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VERONA MEDICA

Bimestrale di informazione medica - OMCEO VR

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EDITORIALERazionalizzazioni ...Minacciato da tempo, il famoso taglioalle province è alla fi ne arrivato.In Veneto ne spariranno due: Rovigoche sarà inglobata da Verona e Trevisoche lo sarà da Padova.Resterà Belluno, che i più pronosticavanoinglobata da Treviso nella neoprovinciadi Bel-Viso.È uno degli effetti della “spending review”che, se si va ad analizzarla, è allafi ne una grande e continua stangataalla Sanità.Serve risparmiare, soprattutto in Sanitàperché è lì che, secondo alcuni, sispende troppo e male.Non nell’acquisto degli F 35 (servonoalle missioni di pace….), non negli stipendiai magistrati che non si possonotoccare (l’ha sancito la Corte Costituzionale),non nei rimborsi ai partiti(quelli sono già stati ridotti del 50%......e la riduzione vale solo per quest’anno…).Tanto meno nelle migliaia diaziende municipalizzate o nelle Authorityche non si sa a cosa servano, onelle sedi di rappresentanza delle Regioni( ho letto che il Molise ne ha unaa New York!) o ancora nelle missionimilitari all’estero.Negli ultimi due anni gli stanziamentialla sanità si sono ridotti di 21 miliardidi euro e con la prossima legge di stabilitàsi ridurranno di un altro miliardoe mezzo.I politici dicono che l’assistenza allagente sarà comunque garantita perchéquesti, più che tagli, saranno“razionalizzazioni”. La qualità dell’assistenzanon ne risentirà.Ne prendiamo atto, ma non possiamonon rilevare che a fronte di questedichiarazioni rassicuranti, le liste di attesasi allungano (per cui sempre piùspesso i nostri pazienti devono ricorrereal “privato”), il costo dei “tickets”aumenta, le regole per l’applicazionedelle esenzioni si fanno sempre piùserrate, e sempre più spesso la gente,per avere le prestazioni di cui ha bisogno,deve metter mano al portafogli.L’altro giorno G. che, a 60 anni, hagià due “stent” ed un “by-pass” e cheda qualche tempo ha ricominciato adaccusare “angor” quando fa le scale,per fare l’ECG da sforzo con la fasciadi priorità, ha dovuto pagarsi il ticketper l’esame, perché se voleva usufruiredell’esenzione doveva rinunciare allapriorità. Così ha deciso la Regione esancito, con sentenza inappellabile,l’impiegata del CUP.La stretta dei risparmi ha coinvolto gliospedali per i quali è in arrivo una nuovariduzione dei posti letto (siamo inattesa delle famose “schede”).È già in atto il blocco del “turn over”di medici ed infermieri, gli straordinarinon vengono più pagati, in qualcheposto manca l’acqua minerale nonsolo per i degenti ma anche per il personaledelle sale operatorie ed i malati,appena in grado di stare in piedi, vengonorispediti a casa.Dove ad aspettarli ci dovrebbe essere,insieme al medico di famiglia, l’infermieredel territorio pronto ad affi ancarloe aiutarlo, oltre che i posti nelle RSA,negli “hospice”, nei “County Hospital”.Peccato che tutto questo sia ancoranelle dichiarazioni d’intento….Ha ragione il mio amico Michele (Presidentedell’Ordine di Vicenza), quandoafferma che queste cose “I politici lesanno ma non se ne preoccupano e siguardano bene dal dire alla gente che,con la riduzione delle risorse, non è piùpossibile garantire tutto a tutti.Tanto la faccia non la mettono i politicima i medici… !”.Perché a spiegare alla gente che il postoin ospedale serve a chi è in attesagià da troppo tempo, che le dimissionisono necessarie perché un giorno inpiù in ospedale rappresenta un inutilecosto aggiuntivo, che per quel ricoveroo per quell’esame si può attendereperché ci sono altri che ne hanno piùbisogno e le liste di attesa sono troppolunghe, tocca ai medici.Quanto alle parti anatomiche in ballo,visti i tempi, quella che si rischia, caroMichele, non è solo la faccia …!Lo confermano le sentenze dei magistrati(vedi quella a pag. 27 di questogiornale).Forse è arrivato il tempo che, insieme,si alzi la voce.Se non altro per darla a quelli che nonriescono a farsi sentire.A chiedere che sia rispettato l’art. 32della Costituzione ma anche quel cheè scritto nel nostro codice deontologicoche ci vuole, nella malattia, tuttiuguali, senza distinzioni, compresequelle economiche.Se no dove è andato a fi nire quel principioche ha fatto della Sanità italianauna delle migliori del mondo ?È stata la solidarietà che ha permessolo sviluppo democratico e ha fattodella nostra professione un formidabilestrumento di coesione sociale.Nel momento in cui alla gente si chiedonosacrifi ci occorre anche disegnareun orizzonte etico in cui inquadrarei sacrifi ci.Serve speranza!Se viene a mancare anche quella…..Sarebbe il segno che a cambiare nonsono solo i tempi, ma anche gli ideali.ROBERTO MORA<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>5

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