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Lenti a digressione di potere

Lenti a digressione di potere - Logo Centro Ottico Maffioletti

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Area SCIENTIFICA<br />

Figura 1: spazi <strong>di</strong> visione nitida con lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> <strong>di</strong> 0,75 D (a sinistra) e con lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> da 1,50 D (a destra).<br />

<strong>di</strong>zione richiesta, raggruppata solitamente<br />

in due range:<br />

1. per ad<strong>di</strong>zioni fra 0,75 e 1,75 la<br />

<strong><strong>di</strong>gressione</strong> è <strong>di</strong> 0,50 – 0,80 D;<br />

2. per ad<strong>di</strong>zioni oltre le 2 D la <strong><strong>di</strong>gressione</strong><br />

è <strong>di</strong> 1,20 – 1,50 D.<br />

L’ottica della visione per<br />

vicino - Un in<strong>di</strong>viduo emmetrope<br />

o emmetropizzato che perde<br />

parte della propria capacità accomodativa,<br />

non è più in grado<br />

<strong>di</strong> vedere agevolmente da vicino.<br />

La ricerca scientifica ha in<strong>di</strong>cato<br />

che la visione confortevole (ovvero<br />

leggere a lungo senza <strong>di</strong>fficoltà<br />

o sintomi <strong>di</strong>sturbanti) viene meno<br />

quando i 2/3 dell’accomodazione<br />

residua non sono sufficienti per<br />

consentire la visione nitida alla <strong>di</strong>stanza<br />

richiesta. Per esempio, se<br />

il soggetto vuole leggere a 33 cm<br />

deve accomodare <strong>di</strong> 3 D ovvero,<br />

per avere una visione confortevole,<br />

deve possederne almeno 4,5<br />

D. Privo <strong>di</strong> questa capacità, il soggetto<br />

dovrà essere aiutato con<br />

un’ad<strong>di</strong>zione: se ha un’accomodazione<br />

residua <strong>di</strong> 3 D, ne userà<br />

Fig. 2: lente progressiva.<br />

Fig. 3 : lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong>.<br />

Fig. 4 : lente progressiva ad uso ufficio.<br />

2 e avrà bisogno <strong>di</strong> un’ad<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> 1 D per leggere a 33 cm in<br />

modo confortevole. Quando alzerà<br />

lo sguardo dalla sua posizione<br />

<strong>di</strong> lettura, egli potrà rilasciare la<br />

sua accomodazione e vedere a<br />

fuoco, con l’occhiale per vicino,<br />

fino a 100 cm.<br />

La figura 1 evidenzia che più il<br />

soggetto <strong>di</strong>viene presbite, maggiore<br />

è l’ad<strong>di</strong>zione con conseguente<br />

<strong>di</strong>minuzione dello spazio<br />

<strong>di</strong>sponibile per la visione nitida.<br />

Gli spazi <strong>di</strong> visione con<br />

una lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong>.<br />

Le lenti a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> vengono<br />

costruite con l’intento <strong>di</strong> aumentare<br />

lo spazio<br />

<strong>di</strong> visione nitida e<br />

consentire una più<br />

agevole visione nello<br />

spazio ravvicinato<br />

e interme<strong>di</strong>o. Infatti,<br />

alzando lo sguardo dal piano<br />

<strong>di</strong> lettura, il soggetto trova un <strong>potere</strong><br />

decrescente e ciò consente<br />

uno spazio <strong>di</strong> visione più ampio.<br />

OA Magazine 2/10<br />

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Ottica & me<strong>di</strong>cina ><br />

