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La velocità si è ridotta e ciò che prima mi sembrava un limite ora è diventato un eccesso, non ho più fretta di arrivare, anzi ho scoperto il valore del tempo lento. Quando tutto va in una direzione il segreto non è andare in un’altra ma percorrere la stessa strada riducendo la velocità e dilatando i tempi, e così, come in una sorta di implosione consapevole, si scopre che ciò che la velocità non ti permette di vedere diventa risorsa e quindi un nuovo punto di partenza. Questa è la storia del pioppo, del fiume e della nebbia, questa è la storia del legno che rimane, di un odore persistente, di qualcosa che ti rimane addosso dipingendoti l’anima. Non mi importa di andare lontano, sono qui in mezzo agli alberi, cammino sulle foglie ascoltando il rumore sordo del silenzio, tutto si muove, si colora di qualcosa di artificiale per raccontare una storia che invece non ha bisogno di essere raccontata perché, se ci fermiamo, tutto ci avvolge e inizia ad appartenerci. È così che sono diventato legno, non ho più la pretesa di essere albero, perché come il legno io sto invecchiando e sto raccontando il tempo lento che mi segna e mi dà vigore, perché come il legno accetto che a colorarmi siano le stagioni e non la vernice che mi nasconde e mi limita nei movimenti. Sono legno perché mi piego al vento delle emozioni, sono legno perché quello stesso vento un giorno mi spezzerà. Sono legno perché sto diventando sempre più diffidente nei confronti di tutto quello che viene fatto per me, per il mio bene e per migliorarmi la vita, sono legno perché so di avere dei limiti, ho bisogno del mio tempo per crescere, perché crescendo maturo, non ho una misura perché non sono acqua che mi posso adattare ad ogni contenitore e dell’acqua non mi gonfio per sembrare più bello perché ho già capito che quando poi mi asciugo ritorno ad essere ciò che veramente sono, mi accetto come sotto misura e so che per diventare misura ho bisogno di aiuto e non di regole gratuite a cui aggiungere di volta in volta delle postille. Io sono legno perché ho capito che nella vita so che solo se si è materia si capisce l’essenza delle cose, anche se sono consapevole che è più semplice assecondare una regola rispetto a coltivare un’utopia. So che esiste un giusto ordine per ogni cosa, che evidentemente non ho ancora capito, ma nel scegliere di pensare a ciò che un giorno capirò e che quindi sarà la mia vita, scelgo di pensare al senso di ciò che viene universalmente definito etico e aspirare a quello. Io sono legno. Paolo Armenise
a Paolo per la nostra amicizia e per quello che ha fatto per Platform
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La velocità si è ridotta e ciò che prima mi sembrava un limite ora è diventato un eccesso,<br />
non ho più fretta di arrivare, anzi ho scoperto il valore del tempo lento.<br />
Qu<strong>and</strong>o tutto va in una direzione il segreto non è <strong>and</strong>are in un’altra ma percorrere la stessa strada<br />
riducendo la velocità e dilat<strong>and</strong>o i tempi, e così, come in una sorta di implosione consapevole,<br />
si scopre che ciò che la velocità non ti permette di vedere diventa risorsa e quindi un nuovo punto di partenza.<br />
Questa è la storia del pioppo, del fiume e della nebbia, questa è la storia del legno che rimane,<br />
di un odore persistente, di qualcosa che ti rimane addosso dipingendoti l’anima.<br />
Non mi importa di <strong>and</strong>are lontano, sono qui in mezzo agli alberi, cammino sulle foglie ascolt<strong>and</strong>o il rumore<br />
sordo del silenzio, tutto si muove, si colora di qualcosa di artificiale per raccontare una storia che invece<br />
non ha bisogno di essere raccontata perché, se ci fermiamo, tutto ci avvolge e inizia ad appartenerci.<br />
È così che sono diventato legno, non ho più la pretesa di essere albero, perché come il legno<br />
io sto invecchi<strong>and</strong>o e sto raccont<strong>and</strong>o il tempo lento che mi segna e mi dà vigore, perché come il legno<br />
accetto che a colorarmi siano le stagioni e non la vernice che mi nasconde e mi limita nei movimenti.<br />
Sono legno perché mi piego al vento delle emozioni, sono legno perché quello stesso vento<br />
un giorno mi spezzerà.<br />
Sono legno perché sto divent<strong>and</strong>o sempre più diffidente nei confronti di tutto quello che viene fatto per me,<br />
per il mio bene e per migliorarmi la vita, sono legno perché so di avere dei limiti, ho bisogno del mio tempo<br />
per crescere, perché crescendo maturo, non ho una misura perché non sono acqua che mi posso adattare ad<br />
ogni contenitore e dell’acqua non mi gonfio per sembrare più bello perché ho già capito che qu<strong>and</strong>o poi mi<br />
asciugo ritorno ad essere ciò che veramente sono, mi accetto come sotto misura e so che per<br />
diventare misura ho bisogno di aiuto e non di regole gratuite a cui aggiungere di volta in volta delle postille.<br />
Io sono legno perché ho capito che nella vita so che solo se si è materia si capisce l’essenza delle cose,<br />
anche se sono consapevole che è più semplice assecondare una regola rispetto a coltivare un’utopia.<br />
So che esiste un giusto ordine per ogni cosa, che evidentemente non ho ancora capito, ma nel scegliere<br />
di pensare a ciò che un giorno capirò e che quindi sarà la mia vita, scelgo di pensare al senso di ciò<br />
che viene universalmente definito etico e aspirare a quello.<br />
Io sono legno.<br />
Paolo Armenise