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Acqua e salute. Indicazioni tratte dalle linee guida dell'oms sulla ...

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immunitario. Non si verificano effetti teratogenici o di embriotossicità o fetotossicità<br />

se non a dosi molto elevate di esposizione; sono riportate alterazioni della fertilità.<br />

Studi di mutagenicità e di alterazioni cromosomiche hanno dato risultati<br />

discordanti. Studi di cancerogenicità su ratti non hanno rilevato un significativo<br />

incremento nell’incidenza di tumori; tuttavia, sono insorti tumori polmonari in ratti<br />

a seguito di inalazione di composti organici del cadmio.<br />

Effetti sull’uomo. Per l’uomo l’esposizione acuta risulta letale solo a dosi molto<br />

elevate. A seguito di esposizione cronica per via orale il rene sembra essere l’organo<br />

bersaglio della tossicità. Il cadmio influisce <strong>sulla</strong> funzione dei tubuli prossimali: il<br />

primo segno di danno è rappresentato da una proteinuria a basso peso molecolare<br />

(detta proteinuria tubulare). La concentrazione critica di cadmio nella corteccia<br />

renale che potrebbe produrre un 10% di prevalenza di proteinuria a basso peso<br />

molecolare nella popolazione generale è circa 200 mg/Kg e potrebbe essere<br />

raggiunta dopo un introito giornaliero attraverso la dieta di circa 175 μg per persona<br />

per 50 anni. A dosi più elevate il danno può coinvolgere anche i glomeruli. Le<br />

alterazioni nello scambio di fosfato e calcio derivanti dal danno tubulare possono<br />

causare un riassorbimento di minerali dall’osso, con conseguente osteomalacia con<br />

vari gradi di osteoporosi (malattia itai-itai). Casi di questa malattia si sono registrati<br />

in aree contaminate del Giappone, in cui l’esposizione con il cibo e l’acqua<br />

ammontava a 600-2000 μg/die. Studi epidemiologici di popolazioni cronicamente<br />

esposte al cadmio attraverso la dieta a seguito di contaminazione ambientale non<br />

hanno rilevato un aumento nel rischio di cancro. Non sono disponibili studi sui<br />

possibili effetti <strong>sulla</strong> riproduzione, teratogenesi o embriotossicità nell’uomo. Studi<br />

epidemiologici di popolazioni esposte per via inalatoria ad elevate concentrazioni di<br />

cadmio sul luogo di lavoro hanno evidenziato un crescente rischio di cancro del<br />

polmone, ma non si sono raggiunte conclusioni definitive. Lo IARC ha classificato il<br />

cadmio nel gruppo 2A.<br />

VALORE GUIDA<br />

VG: 0,003 mg/L.<br />

Si considera che l’esposizione attraverso l’acqua rappresenti il 10%<br />

dell’esposizione totale ambientale.<br />

TRATTAMENTI POSSIBILI<br />

Attraverso i processi di coagulazione o precipitazione è possibile raggiungere la<br />

concentrazione di 0,002 mg/L nell’acqua destinata al consumo umano.<br />

3.1.12 CARBONIO ORGANICO TOTALE<br />

Le Linee Guida dell’OMS non prendono in considerazione questo parametro. Le<br />

informazioni sotto riportate sono <strong>tratte</strong> da “Water Quality Monitoring - A Practical Guide<br />

to the Design and Implementation of Freshwater Quality Studies and Monitoring<br />

Programmes”.© 1996 UNEP/WHO.<br />

Il carbonio nell’acqua si può trovare nelle seguenti forme:<br />

- carbonio organico disciolto e particolato;<br />

- carbonio organico che origina da sostanze più o meno volatili;<br />

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