Se, per esempio, fosse necessaria un’ad<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> 0,75 D per leggere a 33 cm, ciò in<strong>di</strong>cherebbe<br />

un’accomodazione residua <strong>di</strong> quasi 3.50 D della<br />

quale viene utilizzata soltanto la percentuale dei 2/3<br />

ovvero circa 2,25 D. Lo spazio <strong>di</strong> visione nitida con<br />

una lente monofocale, in questo caso, si estenderebbe<br />

fino a 133 cm. Se si usasse invece una lente<br />

a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> con valore 0,75 D, il limite <strong>di</strong>stale sarebbe<br />

l’infinito.<br />

Le lenti a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> <strong>di</strong> <strong>potere</strong><br />

vengono usate soprattutto<br />

quando l’ad<strong>di</strong>zione richiesta<br />

Fig. 5 : marcature <strong>di</strong> una lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> con inset.<br />

per la lettura è più elevata; in<br />

questo caso infatti lo spazio <strong>di</strong> visione nitida, con<br />

una lente monofocale, si riduce notevolmente creando<br />

un forte <strong>di</strong>sagio nell’utilizzatore, che percepisce<br />

un’imme<strong>di</strong>ata sfocatura dell’immagine appena<br />

sposta il piano <strong>di</strong> lettura. In questi casi utilizzando<br />

lenti a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> con valore 1,50 D, l’area <strong>di</strong> visione<br />

nitida si amplia (anche fino a circa 2 metri).<br />

Qualità della visione - La realizzazione<br />

della <strong><strong>di</strong>gressione</strong> <strong>di</strong> <strong>potere</strong> è effettuata variando il<br />

raggio <strong>di</strong> curvatura della prima superficie in modo<br />

continuo, al fine <strong>di</strong> ottenere la <strong>di</strong>minuzione graduale<br />

del <strong>potere</strong> della lente. A tutti gli effetti si tratta <strong>di</strong><br />

una lente progressiva nella quale si privilegia la<br />

geometria dell’area del vicino, che risulta ampia e<br />

con scarse aberrazioni.<br />

Fig. 6-7 : marcature e centratura <strong>di</strong> una lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong><br />

senza inset.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1. Abati S., Buratto L., Lovisolo C., Montani G., (1993), Occhiali in ottica oftalmica, Fabiano, Canelli (AT)<br />

2. AA.VV., (2003), <strong>Lenti</strong> e occhiali, Me<strong>di</strong>cal Books, Palermo<br />

3. Reverdy G., Mana F., (2001), Le lenti progressive, Fabiano, Canelli (AT)<br />

4. Kirby J., (2005), Abbina la lente al tuo stile, in: b2eyes, n° 1/2005<br />

5. Prewitt L., (2006), Sindrome da visione al computer, in: b2eyes n° 6/2006<br />

6. Abati C., Fusi M., (2006), <strong>Lenti</strong> progressive vicino-interme<strong>di</strong>o, b2eyes n° 10-11-12/2006<br />

7. Sala F., (2008), <strong>Lenti</strong> oftalmiche progressive, in: Professional Optometry, n° 3/2008<br />

64 OA Magazine 2/10


Area SCIENTIFICA<br />

Nella maggioranza dei casi il<br />

portatore, alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> lettura,<br />

non percepisce <strong>di</strong>fferenze<br />

<strong>di</strong> visione rispetto a una<br />

una lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> occorre segnalare il valore<br />

<strong>di</strong>ottrico per vicino e il tipo <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>gressione</strong> richiesta.<br />

Occorre fare una valutazione precisa del tipo<br />

<strong>di</strong> utilizzo della lente e quin<strong>di</strong> della richiesta del<br />

soggetto, per poter determinare spazi <strong>di</strong> visione<br />

nitida in funzione delle sue esigenze.<br />

Se, per esempio, un soggetto emmetrope con<br />

necessità <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> 2,50 D in visione ravvicinata<br />

ha, con una lente monofocale, uno spazio<br />

nitido da 33 a 40 cm, usando una lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong><br />

con valore 0,75 D lo amplierà da 33 a<br />

57 cm mentre usando una lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong> <strong>di</strong><br />

