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I BOLLETTINI VALANGHE AINEVA

I Bollettini valanghe AINEVA- Guida all' interpretazione

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I <strong>BOLLETTINI</strong><strong>VALANGHE</strong><strong>AINEVA</strong>Guida all’interpretazioneIII


Edito da <strong>AINEVA</strong>Redazione:Gruppo PrevisoriValangheCoordinatore progetto:Luciano Lizzero(Reg. Aut. Friuli Venezia Giulia)Autori:Elena Barbera(Segreteria <strong>AINEVA</strong>)Paolo Turcotti(Reg. Aut. Valle d’Aosta)Cristina Prola(ARPA Piemonte)Alfredo Praolini(ARPA Lombardia)Fabio Gheser(Prov. Aut. di Bolzano)Gianluca Tognoni(Prov. Aut. di Trento)Mauro Valt, AnselmoCagnati, Renato Zasso(ARPA Veneto)Daniele Moro,Gabriele AmadoriLuciano Lizzero(Reg. Aut. Friuli Venezia Giulia)©Fotografie: gli autori© <strong>AINEVA</strong> 2004Tutti i diritti riservati;riproduzione vietata senzal’autorizzazione scritta daparte di <strong>AINEVA</strong>.Edizione 2012Associazioneinterregionaledi coordinamentoe documentazioneper i problemi inerentialla neve e alle valangheVicolo dell’Adige, 1838122 TrentoTel. 0461.230305http://www.aineva.ite-mail: IV aineva@aineva.it


I <strong>BOLLETTINI</strong><strong>VALANGHE</strong><strong>AINEVA</strong>Guida all’interpretazioneLe Regioni e Province autonome dell’arco alpino hanno, secondoi dettami di legge, il compito di prevenire i pericoliderivanti dalle valanghe sul territorio montano.Uno degli strumenti fondamentali per assolvere tale compito,in particolare durante la stagione invernale, è il bollettinonivometeorologico emesso dalle varie istituzioni locali tramitei propri organi competenti.La natura regionale dei bollettini garantisce una maggiorepuntualità sulla situazione e soddisfa le diverse esigenze degliutenti cui il prodotto è rivolto.Tuttavia nel corso degli anni si sono sempre più avvertitel’esigenza di coordinare il lavoro degli organi che si occupanodella previsione del pericolo valanghe per uno scambioomogeneo delle informazioni e la necessità di rivolgersiall’utenza sia italiana che estera sull’intero arco alpino in unlinguaggio comune.Per soddisfare tale esigenza, nel 1983 venne fondatal’<strong>AINEVA</strong>(Associazione interregionale di coordinamento e documentazioneper i problemi inerenti alla neve e alle valanghe), consede a Trento, cui fa parte, dal 2011, anche la Regione Marche.L’<strong>AINEVA</strong> ha il compito di coordinare il lavoro dei centriregionali e provinciali che si occupano di pericolo valanghe,pur mantenendo gli stessi la propria autonomia operativa.Gli obiettivi primari dell’<strong>AINEVA</strong> sono lo scambio e la divulgazionedi informazioni, l’adozione di metodologie comunidi raccolta ed elaborazione dati, la divulgazione di pubblicazioni,la formazione dei tecnici e la diffusione dei bollettininivometeorologici.Questa pubblicazione ha proprio lo scopo di rendere piùcomprensibili le informazioni contenute nei vari bollettiniregionali e provinciali oltre che dei prodotti generali <strong>AINEVA</strong>.1


