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STORIA DELLA LITURGIA ATTRAVERSO LE EPOCHE CULTURALI

Dispensa Storia della Liturgia

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caso Churchill diceva che la democrazia è la forma politica peggiore, ma non se ne è trovata ancora<br />

una migliore.<br />

Forse lo stesso Giovanni XXIII pensava che i lavori sarebbero durati alcune settimane o mesi: per<br />

evitare scossoni, si pensò bene da parte della Congregazione dei riti di far trovare tutto preparato e<br />

puntualizzato anche nelle parole. In questo modo si otteneva lo scopo di:<br />

1. cambiare solo le Rubriche<br />

2. far passare questa come una riforma di Pio XII e della Curia da lasciare concludere alla Curia<br />

stessa<br />

3. riservare al Concilio solo lo studio di alcuni spunti, ma non dell‟intera riforma, mentre il Papa<br />

aveva chiesto la riforma e l‟aggiornamento.<br />

L‟errore che si commetteva, trovava il fondamento in due equivoci di base:<br />

si faceva confusione tra tradizione e tradizioni<br />

si confondeva tra esecuzione di norme e rubriche e celebrazione del mistero di Cristo.<br />

TRADIZIONE E TRADIZIONI<br />

La Tradizione era ritenuta limitarsi a quella che andava da Trento in poi, caratterizzata<br />

dalla centralizzazione assoluta attorno a Roma (dimenticando che i Sacramentari erano nati nella<br />

Chiesa particolare, come il Sacramentario veronese. Il primo vero sacramentario romano è quello<br />

gregoriano che in seguito modificato costituì la base per l‟adattamento franco-germanico, mentre<br />

però restavano in uso quello ambrosiano, ispanico, gallico, celtico ecc.).<br />

da una mentalità fortemente giurisdicista che è propria solo del secondo millennio di vita della<br />

Chiesa<br />

dal canto solo polifonico<br />

da un‟arte che aveva ad esempio mutato la posizione dell‟altare rivolgendolo verso l‟abside e<br />

non più verso il popolo, sopraelevandolo, separandolo ecc.<br />

Ma la Tradizione dopo Trento non era affatto tutta la Tradizione della Chiesa: si era come persa la<br />

coscienza che vi fossero state Tradizioni precedenti alla tridentina e ciò che si faceva, da Trento in<br />

poi, sembrava essere ciò che si era sempre fatto.<br />

ESECUZIONE DI NORME E RUBRICHE E CE<strong>LE</strong>BRAZIONE DEL MISTERO<br />

Ancora più grave sembrava che si confondesse l‟esecuzione di un rituale stabilito con la<br />

celebrazione del mistero di Cristo. Per portare ad un livello umano il paragone, tra esecuzione del<br />

rito e celebrazione del mistero, intercorre la stessa differenza (e anche molto di più) che passa tra la<br />

lettura di un testo teatrale e il testo interpretato dagli attori a teatro. Nella liturgia non si assiste ad<br />

una rappresentazione, ma Cristo ci raggiunge e compie oggi, nel presente il mistero della salvezza.<br />

I Padri conciliari vissero male il tentativo della Congregazione di sistemare tutto, non<br />

cambiando nulla; si videro prevaricati nel compito di aggiornamento e riforma affidato dal<br />

Pontefice e pretesero di farlo. Pertanto:<br />

1. nel rifarsi alla Tradizione, vollero ritornare a quella originaria del periodo romano, nella sua<br />

semplicità e adattabilità<br />

2. inserendo la liturgia nella storia della salvezza operata da Cristo<br />

Storia della Liturgia 44

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