1,25 D lo estenderà da 33 a 80 cm e, in questo<br />

normale lente monofocale;<br />

alzando lo sguardo riesce però a focalizzare fino<br />

ad una certa <strong>di</strong>stanza in modo confortevole anche<br />

se ha un campo laterale lievemente aberrato, che<br />

può dar luogo a un effetto “swimming” (oscillazioni)<br />

simile a quello percepito quando si usa una lente<br />

progressiva con bassa ad<strong>di</strong>zione.<br />

Mentre in una lente progressiva (fig. 2) l’area del<br />

lontano è ampia e il corridoio <strong>di</strong> progressione si restringe<br />

verso l’area del vicino, in una lente a <strong><strong>di</strong>gressione</strong><br />

(fig. 3) la geometria favorisce la visione ravvicinata,<br />

penalizzando quella a <strong>di</strong>stanza. Una lente<br />

progressiva per interni (uso ufficio) con sviluppo del<br />

canale lungo (fig. 4) ha<br />

invece un corridoio <strong>di</strong><br />

ampiezza<br />

abbastanza<br />

costante nell’area del<br />

vicino e della visione interme<strong>di</strong>a.<br />

Come si or<strong>di</strong>nano<br />

- Dopo aver stabilito<br />

la <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> lavoro<br />

per vicino e aver determinato<br />

il valore dell’ad<strong>di</strong>zione,<br />

per or<strong>di</strong>nare<br />

caso, potrà circoscrivere l’intero spazio-scrivania<br />

d’ufficio.<br />

IDENTIKIT DELL'AUTORE<br />

Pertanto un buon comfort per<br />

esigenze <strong>di</strong> sola lettura potrà<br />

essere garantito anche da <strong>di</strong>gressioni<br />

basse, mentre per<br />

la visione in spazi più ampi<br />

(come l’utilizzo del computer)<br />

si dovranno utilizzare <strong>di</strong>gressioni<br />

più elevate.<br />

Gianmario Reverdy è nato a Milano, dove vive e<br />

lavora. Ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Perito Industriale<br />

per l'Ottica e <strong>di</strong> abilitazione per Ottico nel 1963 presso<br />

l’Istituto "Galileo Galilei" <strong>di</strong> Milano e si è laureato in<br />

Scienze Matematiche nel 1977 presso l’Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Relatore <strong>di</strong> congressi e corsi ECM nazionali, insegna da<br />

oltre 40 anni nel campo dell'ottica. Dal 1990 al 2001<br />

è stato <strong>di</strong>rettore dell’Istituto Superiore <strong>di</strong> Scienze Optometriche<br />

"Giuseppe Ricco" <strong>di</strong> Milano. E’ autore <strong>di</strong> varie<br />

pubblicazioni su argomenti ottici e optometrici e <strong>di</strong> 4<br />

testi relativi a argomenti del settore ottico.<br />

Come si centrano -<br />

Per la centratura occorre<br />

seguire le istruzioni fornite<br />

dalle aziende. In alcuni<br />

casi queste lenti hanno un<br />

inset nella visione da vicino<br />

(fig. 5) e vanno pertanto<br />

montate sui riferimenti per<br />

lontano; in altri casi vanno<br />

centrate sul riferimento del<br />

bordo palpebrale inferiore<br />

(fig. 6-7). Occorre anche<br />

seguire le in<strong>di</strong>cazioni del costruttore riguardo le<br />

<strong>di</strong>mensioni della montatura e lasciare lo spazio<br />

opportuno fra la croce <strong>di</strong> montaggio ed il bordo<br />

inferiore della montatura. Le lenti a <strong><strong>di</strong>gressione</strong>,<br />

che sono nate per aumentare gli spazi <strong>di</strong> visione<br />

nitida nella visione ravvicinata, si sono molto evolute<br />

e oggi vengono costruite anche nelle versioni<br />

"personalizzata" e a geometria interna.<br />

OA Magazine 2/10<br />

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