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VERONA MEDICA

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STORIA DELLA MEDICINAMorte violenta — Si tratta di un casoisolato, un uomo di 30 anni colpito da«mortal percossa» (Velo 1736).Postema — Raccolta circoscritta dipus in una cavità neoformata. Sonodescritti sei casi (da 4 a 71 anni) 24 .Punta — Con mal di punta si solevaindicare un dolore costale significativo,probabilmente dovuto a pleurite, eventualmente,a pericardite 25 o, forse, in -far to. I morti furono 18 tra il 1732 e il1737 e ben 16 appartenevano a Velo(gli altri 2 a Selva), di età dai 10 ai 72anni, con evoluzione infausta da 5 a 15giorni.Tisi o febbre etica — La tubercolosifu un altro flagello ed ebbe a mieteremolte vittime delle età più disparate.Su 16 morti 11 erano di Velo, 2 di Selvadi Progno e 3 di Valdiporro.Vaiolo — La malattia, estremamentecontagiosa a decorso grave con altamortalità, era endemica in tutto ilmondo occidentale. I decessi, tra il1732 al 1735, furono solo sette (2 aSelva, 5 a Velo), l’età era compresa fra8 giorni e 16 anni.Vermi — Patologia grave legata per lopiù all’età infantile 26 . La verminosi,dovuta principalmente alla scarsapulizia dei lattanti e di chi li accudiva,spesso risultava devastante. Non certorari i decessi di neonati a pochi giornidalla nascita o non oltre i tre mesi. Ilcaso più impressionante accadde aSelva di Progno nel 1735 dove ladiciannovenne Angela, figlia del fuDomenico Ferazza, rimase letteralmente«soffocata dai vermi» (probabileinfestazione da ascaridi con occlusione,perforazione e lacerazioni intestinali),mentre per i lattanti si sarà trattatodi ossiuri (patologia interumanaauto infestante e contagiosa).MESI CON MAGGIOR MORTALITÀLa distribuzione mensile dei decessinon è di per sé interessante o indicativa.Abbiamo anni in cui la mortalità ènulla da marzo a novembre per Selva(1733); da gennaio a dicembre, conesclusione dei mesi di gennaio, marzoe dicembre per Valdiporro (1735); dagennaio a novembre, tranne che neimesi di marzo, aprile, luglio, dicembreper Velo (1732) e da febbraio adicembre, esclusi gennaio, maggio,giugno, luglio, novembre (1733). I datipotrebbero essere approssimativi perdifetto non avendo chi scrive potutofare, come già detto, il confronto coiregistri parrocchiali.BIBLIOGRAFIA• AA. VV., Il manuale del medico pra tico,Bologna 1961, ristampa 19 62.• MARCELLO BONDARDO, Dizionarioetimologico del dialetto veronese,Verona 1986, ristampa 1988.• FEDERICO BOZZINI, L’imperatore e lospeziale – le vicende sanitarie di uncomune veronese nella prima metàdell’Ottocento: Erbé (1817-1847), Roma1995.• ADRIANO GALASSI – ROMANO SARZI,Alla Syrena spezieria del ‘600 inMantova, Mantova 2000.• GIULIO GALETTO, Dizionario Veronese– Italiano, ed. “L’Arena”, Verona 2004.• CARLO MARCHI – LILIA TURCI, Vangadizza1734, ricognizione sui registriFigura 3: Velo.parrocchiali di morte, in “Verona Medica”n. 3, 1993, pp. 22-26.• GIORGIO RIGOBELLO, Lessico deidialetti del Territorio Veronese, Accademiadi Agricoltura Scienze e Letteredi Verona, Verona 1998• A. S. ROVERSI, Diagnostica e Terapia,Milano 1977.• Malattie mortali nella prima metà delSettecento in alcuni paesi della Lessinia,Gianna Ferrari De Salvo, "Cimbri/ Tzim -bar, n. 40 (a. XIX), luglio-dicembre 2008",pp. 117-130.NOTE1Sarebbe anche stato opportuno fare un confrontocon i registri parrocchiali. I sacerdoti erano obbligatia far pervenire all’Ufficio Sanità di Veronal’elenco dei nati e dei morti della loro parrocchia(come da Proclama 16 settembre 1712 e antecedenti)al «finir d’ogni mese, altrimenti, spiratigiorni dodici del susseguente, senza che si sianoricevute le dette note, si leverà senz’altro avviso,irremissibilmente, la pena di ducati 10 ad ognunoche si sarà fatto colpevole di