I trattamenti sulle lenti

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lenti I trattamenti sulle lenti di Silvio Maffioletti e Angela Ravasi Le aziende che producono lenti oftalmiche di qualità le dotano di trattamenti multistrato che le rendono idrorepellenti, incrementano la loro resistenza ai graffi e diminuiscono la quantità di luce riflessa dalle loro superfici. Per conoscere meglio i rivestimenti multifunzionali è necessario esaminare in dettaglio le caratteristiche e le finalità di ogni singolo trattamento. (mediante lavaggio ad ultrasuoni) e asciugate con cura. Nella camera di trattamento si adottano speciali accorgimenti (utilizzando camere con aria condizionata che consentono al processo di svolgersi con la massima (Figura 1) Il processo di ‘spin-coat’ per l’applicazione del trattamento indurente avviene per rotazione e utilizza lacche simili a quelle impiegate nel processo ad immersione, pur se modificate (nella composizione e nella viscosità) per renderle adatte all’applicazione per rotazione. Trattamenti indurenti Il trattamento indurente viene applicato sulla superficie delle lenti organiche per migliorarne la resistenza alle abrasioni e procrastinarne la durata nel tempo. Si realizza sia utilizzando lacche a base di polisilossano (che vengono applicate mediante immersione oppure spin-coat), sia utilizzando rivestimenti simili al quarzo (che vengono applicati utilizzando la tecnologia ad alto vuoto). I trattamenti indurenti ottenuti mediante immersione e spin-coat richiedono costi contenuti. Dopo la loro applicazione le lenti sono colorabili, sebbene l’assorbimento del colore risulti più lento. I trattamenti indurenti ottenuti mediante tecnologia ad alto vuoto sono maggiormente duri ma le lenti, dopo l’applicazione del film, non possono più essere colorate (Smsa, 2007). Prima di essere sottoposte al trattamento indurente, le superfici delle lenti devono essere pulite accuratamente Figura 1 - Applicazione del trattamento indurente su lenti organiche mediante immersione in lacca a base di silossano. Tratta da Smsa, 2007. pulizia) per evitare il deterioramento della lacca. La macchina che immerge le lenti nella lacca garantisce alla risalita una velocità controllata, necessaria per realizzare uno spessore definito e costante del film. (Figura 2 - vedi altra pagina) Il costo del trattamento indurente realizzato mediante tecnologia ad alto vuoto è elevato se alle lenti viene applicato solo tale film; ha invece un’incidenza minore quando vengono contemporaneamente applicati altri trattamenti. Se ha uno spessore superiore ai 10 µm, ILMONDODELL’OTTICA •61

