fenomeno in ascesa soprattutto negli ultimi<br />
16 anni con l’introduzione della legge 381/91<br />
che ha regolamento la cooperazione sociale sia<br />
di tipo A (erogazione di servizi socio-assistenzia-<br />
Angela Peruca, prima da sinistra; accanto, Alessandra Foti e Rossana Interlandi<br />
cia a avere un andamento crescente anche nel<br />
settore immobiliare, nei trasporti, nelle attività<br />
di servizi, nell’agroalimentare.<br />
Nella cooperazione un trend positivo si rileva<br />
nelle cooperative turistiche, delle ceramiche e<br />
dell’agroalimentare.<br />
Per quanto attiene quest’ultimo settore, comunque,<br />
è necessario specificare che la motivazione<br />
prima dell’essere imprenditrice è quella della<br />
tradizione familiare, ossia si è spinte a continuare<br />
la gestione di un’azienda che si tramanda<br />
nella famiglia piuttosto che trovare altra occupazione<br />
o creare un’attività imprenditoriale exnovo<br />
in altri settori.<br />
Ma sono anche altre le motivazione alla base<br />
delle quali una donna decide di intraprendere<br />
un’attività di impresa:<br />
❏ per necessità: legata all’impossibilità di trovare<br />
un’occupazione gratificante sia sotto il profilo<br />
qualitativo che quantitativo;<br />
❏ per scelta: dopo una fase in cui è stato svolto<br />
lavoro dipendente, considerato anche un<br />
periodo di apprendimento, di tirocinio per l’acquisizione<br />
dei meccanismi operativi, si decide di<br />
creare una propria attività di impresa; ciò è<br />
anche dovuto per l’impossibilità riscontrata nel<br />
posto di lavoro dipendente di accedere a ruoli<br />
decisionali più importati;<br />
❏ per opportunità: ed è il caso delle cooperative<br />
costituite da giovani donne, che dopo un<br />
percorso di studi altamente professionalizzante,<br />
piuttosto che attendere il classico “posto” decidono<br />
di scommettere su stesse, sulle competenze<br />
acquisite e/o sulle capacità personali.<br />
Qualunque siano le motivazioni, comunque, gli<br />
obiettivi delle donne nell’intraprendere un’attività<br />
di impresa attengono essenzialmente alla<br />
volontà di autodeterminare il proprio lavoro,<br />
l’aspirazione all’autonomia, un maggiore riconoscimento<br />
sociale.<br />
e all’i- nasprimento della concorrenza e, quindi,<br />
è stata ravvisata la necessità, per tutti, di elevare<br />
l’efficienza e l’efficacia dei fattori strutturali e<br />
competitivi del nostro sistema paese. Interventi<br />
nel sistema monetario e creditizio, nel mercato<br />
del lavoro, nei servizi e nelle infrastrutture, nell’adeguamento<br />
del capitale umano come risorsa<br />
e variabile strategica importante in questo processo<br />
di dinamicità economica e sociale sono da<br />
considerarsi i più incisivi.<br />
In questo quadro, notevole è stato il contributo<br />
delle donne alle attività economiche, sia sul<br />
versante dell’occupazione che in quello imprenditoriale,<br />
contributo che è aumentato nel corso<br />
del tempo, tanto nella produzione dei beni<br />
quanto nell’erogazione dei servizi.<br />
li) che di tipo B (favorire l’inserimento di persone<br />
svantaggiate nel mondo del lavoro); in<br />
questo ambito, è stata chiaramente l’identità<br />
propria della donna, da sempre considerata<br />
“l’angelo del focolare domestico”, il fattore<br />
determinate della loro propensione ad intraprendere<br />
un percorso di crescita professionale<br />
extra-casalingo.<br />
Tuttavia, è bene anche precisare che se il dato<br />
della presenza femminile nella cooperazione<br />
sociale sia fortemente incisivo, oggi anche altri<br />
settori e comparti dell’imprenditoria italiana<br />
registrano un trend positivo; da uno studio condotto<br />
dall’Osservatorio Donna dopo un incontro<br />
con i 100 Comitati per l’imprenditoria femminile<br />
delle Camere di Commercio, è emerso<br />
che la figura della donna imprenditrice comin-<br />
Si decide di essere un’imprenditrice cooperativa<br />
perché l’impresa cooperativa può e risponde a<br />
queste finalità più di ogni altra forma di impresa.<br />
L’impresa cooperativa, è portatrice dei valori<br />
della solidarietà, della partecipazione democratica,<br />
della valorizzazione delle competenze,<br />
della crescita professionale di chi in azienda<br />
lavora a qualunque titolo. È quella impresa,<br />
infatti, in cui la realizzazione dei risultati della<br />
redditività e dell’economicità della gestione<br />
sono considerati prioritari per il raggiungimento<br />
del risultato sociale: lavorare per continuare<br />
a lavorare; assicurare il lavoro per sé e per le<br />
generazioni future.<br />
Ecco perché, come ampiamente dimostrato dai<br />
dati rilevati, è nella impresa cooperativa che si<br />
registra la maggiore partecipazione femminile<br />
non solo nell’organico operativo ma soprattut-<br />
25
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
to nei ruoli direzionali ed istituzionali, notevole<br />
è la presenza delle donne nei consigli di amministrazione<br />
e molte sono le donne che assumono<br />
il ruolo di presidente.<br />
Oltretutto, lo stile di direzione assunto dalla<br />
donna è uno stile più partecipativo e collaborativo,<br />
rispetto a quello maschile, tanto che, così<br />
come rilevato da una indagine dell’Ufficio<br />
Studi della LegaCoop Nazionale, il “Capo” non<br />
è solo un rappresentante di gerarchia ma anche<br />
un “coach”, un “mentore” per la crescita personale<br />
e professionale dei componenti l’organico<br />
aziendale.<br />
Nonostante si rilevi un crescente sviluppo della<br />
partecipazione delle donne nell’occupazione e<br />
nell’imprenditoria, tuttavia, la percentuale in<br />