tale mancanza». Vifurono, comunque, dei casi di trasgressione a taleobbligo. Fra i tanti, nel 1783 anche il parroco diVelo, «quantunque più volte eccitato», fu ammonitoper non aver spedito da molto tempo taledocumentazione. Per questo motivo, in moltecomunità religiose della provincia fu periodicamenteinviato un funzionario a ritirare copia deidocumenti e all’inadempiente elevata una multa(ASVr, Ufficio Sanità, d’ora in poi U. S., b. XXVIII).2ASVr, U. S., Questo fondo comprende i registri deibattezzati e morti di città e del territorio. Per laprovincia gli anni vanno al 1732 al 1802. I registridei Battezzati del Territorio consultati sono iseguenti: Selva di Progno, reg. 112 (cc. 491, 492-515), reg. 113 (cc. 505, 506), reg. 114(cc.505,506). Valdiporro, reg. 112 (cc. 549, 550),reg. 113 (cc. 565, 566), reg. 114 (cc.565, 566).Velo, reg. 112 (cc. 543, 544), reg. 113 (cc. 559,560), reg. 114 (cc. 559, 560). Registri dei Mortidel Territorio consultati: Selva di Progno, reg. 247(cc. 453, 454), reg. 248 (cc. 513, 514- 670), reg.249 (cc. 513-523).Valdiporro, reg. 247 (cc.513 -524), reg. 248 (cc. 581, 582), reg. 249 (cc. 581,582). Velo, reg. 247 (cc. 507, 508), reg. 248 (cc.575, 576- 592), reg. 249 (cc. 575, 576- 588).3Sull’argomento rimando a F. BOZZINI, L’imperatoree lo speziale, Roma 1995, p. 406 e segg.4Nel 1751 viene deliberato che « i chirurghidebbono essere o dottorati o licenziati dall’universitàdi Padova, o licenziati dal Collegio deiMedici o dal Consiglio dei XII di Verona e che nonpossano esercitare il loro mestiere nella stessabottega del barbiere come fino ad ora avviene».Non mancano, comunque, gli illeciti. La curiosacategoria detta dei “barbieri-chirurghi” nacqueverso l’anno 1000, suscitata dalla necessità diqualcuno (generalmente il barbiere) in grado didepilare le parti da operare e, al bisogno, dimettere un clistere o applicare sanguisughe, tuttepratiche profondamente disdegnate dai medici.Nel corso dei secoli sorsero in tutta Europa scuoledi specializzazione e i chirurghi, in base alla loropreparazione pratica e teorica, erano autorizzatia operare. In ogni caso era loro vietato prescriverefarmaci, anche i più semplici, perché questoera privilegio esclusivo dei medici. Nella secondametà del Settecento, nei piccoli paesi, spesso prividel dottore, si pensò di delegare al chirurgo chesi era dimostrato esperto e saggio nell’espletarela sua professione la possibilità di «ricettare e trattarele malattie interne». Molti erano i medicamenticomplessi che non potevano somministrare, traquesti i «purganti drastici» (ASVr, Casa deiMercanti, b. 80, Liber Stautorum artis barbierorumet chirurgorum, sotto la protezione di santa Appollonia).5«Saranno incaricati li parochi di cadauna Villa ditrasmetter di mese in mese alla Canzelaria nostradi Sanità le polizze dei morti, e descrivere il nomedi cadaun morto, se sono stati medicati il nomedel medico che gli medicò, e se non sarano statimedicati doveranno aggiungere: morto senzamedico» (ASVr, U. S., reg. 266 bis, 26 agosto1718).6Alessandro Monti (o da Monte) presentò il suoprivilegio in chirurgia conseguito all’Università diPadova il 14 maggio 1703 e il 29 ottobre 1718 fuapprovato e licenziato dal magistrato alla Sanitàdi Venezia. Per la sua «abilità e sufficenza» e perle molteplici giurate attestazioni, gli fu concessala facoltà di medicare, cioè di «poter sovenire conla dovuta esperienza qualunque ammalato […],quando però non vi fosse medico condotto» (4agosto 1738, con rinnovo l’8 agosto 1750, ASVr,U. S., reg. 266 bis).7Lorenzo Melotti (o Mellotto) di Erbezzo fu approvatoin chirurgia a Verona il primo giugno 1724(ASVr, U. S., reg. 269, c.n.n.).38 <strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>

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