L'abitare sociale - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
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La rilevanza <strong>del</strong>le politiche locali nella lotta alla povertà 57<br />
Il tasso di sovraffollamento, definito come percentuale<br />
di famiglie che non dispongono di un<br />
numero di stanze adeguato alla loro composizione,<br />
è un utile indicatore per l’analisi <strong>del</strong>le<br />
condizioni abitative <strong>del</strong>le famiglie. In Italia, il<br />
17,2% <strong>del</strong>le famiglie vive in una simile condizione,<br />
con percentuali più elevate nel Mezzogiorno<br />
(21,8%) e nei comuni <strong>del</strong>le aree metropolitane<br />
(19,5% nei centri e 21,5% nei comuni <strong>del</strong>le rispettive<br />
“cinture”). Naturalmente, differenze<br />
significative si registrano anche in relazione al<br />
titolo di godimento <strong>del</strong>l’abitazione e al reddito<br />
familiare: in quest’ultimo caso a redditi più<br />
elevati corrisponde una minore diffusione <strong>del</strong>le<br />
condizioni di sovraffollamento. Nel primo caso,<br />
invece, le condizioni di sovraffollamento si registrano<br />
principalmente tra le case in affitto<br />
(25,9%) rispetto a quelle di proprietà (14%).<br />
3.2. La spesa per l’abitazione<br />
Nel 2008 la spesa media mensile per il canone<br />
di locazione è pari a 362 euro, di poco superiore<br />
al valore medio rilevato per il 2007 (quando era<br />
pari a 351 euro). Più elevata invece la spesa per<br />
il rimborso <strong>del</strong>la rata <strong>del</strong> mutuo: 465 euro (contro<br />
471 euro <strong>del</strong>l’anno precedente).<br />
Le famiglie proprietarie che pagano il mutuo<br />
rappresentano il 13,4% <strong>del</strong> totale. Si tratta soprattutto<br />
di giovani coppie senza figli (36,6%),<br />
coppie con figli minori (23,2%) e persone sole<br />
con meno di 35 anni (19%). Come per la scelta<br />
<strong>del</strong> titolo di godimento <strong>del</strong>l’abitazione, anche<br />
nel caso di mutuo si rileva come a più elevati<br />
livelli di reddito corrisponda una maggior percentuale<br />
di famiglie che possono sostenerne<br />
il peso finanziario: così il 21,9% <strong>del</strong>le famiglie<br />
<strong>del</strong>l’ultimo quinto di reddito equivalente, cioè<br />
di quello più ricco, si trova in questa situazione,<br />
contro il solo 5,2% <strong>del</strong>le famiglie <strong>del</strong> primo<br />
quinto.<br />
Nel 2008, le spese complessivamente sostenute<br />
per il mantenimento <strong>del</strong>la propria abitazione<br />
(condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri<br />
servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, telefono,<br />
affitto, interessi passivi sul mutuo) erano<br />
pari a 535 euro al mese nel caso <strong>del</strong>l’affitto<br />
(valore che cresce fino a 585 euro nel caso di<br />
prezzi di mercato contro i 408 euro in presenza<br />
di un canone concordato) e di 322 euro mensili<br />
nel caso <strong>del</strong>la proprietà. Anche in questo caso,<br />
se la famiglia è gravata da un mutuo tale valore<br />
cresce fino a 573 euro mensili (tabella 21).<br />
La spesa per l’abitazione costituisce una <strong>del</strong>le<br />
voci principali <strong>del</strong> bilancio familiare, che varia<br />
a seconda <strong>del</strong> titolo di godimento. Nel caso<br />
<strong>del</strong>l’affitto, tale spesa pesa per il 27,8% sul redito<br />
complessivamente disponibile, percentuale<br />
che arriva a sfiorare il 30% se il canone è<br />
di mercato. Se la casa è di proprietà, invece, la<br />
spesa per l’abitazione rappresenta l’11,9% <strong>del</strong><br />
reddito medio mensile; se però vi è un mutuo