rapporto a quella maschile, risulta ancora bassa<br />
anche su base europea.<br />
La comparazione tra il dato maschile e quello<br />
femminile, ha l’unico obiettivo di verificare le<br />
cause di un disequilibrio nel contesto economico<br />
e sociale di un paese dei soggetti che possono<br />
intraprendere e/o consolidare iniziative<br />
imprenditoriali, e non certo quello di creare<br />
opposizione tra le due tipologie di genere; la<br />
disamina della cause e la loro analisi deve servire<br />
a livello macro a definire strategie ed azioni<br />
da implementare in un’ottica equilibrio di<br />
imprese costituite e da condotte da entrambi i<br />
sessi in un rapporto pienamente paritario.<br />
l’urgenza delle problematiche legate alla mancata<br />
conquista dell’equità tra i sessi nei processi<br />
economici e sociali, definendo alcuni obiettivi<br />
da perseguire entro il 2010, tra cui:<br />
❏ grado di indipendenza economica e finanziaria<br />
tra uomini e donne<br />
❏ conciliazione per entrambi i sessi della vita<br />
professionale e familiare.<br />
Una governance a sostegno delle Pari Opportunità,<br />
per ridurre la segregazione professionale ed<br />
i differenziali dei livelli retributivi tra uomo e<br />
donna, per creare un ambiente più compatibile<br />
con la famiglia.<br />
Finalità inserite anche nel Vademecum per le<br />
Pari Opportunità, elaborato dalla Task Force<br />
P.O. della Presidenza della Regione, per la<br />
nuova programmazione regionale 2007/2013.<br />
Ma definirne le finalità non basta, occorre pensare<br />
anche e soprattutto alle azioni da mettere<br />
ruolo della donna nel mondo del lavoro, sia nell’occupazione<br />
che nell’imprenditoria; tuttavia,<br />
è necessario anche attuare adeguate politiche di<br />
intervento nell’ambito della formazione e dell’accesso<br />
al credito.<br />
Non si possono negare gli interventi nazionali<br />
della legge 215/92, oltretutto sul nostro territorio<br />
cofinanziati anche dalla regione siciliana; ma<br />
con quali risultati, potenzialmente sufficienti<br />
ma non pienamente soddisfacenti se si considera<br />
che molte delle risorse sono rimaste inutilizzate<br />
in relazione alle rinunce o alle revoche dei<br />
finanziamenti, dato riscontrato anche dalla<br />
regione siciliana in merito a quell’unico avviso<br />
emanato a valere sulla misura 4.01, in sei anni di<br />
programmazione regionale 2000/2006; quasi il<br />
50% delle risorse finanziarie, infatti, sono alla<br />
fine rimaste e/o tornate nelle casse regionali.<br />
Le cause sono molteplici: un’idea imprenditoriale<br />
non rispondente ai bisogni del mercato e,<br />
26<br />
È vero, infatti, che molte delle difficoltà incontrate<br />
dalle donne nell’intraprendere un’iniziativa<br />
imprenditoriale siano riscontrabili in<br />
entrambi i sessi, come per esempio:<br />
❏ contesto imprenditoriale macroeconomico<br />
povero;<br />
❏ scelta di settori e comparti produttivi;<br />
❏ mancanza di informazioni chiare;<br />
❏ eccessiva burocratizzazione<br />
❏ sistemi finanziari e creditizi non rispondente<br />
alle esigenze imprenditoriali<br />
ma, altri fattori, incidono notevolmente penalizzando<br />
solo le donne, quali:<br />
❖ persistenza di stereotipi di genere che determinano<br />
discriminazione tra i sessi soprattutto<br />
nei livelli retributivi;<br />
❖ presenza insufficiente dei servizi di cura;<br />
❖ iniqua distribuzione dei carichi e delle<br />
responsabilità familiari tra uomo e donna<br />
elementi che acuiscono le difficoltà delle donne<br />
ad accedere a ruoli imprenditoriali, a funzioni<br />
manageriali, a compiti decisionali, sia nelle<br />
imprese cooperative ma soprattutto nelle altre<br />
forme giuridiche, in quelle pubbliche e nelle<br />
organizzazioni datoriali, sindacali e nelle istituzioni<br />
pubbliche.<br />
Ecco perché nella nuova RoadMap per l’equità<br />
di genere, la Commissione europea ha ribadito<br />
Da sinistra, Elen Tumminello, Angela Peruca e Alessandra Foti<br />
in campo e, tra queste, alcune possono sintetizzarsi<br />
in:<br />
1. una maggiore concertazione tra organizzazioni<br />
datoriali e sindacali per ottenere un’organizzazione<br />
più flessibile degli orari di lavoro;<br />
2. in maggiore utilizzo dei congedi parentali per<br />
entrambi i sessi;<br />
3. una maggiore diffusione dei servizi per l’infanzia<br />
in seno ai luoghi di lavoro e di strutture<br />
per l’assistenza di familiari non autosufficienti;<br />
4. una concertazione con le istituzioni locali<br />
per la regolazione degli orari di città: apertura<br />
e chiusura di esercizi pubblici, commerciali,<br />
scuole.<br />
Il raggiungimento delle condizioni di pari<br />
opportunità potrà incidere positivamente sul<br />
comunque, non attentamente vagliata e valutata,<br />
secondo un’opportuna indagine di mercato,<br />
da quei consulenti a cui le donne, per inesperienza<br />
e incompetenza, si affidano per la stesura<br />
dell’elaborato progettuale; la poca professionalità<br />
di alcuni consulenti che pur di far finanziare<br />
un progetto e quindi riscuotere, a progetto<br />
approvato, la percentuale prevista, inseriscono<br />
dati economici assolutamente impossibili da<br />
raggiungere, soprattutto se consideriamo gli<br />
obiettivi occupazionali; una corresponsabilità,<br />
in questo caso, da condividere con chi si occupa<br />
e si preoccupa dell’istruttoria, in questo caso<br />
le banche, che si limitano a leggere i dati finali<br />
degli occupati e/o degli utili e/o del fatturato<br />
senza una attenta valutazione di quelli che sono<br />
invece il margine operativo lordo della gestio-
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
