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STORIA DELLA LITURGIA ATTRAVERSO LE EPOCHE CULTURALI

Dispensa Storia della Liturgia

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vescovo è mistagogo nell‟ammissione al sacramento; la catechesi mistagogica post battesimale<br />

serve per immettere il neobattezzato ai misteri di Cristo.<br />

Il modello del culto dell‟epoca del NT appare una sintesi armonica fatta di libertà e di disciplina,<br />

in cui si giustificano ed accolgono sia la libertà e la ricchezza creativa, sia il controllo e il necessario<br />

discernimento. La liturgia allora come ora deve essere capace di riformarsi continuamente, per non<br />

venir meno al suo essere sorgente e fonte della vita spirituale.<br />

Conclusioni<br />

- Si tratta di un‟epoca molto importante: assai difficile però per la ricostruzione della prassi<br />

liturgica per la scarsità della documentazione e la relativa povertà delle fonti.<br />

- Numerose le indicazioni che ci provengono da studi validi 1 .<br />

- Là dove si tenta una rassegna critica degli orientamenti di fondo emergono dalla ricerca<br />

propriamente storica relativa alla liturgia, il panorama dei dati non manca però di indicazioni: sia<br />

nell‟indicare la centralità di alcuni “documenti” (primo fra tutti la Traditio Apostolica di Ippolito<br />

romano), che nel vario articolarsi dei rapporti con il contesto giudaico, o nel primo apparire di<br />

sottolineature tematiche originali proprie del contesto cristiano.<br />

1. Il contesto di polemica e la vita liturgica delle comunità<br />

- ciò che immediatamente colpisce di questi secoli è il contesto di polemica accanita contro la<br />

Chiesa, sui due fronti. Giudaico e pagano.<br />

Il tema del culto è tra i capitoli presi maggiormente di mira: esso ritorna sempre tra le accuse e<br />

trova eco perciò nelle risposte degli apologisti.<br />

- Non può sorprendere la risposta del mondo cristiano a queste accuse: essa pare non far nulla per<br />

togliere i fatti sotto critica.<br />

Ai giudei vien detta l‟originalità del sacrificio nel tempio e l‟importanza di un modo spirituale di<br />

intendere il culto a differenza di una mentalità “materiale” tanto diffusa (cfr Lettera a Diogneto<br />

nn. 5-6; Lettera di Barnaba II-III sul digiuno-sacrificio-culto e XVI sul tempio vivo costituito dai<br />

cristiani).<br />

Ai pagani che giudicano empia” e senza “religione” la vita dei cristiani, vien detto che non è più<br />

possibile avere altari, templi, sacrifici: la novità del cristo costringe a ripensare in modi nuovi<br />

queste realtà, a superare le vecchie mediazioni e ad esprimere un culto che sia anzitutto<br />

“spirituale” 2 .<br />

Questi fatti rilevanti non possono essere spiegati se non con la consapevolezza dell‟esistere di<br />

una concezione di culto del tutto singolare, ritenuta, per di più, caratteristica irrinunciabile della<br />

vita della comunità cristiana. È vero d‟altra parte, che a monte di una concezione come questa,<br />

tanto radicata, sta la lunga familiarità con le prospettive dischiuse dalla riflessione neotestamentaria.<br />

In esse la centralità del sacrificio pasquale del Cristo va imponendosi in maniera<br />

sempre più netta, fino a determinare una vera e propria svolta radicale nella interpretazione del<br />

culto e delle sue molteplici espressioni.<br />

2. Il maturarsi di un’esperienza originale<br />

Anche se è certamente difficile costruire un quadro organico in proposito, possiamo individuare<br />

alcuni capitoli che denotano il progressivo imporsi di un‟esperienza originale di culto.<br />

- Lo stesso riunirsi in assemblea, secondo ritmi propri e in un clima di fraternità, costituisce un<br />

fatto che rompe lo schema rigido di una prassi che, nell‟impero aveva regole ben diverse<br />

(divisioni in gruppi, caste, professioni ecc.).<br />

Va valutata cioè l‟incidenza sociologica dell‟assemblea liturgica: criterio di differenziazione dal<br />

mondo e di appartenenza ecclesiale.<br />

1 E. Cattaneo, Il culto cristiano in occidente, pp. 16-71; NEUNHEUSER, Storia della liturgia attraverso le epoche<br />

culturali pp. 25-39<br />

2 Cfr ricchissima documentazione in S. MARSILI, in Anamnesis I, pp. 47-53<br />

Storia della Liturgia 17

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