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Acqua e salute. Indicazioni tratte dalle linee guida dell'oms sulla ...

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Altre informazioni <strong>tratte</strong> dall’Istituto Superiore di Sanità: www.iss.it.<br />

Il vanadio presenta un comportamento chimico piuttosto complesso dovuto alla sua<br />

capacità di formare molti composti nei quali il suo numero di ossidazione può<br />

variare tra +5 e -2. Tuttavia i composti più comuni in soluzione acquosa sono quelli<br />

relativi agli stati di ossidazione +4 (ione vanadile VO 2+ ) e +5 (ione vanadato VO<br />

2+). È ormai noto che la tossicità dell'elemento dipende dal suo stato di ossidazione<br />

e dalla sua solubilità per cui il vanadio (V), nella forma di ione vanadato, risulta<br />

essere più tossico del vanadio (IV), nella forma di ione vanadile.<br />

Per tale motivo, è importante determinare le singole forme eventualmente<br />

presenti nelle acque potabili. Considerando che il DPR 236 del 1988, relativo ai<br />

criteri di qualità delle acque destinate al consumo umano, non aveva fissato né un<br />

valore <strong>guida</strong> né una concentrazione massima ammissibile (CMA), in via preventiva,<br />

l'Istituto Superiore di Sanità ha proposto un livello di esposizione umana fino a 50<br />

ng/mL per un periodo di 5 anni, in attesa di ulteriori approfondimenti. Un valore di<br />

parametro di 50 ng/ml è stato di recente fissato dal DL 2 febbraio 2001, n. 31.<br />

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