ne, l’incidenza delle gestioni finanziarie e straordinarie,<br />
i tempi di pagamento e degli incassi per<br />
l’indicatore di solvibilità e liquidità, per non<br />
parlare del raggiungimento, in termini qualitativi<br />
e temporali, del punto di pareggio (B.E.P.)<br />
della gestione produttiva. In questo caso, forse,<br />
sarebbe utile prevedere una responsabilità formale<br />
dei consulenti che definiscono gli obiettivi<br />
da raggiungere e sottoscrivono i piani di<br />
impresa, così anche la costituzione di un team o<br />
di un coordinamento composto da esperti di<br />
piani di impresa, da esponenti del mondo dell’imprenditoria<br />
quali le associazioni datoriali,<br />
nonché dai funzionari delle banche concessionarie,<br />
contribuirebbe a ridurre l’incidenza del<br />
mancato realizzo degli investimenti.<br />
Ma altre cause di questo fenomeno sono ascrivibili<br />
anche alla mancanza di competenze di<br />
alcune donne nella gestione economica e finanziaria<br />
della propria struttura imprenditoriale e<br />
quindi di conoscenze poco adeguate alla realizzazione<br />
di un programma di investimento; si<br />
rileva la necessità di un adeguato bagaglio formativo<br />
acquisito o durante gli studi o attraverso<br />
corsi professionalizzanti.<br />
Sul versante della formazione se innegabile è<br />
l’intervento della regione siciliana con la misura<br />
3.12 (formazione a favore delle donne) del<br />
POR Sicilia 2000/2006 e la considerazione che<br />
ingenti risorse finanziarie sono stati spesi, la<br />
domanda che nasce spontanea è: con quali i<br />
risultati? Quale è il riscontro in termini di ricadute<br />
occupazionali ed imprenditoriali in rapporto<br />
ai soldi spesi?<br />
La risposta è decisamente sconfortante. Troppa<br />
formazione di base, troppa formazione slegata<br />
dai bisogni del mercato imprenditoriale e finalizzata<br />
al semplice conseguimento di un attestato<br />
di qualifica che possibilmente rimane in un<br />
cassetto, poca formazione che prevede a monte<br />
un percorso di orientamento e/o a valle anche<br />
quello di accompagnamento alla creazione di<br />
impresa.<br />
Il nostro Centro Studi nel realizzare un intervento<br />
formativo sulla misura 3.12 per “Esperte<br />
in marketing dell’economia sociale”ha raggiunto<br />
un grande risultato con la costituzione della<br />
cooperativa sociale “Levante” che dopo due<br />
anni dalla costituzione lavora e lavora bene nel<br />
settore della cura dell’infanzia; tutto ciò, non<br />
perché è stato bravo il personale a vario titolo<br />
coinvolto, anche quello, ma è stato un caso<br />
riscontrare in entrambi i sensi, ente e partecipanti,<br />
il voler credere in un percorso di formazione<br />
finalizzato anche alla realizzazione di un<br />
sogno imprenditoriale.<br />
Perché allora non utilizzare parte delle risorse<br />
finanziarie per la formazione a complemento<br />
dei programmi di intervento e di investimento<br />
nell’imprenditoria ed in questo caso dell’imprenditoria<br />
femminile?<br />
Ossia perché non finalizzare la realizzazione del<br />
programma di investimento anche alla partecipazione,<br />
in itinere, delle già imprenditrici ad un<br />
percorso di in-formazione sulle tematiche inerenti<br />
la gestione economica e finanziaria, sul<br />
ruolo e sulle responsabilità operative e tecniche<br />
dell’essere imprenditrice?<br />
Perché non prevedere che, sempre una parte di<br />
queste risorse, vengano utilizzate per le azioni di<br />
accompagnamento alla creazione di impresa<br />
condotta dalle organizzazioni datoriali di riferimento<br />
delle singole imprese che seguano l’attuazione<br />
del programma di investimento in<br />
ragione della maggiore o minore competitività<br />
di quell’attività in quel contesto economico?<br />
Perché interventi di questa portata sono a compartimenti<br />
stagni e rigidi e non sono invece<br />
sinergici e flessibili sulla base delle iniziative<br />
proposte dal territorio?<br />
Molte possono essere le scelte e le sinergie da<br />
mettere in piedi per contribuire a realizzare<br />
quell’equilibrio di possibilità tra tutti gli attori<br />
operanti in un territorio se, comunque, si lavora<br />
realmente con i presupposti della concertazione<br />
vera; solo così la nostra regione potrà ottenere<br />
quel tanto auspicato sviluppo economico e<br />
sociale ma dal suo interno e con le proprie risorse,<br />
soprattutto umane.<br />
L’INTERVENTO DI ELEN TUMMINELLO, PRESIDENTE DELLA COOP LEVANTE<br />
Ci ha messo insieme l’amore per i bambini<br />
Elen Tumminello, presidente della cooperativa<br />
Levante di Termini Imerese, in provincia<br />
di Palermo, porta al convegno di<br />
Caltagirone l’esperienza fatta, sul campo,<br />
da un gruppo di donne che qualche anno<br />
fa ha deciso di scegliere la strada dell’impresa<br />
per rispondere ad una esigenza che<br />
sentivano proprio loro, come donne e come<br />
mamme, per prime quella cioè di assicurare<br />
ai bambini un ambiente sicuro,<br />
protetto e gioioso dove poter essere o-<br />
spitati nei primi anni di vita mentre i genitori<br />
sono al lavoro.<br />
«Da questa considerazione - ha spiegato Elen Tumminello - è<br />
nata l’idea di creare una cooperativa femminile (siamo otto<br />
donne su un totale di nove soci) per fare della nostra esigenza<br />
anche una occupazione. Abbiamo dato vita alla cooperativa che<br />
gestisce un centro per l’infanzia e in questi anni abbiamo visto<br />
questa realtà crescere. Da qualche tempo l’asilo si avvale del<br />
marchio Pan, un marchio nazionale che è indice di una qualità<br />
