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STORIA DELLA LITURGIA ATTRAVERSO LE EPOCHE CULTURALI

Dispensa Storia della Liturgia

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L‟allegorismo non è una trasposizione dell‟allegoria biblica alla Liturgia. Compare quando si<br />

perde il senso del mistero, del sacramento letto e vissuto come simbolo, per cui la realtà che si<br />

vede, manifesta ciò che in fondo c‟è. Il pane ad esempio non è solo forma esteriore del corpo di<br />

Cristo, ma esprime anche la teologia pasquale di Cristo che si dona per ognuno di noi. Nel rito<br />

romano la visione fortemente simbolica consentiva di vivere l‟incontro diretto con il Cristo;<br />

quando con le trasformazioni la celebrazione eucaristica diventa un rito incomprensibile ai<br />

fedeli, l‟allegorismo tenta di spiegare la liturgia partendo da quello che si vede. La messa<br />

smette di essere attualizzazione dell‟ultima cena, quindi sacramento del sacrifico, ma diventa<br />

invece direttamente sacrificio. Allora il calice è sepolcro di Cristo, il sacerdote è Giuseppe<br />

d‟Arimatea; i diaconi sono gli apostoli che si nascondono. Tutti gli elementi della messa<br />

vengono scissi ed interpretati in modo allegorico: assistere alla messa diventa assistere al<br />

sacrificio di Gesù sulla croce. A questo modo di intendere la messa si ricollegano anche i<br />

drammi sacri rappresentati in fondo alla Chiesa: i drammi sacri rappresentano direttamente il<br />

sacrificio che viene invece presentato con gesti e parole incomprensibili ormai dal sacerdote<br />

sull‟altare. Ai fedeli interessa capire e conoscere solo tre cose: le vesti, i gesti e perché alcune<br />

parole siano dette a voce bassa ed altre a voce alta.<br />

Il Devozionismo nasce invece non come spiegazione della liturgia, ma come surrogato della<br />

liturgia: siccome la liturgia è diventata incomprensibile ed incapace di comunicare, occorre<br />

declerizzare la liturgia, facendo qualcosa in lingua volgare che sia comprensibile al popolo.<br />

Grazie agli ordini mendicanti e a gruppi di laici che si raccolgono in confraternite si<br />

costruiscono altari dedicati a Santi che sono patroni di una categoria. Magari del santo si ignora<br />

tutto, anche la vita, non si sa chi sia e come sia vissuto, ma si cura il suo altare con offerte in<br />

denaro e a lui si rivolgono tante speciali preghiere.<br />

12. Nascono canti che non rientrano nelle preghiere della liturgia, che sorgono quasi in alternativa<br />

al gregoriano, canto ufficiale liturgico della gerarchia.<br />

13. Nascono anche la lauda (vedi Francesco d‟Assisi o Iacopone da Todi) e con esse entra nella<br />

chiesa la musica popolare, che avrà poi uno sviluppo parallelo.<br />

In sintesi in questo periodo la liturgia diventa sempre di più una cosa del clero separato dal popolo.<br />

Come già al tempo suo si lamentava Isaia (Is 29) il popolo pregava solo con le labbra e non con il<br />

cuore. D‟altra parte il Rosmini nel “Le 5 piaghe della Chiesa” denuncia la prima piaga, quella alla<br />

mano sinistra, come costituita dalla separazione tra clero e popolo.<br />

Ad una liturgia che aveva una sua oggettività, che si fondava sulla realtà sacramentale, un culto che<br />

prima di tutto accoglieva il mistero della salvezza in Cristo, in un oggi eterno, finisce con il far<br />

riscontro la soggettività del devozionismo che consiste nell‟offrire i nostri sentimenti, dando<br />

importanza al gesto esteriore nell‟ottica del Do ut des. Il santo diventa oggetto di preghiera, non più<br />

modello ed esempio di vita: è importante la pratica fatta in un certo modo, in un certo tempo e in un<br />

certo luogo. Quello che appare all‟esterno è una forte intensità di culto, per cui sembra esserci un<br />

rifiorire del cristianesimo, ma di un cristianesimo diventato una religione di devozione.<br />

Se facciamo un confronto tra spirito liturgico e spirito devozionale, abbiamo:<br />

Liturgia<br />

È obbligatoria<br />

È valida e sufficiente anche se fatta al<br />

minimo<br />

È in latino con un cerimoniale fisso<br />

È un momento staccato e separato dalla vita<br />

quotidiana<br />

Devozione<br />

È facoltativa, di scelta libera<br />

È efficace solo sa fatta al massimo grado<br />

possibile<br />

È in lingua volgare, quindi la si comprende<br />

e può esprimere meglio i sentimenti<br />

personali<br />

È inserita nella vita quotidiana come stimolo<br />

ed impegno personale<br />

Storia della Liturgia 29

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