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VERONA MEDICA

Bimestrale di informazione medica - OMCEO VR

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ATTUALITÀLa cronaca di una festa per il cinquantesimoanniversario dell’Ospedale Psichiatricodi Verona sulla rivista «Il Garda»di LUCIANO BONUZZIIl raffi nato periodico «Il Garda» (1) , editofra le due guerre, contiene nel numerodi novembre del 1930 un interessantearticolo, con alcune fi gure,di Federico A. Morais che ha per oggettoIl cinquantenario di fondazionedell’Ospedale Psichiatrico di Verona(2) . La rivista che ha celebri collaboratori- Berto Barbarani, GianfrancoBetteloni, Gioacchino Brognoligo,Lorenzo Montano, Giuseppe Silvestri,don Giuseppe Trecca etc. - edè illustrata da noti pittori - EttoreBeraldini, Angelo Dall’Oca Biancaetc. - sembra esprimere nell’insiemeil meglio della cultura veronese deltempo. Ma non si tratta, naturalmente,di una rivista indirizzata ai medici:l’attenzione per un evento che interessal’Ospedale Psichiatrico rientrapiuttosto nelle ricorrenti informazioniin merito alle attività della Provincia,il cui Preside era allora Luigi Messedaglia;in altro numero della stessaannata, ad esempio, si discutono indettaglio i problemi del personale, siamedico che paramedico, dello stessoistituto che, come è noto, dipendevadall’Amministrazione provinciale(3) . Il rilievo che l’articolo in parolariserva al mondo della psichiatria nonha, peraltro, meri intenti di divulgazioneburocratica ed amministrativa;piuttosto testimonia una particolaresensibilità, sociale e culturale, rivoltaad una realtà che ha suggestionatopoeti, come Egidio Meneghetti (4) ,o pittori, quale Ettore Beraldini (5) . Inogni modo, la lettura dell’articolo,ospitato in una rivista priva di intentispecialistici, permette di ripensare alsignifi cato dell’Ospedale Psichiatriconell’immaginario collettivo ed allaquotidianità dei suoi ospiti in una età,ormai lontana ed inesorabilmentetrascorsa, in cui non vi erano né farmaciincisivi né trattamenti risolutivi.Diffi coltà che, almeno in parte, sonoFig. 1 - “Musici, attori ed artigiani”. Si tratta dei degenti che animano la festa.testimoniate dall’elevato numero degliingressi di pazienti recidivi che caratterizzaquegli anni.L’articolo, mentre sottolinea il climadi serenità dell’ambiente, esordiscealludendo alla fi gura del direttoreRuggero Lambranzi che, aiutato daipropri collaboratori, riceve, per ilcinquantesimo anniversario di fondazionedell’Ospedale, le autoritàcittadine e le fi gure più rappresentativedella comunità. Qualche nomeè ancor oggi noto come quello diLuigi Messedaglia, di mons. GiuseppeChiot o di Ettore Beraldini. Némanca il ricordo di alcune presenzefemminili quali le mogli o le fi glie deimedici - Lambranzi e Salerni -, masi segnalano anche altre visitatriciche verosimilmente collaborano nelmovimentare la vita ospedaliera. “Iltrattenimento - continua Morais nelresoconto della giornata - s’inizia conla interessantissima visita alle Mostredei lavori femminili, degli attrezzi,utensili, oggetti d’arte e dipinti eseguitinell’Ospedale psichiatrico daglistessi degenti.” L’allusione agli “oggettid’arte e dipinti” eseguiti dai pazientiè quanto mai interessante siaperché permette di ricordare comel’impegno nell’espressione fi gurativafosse ormai nell’uso corrente a Veronafi n dal terzo decennio del ’900,sia perché porta indietro nel tempo,almeno di una generazione, quellapratica pittorica che nel secondodopo guerra ha reso tanto celebrel’Atelier dell’Ospedale veronese resocelebre da un autentico artista comeCarlo Zinelli (6) . Commenta Morais:“L’industre fatica degli ammalati simanifesta sotto svariate forme e talvoltaassume aspetti di una singolaredignità e di un raro buongusto” ;particolarmente ammirati sembranoessere gli scialli frangiati, le sciarpe34<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>

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