di servizio superiore e che consente di offrire a quanti si rivolgono<br />
a noi una qualità di servizio davvero superiore. Certo ogni<br />
L’asilo della coop Levante<br />
giorno, per noi, è una sfida. Abbiamo<br />
chiesto all’Ircac un credito di esercizio<br />
che ci aiuterà a proseguire lungo la<br />
strada che abbiamo tracciato e nella<br />
quale abbiamo tutte noi grande fiducia.<br />
Quando abbiamo deciso di avviare<br />
un’impresa e dar vita all’asilo la scelta<br />
della formula giuridica della cooperativa<br />
ci è apparsa subito naturale. È un<br />
pò come un vestito che ci si può cucire<br />
addosso e che per questo è particolarmente<br />
comodo. Tra di noi c’è infatti<br />
una solidarietà speciale che in un altro<br />
tipo di impresa mancherebbe e che noi, come donne e come<br />
imprenditrici, riteniamo invece indispensabile».<br />
Il centro per l’infanzia gestito dalla cooperativa si chiama Piccolo<br />
Principe ed è il primo in Sicilia ad esporre il marchio PAN:<br />
la struttura è ampia, circa 300 metri quadrati, ed offre non solo<br />
il servizio di asilo nido ma anche altri corsi destinati ai più<br />
piccoli ma anche ai loro genitori: un luogo per l’aggregazione<br />
delle famiglie attraverso il divertimento e le esperienze comuni.<br />
27
Cooperazione femminile, plurale.<br />
Il ruolo dell’imprenditoria femminile nel panorama economico siciliano<br />
L’assessore regionale Rossana Interlandi<br />
Grazie all’Ircac<br />
per la comune riflessione<br />
finanziaria nei confronti dell’imprenditoria<br />
femminile.<br />
«Le donne siciliane - conclude l’esponente del<br />
governo regionale - dimostrano e hanno dimostrato<br />
di avere una grande capacità di rischiare<br />
e anche una grande voglia di riscatto ma rimangono<br />
soggetti economici e sociali poco tutelati.<br />
Occorre allora fare il salto di qualità sia da parte<br />
delle imprese che delle istituzioni se vogliamo<br />
invertire la rotta e consentire alle imprese femminili<br />
di superare con successo la fase di start-up<br />
L’assessore al territorio e ambiente Rossana Interlandi<br />
arlare della voglia e della<br />
capacità di intraprendere<br />
delle donne, e delle donne<br />
siciliane in particolare, è<br />
importante. E io voglio ringraziare l’Ircac per<br />
avere organizzato questo convegno e per avermi<br />
chiesto, anche nel mio ruolo di governo, di<br />
moderare questa tavola rotonda».<br />
L’assessore regionale al territorio ed ambiente<br />
Rossana Interlandi interviene nel dibattito sottolineando<br />
come la maggiore presenza delle<br />
donne nella cultura e nelle professioni abbia<br />
rappresentato «nel secolo XX ed in apertura del<br />
XXI una autentica rivoluzione dei costumi e dell’economia».<br />
Le donne oggi, rileva ancora Interlandi, fanno<br />
imprese nei settori più diversi e un ruolo di particolare<br />
peso lo svolgono in quelli in qualche<br />
modo connessi con l’ambiente e la sua tutela:<br />
dal turismo sostenibile alla conservazione del<br />
territorio alle attività di tutela delle tradizioni e<br />
della cultura delle zone interne. «I saperi immateriali<br />
- sottolinea l’assessore - hanno avuto in<br />
Sicilia proprio nelle donne i custodi più attenti<br />
e rigorosi».<br />
Gli strumenti legislativi utilizzati dalle donne in<br />
Italia e in Sicilia per fare impresa - ha detto<br />
Rossana Interlandi - sono la legge nazionale<br />
215 e alcune misure del Por che fanno riferimento<br />
a progetti comunitari che si sono rivelati<br />
di grande efficacia, da Aracne al Now ad<br />
Equal. Esiste dunque un ampio ventaglio di possibilità<br />
per le donne che decidano di cimentarsi<br />
nel mondo dell’impresa.<br />
È necessario però che proprio su questo fronte<br />
venga migliorata la concertazione in vista della<br />
predisposizione del POR 2007-2013 che potrà<br />
consentire un aumento della disponibilità<br />
e avviarsi in direzione di uno sviluppo concreto<br />
e solido evitando la precoce mortalità che oggi<br />
si registra. Per raggiungere questo obiettivo è<br />
necessario valorizzare le risorse umane, e in questo<br />
caso questa risorsa è costituita dalle donne<br />
che hanno saputo coltivare e dinfedere, nei<br />
decenni, i valori più veri e più profondi della<br />
sicilianità».<br />
PROPOSTO DALL’IRCAC<br />
Un emendamento per far crescere le coop rosa<br />
L’Ircac potrebbe efficacemente intervenire in favore delle cooperative femminili con una norma di legge specifica che aumenterebbe<br />
, certamente, il già consistente bacino di utenza.<br />
Con l’obiettivo di ampliare la propria base di utenza l’Ircac ha quindi sottoposto al Parlamento regionale un emendamento, da inserire<br />
nella prossima finanziaria che preveda, specificamente, l’intervento creditizio agevolato in favore delle cooperative “rosa”.<br />
Questo il testo dell’emendamento predisposto dall’Ircac:<br />
28<br />
“Al fine di promuovere e sostenere l’attività delle Cooperative e loro Consorzi aventi sede in Sicilia, favorirne i processi di crescita<br />
economica e rafforzare la presenza delle Imprese Cooperative Siciliane nei mercati comunitari ed esteri, l’Ircac è autorizzato - nel<br />
rispetto delle condizioni, limiti e massimali previsti dal regolamento C.E. n. 69/2001 della commissione del 12/1/2001 - a concedere<br />
crediti di esercizio della durata di mesi 24 in favore di società cooperative, costituite esclusivamente o prevalentemente in misura<br />
non inferiore al 60% della compagine sociale da donne, destinati all’avviamento dell’attività sociale o all’incremento dell’attività<br />
già esercitati, assistiti entro l’importo di euro 35.000,00 unicamente dalla fideiussione personale”.