2Cos’è il bollettino nivometeorologicoo bollettino valangheIl bollettino è lo strumento che fornisce un quadro sinteticodell’innevamento e dello stato del manto nevoso e indicail pericolo di valanghe in un determinato territorio, almomento dell’emissione, e, sulla base delle previsioni meteorologichee della possibile evoluzione del manto nevoso,quello atteso per l’immediato futuro al fine di prevenireeventuali incidenti derivanti dal distacco di valanghe.12345Scala delpericoloDEBOLEMODERATOMARCATOFORTEMOLTOFORTEStabilità delmanto nevosoIl manto nevoso èin generale benconsolidato oppurea debole coesionee senza tensioni.Il manto nevoso èmoderatamenteconsolidato sualcuni pendii ripidi,per il resto è benconsolidato.Il manto nevosopresenta unconsolidamento damoderato a debolesu molti pendiiripidi.Il manto nevoso èdebolmenteconsolidato sullamaggior parte deipendii ripidiIl manto nevoso èin generaledebolmenteconsolidato e per lopiù instabile.Probabilità didistacco di valangheIl distacco è generalmente possibilesolo con forte sovraccarico supochissimi punti sul terreno ripidoestremo. Sono possibiliscaricamenti e piccole valanghespontanee.Il distacco è possibile soprattuttocon un forte sovraccaricosoprattutto sui pendii ripidiindicati. Non sono da aspettarsigrandi valanghe spontanee.Il distacco è possibile con debolesovraccarico soprattutto sui pendiiripidi indicati. In alcune situazionisono possibili valanghe spontaneedi media grandezza e, in singolicasi, anche grandi valanghe.Il distacco è probabile già con undebole sovraccarico su moltipendii ripidi. In alcune situazionisono da aspettarsi molte valanghespontanee di media grandezza e,talvolta, anche grandi valanghe.Sono da aspettarsi molte grandivalanghe spontanee, anche suterreno moderatamente ripido.Una delle attività importanti dell’<strong>AINEVA</strong> è la partecipazioneal Gruppo internazionale di lavoro dei Servizi di previsionee prevenzione valanghe che ha sviluppato la scalaunificata europea del pericolo di valanghe, definita nel1993 in occasione del VI convegno internazionale tenutosiin Baviera e successivamente modificata negli incontri del2001, 2003 e 2005.La scala in questione riporta i concetti fondamentali cuifanno riferimento tutti gli strumenti di valutazione del pericolodi valanghe.I caratteri peculiari su cui si basa la scala sono i seguenti:• il pericolo è suddiviso in cinque gradi caratterizzati daun’aggettivazione e numerazione crescente (debole 1, moderato2, marcato 3, forte 4, molto forte 5);• la progressione della scala non è lineare; infatti il gradodi pericolo 3, pur trovandosi al centro della scala, nonrappresenta un grado di pericolo medio ma una situazionegià critica;• Il grado di pericolo di valanghe è funzione dei seguentifattori:Consolidamento del manto nevoso, esprimibile comerapporto tra le forze resistenti e le tensioni che in esso agiscono.Il consolidamento viene quindi espresso comequalità media della struttura del manto nevoso e, in particolare,come diffusione dei siti pericolosi, quelli su cui sipossono verificare fenomeni valanghivi, su un determinatoterritorio:Grado 1= generale buon consolidamento e stabilità manon si escludono pochissimi o isolati siti pericolosi;Grado 2= consolidamento moderato e localizzato: i sitipericolosi sono localizzati e, in genere, richiedono carichiimportanti per dare luogo a valanghe ma non si escludonoisolate condizioni di debole consolidamento;Grado 3= consolidamento moderato su molti pendii (situazionegià molto importante!), consolidamento debolesu alcuni pendii localizzati;Grado 4= debole consolidamento sulla maggior parte deipendii ripidi;Grado 5= il manto nevoso è in generale debolmente consolidatoe instabile anche su pendii a moderata pendenza.Probabilità di distacco, che dipende direttamente dalconsolidamento, tende a quantificare statisticamente ipendii pericolosi e viene così suddivisa:• su pochissimi (= isolati) pendii ripidi estremi, pari ameno del 10% dei pendii ripidi; è questo il caso generaledel grado 1 ma riguarda anche le situazioni di eventualedebole consolidamento del grado 2;


