Acqua e salute. Indicazioni tratte dalle linee guida dell'oms sulla ...
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elevate, l’alluminio può depositarsi nel sistema di distribuzione e si osserva una<br />
graduale riduzione di questi depositi man mano che aumenta la distanza<br />
dall’impianto. Cambiamenti del flusso e della pressione dell’acqua possono<br />
interferire con i depositi e aumentare i livelli dell’alluminio al rubinetto e alterare<br />
l’acqua nelle sue caratteristiche organolettiche.<br />
L’alluminio è presente nei cibi, in particolare negli alimenti che contengono<br />
composti dell’alluminio usati come additivi (conservanti, coloranti, emulsionanti,<br />
lieviti). Un’altra possibile via di assunzione è attraverso i farmaci contenenti<br />
alluminio, come antiacidi, analgesici, e altri.<br />
Il cibo rappresenta la principale via di assunzione dell’alluminio: si ha un introito<br />
che, a seconda delle abitudini e delle caratteristiche geografiche, varia da 5 a 20<br />
mg/die. Il contributo dell’acqua potabile all’esposizione ambientale totale è basso: se<br />
si considera un’assunzione di 20 mg al giorno di alluminio con il cibo, un adulto che<br />
beve 2 litri di acqua al giorno contenente 200 μg/L riceverebbe approssimativamente<br />
il 2% del suo introito giornaliero totale.<br />
EFFETTI SULLA SALUTE<br />
Cinetica e metabolismo. L’alluminio e i suoi composti sono scarsamente assorbiti<br />
dall’organismo (meno dell’1% del totale). Il grado di assorbimento dipende da un<br />
certo numero di fattori come il tipo di sali, il pH, la biodisponibilità, la presenza di<br />
vitamina D, di fluoruro, di agenti complessanti. Una volta assorbito si lega nel<br />
sangue alle proteine sieriche e viene eliminato dal rene. Individui con insufficienza<br />
renale tendono ad accumulare l’alluminio.<br />
Studi su animali di laboratorio hanno evidenziato che l’esposizione cronica a<br />
dosi crescenti di alluminio comporta un accumulo in vari tessuti (cuore, milza, ossa,<br />
fegato, rene) e modificazioni del comportamento. È stata rilevata neurotossicità<br />
nella prole di topi femmina esposte all’alluminio per ingestione orale.<br />
Effetti sull’uomo. Pochi dati depongono per la tossicità acuta dell’alluminio per<br />
ingestione orale. Ci sono studi epidemiologici che suggeriscono un’associazione tra<br />
l’esposizione cronica all’alluminio attraverso l’acqua potabile e lo sviluppo della<br />
malattia di Alzheimer; tuttavia, l’analisi fornita da questi studi deve essere<br />
interpretata con cautela per la presenza di molti fattori di confondimento e non si<br />
possono stabilire dei nessi di causalità. Altre malattie degenerative potenzialmente<br />
legate all’esposizione all’alluminio sono la sclerosi laterale amiotrofica e la demenza<br />
nel morbo di Parkinson.<br />
ALTRI EFFETTI<br />
In presenza di alluminio, livelli di ferro normalmente troppo bassi da causare<br />
alterazioni alle caratteristiche organolettiche, possono indurre alterazioni della<br />
colorazione e torbidità dell’acqua. Ciò avviene quando la concentrazione residua di<br />
alluminio supera i livelli di 0,1-0,2 mg/L nell’acqua finale.<br />
VALORE GUIDA<br />
I dati disponibili basati su studi animali – non confermati da studi epidemiologici di<br />
popolazione - non sono appropriati per stabilire dei VG.<br />
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