Delibere di finanziamento approvate dal CdA Ircac<br />
dal 29 aprile 2004 al 15 gennaio 2007<br />
Credito di esercizio<br />
Serenità di Ficarazzi (Pa) 20.000,00<br />
Delta centro elaborazione dati<br />
di Barcellona Pozzo di Gotto (Ma) 10.000,00<br />
Luna Nuova di Casteldaccia (Pa) 20.000,00<br />
Comal Service di Sciacca (Ag) 200.000,00<br />
Serv. Coop di San Giovanni la Punta (Ct) 10.000,00<br />
Bona Valetudo di Favara (Ag) 20.000,00<br />
Radio Studio centrale di Catania 15.000,00<br />
C.S.I. di Carini (Pa) 20.000,00<br />
IDEMA di Mazara del Vallo 10.000,00<br />
Penta service di Misterbianco (Ct) 20.000,00<br />
GIS di Marsala (Tp) 20.000,00<br />
Glicine di Palermo 20.000,00<br />
CO.GI.P.S di Palermo 20.000,00<br />
Rossocotto di Palermo 15.000,00<br />
Nuovi Sviluppi di Termini Imerese (Pa) 15.000,00<br />
El Ricreo di Misterbianco(Ct) 15.00,00<br />
Nuova Generazione di Travia (Pa) 150.000,00<br />
B.C.A. di Palermo 10.000,00<br />
CO.GI.P.S di Palermo 20.000,00<br />
Rossocotto di Palermo 15.000,00<br />
Nuovi Sviluppi di Termini Imerese (Pa) 15.000,00<br />
El Recreo di Misterbianco (Ct) 15.00,00<br />
Nuova Generazione di Trabia (Pa) 150.000,00<br />
B.C.A. di Palermo 10.000,00<br />
Gioia di Barrafranca (Cl) 10.000,00<br />
Servizi sociali di Villabate 60.000,00<br />
Daité di Acireale (Ct) 20.658,00<br />
Ergon 98 di Catania 20.658,00<br />
Verdegel di Acicastello (Ct) 20.000,00<br />
Euromedia di Bagheria (Pa) 20.000,00<br />
CZ rivestimenti di Catania 20.000,00<br />
Paradiso del benessere di Catania 20.000,00<br />
Villa degli Angeli di Favara (Ag) 15.000,00<br />
Tecno edil di Palermo 20.658,00<br />
Agriedi f.lli Stassi Piana degli Albanesi (Pa) 120.000,00<br />
Madonne Servizi di Gangi (Pa) 20.000,00<br />
Strade Nuove di Scordia (Ct) 20.000,00<br />
FP Color di Menfi 20.000,00<br />
La scatola di Acireale (Ct) 20.658,00<br />
Futura 98 di Acireale (Ct) 20.658,00<br />
Riba di Messina 50.000,00<br />
Le Girandole di Catania 15.000,00<br />
Radio Marte di Pedara(Ct) 15.000,00<br />
Cantiere delle idee di Palermo 15.000,00<br />
S. Maria degli angeli di Catania 20.658,00<br />
Il nodo di Catania 20.658,00<br />
Labor Casteldaccia (Pa) 50.000,00<br />
Primavera di Geraci Siculo (Pa) 90.000,00<br />
Pagilo agency travel 20.000,00<br />
Genesis di Palermo 15.000,00<br />
Sanitaria Delfino di Raffadali (Ag) 15.000,00<br />
G.B.C. System (Pa) 50.000,00<br />
Ristorcoop (Ct) 20.000,00<br />
Primavera Geraci Siculo (Pa) 20.000,00<br />
Margherita (Pa) 15.000,00<br />
Millenium di Tremestieri Etneo (CT) 10.000,00<br />
C.C.G. di Palermo 20.000,00<br />
Spazio bambini di Catania 250.000,00<br />
Consorzio Solco Calatino di Caltagirone (Ct) 20.000,00<br />
Antheo di Palermo 35.000,00<br />
Schizzi sonori di Catania 10.000,00<br />
Sud System di Bagheria (Pa) 20.000,00<br />
Il Girasole di Catania 15.000,00<br />
Arem di Marsala (Tp) 20.000,00<br />
Maraplast di Palermo 20.558,00<br />
Teseo di Bagheria (Pa) 15.000,00<br />
L’Airone di Palermo 20.650,00<br />
Sciuscià di Marsala (Tp) 75.000,00<br />
Copros di Caltagirone (Ct) 150.000,00<br />
Es.ei. Di Caltagirone (Ct) 20.000,00<br />
Cea di Alcamo (Tp) 200.000,00<br />
Akkademia di Palermo 20.658,00<br />
Sport Media Entertainment di Palermo 40.000,00<br />
Omnia Trasport di Agrigento 120.000,00<br />
Se.Com. di Bagheria (Pa) 50.000,00<br />
Capinera di Acireale (Ct) 20.000,00<br />
Il Foglio di Palermo 5.000,00<br />
Piccolo Teatro di Catania 25.000,00<br />
Italian Style di Giarre (Ct) 20.658,00<br />
Bios di Catania 15.000,00<br />
Nuova Editoria di Enna 20.000,00<br />
Alfa Car rental di Palermo 20.648,00<br />
Infor.House di Palermo 40.000,00<br />
Saturno di Cefalù (Pa) 20.000,00<br />
Rinascita di Partinico (Pa) 62.500,00<br />
Nuovi orizzonti di Pantelleria 20.500,00<br />
A Giarra di Palermo 15.000,00<br />
AIS di Palermo 15.000,00<br />
4 M di Terme Vigliatore (Me) 20.658,00<br />
Arredi Capizzi di Patti (Me) 20.000,00<br />
Pipe Resin di Carini (Pa) 150.000,00<br />
Massimo Giumento Services and school of enterprise<br />
di Termini Imerese (Pa) 10.000,00<br />
Geo agriturismo di S. Cataldo (Cl) 15.000,00<br />
CIFI di Gangi (Pa) 40.000,00<br />
