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Acqua e salute. Indicazioni tratte dalle linee guida dell'oms sulla ...

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apidamente ai tessuti. Il 25% circa è secreto attivamente nella saliva, dove viene in<br />

parte (20%) ridotto a nitrito dalla microflora orale; nitrato e nitrito vengono quindi<br />

inghiottiti e rientrano nello stomaco. La riduzione ad opera dei batteri può avvenire<br />

anche in altre parti del tratto gastrointestinale, ma non nello stomaco, normalmente<br />

(ad eccezione delle condizioni che comportano una riduzione dell’acidità gastrica).<br />

Il nitrito assorbito nel sangue viene ossidato a nitrato. Il nitrito viene coinvolto nei<br />

processi di ossidazione dell’emoglobina a metaemoglobina: il Fe 2+ presente nel<br />

gruppo eme viene ossidato alla forma Fe 3+ e il nitrito forma un legame forte con<br />

questo eme ossidato. Il nitrito può anche attraversare la placenta. La maggior parte<br />

del nitrato ingerito è escreto nelle urine sotto forma di nitrato, ammoniaca, o urea;<br />

l’eliminazione fecale è trascurabile. L’escrezione del nitrito avviene in minima parte.<br />

Studi su animali di laboratorio hanno evidenziato che l’esposizione al nitrito<br />

attraverso l’acqua potabile causa un aumento della metaemoglobina, alterazioni del<br />

rene, del polmone, del cuore, deficit di vitamina A, fetotossicità durante la<br />

gravidanza. Il nitrato non si è dimostrato mutageno in test in vitro e in vivo, mentre il<br />

nitrito è mutageno in test in vitro e induce aberrazioni cromosomiche. Studi di<br />

cancerogenicità hanno evidenziato che il nitrato non è cancerogeno; il nitrito, invece,<br />

aumenta lievemente l’incidenza di tumori, anche se si ritiene che il nitrito non sia<br />

cancerogeno in sé, ma attraverso la produzione di metaboliti cancerogeni.<br />

Effetti sull’uomo. Metaemoglobinemia. La tossicità del nitrato per l’uomo deriva<br />

solamente dalla sua riduzione a nitrito. Il principale effetto biologico del nitrito<br />

sull’uomo è il suo coinvolgimento nell’ossidazione dell’emoglobina a<br />

metaemoglobina, che è incapace di trasportare ossigeno ai tessuti. Il ridotto<br />

trasporto di ossigeno ai tessuti si manifesta clinicamente quando la concentrazione<br />

di metaemoglobina raggiunge il 10% dell’emoglobina totale. Questa condizione, la<br />

metaemoglobinemia, causa cianosi e asfissia. Il livello normale di metaemoglobina<br />

nell’adulto è inferiore al 2%, mentre nei bambini con meno di tre mesi è del 3%. I<br />

bambini piccoli sono più suscettibili alla formazione di metaemoglobina rispetto ai<br />

bambini più grandi e all’adulto. Altri gruppi suscettibili sono le donne in<br />

gravidanza e le persone con deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi o<br />

metaemoglobina reduttasi. Studi <strong>sulla</strong> possibile associazione tra casi clinici di<br />

metaemoglobinemia degli infanti o di incremento subclinico dei livelli di<br />

metaemoglobina e le concentrazioni di nitrato nell’acqua potabile hanno rilevato che<br />

esiste una relazione secondo cui i casi clinici insorgono principalmente con livelli di<br />

nitrati di 50 mg/L o più e quasi esclusivamente in lattanti al di sotto dei tre mesi di<br />

età. Nella maggior parte di questi studi non è stato preso in considerazione il rischio<br />

aggiuntivo che deriva dall’ingestione di nitrati o nitriti attraverso altre fonti o dalla<br />

presenza di infezioni, che possono aumentare la sintesi del nitrato endogeno (le<br />

infezioni in cui sono implicati batteri che riducono il nitrato causano una massiccia<br />

produzione di nitriti endogeni). Poiché la maggior parte dei casi di<br />

metaemoglobinemia del lattante riportati in letteratura sono stati associati al<br />

consumo di acqua raccolta da pozzi privati e spesso contaminata<br />

microbiologicamente, il ruolo delle infezioni è probabilmente più importante di<br />

quanto si creda. D’altra parte, i lattanti hanno una maggior probabilità di sviluppare<br />

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