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STORIA DELLA LITURGIA ATTRAVERSO LE EPOCHE CULTURALI

Dispensa Storia della Liturgia

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della celebrazione giudaica con la benedizione della coppa, ma anche il symposium che si verifica<br />

alla fine del pasto negli ambienti ellenisti.<br />

Il termine di frazione del pane sorse secondo Jeremias come conseguenza della separazione tra<br />

l‟eucarestia e la cena propriamente detta, separazione avvenuta rapidamente come attesta At 20, 21<br />

(a Troade si parla di spezzare il pane, ma non di cena)<br />

I luoghi di culto e il tempo della celebrazione sono anche essi ricchi di informazioni.<br />

Luoghi del culto eucaristico<br />

Quelli tradizionali giudaici erano il Tempio, la sinagoga e la casa. Il tempio era per i sacrifici<br />

officiati dai sacerdoti; la sinagoga era il luogo di celebrazione liturgica ed insieme scuola di<br />

insegnamento, dove la preghiera era fatta dai laici e l‟eventuale sacerdote si limitava alla<br />

benedizione, mentre l‟insegnamento era affidato agli scribi, quindi a laici. La sinagoga nata<br />

nell‟esilio quando Israele era senza terra, senza tempio e senza re, dopo il ritorno rimane e si<br />

sviluppa sempre più: al tempo di Gesù all‟interno stesso del tempio vi erano quattro sinagoghe.<br />

Gesù con i suoi discepoli e gli apostoli dopo Pasqua, frequentavano giornalmente il tempio, ma è<br />

la sinagoga il modello della celebrazione cristiana. Gc 2,2 utilizza il termina sinagoga per indicare<br />

l‟assemblea dei credenti, più la convocazione di persone che non il luogo fisico. In Gal 4, 9 si vede<br />

già il distacco della celebrazione cristiana da quella sinagogale giudaica nella scelta di tempi<br />

diversi.<br />

C‟era infine la casa che per l‟ebreo era un santuario. Nella casa la mensa era l‟altare, i genitori<br />

erano i sacerdoti e i pasti erano i riti; si rinforzavano così le relazioni affettive naturali. Le<br />

celebrazioni in casa avevano tre momenti fondamentali:<br />

quotidiano legato ai pasti<br />

settimanale collegato al sabato<br />

annuale collegato alla Pasqua.<br />

La celebrazione eucaristica si svolgeva all‟inizio proprio in case private, ossia al di fuori di uno<br />

spazio sacro e si fondava sull‟ospitalità. A Gerusalemme doveva esserci la casa di Maria, madre di<br />

Giovanni Marco di cui parla At 12, 12, ma il corpus paolino cita anche la casa di Prisca ed Aquila a<br />

Roma e ad Efeso; la casa di Ninfa a Laodicea; di Filemone a Colosso.<br />

I primi luoghi di assemblea erano stati le case private normalmente abitate ed aperte<br />

all‟ospitalità; in seguito ci si riunisce anche in case donate alla Comunità in eredità, quindi non più<br />

abitate, ma usate solo per questi incontri. Un bell‟esempio è la domus ecclesiae ritrovata in<br />

Mesopotamia negli scavi di Dura-Europos.<br />

Gli edifici religiosi dovevano essere già numerosi quando Diocleziano ne ordinò la demolizione.<br />

Tempi del culto eucaristico<br />

Quanto al ritmo delle assemblee e ai giorni di celebrazione, i testi del NT danno poche<br />

informazioni. Sappiamo che fin dai primi tempi un tempo privilegiato diventa il primo giorno della<br />

settimana, quello dopo il sabato, in cui i cristiani si riuniscono per celebrare la resurrezione del<br />

Signore crocifisso. Infine nell‟Apocalisse di Gv troviamo per la prima volta menzione del giorno<br />

del Signore, mentre nei testi extrabiblici esso appare nella Didaché. Il giorno del Signore e la cena<br />

del Signore prendono entrambi il nome da Cristo Signore e tra loro esiste un legame stretto.<br />

Il NT non offre nessun argomento né pro, né contro la celebrazione di una festa di Pasqua<br />

cristiana,<br />

Nella liturgia cristiana dei primi secoli la dimensione domestica è quindi quella centrale. I<br />

cristiani non avevano né tempio, né sacerdoti, essendo Cristo tempio, sacerdote e vittima. Il loro<br />

culto era di tipo spirituale fortemente secolarizzato: era quel culto spirituale di Rom 12, un culto<br />

non astratto, ma fatto nella concretezza della vita (questo testo di Rom viene oggi usato nel rito del<br />

matrimonio, dove i celebranti sono gli sposi e non il sacerdote che si limita a benedire).<br />

Lingua della liturgia<br />

Storia della Liturgia 14

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