An.Ge.Ma. costruzioni di Marsala (Tp) 20.000,00<br />
Piatto In di Palermo 15.000,00<br />
Eurokon di Palermo 20.000,00<br />
Iside di Carini (Pa) 20.658,00<br />
Santa Caterina di Belmonte Mezzagno (Pa) 20.000,00<br />
Ricerpharm di Marsala (Tp) 150.000,00<br />
Coretur di Cinisi 250.000,00<br />
Sikelia Service di Cinisi (Pa) 20.000,00<br />
La Famiglia solidale di Palermo 20.000,00<br />
C.I.T.I.G. di Palermo 20.000,00<br />
Atlantis di Monreale (Pa) 10.000,00<br />
Climega Sud di Fiumefreddo di Sicilia (Ct) 258.228,45<br />
Sviluppo solidale di Palermo 20.000,00<br />
Consorzio Comunità Nuova di Palermo 10.000,00<br />
Arcobaleno di Sciacca (Ag) 120.000,00<br />
Bonagrazia di Giardinello (Pa) 20.658,00<br />
Centro Servizi di Palermo 15.000,00<br />
Ediweb di Palermo 10.000,00<br />
Eko Music di Siracusa 15.000,00<br />
Etabeta di Palermo 100.000,00<br />
Hobelix libreria editrice di Messina 110.000,00<br />
Il Garraffo di Palermo 75.000,00<br />
La Fiera del vino di Palermo 10.000,00<br />
La provvidenza di Palermo 10.000,00<br />
MTS Manutenzione trasporti di Messina 258.228,00<br />
Nuovi orizzonti di Ramacca 20.000,00<br />
Sitec di Palermo 15.000,00<br />
Totale 4.809.228,00<br />
Fondo Perduto<br />
CGS Bagheria (Pa) 14.259,86<br />
Medio termine<br />
L.r. 12/63<br />
ARKADIA di Ustica (Pa) 168.000,00<br />
Maria SS.delle Grazie di Mirabella Imbaccari (Ct) 43.500,00<br />
Cittadella dell’infanzia di don Dilani<br />
di Misterbianco (Ct) 200.000,00<br />
Ara di Giove di Pedara (Me) 70.318,00<br />
Pescaturismo dello Stretto di Messina 35.000,00<br />
Il Girasole di Mascalcia (Ct) 55.890,00<br />
General costruzioni di Trapani 106.383,61<br />
29
30<br />
Prometeo 2000 di Siracusa 117.223,58<br />
Schizzi Sonori di Catania 119.849,00<br />
Mediterraneo di Campobello di Mazara (Ag) 470.774,79<br />
Totale 5.181.558,00<br />
L.r.36/91<br />
C.O.T. di Palermo 1.070.000,00<br />
CEA di Catania 400.000,00<br />
Azzurra di Gangi (Pa) 200.000,00<br />
Esmeralda di Palermo 244.251,95<br />
Sys planning sistem di Palermo 175.000,00<br />
Totale 2.089.251.00<br />
L.r. 37/78<br />
Juventus di Roccamena (Pa) 48.702,87<br />
CGS Bagheria (Pa) 69.707,93<br />
Marsalittica 1.522.776,22<br />
Marsalittica 1.015.184,15<br />
L.r. 95/77 Cooperazione edilizia<br />
Trinacria di Modica (Rg) 231.307,09<br />
Il Centododici di Messina 2.134.000,00<br />
Garofano Rosso di Gela (Cl) 231.105,00<br />
Augusta di Gela (Cl) 82.753,00<br />
Modica Alta di Modica (Rg) 134.587,14<br />
Liatris di Vittoria (Rg) 1.261.000,00<br />
Verde 86 di Leonforte (En) 195.389,50<br />
Mipu di Acireale (Ct) 330.438,70<br />
Ciba di Baida (Pa) 3.458.000,00<br />
Giada di Terrasini (Pa) 212.357,09<br />
Florita di Marsala (Tp) 991.597,20<br />
Giustizia di Palermo 1.322.129,60<br />
MIPU di Acireale (Ct) 1.900.561,30<br />
Amico 6 di Caltanissetta 991.597,00<br />
La prima casa di Palermo 1.322.129,60<br />
Lady casa di Palermo 1.239.496,50<br />
Trinacria di Modica (Rg) 1.900.561,30<br />
Modica Alta di Modica (Rg) 1.983.194,40<br />
Verde 86 di Leonforte (En) 1.322.130,00<br />
Totale 21.244.334,00<br />
Leasing agevolato<br />
A.V.L. di Villabate (Pa) 83.3000,00<br />
Sic.Invest di Modica (Rg) 96.129,00<br />
El ricreo di Miserbianco (Ct) 21.184,00<br />
SPA.VE.SA.NA di Palermo 79.540,00<br />
SPA.VE.SA.NA di Palermo 55.110,00<br />
A.V.L. produzione di Villabate (Pa) 64.600,00<br />
S. Maria Rita di Siracusa 41.877,00<br />
Servizi Petralia di Petralia soprana (Pa) 45.000,00<br />
Artemar di Termini Imprese (Pa) 56.100,00<br />
Agotron di Aci S. Antonio (Ct) 31.875,00<br />
Comunità e servizi di Messina 71.439,38<br />
Innovazione e servizi di Catania 400.032,00<br />
F.P. Color studio professionale di Menfi (Ag) 22.500,00<br />
Omap Amato & figli di Monreale (Pa) 50.065,00<br />
C.F.I. di Palermo 129.168,00<br />
Ompa Amato e figli di Monreale (Pa) 50.065,00<br />
Sicula Ciclat di San Cataldo (Cl) 116.002,35<br />
Sicula Ciclat di san cataldo (Cl) 52.200,00<br />
Bluecoop di Agrigento 75.465,52<br />
Pescaturismo dello Stretto (Me) 118.746,00<br />
Pescaturismo dello Stretto di Messina 24.998,66<br />
Item di Augusta (Sr) 22.270,00<br />
