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a chiamata - Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli

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Fig. 11. Fasi delle prove <strong>di</strong> carico<br />

dei tasselli chimici: carico nullo<br />

(a), fase <strong>di</strong> carico me<strong>di</strong>ante chiave<br />

<strong>di</strong>namometria (b).<br />

mentari. Tali collegamenti elementari<br />

sono stati realizzati con tasselli chimici<br />

prodotti dalla società “Hilti” e barre<br />

filettate M16 classe 8.8. Nel dettaglio<br />

sono state condotte 3 prove <strong>di</strong> carico<br />

(figura 11) per <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> infissione<br />

delle barre all’interno <strong>della</strong> muratura<br />

(la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> infissione investigata<br />

è passata da 150 mm a 400 mm). Tali<br />

<strong>di</strong>versi valori derivano dai vincoli imposti<br />

dalla natura <strong>della</strong> muratura su<br />

cui è stato possibile ancorarsi. Le prove<br />

hanno dato come risultato un valore<br />

<strong>di</strong> circa 10 kN per la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 150<br />

mm ed un valore minimo <strong>di</strong> 14 kN per<br />

una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> infissione <strong>di</strong> 400 mm.<br />

Pertanto, per un carico massimo atteso<br />

<strong>di</strong> 25 kN sono state necessarie 10 barre,<br />

laddove si deve realizzare un’infissione<br />

<strong>di</strong> 150 mm, mentre sono state adottate<br />

6 barre laddove è stato possibile spingersi<br />

fino a 400 mm <strong>di</strong> infissione. In entrambi<br />

i casi, il coefficiente <strong>di</strong> sicurezza<br />

assunto è sempre risultato maggiore <strong>di</strong><br />

3. Il collegamento è stato pertanto realizzato<br />

con piastra irrigi<strong>di</strong>ta con fori<br />

<strong>di</strong>stanziati 250 mm, per evitare l’effetto<br />

“gruppo” <strong>degli</strong> ancoranti (secondo in<strong>di</strong>cazioni<br />

fornite dalla “Hilti”), le piastre<br />

<strong>di</strong> ancoraggio per i due tipi <strong>di</strong> infissione<br />

sono riportate in figura 12.<br />

Conclusioni<br />

Nella presente memoria è stata illustrata<br />

l’ingegnerizzazione <strong>della</strong> struttura <strong>di</strong><br />

sostegno dell’opera d’arte contemporanea<br />

“Luna e l’altra”, concepita dall’artista<br />

Giancarlo Neri. Stante la sua particolarità<br />

e peculiarità, il progetto e la<br />

realizzazione <strong>della</strong> realizzazione hanno<br />

richiesto un’interfaccia continua tra le<br />

esigenze artistiche, strutturali e quelle<br />

meramente tecnologico/costruttive.<br />

Pertanto, alla luce del risultato si evince<br />

che il matrimonio tra fantasia ed ingegneria<br />

può condurre alla nascita <strong>di</strong> un<br />

opera d’arte, che (come suggeriscono<br />

le immagini riportate in figura 13a, b)<br />

contribuisce ad arricchire <strong>di</strong> suggestione<br />

il volto <strong>della</strong> città <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong>.<br />

Fig. 12. Schemi tipologici delle<br />

piastre <strong>di</strong> attacco <strong>degli</strong> stralli alla<br />

muratura del castello.<br />

INGEGNERI <strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong><br />

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