<strong>lenti</strong><br />

I <strong>trattamenti</strong><br />

<strong>sulle</strong> <strong>lenti</strong><br />

di Silvio Maffioletti e Angela Ravasi<br />

Le aziende che producono <strong>lenti</strong><br />

oftalmiche di qualità le dotano<br />

di <strong>trattamenti</strong> multistrato che le<br />

rendono idrorepel<strong>lenti</strong>, incrementano<br />

la loro resistenza ai graffi e diminuiscono<br />

la quantità di luce riflessa dalle loro<br />

superfici. Per conoscere meglio i rivestimenti<br />

multifunzionali è necessario esaminare<br />

in dettaglio le caratteristiche e<br />

le finalità di ogni singolo trattamento.<br />

(mediante lavaggio ad ultrasuoni) e<br />

asciugate con cura. Nella camera di<br />

trattamento si adottano speciali accorgimenti<br />

(utilizzando camere con<br />

aria condizionata che consentono al<br />

processo di svolgersi con la massima<br />

(Figura 1)<br />

Il processo di ‘spin-coat’ per l’applicazione<br />

del trattamento indurente avviene<br />

per rotazione e utilizza lacche simili a<br />

quelle impiegate nel processo ad immersione,<br />

pur se modificate (nella composizione<br />

e nella viscosità) per renderle<br />

adatte all’applicazione per rotazione.<br />

Trattamenti indurenti<br />

Il trattamento indurente viene applicato<br />

sulla superficie delle <strong>lenti</strong> organiche<br />

per migliorarne la resistenza alle<br />

abrasioni e procrastinarne la durata<br />

nel tempo. Si realizza sia utilizzando<br />

lacche a base di polisilossano (che vengono<br />

applicate mediante immersione<br />

oppure spin-coat), sia utilizzando rivestimenti<br />

simili al quarzo (che vengono<br />

applicati utilizzando la tecnologia ad<br />

alto vuoto). I <strong>trattamenti</strong> indurenti<br />

ottenuti mediante immersione e<br />

spin-coat richiedono costi contenuti.<br />

Dopo la loro applicazione le <strong>lenti</strong> sono<br />

colorabili, sebbene l’assorbimento del<br />

colore risulti più lento. I <strong>trattamenti</strong><br />

indurenti ottenuti mediante tecnologia<br />

ad alto vuoto sono maggiormente duri<br />

ma le <strong>lenti</strong>, dopo l’applicazione del<br />

film, non possono più essere colorate<br />

(Smsa, 2007).<br />

Prima di essere sottoposte al trattamento<br />

indurente, le superfici delle <strong>lenti</strong><br />

devono essere pulite accuratamente<br />

Figura 1 - Applicazione del trattamento indurente su <strong>lenti</strong> organiche mediante immersione in<br />

lacca a base di silossano. Tratta da Smsa, 2007.<br />

pulizia) per evitare il deterioramento<br />

della lacca. La macchina che immerge<br />

le <strong>lenti</strong> nella lacca garantisce alla risalita<br />

una velocità controllata, necessaria<br />

per realizzare uno spessore definito e<br />

costante del film.<br />

(Figura 2 - vedi altra pagina)<br />

Il costo del trattamento indurente<br />

realizzato mediante tecnologia ad alto<br />

vuoto è elevato se alle <strong>lenti</strong> viene<br />

applicato solo tale film; ha invece<br />

un’incidenza minore quando vengono<br />

contemporaneamente applicati altri<br />

<strong>trattamenti</strong>.<br />

Se ha uno spessore superiore ai 10 µm,<br />

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<strong>lenti</strong><br />