Sisifo di Palermo 60.398,00<br />
COT di Palermo 303.336,00<br />
Europa Costruzioni di Caltanissetta 91.800,00<br />
Novacoop di Catania 43.350,00<br />
Ipacem di Favara (Ag) 506.160,00<br />
Servizi Petralia di Petralia S. (Pa) 44.000,00<br />
Grafica Saturnia di Siracusa 85.000,00<br />
Grafica Saturnia di Siracusa 85.000,00<br />
Grafica Saturnia di Siracusa 85.000,00<br />
Capp di Patti (Me) 70.383,00<br />
C.O.T. di Palermo 31.573,00<br />
Monaco di mezzo di Palermo 7.266,00<br />
Europa costruzioni di Caltanissetta 294.300,00<br />
Europa costruzioni di Caltanissetta 21.831,00<br />
Te.Se.Os. di Messina 91.868,36<br />
El recreo di Misterbianco (Ct) 76.994,40<br />
Levantino Service di Palermo 258.400,00<br />
Centro servizi di Ragusa 135.000,00<br />
Sant’Antonio di Camporeale (Pa) 70.283,13<br />
Vega di Casteltermini (Ag) 36.492,20<br />
C.O.T. di Palermo 178.960,32<br />
Eco Recycle di Randazzo (Ct) 59.926,31<br />
Ristorate di Altofonte (Pa) 53.924,89<br />
Verdegel di Acicastello (Ct) 23.776,20<br />
Artemare di Termini Imerese (Pa) 42.500,00<br />
Sprint di Palermo 37.773,45<br />
Coral di Carini (Pa) 17.378,01<br />
Ipacem di Favara (Ag) 119.767,29<br />
Monaco di Mezzo di Palermo 38.632,50<br />
Azione Sociale di Messina 89.530,79<br />
Servizi Petralia di Petralia S. (Pa) 42.000,00<br />
Blumarina di Palermo 25.573,70<br />
Agriturist Club di Sciara (Pa) 25.913,48<br />
Maremonti di San Vito Lo Capo (Tp) 11.314,79<br />
Prometeo di Siracusa 46.439,69<br />
Levantino service di Palermo 44.200,00<br />
CCG di Palermo 32.708,00<br />
Jonio Yachting di Siracusa 164.153,14<br />
CEA di Alcamo (Tp) 15.810,00<br />
Gruppo Acca di Palermo 108.734,42<br />
Nautica trappetese di Trappeto (Pa) 77.298,15<br />
Sviluppo solidale di Palermo 180.000,00<br />
CORAL di Carini (Pa) 30.777,09<br />
Itaca di Siracusa 45.159,60<br />
Sprint di Palermo 16.856,87<br />
Ara di Giova di Pedara (Ct) 37.562,35<br />
C.C.G. di Palermo 26.294,58<br />
C.C.G. di Palermo 17.595,00<br />
Celi di Santa Ninfa (Tp) 137.304,00<br />
Progetto Vita di Caltagirone (Ct) 21.007,75<br />
Nuovi Orizzonti di Pantelleria 492.000,00<br />
Cosau di Casteltermini 163.350,00<br />
Cipem di Palermo 93.500,00<br />
Servizi Italia di Palermo 221.212,50<br />
Conad Sicilia di Modica (Rg) 552.000,00<br />
Conad Sicilia di Modica (Rg) 303.000,00<br />
Eurokon di Palermo 31.970,00<br />
Jonio Yachting di Siracusa 105.177,26<br />
Grafica Saturnia di Siracusa 403.353,00<br />
CAPP di Patti (Me) 90.015,65<br />
A.V.L. di Villabate (Pa) 30.165,66<br />
Climega Sud di Fiumefreddo di Sicilia 258.228,45<br />
Sviluppo solidale di Palermo 20.000,00<br />
Consorzio Comunità Nuova di Palermo 10.000,00<br />
Eubios di Siracusa 492.000,00<br />
Nuovi orizzonti di Pantelleria 34.452,00<br />
CO.SA.U. di Casteltermini 141.300,00<br />
CO.SA.U. di Casteltermini 22.050,00<br />
Cipem di Palermo 93.500,00<br />
Servizi Italia di Palermo 221.212,50<br />
Totale 9.431.078,00<br />
Contributo interessi<br />
Santa Rita di Ragusa 40.000,00<br />
Obiettivo Domani di Assoro (Ct) 61,994,00<br />
Bluecoop di Agrigfento 5000.000,00<br />
Bluecoop di Agrigento 5000.000,00<br />
CAEC di comiso (Rg) 380.000,00<br />
Sisifo di Catania 1.530.000,00<br />
Insieme di Caltagirone (Ct) 250.000,00<br />
Azione Sociale di Caccamo (Pa) 103.291,38<br />
25 aprile di Carini (Pa) 1.100.000,00<br />
Primavera di Geraci Siculo (Pa) 85.000,00<br />
Ciasam di Scicli (Rg) 250.000,00<br />
UMR di Catania 700.000,00<br />
C.D.B. di Ragusa 100.000,00<br />
Siciliambiente di Palermo 70.000,00<br />
De. Ba. Di Bronte (Ct) 25.000,00<br />
Eubios di Siracusa 90.000,00<br />
Azione sociale di Messina 300.000,00
Blumarina di Palermo 550.000,00<br />
La città del sole di Catania 200.000,00<br />
La famiglia solidale di Palermo 50.000,00<br />
Saem di Passo Martino (Ct) 80.000,00<br />
Europa Costruzioni di Caltanissetta 400.000,00<br />
Europa Costruzioni di Caltanissetta 900.000,00<br />
Nuova Cucina Sicilia di Piana degli Albanesi (Pa) 125.000,00<br />
Monaco di mezzo di Palermo 50.000,00<br />
Caccamo Servizi di Caccamo (Pa) 92.962,24<br />
Benessere di Termini Imerese (Pa) 190.000,00<br />