• su alcuni (localizzati) pendii ripidi (dal 10 al 30%dei pendiiripidi), indicati nel bollettino, con un consolidamentogeneralmente moderato ma, come prima si è visto, non siesclude la presenza di siti, estremamente localizzati (isolati),con consolidamento debole, particolarmente sottolineatinel bollettino, (grado 2)• su molti pendii ripidi (già più del 30% dei pendii) deiquali la maggior parte ha consolidamento moderato mentrealcuni, indicati, presentano consolidamento de-bole(grado 3)• su molti pendii ripidi (già più del 30% dei pendii) con deboleconsolidamento (grado 4)• sulla maggior parte dei pendii ripidi (più del 66% = 2/3dei pendii), con estensione anche a quelli mode-ratamenteripidi (grado 5).I pendii ripidi sono così definiti:• pendio poco (moderatamente) ripido = meno di 30° diinclinazione• pendio ripido = inclinazione da 30° a 35°• pendio molto ripido = inclinazione da 35° a 40°• pendio estremamente ripido = più di 40° di inclinazioneDimensione delle valanghe.In base alle dimensione queste possono essere definite:• scivolamento o scaricamento: deposito a debole coesione;il pericolo è legato all’impatto o alle cadute non al travolgimento;hanno lunghezza minore di 50 m, volumi inferioria 100 m 3• piccole valanghe: si fermano su pendii ripidi (inclinazionemaggiore di 30°) ma possono seppellire, ferire o uccidereuna persona; hanno lunghezza minore di 100 m e volumiinferiori a 1.000 m 3 ;• valanghe di media grandezza: raggiungono il fondo delpendio ripido (inclinazione maggiore di 30°) e possonoseppellire e distruggere un’automobile, danneggiare uncamion, distruggere una piccola casa o piegare alcuni alberi;hanno lunghezza minore di 1.000 m e volumi inferioria 10.000 m 3 ;•grandi valanghe: percorrono anche terreni a ridotta inclinazione(inclinazione minore di 30°) per distanze supe-12345ITALIANO DEUTSCH ENGLISH FRANCAIS ESPAÑOLScala delpericoloDEBOLEMODERATOMARCATOFORTEMOLTO FORTEGefahrenstufe Risk scaleGERINGMÄSSIGERHEBLICHGROSSSEHR GROSSLOWMODERATECONSIDERABLEHIGHVERY HIGHIndice durisqueFAIBLELIMITÉMARQUÉFORTTRÈS FORTIndice deperigroDEBILMODERADOMARCADOFUERTEMUY FUERTEriori a 50 m e possono raggiungere i fondovalle; possonoseppellire e distruggere il vagone di un treno, un automezzodi grandi dimensioni, vari edifici o parte di un bosco;hanno lunghezza maggiore di 1.000 m e volumi maggioria 10.000 m 3 .Numero delle valanghe previste:La definizione del numero delle valanghe previste è incorso di riformulazione da parte del Gruppo di lavoro deiServizi Valanghe europei.Cause del distacco.I distacchi vengono inoltre suddivisi in:• distacchi spontanei: il distacco avviene senza influenzaesterna al manto nevoso.• distacchi provocati: causati da carichi supplementari,esterni, sul manto nevoso (per esempio: passaggio di personeo mezzi meccanici, una esplosione, ecc.).Nel caso del distacco provocato, il sovraccarico applicatopuò essere definito come:•debole sovraccarico: sciatore o snowboarder che effettuacurve dolci, gruppo che rispetta le distanze di sicurezza(minimo 10 m), escursionista con racchette da neve;•forte sovraccarico: escursionista a piedi, sciatore osnowboarder che cade, due o più sciatori o snowboardersche non rispettano le distanze di sicurezza, mezzo battipista,esplosione.3


