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STORIA DELLA LITURGIA ATTRAVERSO LE EPOCHE CULTURALI

Dispensa Storia della Liturgia

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LA <strong>LITURGIA</strong> ROMANA NEL PERIODO CLASSICO DAL 313 AL 590<br />

Premesse<br />

A partire da quest‟epoca la documentazione comincia a diventare relativamente abbondante: molte<br />

fonti sono concretamente accessibili e diviene normale la fissazione per iscritto dei libri liturgici<br />

La grande difficoltà a ricondurre l‟intero materiale ad alcune coordinate riassuntive. Nei primi due<br />

punti (contesto e fatti) poniamo le premesse per un quadro sintetico; nel terzo cercheremo una<br />

lettura interna dei valori di fondo con cui le diverse espressioni liturgiche vengono interpretate 10 .<br />

1. Per la ricostruzione del contesto<br />

Tra i molteplici elementi che caratterizzano la vita di questi secoli, alcuni paiono particolarmente<br />

decisivi per l‟interpretazione della prassi liturgica.<br />

a) Il passaggio all‟epoca costantiniana<br />

Il passaggio all‟epoca costantiniana non è da intendere come il porsi di una novità assoluta: si tratta<br />

spesso di maturazioni di germi esistenti già in epoca precedente.<br />

È d‟obbligo comunque un evidenziarsi ufficiale del rapporto Chiesa-mondo, conseguente al<br />

riconoscimento ufficiale della Chiesa da parte dell‟autorità imperiale. Necessita di una forma<br />

ufficiale e pubblica di culto.<br />

- esistono due modelli cultuali già dati: quello veterotestamentario e quello pagano (imperiale).<br />

Per l‟uno e per l‟altro dobbiamo parlare di una incidenza/influsso sulla prassi liturgica. È un<br />

fenomeno ambivalente.<br />

- Chi percorre la letteratura per verificare l‟eventuale sviluppo della concezione del culto,<br />

s‟incontra con numerosi dati che ripropongono la concezione originaria ma anche con altri dati<br />

che il Marsili non esita a definire “sintomi di involuzione” 11 .<br />

- Si configura in modo nuovo il rapporto Chiesa-società: si entra infatti in una “situazione di<br />

cristianità”. Inevitabile incidenza di tutto ciò sulla prassi liturgica: l‟assemblea/chiesa non è<br />

sociologicamente distinta dalla società/mondo, i processi di socializzazione/appartenenza<br />

tendono a sovrapporsi, ecc 12 .<br />

- Diventa conseguente lo sviluppo di una dimensione propriamente catechetica della liturgia:<br />

l‟assemblea riunita per il culto è naturalmente percepita come luogo di iniziazione alla fede,<br />

introduzione al mistero, educazione alla vita morale, conoscenza della storia di salvezza. Il<br />

fenomeno interessa il linguaggio, l‟arte, la pittura, ecc 13 .<br />

b) Il lavoro di approfondimento teologico.<br />

- Senza sostare sugli apporti dati da autori il cui pensiero risulta essere particolarmente ricco, basti<br />

ricordare che questi sono i secoli dei “grandi concili”: la sollecitazione all‟approfondimento<br />

viene dalla presenza di correnti ereticali, dall‟incontro con una cultura diversa, dalla ricchezza<br />

della Parola continuamente riscoperta.<br />

- Questo dice come, a livello metodologico, non sia possibile uno studio della prassi liturgica che<br />

non venga “situato” sullo sfondo del lavoro teologico: in particolare sono i Padri una fonte<br />

privilegiata e autorevole per lo studio della liturgia. Il rilievo vale sia nel senso che la letteratura<br />

patristica fa da sfondo alla riflessione sulla liturgia e, ancor più, all‟interpretazione che viene<br />

10 E. CATTANEO, op. cit, pp. 72-123; B. NEUNHEUSER, op. cit., pp.43-73<br />

11 S. MARSILI, Anamnesis I, pp. 53-58<br />

12 Dice Lortz che con Costantino sorge la Chiesa imperiale. L‟imperatore convoca e dirige personalmente il Concilio; la<br />

chiesa prende i contenuti del mondo imperiale<br />

Nel 394 Teodosio proibisce i riti pagani e nel prosieguo si ricorre anche alla forza per difendere il monoteismo cristiano<br />

in contrasto con il mandato evangelico di Gesù Vi mando come pecore in mezzo ai lupi.<br />

13 H.I. DALMAIS, De la predication aux Lectionnaires dans la patristique latine, in: La Maison Dieu, 129(1977) 131-<br />

138<br />

Storia della Liturgia 21

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