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STORIA DELLA LITURGIA ATTRAVERSO LE EPOCHE CULTURALI

Dispensa Storia della Liturgia

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- Il capitolo relativo all‟Eucaristia domenicale assume un‟importanza eccezionale. La<br />

considerazione di due testi, Didachè e Apologia di Giustino consente alcuni rilievi di fondo.<br />

Nella Didachè: nel solco della tradizione giudaica la novità dell‟evento cristo ispira la rilettura<br />

originale dei grandi temi del rendimento di grazie (cfr SCHEDA 3)<br />

In Giustino: L‟eucaristia è segno della piena appartenenza ecclesiale; la struttura dell‟Eucaristia<br />

e la centralità del rendimento di grazie; il senso del memoriale; il rimando<br />

all‟evento fondatore; l‟intrinseco legame con la diaconia (assenti, poveri, clima di<br />

fraternità (cfr SCHEDA 4).<br />

Giustino parlando della celebrazione nel giorno dl sole sottolinea:<br />

1. il radunarsi insieme degli abitanti della città e della campagna che è il primo segno<br />

della comunità convocata nel nome del Signore<br />

2. per quanto riguarda la Parola si leggono le memorie degli apostoli e scritti dei<br />

profeti (cioè la liturgia della parola prevede brani del NT e dell‟AT. Dopo il<br />

radunarsi c‟è l‟ascolto della Parola, di durata da definirsi, finché il tempo lo<br />

consente<br />

3. dopo di che il presidente dell‟assemblea (vescovo) ammonisce ed esorta, cioè è il<br />

momento dell‟omelia<br />

4. segue la preghiera in comune: ci alziamo in piedi ed alziamo preghiere<br />

5. vengono portati acqua, vino e pane dai fedeli stessi al fine di innalzare preghiere a<br />

rendimento di grazie fatto dal presidente secondo le sue capacita. Il che vuol dire<br />

che non c‟è una preghiera fissa, la preghiera viene improvvisata, il che non vuole<br />

dire inventata, ma elaborata in modo personale entro limiti e regole specifiche<br />

6. il popolo partecipa alla liturgia con l’ascolto, il silenzio, con l’alzarsi in piedi, con<br />

l’Amen. Il che vuole dire che la partecipazione non è solo parlare, ma può avvenire<br />

in molti modi diversi. La partecipazione trova il suo momento forte nell‟Amen = sì,<br />

è così, di tutto il popolo alla preghiera del preposto alla celebrazione<br />

7. si spezza il pane e si manda attraverso i diaconi agli assenti (che sono assenti per<br />

malattia)<br />

8. i facoltosi e chi vuole fanno una raccolta per i poveri, stranieri, carcerati, chiunque<br />

sia nel bisogno. L‟attenzione ai poveri è molto sentita a Roma ed attuata per mezzo<br />

dei diaconi. I diaconi sono sempre collegati alla figura del vescovo, da cui sono per<br />

altro ordinati senza contributo di altri, mentre per l‟ordinazione di un presbitero<br />

oltre al vescovo serve la presenza degli altri presbiteri.<br />

- Il tema della preghiera è tra quelli che ricorrono con maggior frequenza: tale esperienza trova<br />

spazio in molteplici canali. In continuità con l‟esperienza giudaica, continua la preghiera<br />

“familiare”. Assumendo lo schema della preghiera alle diverse ore del giorno, la comunità<br />

cristiana vi legge un costante riferimento alla vicenda del Cristo e, in particolare, alla sua Pasqua.<br />

In questa prospettiva si va articolando un capitolo di Liturgia che nei contenuti cristologici ed<br />

ecclesiologici i suoi riferimenti fondamentali 3 .<br />

- La consapevolezza di dover inventare forme di socializzazione originali per ammettere alla<br />

Chiesa e farne vivere adeguatamente l‟esperienza: la struttura catecumenale attestata dalla<br />

Traditio Apostolica ne è prova evidente (cfr SCHEDA 5). Nel cammino di fede del catecumenato<br />

l‟esperienza rituale si intreccia con la catechesi-istruzione-cambiamento di vita ecc. La<br />

celebrazione liturgica è percepita come momento di educazione alla fede e di progressiva<br />

iniziazione alla novità dell‟esperienza cristiana 4 .<br />

- Il progressivo arricchirsi del significato teologico da attribuirsi alla Pasqua annuale. La<br />

liturgia/festa tende a configurarsi come il luogo in cui il popolo celebra la propria storia, la<br />

3 CIPRIANO, Sulla preghiera capp. 34-36; ORIGENE, Sulla preghiera n. 12; TERTULLIANO, Sulla preghiera capp. 23-29;<br />

TERTULLIANO, Sul digiuno n. 10)<br />

4 A. CAPRIOLI, Prassi battesimale e immagine di Chiesa: ascolto della tradizione, in: La Scuola Cattolica 107 (1979)<br />

225-246<br />

Storia della Liturgia 18

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