il trattamento indurente può rovinarsi<br />

(formando crepe e strie) dato che le <strong>lenti</strong><br />

organiche si flettono e si espandono<br />

quando vengono sottoposte a tensione<br />

(astucci rigidi troppo piccoli per la<br />

montatura che contengono, tensione<br />

meccanica applicata per rimuovere le<br />

<strong>lenti</strong> dalla montatura, etc.).<br />

Trattamenti antiriflesso<br />

Una parte della radiazione luminosa<br />

che incide sulla superficie di una<br />

lente viene riflessa dalle sue superfici<br />

e non concorre a formare l’immagine<br />

finale, che per questo risulta meno luminosa.<br />

Le riflessioni si realizzano sia<br />

sulla superficie anteriore che su quella<br />

posteriore della lente. La radiazione<br />

luminosa riflessa dalla superficie posteriore<br />

della lente penetra nel forame<br />

pupillare e, oltre a non contribuire<br />

alla realizzazione dell’immagine,<br />

provoca un decadimento generale<br />

del contrasto e quindi della qualità<br />

visiva. La radiazione luminosa riflessa<br />

dalla superficie posteriore della lente<br />

induce inoltre immagini parassite<br />

incoerenti rispetto a ciò che viene<br />

osservato, provocando un disturbo<br />

che penalizza soprattutto la visione<br />

notturna (lo sfondo scuro amplifica<br />

l’effetto delle luci parassite) e il lavoro<br />

prossimale (l’applicazione continua<br />

e protratta al Vdt viene resa difficile<br />

dalla presenza costante delle luci<br />

parassite). E’ quindi particolarmente<br />

importante prestare attenzione alle<br />

sorgenti luminose posteriori alla posizione<br />

del soggetto, che generano i<br />

riflessi che si formano sulla superficie<br />

posteriore delle sue <strong>lenti</strong> (Cappa et<br />

al., 1994).<br />

Tali riflessi variano in relazione alla<br />

posizione delle sorgenti luminose.<br />

La quantità di luce riflessa da una<br />

superficie lucida varia infatti in<br />

base all’angolo di incidenza; se la<br />

luce incide sulla superficie perpendicolarmente,<br />

la riflettanza (r)<br />

è calcolabile mediante la relazione<br />

di Fresnel:<br />

r = [(n-1)/(n+1)] 2<br />

dove n rappresenta l’indice di rifrazione<br />

della lente e 1 l’indice di rifrazione<br />

dell’aria. Quindi r è tanto maggiore<br />

quanto maggiore è n.<br />

Materiale<br />

lente<br />

Indice di<br />

rifrazione<br />

(n)<br />

Riflettanza<br />

(r)<br />

CR-39 1,498 4%<br />

Vetro crown 1,523 4,3%<br />

Titanio 1,701 6,72%<br />

Lantanio 1,800 8,16%<br />

Tabella 1. Riflettanza (%) di alcuni materiali<br />

con luce incidente perpendicolarmente. Tratta<br />

da Smsa, 2007, modificata.<br />

Nella tabella 1 sono riportati i valori<br />

di r riferiti a materiali diversi. Si può<br />

osservare che la riflettanza cresce all’aumentare<br />

di n; la superficie di una<br />

lente in CR39 con indice di rifrazione<br />

1.498 riflette il 4% della luce incidente<br />

mentre la superficie di una lente in<br />

lantanio con indice di rifrazione 1.80<br />

ne riflette più dell’8%.<br />

La radiazione luminosa riflessa dalle<br />

superfici delle <strong>lenti</strong> produce una diminuzione<br />

del contrasto e una visione<br />

velata, che riduce la nitidezza. Per<br />

questo è opportuno usare occhiali con<br />

<strong>lenti</strong> dotate di trattamento antiriflesso,<br />

che aumenta la trasmittanza della<br />

lente migliorandone l’aspetto estetico<br />

ed eliminando le immagini fantasma<br />

(Catalano, 2001).<br />

Figura 2 - Deposizione del trattamento indurente mediante rotazione o “spin-coat”.<br />

Tratta da Smsa, 2007.<br />

(Figura 3 - vedi pagina a lato)<br />

Dopo l’applicazione del trattamento<br />

antiriflesso, se si analizzano i cammini<br />

ottici dei due raggi riflessi (uno dall’interfaccia<br />

aria/film e l’altro dall’interfaccia<br />

film/lente) si evidenzia una<br />

differenza tra i due treni d’onda. Se la<br />

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<strong>lenti</strong><br />

consistere in una sostanza monocomponente<br />

quale l’ossido di zirconio o<br />

l’ossido di titanio, che possiedono<br />

indici di rifrazione adeguatamente<br />

elevati; per lo strato più esterno è in<br />

genere utilizzato il biossido di silicio<br />

(Si0 2<br />

), che ha indice di rifrazione<br />

1.46 ed è assai resistente ai graffi<br />

(Smsa, 2007).<br />

Trattamenti<br />

antiriflesso multistrato<br />

E’ possibile ridurre quasi a zero la<br />

riflettanza delle <strong>lenti</strong> utilizzando vari<br />

strati che realizzano interferenza ottica,<br />

scegliendo gli indici di rifrazione<br />

e gli spessori di ogni strato in modo<br />

che, associando i film di rivestimento,<br />

l’ampiezza delle onde riflesse da ogni<br />

interfaccia risulti zero alle diverse lunghezze<br />

d’onda. I rivestimenti multistrato<br />

efficaci in tutta la banda d’onda<br />

dello spettro visibile (noti come rivestimenti<br />

a larga banda) sono costituiti<br />

da varie coppie di strati che alternano<br />

film con alti indici di rifrazione a<br />

film con bassi indici di rifrazione; di<br />

norma gli strati di maggiore spessore<br />

eliminano la riflettanza delle bande<br />

d’onda centrali dello spettro, mentre<br />

gli strati di film più sottili agiscono<br />

<strong>sulle</strong> regioni rosse e blu dello spettro<br />

(Lovisolo et al., 1993).<br />

Oltre al trattamento antiriflesso multistrato,<br />

la serie di film di rivestimento<br />

può includere uno strato indurente,<br />

uno strato idrorepellente e uno strato<br />

il cui scopo è semplicemente quello<br />

di garantire la buona adesione degli<br />

strati antiriflesso al trattamento indurente.<br />

Figura 4: Rappresentazione in sezione di una superficie (a) non trattata e di una (b) dotata di<br />

trattamento idrorepellente. Tratta da Smsa, 2007.<br />

Figura 5 - Minore è l’ampiezza dell’angolo di contatto, maggiore è la bagnabilità della superficie.<br />

