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Platform_Architecture_and_Design_1.pdf

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MAKERS<br />

125<br />

Il termine marker nasce con lo sviluppo della stampa digitale<br />

in 3D ma per l’associazione Milano Makers, fondata qualche<br />

anno fa a Milano da Cesare Castelli e Maria Cristina Hamel,<br />

riguarda tutti quei creativi che aspirano a farsi conoscere e<br />

scoprire e che per far questo si autoproducono.<br />

Abbiamo voluto intervistarli in occasione della recente<br />

pubblicazione del loro libro dal titolo “Makers in Italia,<br />

il design nell’autoproduzione” interamente autoprodotto,<br />

realizzato con i contributi scritti e le immagini degli opinion<br />

leader e dei maker che hanno partecipato ai primi 2 anni di<br />

vita dell’associazione.<br />

Come nasce e si sviluppa il tema dei maker in Italia e<br />

quale è stato il vostro ruolo?<br />

I marker sono nati a seguito dell’avvento dell’idea dell’utilizzo<br />

delle stampanti 3D e allo sviluppo tecnologico, ma per noi<br />

il concetto di marker riguarda l’autoproduzione anche a<br />

livello artigianale. Abbiamo deciso di dare una voce a queste<br />

diverse realtà cre<strong>and</strong>o la nostra associazione, chi si iscrive<br />

ha la possibilità di partecipare agli eventi che organizziamo<br />

durante l’anno.<br />

Il libro che avete appena pubblicato che cosa si prefigge?<br />

Racconta i primi due anni del nostro lavoro come Milano<br />

Makers, spiega il nostro punto di vista di credere e puntare<br />

su chi utilizza il proprio ingegno e in queste pagine<br />

abbiamo analizzato una serie di prodotti da quelli più<br />

sperimentali a quelli per la vita di tutti i giorni.<br />

Nel libro spieghiamo anche il concetto di Sharing design,<br />

dove non esiste più la proprietà dei mezzi per realizzare<br />

un prodotto ma sono in condivisione, questo permette a<br />

tutti di poter raggiungere una visibilità sul mercato.<br />

In che direzione sta <strong>and</strong><strong>and</strong>o il mondo degli<br />

autoproduttori, come si sta evolvendo?<br />

Una sfida sicuramente molto interessante è cercare di creare<br />

una rete tra i diversi maker per creare una massa critica in<br />

grado di comunicare davvero la loro creatività.<br />

Chi sono i protagonisti più significativi? Avete delle<br />

storie di successo da segnalare?<br />

Tommaso Schiaffino, ad esempio, che aveva presentato con<br />

noi alla Fabbrica del Vapore i suoi Alberi di Luce ed è stato<br />

notato da uno dei produttori della Gr<strong>and</strong>e Bellezza il film di<br />

Paolo Sorrentino. L’anno scorso Schiaffino ha realizzato un<br />

percorso di luce in occasione del Fuorisalone 2014 in via della<br />

Spiga. Un altro caso di successo è Patricio Parada un designer<br />

sudamericano che disegna e realizza gioielli che riscuotono<br />

gr<strong>and</strong>e interesse.<br />

Ci può anticipare qualche iniziativa in programma alla<br />

Fabbrica del Vapore?<br />

Le iniziative non sono finite continueranno anche durante<br />

l’edizione 2015 del Fuorisalone dove proporremo una<br />

mostra di designer cinesi che apprezzano particolarmente<br />

l’aspetto culturale di Miano Makers. Dal 14 all’8 maggio<br />

organizzeremo una mostra in occasione dell’inaugurazione<br />

dell’Expo che avrà come tema il food.<br />

In collaborazione poi con il comune di Faenza Maria<br />

Cristina Hamel sta prepar<strong>and</strong>o la mostra Ceramic<br />

<strong>and</strong> food design: ha chiesto a 20 designer di fama<br />

internazionale di collaborare con le botteghe artigiane e<br />

creare contenitori per alimenti.

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