Celi di Santa Ninfa (Tp) 1.500.000,00<br />
Sicilcostruzioni di Mazara del Vallo (Tp) 350.000,00<br />
La Ginestra di Giarre (Ct) 20.000,00<br />
Sviluppo solidale di Palermo 100.000,00<br />
Eubios di Siracusa 492.000,00<br />
Azione sociale di Caccamo (Pa) 258.229,00<br />
C.A.E.C. Consorzio artigiano di Comiso (Rg) 1.218.102,59<br />
In.form. house di Palermo 35.000,00<br />
Sirca di Agrigento 634.400,00<br />
Totale 13.580.978,00<br />
PER L’ANNO SCOLASTICO 2005-2006<br />
Mutua “Pozzo”, 88 premi a soci e loro figli<br />
Si è svolta a Catania, nel dicembre scorso, una cerimonia per la consegna<br />
dei premi allo studio per l’anno scolastico 2005/2006 destinata ai figli dei<br />
soci ed ai soci stessi della Mutua “Cesare Pozzo” residenti nelle province<br />
di Catania e di Siracusa. La Mutua sin dalla costituzione che risale a 129 anni<br />
fa, aderisce alla Lega Nazionale Cooperative e Mutue.<br />
Quest’anno ricorre il 129° anniversario della nascita della Mutua, da quando<br />
cioè un gruppo di macchinisti e fuochisti delle “Ferrovie dell’Alta Italia”<br />
si unirono in associazione col principio solidaristico di aiutarsi vicendevolmente<br />
per condividere e superare le avversità che riservava la vita di<br />
ogni giorno.<br />
In quel tempo, fra le varie categorie di lavoratori, molte furono le mutue<br />
sorte in Italia, ma tante sono scomparse perché non si sono adeguate al<br />
mutare della società. La “Cesare Pozzo”, invece, è sopravvissuta al cambiare<br />
dei tempi aggiornandosi e crescendo fino a diventare la prima Mutua<br />
in Italia, perché ha messo sempre al centro della propria azione il socio e<br />
le sue esigenze personali e familiari conformandole al mutare dei tempi.<br />
La “Cesare Pozzo” continua a crescere non solo con i ferrovieri, che hanno<br />
costituito il nucleo iniziale dei componenti, ma annovera fra i suoi iscritti<br />
anche lavoratori dei trasporti e, da qualche anno, cittadini lavoratori e<br />
pensionati di tutte le categorie sociali e professionali, acquisendo sempre<br />
più, nella società italiana, un peso ed un ruolo molto più esteso di quello Giuseppe Giansiracusa<br />
iniziale, forte sempre dell’unico collante che tiene uniti i circa 90.000 soci<br />
attuali: la solidarietà. Per lo stesso motivo ed ispirandosi allo stesso principio sono state modificate ed adeguate le prestazioni<br />
della Mutua onde rendere i sussidi più confacenti alle esigenze di tutti gli aderenti e più rispondenti ai bisogni che la trasformazione<br />
dello stato sociale impone.<br />
«Anche quest’anno - precisa il responsabile di Catania Salvo Ponzini - abbiamo avuto il piacere di rilevare che l’iniziativa dell’assegnazione<br />
delle borse di studio ha riscosso un notevole successo. Al crescere del numero dei soci è stato aumentato lo stanziamento<br />
dei fondi per garantire l’assegnazione del premio a più studenti possibile. In totale per le province di Catania e Siracusa<br />
- continua Ponzini - sono stati attribuiti 88 premi». Nel corso della cerimonia, alla quale ha partecipato il coordinatore provinciale<br />
Legacoop Catania, Giuseppe Giansiracusa, si è esibito il Coro Dudaryk dell’Unione Italiana Ciechi - Sezione di Catania -<br />
diretto dalla maestra Lyudmilla Porvatova, maestro accompagnatore Vito Patané.<br />
15 FEBBRAIO 2007 UN IMPORTANTE APPUNTAMENTO<br />
La Legacoop Sicilia va a congresso<br />
Con il titolo “I cooperatori italiani protagonisti del futuro italiano” si svolge il prossimo 15 febbraio 2007, all’hotel Jolly di Palermo,<br />
il XII congresso regionale di Legacoop Sicilia che sarà aperto alle 9.30 dal presidente regionale Elio Sanfilippo e concluso<br />
alle 17.15 da Aldo Soldi della presidenza nazionale di Legacoop.<br />
Durante la giornata di lavori è prevista l’elezione dei delegati al 37° congresso nazionale e l’elezione della nuova direzione regionale<br />
che si riunirà alle 18.00.<br />
Ai lavori del congresso saranno presenti esponenti del mondo politico ed istituzionale, dei sindacati, delle associazioni imprenditoriali<br />
e del volontariato.<br />
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