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Acqua e salute. Indicazioni tratte dalle linee guida dell'oms sulla ...

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Si considera che l’esposizione attraverso l’acqua rappresenti il 20%<br />

dell’esposizione totale ambientale per bromoformio e dibromoclorometano, mentre<br />

il 50% per il cloroformio.<br />

Poiché in genere si trovano associati e hanno un meccanismo comune nella loro<br />

azione tossica, si considerano i THM come un gruppo. Il VG viene così calcolato:<br />

Cbromoformio/VGbromoformio + CDBCM/VGDBCM + CBDCM/VGBDCM + Ccloroformio/VGcloroformio ≤ 1<br />

dove C = concentrazione<br />

VG = valore <strong>guida</strong><br />

La soglia di percezione olfattiva del bromoformio è 0,3 mg/L, del cloroformio è<br />

2,4 mg/L.<br />

I THM possono anche essere considerati degli indicatori della presenza di altri<br />

sottoprodotti della clorazione. Il controllo dei quattro principali THM nell’acqua<br />

potabile dovrebbe aiutare a ridurre i livelli di altri sottoprodotti non ancora<br />

caratterizzati.<br />

Le concentrazioni di cloroformio, bromoformio, bromodiclorometano,<br />

dibromoclorometano nell’acqua sono in genere inferiori a 0,05 mg/L. La formazione<br />

di THM può essere ridotta evitando la preclorazione, cambiando tecnica di<br />

disinfezione, rimuovendo i precursori organici prima della disinfezione finale<br />

(attraverso trattamenti multistadio: coagulazione, filtrazione e sedimentazione). La<br />

rimozione dei THM dopo la loro formazione è difficile e richiede l’uso di processi<br />

dispendiosi come l’assorbimento su carbone attivato o l’air stripping.<br />

In ogni caso la disinfezione non deve essere mai compromessa nel tentativo di<br />

ridurre la quantità di THM.<br />

3.1.37 TRICLOROETILENE (O TRICLOROETENE)<br />

Il tricloroetilene è usato principalmente per la pulizia a secco, nella lavorazione dei<br />

metalli, come solvente per grassi, cere, resine, oli, gomma, colori e vernici, come<br />

analgesico e anestetico inalante.<br />

FONTI DI CONTAMINAZIONE E VIE DI ESPOSIZIONE PER L’UOMO<br />

Il tricloroetene è rilasciato nell’aria, dove è altamente reattivo e non persiste a lungo.<br />

La concentrazione media nelle aree rurali è di 0,16 μg/m 3 , mentre nelle aree urbane è<br />

di 2,5 μg/m 3 .<br />

Per la sua elevata mobilità nell’ambiente, è in grado di raggiungere facilmente le<br />

fonti di acqua, dove si degrada rapidamente; nelle acque sotterranee anaerobiche la<br />

degradazione può dar luogo alla formazione di composti più tossici, compreso il<br />

cloruro di vinile. Il tricloroetene può raggiungere le fonti di approvvigionamento<br />

idrico o perché viene rilasciato direttamente attraverso i reflui (soprattutto scarichi<br />

industriali), o perché si deposita dall’atmosfera, o perché si forma come<br />

sottoprodotto durante i processi di clorazione dell’acqua potabile. Il livello medio<br />

riscontrato nell’acqua è di 2,1 μg/L, ma è possibile ritrovarne livelli maggiori, fino a<br />

130 μg/L.<br />

Nel cibo il tricloroetilene si trova nella carne, nella frutta e verdura, nella<br />

margarina e negli alimenti a base di cereali.<br />

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