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STORIA DELLA LITURGIA ATTRAVERSO LE EPOCHE CULTURALI

Dispensa Storia della Liturgia

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possono e devono essere cambiate, in quanto spesso nella loro fissità incomprensibile hanno<br />

nascosto ai fedeli proprio il mistero della salvezza.<br />

Un approfondimento: pensiamo alla diversità delle liturgie odierne ancora più marcato in<br />

passato. Questa diversità ha condotto un grande storico della liturgia, Anton Baunmstark, ad<br />

utilizzare il metodo comparativo; fatti comuni a più liturgie possono talvolta spiegarsi attraverso il<br />

prestito dell‟una nei confronti dell‟altra, ma talvolta attraverso un‟origine comune e, in questo caso,<br />

si potrebbe recuperare uno stadio di riti anteriori ai documenti conosciuti. Il metodo storico –<br />

compartivo è pertanto di notevole importanza per apprezzare l‟ampiezza più o meno grande di un<br />

fatto di Chiesa e dunque valutarne la portata dal punto di vista teologico.<br />

Non si tratta soltanto di accettare scientificamente i fatti e gli stadi successivi dell‟oggetto della<br />

ricerca, ma di mostrare ogni volta le forze esterne ed interne: culturali, spirituali, psicologiche, che<br />

li determinano e le costanti che vi si possono rilevare: ossia i punti di vista sintetici che li rendono<br />

comprensibili.<br />

Lo storico e teologo pastorale Josef Andreas Jungmann in un convegno molto importante per la<br />

riforma liturgica tenuto nell‟ottobre del 1956 ad Assisi ha tenuto una conferenza dal titolo: «La<br />

pastorale come chiave della storia della liturgia». Così si esprimeva dandoci dello sviluppo e della<br />

crescita della liturgia questa immagine: «La liturgia è come un albero che è cresciuto nel clima<br />

mutevole della storia mondiale, che ha conosciuto momenti di tempesta e periodi di fioritura, il cui<br />

sviluppo avviene dal di dentro, dalle forze vitali dalle quali è germinato. La liturgia è vita della<br />

Chiesa nel suo orientamento verso Dio, della Chiesa che è la comunità di coloro che nel battesimo<br />

hanno raggiunto l’unione con Cristo, che, domenica per domenica, si raccoglie per celebrare la<br />

commemorazione del Signore sotto la guida dell’autorità sacerdotale» (Jungmann J. A., Eredità<br />

liturgica e attualità pastorale, EP 1962, p. 557).<br />

La storia della liturgia non va letta per prendere o riprendere modelli, ma per cogliere nella<br />

liturgia anche quegli elementi che sono di una cultura di un certo popolo in una certa epoca.<br />

Bisogna guardare alla liturgia con interesse pastorale, interesse cioè che tutto il popolo cristiano<br />

possa nelle diverse situazioni essere non spettatore, ma attore della liturgia assieme a Dio: la liturgia<br />

ha voluto radunare i fedeli per portarli a un cristianesimo cosciente, consapevole.<br />

Jungmann evita accuratamente rifiuti e condanne di ogni tipo, ammettendo che l‟irrigidimento che<br />

ha trasformato la liturgia in parole ed atti incomprensibili ai più, è stato forse necessario come<br />

posizione difensiva in un determinato periodo storico. Oggi che non è più necessario mantenere<br />

simili posizioni difensive la liturgia può essere modificata. Questo suggerimento aiuta a capire<br />

come per comprendere la storia della liturgia c‟è bisogno di conoscere anche tutta la storia della<br />

Chiesa.<br />

Un altro paragone molto stimolante è quello proposto da Theodor Klauser nell‟introduzione al<br />

suo libro: La liturgia della Chiesa occidentale, (LDC, 1971, p. 7-8): «Le nostre antiche chiese<br />

cattedrali o abbaziali, che prima avevano un ordinamento chiaro e facile da comprendere nel loro<br />

stile romanico o gotico, oggi, a volte, ci fanno un’impressione sconcertante. Ogni secolo ha<br />

lasciato in esse le tracce della propria sensibilità religiosa, del suo gusto. Intorno allo spazio<br />

destinato al coro e nelle navate laterali a poco a poco si è disposta una serie di cappelle; le pareti<br />

furono riempite di monumenti sepolcrali; quelle in cui si aprono le finestre, più o meno modificate<br />

nel corso della storia, si sono riempite di pitture cromatiche delle epoche più svariate; statue e<br />

monumenti funebri di fondatori, lampadari e pulpiti, tabernacoli per il SS: Sacramento e altre<br />

strutture interrompono, ogni istante, il solenne andamento della navata centrale; i pochi altari di<br />

un tempo sono stati quasi privati della loro funzione dominante dalla molteplicità e dal falso di<br />

altari più recenti.<br />

Soltanto pochi specialisti sono in grado di ricostruire col pensiero la grandiosità sobria delle<br />

antiche cattedrali e goderne spiritualmente; i risultati delle ricerche specializzate a mala pena<br />

possono essere conservati, nella loro totalità, nelle pubblicazioni statali delle opere d’arte.<br />

Storia della Liturgia 3

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