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Acqua e salute. Indicazioni tratte dalle linee guida dell'oms sulla ...

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Studi su animali di laboratorio hanno evidenziato che la tossicità acuta del<br />

cromo esavalente è maggiore rispetto al cromo trivalente. L’esposizione a lungo<br />

termine attraverso l’acqua potabile non comporta l’insorgenza di effetti<br />

particolarmente rilevanti, ad eccezione dell’accumulo in vari tessuti. La<br />

somministrazione per via parenterale a topi e criceti causa embriotossicità,<br />

fetotossicità e teratogenicità. Test in vitro e in vivo evidenziano che il cromo<br />

esavalente (ma non il cromo trivalente) è mutageno e induce aberrazioni<br />

cromosomiche. La mutagenicità è ridotta o abolita in presenza di agenti riducenti.<br />

La differente azione mutagena del cromo esavalente rispetto al cromo trivalente è<br />

dovuta alle diverse proprietà fisico-chimiche. Gli intermedi di riduzione che si<br />

formano quando il cromo esavalente è penetrato all’interno delle cellule sono agenti<br />

che agiscono a livello genetico attraverso il legame che formano con le<br />

macromolecole come il DNA. Studi di cancerogenicità hanno evidenziato che il<br />

cromo esavalente è cancerogeno se somministrato per via inalatoria, mentre ci sono<br />

dati meno certi riguardo alla cancerogenicità per esposizione attraverso l’acqua<br />

potabile. In base ai dati disponibili, è possibile stabilire l’evidente cancerogenicità<br />

dei cromati di calcio, piombo, stronzio e zinco (cromo esavalente); l’evidenza è<br />

limitata per il cromo triossido e il sodio dicromato; l’evidenza è inadeguata per altri<br />

composti del cromo esavalente e trivalente e del cromo metallico.<br />

Effetti sull’uomo. Il fabbisogno giornaliero di cromo trivalente assorbibile per un<br />

adulto sano è di 0,5-2 μg. L’esposizione acuta a dosi elevate può essere letale.<br />

L’effetto principale dell’esposizione a lungo termine è la cancerogenicità: studi<br />

epidemiologici hanno evidenziato l’associazione tra esposizione per via inalatoria in<br />

ambiente lavorativo a composti del cromo esavalente e la mortalità per cancro del<br />

polmone. Lo IARC ha classificato il cromo esavalente nel gruppo 1 (cancerogeno per<br />

l’uomo) e il cromo trivalente nel gruppo 3 (non classificabile relativamente alla sua<br />

cancerogenicità per l’uomo).<br />

VALORE GUIDA<br />

VG: 0,05 mg/L, per il cromo totale.<br />

Il VG è indicato come provvisorio, a causa delle incertezze relative ai dati<br />

tossicologici, in particolare quelli relativi alla tossicità per via orale.<br />

TRATTAMENTI POSSIBILI<br />

Attraverso il trattamento con coagulazione è possibile raggiungere la<br />

concentrazione di 0,015 mg/L nell’acqua potabile.<br />

3.1.18 1,2 DICLOROETANO<br />

L’uso principale dell’1,2-dicloroetano è come intermedio nella produzione del<br />

cloruro di vinile; è usato anche come solvente, nella sintesi di altri solventi a base di<br />

cloro e per rimuovere il piombo nelle benzine contenenti piombo.<br />

FONTI DI CONTAMINAZIONE E VIE DI ESPOSIZIONE PER L’UOMO<br />

1,2-dicloroetano si trova nell’aria delle aree urbane ad una concentrazione che varia<br />

da 0,04 a 38 μg/m 3 . Nelle vicinanze delle aree industriali la concentrazione può<br />

essere più elevata.<br />

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