Tratta da Smsa, 2007.<br />

Trattamenti idrorepel<strong>lenti</strong><br />

Le <strong>lenti</strong> per occhiali devono trasmettere<br />

più luce possibile ed è necessario<br />

siano perfettamente pulite. La presenza<br />

di depositi di acqua, grasso o olio<br />

riduce la trasmittanza e abbassa drasticamente<br />

l’efficacia del trattamento<br />

antiriflesso; può addirittura indurre<br />

un aumento della riflettanza a causa<br />

dell’elevato indice di rifrazione dei<br />

depositi presenti <strong>sulle</strong> superfici delle<br />

<strong>lenti</strong> (Aa.Vv., 2003).<br />

Il problema può essere affrontato<br />

applicando un rivestimento idrorepellente<br />

<strong>sulle</strong> superfici della lente; si<br />

tratta di un film sottilissimo di silicone<br />

che elimina le irregolarità con un<br />

effetto simile a quello della cera per<br />

lucidare la carrozzeria dell’auto.<br />

(Figura 4)<br />

Il trattamento idrorepellente aumenta<br />

l’angolo di contatto formato dalla tangente<br />

all’estremità della goccia con la<br />

64• ILMONDODELL’OTTICA


superficie della lente. Minore è l’ampiezza<br />

dell’angolo, maggiormente bagnabile<br />

è la sua superficie; affinché la<br />

superficie della lente sia idrorepellente<br />

(ovvero non sia bagnabile) l’angolo<br />

di contatto deve essere più elevato<br />

possibile; in questo modo l’acqua e i<br />

liquidi scivolano via e non rimangono<br />

sulla superficie (Smsa, 2007).<br />

(Figura 5 - vedi pagina a lato)<br />

I <strong>trattamenti</strong> idrorepel<strong>lenti</strong> sono<br />

estremamente sottili e possono essere<br />

• Catalano F., Elementi di Ottica geneapplicati<br />

mediante processo ad immersione,<br />

al termine del quale segue<br />

la cottura che indurisce chimicamente<br />

lo strato e lo fissa nella sede di deposizione.<br />

Poiché le <strong>lenti</strong> dotate di trattamento<br />

idrorepellente impediscono l’accumulo<br />

delle gocce d’acqua sulla superficie,<br />

si riduce anche la possibilità di appannamento<br />

in caso di condensazione<br />

dell’acqua. Per questo motivo tali<br />

<strong>trattamenti</strong> sono detti anche “antiappannanti”<br />

o “antimbrattamento”.<br />

Maggior comfort,<br />

miglior qualità visiva<br />

Nella scelta della lente, oltre alle qualità<br />

del materiale ed i vantaggi della<br />

geometria, vanno considerati anche i<br />

<strong>trattamenti</strong>. Sono proprio i sottilissimi<br />

film depositati <strong>sulle</strong> sue superfici ad<br />

aumentarne la trasmittanza, renderla<br />

idrorepellente e più resistente ai graffi,<br />

più liscia e facile da pulire. Trattamenti<br />

che migliorano il comfort di chi porta<br />

l’occhiale ed elevano la qualità visiva<br />

delle <strong>lenti</strong>, in ogni situazione.<br />

Riferimenti bibliografici<br />

Comfort e qualità visiva al top: questi i<br />

dettagli ricercati da chi ricorre alle <strong>lenti</strong><br />

• Aa. Vv., Lenti & occhiali, Medical<br />

Books, Palermo, 2003<br />

• Cappa S., Leoni U., Perris R., I<br />

<strong>trattamenti</strong> antiriflesso nell’ottica oftalmica,<br />

Ottica Italiana, luglio 1994, pag.<br />

52-60<br />

rale, Zanichelli, Bologna, 2001<br />

• Lovisolo C., Abati S., Buratto L.,<br />

Montani G., Occhiali in Ottica Oftalmica,<br />

Fabiano, S. Stefano Belbo (CN), 1993<br />

• Smsa Mo Jalie, I <strong>trattamenti</strong> multifunzione,<br />

B2Eyesmagazine, 11/2007,<br />

pag. 25-29<br />

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