4Indicazioni per gli utentiadottate sulle Alpi italiane(Regioni e Province Autonome associate <strong>AINEVA</strong>)12345Scala delpericoloDEBOLEMODERATOMARCATOFORTEMOLTOFORTEIndicazioni per sciatoried escursionisti(Adottate anche in Austria)Condizioni generalmente sicureper le gite sciistiche.Condizioni favorevoli per gitesciistiche ma occorre considerareadeguatamente locali zonepericolose.Le possibilità per le gite sciistichesono limitate ed è richiesta unabuona capacità di valutazionelocale.Le possibilità per gite sciistichesono fortemente limitate ed èrichiesta una grande capacità divalutazione locale.Le gite sciistiche non sonogeneralmente possibili.Note:1. Le condizioni più o meno favorevoli per le gite sciistiche sono riferite al pericoloda valanghe e non riguardano altri elementi quali le condizioni di innevamento,il tipo di strato superficiale ecc. che possono essere desunti dalbollettino.2.Le indicazioni riguardanti la sicurezza delle vie di comunicazione e dei centriabitati in caso di pericolo, variano nelle diverse regioni e province in basealla legislazione locale, in quanto strettamente legate alla realtà locale.L’utenzaIl bollettino è uno strumento informativo che può dare unvalido aiuto nel prendere decisioni riguardanti la propriaed altrui incolumità nei confronti del pericolo rappresentatodalla caduta di valanghe. Pertanto gli utenti si possonoindividuare sia tra gli abitanti ed operatori della montagnasia tra i frequentatori occasionali della montagna innevata.In particolare il bollettino è rivolto alle seguenti categorie:•scialpinisti e sci-escursionisti;•sciatori fuori pista, snowboarders;•alpinisti ed escursionisti;•guide alpine, maestri di sci, istruttori di scialpinismo;•addetti alla sicurezza dei comprensori sciistici e dellestrade;•prefetture, sindaci e commissioni locali valanghe;•organizzazioni di soccorso in montagna;•organizzazioni di protezione civile;•forze armate e corpi di polizia;•residenti in località montane e utenti delle vie di comunicazionealpine.I dati disponibili nel lungo periodo indicano per l’Italia unamedia stagionale di 21 vittime da valanga. È quindi necessarioche il bollettino nivometeo, pur nella sua estremasintesi, risulti comprensibile ad un’utenza la più possibileampia e diversificata.La diversità tra i vari bollettini locali può essere giustificatainoltre dal bisogno di rivolgersi maggiormente ad untipo di utenza rispetto ad un’altra, secondo le necessità ecircostanze locali e del momento.I bollettini regionalie provincialiI bollettini sono redatti e diffusi dalle diverse Regioni eProvincie dell’arco alpino (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia,Provincie autonome di Trento e Bolzano, Venetoe Friuli Venezia Giulia) e, sull’Appennino, dalla RegioneMarche, titolari, per legge, di tale incombenza.I bollettini locali sono differenti per veste grafica e per sottolineaturadi alcune voci ma presentano contenuti comuni,frutto di accordi presi all’interno dell’<strong>AINEVA</strong>.Le informazioni comuni ai bollettini sono:•copertura nevosa, quali altezza neve a determinate quote,distribuzione della neve nei vari versanti, quantità dineve fresca ecc.;


•parte nivologica, con indicazioni sulle caratteristichestrutturali del manto nevoso, quali consistenza, tendenzaevolutiva e segnalazioni sulla presenza di elementi chepossono favorire eventi valanghivi (accumuli, neve fresca,strati deboli all’interno del manto nevoso, ecc.);•indicazione sul pericolo attuale, cioè il pericolo al momentodell’emissione del bollettino;•parte meteorologica, dove vengono date in dettaglio leprevisioni del tempo in termini di nuvolosità e di eventimeteorici, per un periodo di validità che va dalle 24-48ore fino alle 72 ore nel caso del bollettino del venerdì valevoleper tutto il fine settimana. Inoltre vengono forniti iprincipali dati meteorologici e loro andamento tendenziale(quota dello zero termico, temperature, venti prevalenti,quantità e intensità delle precipitazioni).•pericolo di valanghe previsto nei giorni successivi all’emissione,in cui vengono definiti il tipo di valanghe previstee la eventuale localizzazione in cui presumibilmentesi possono verificare i fenomeni.Base informativaPer la previsione del pericolo valanghe i centri regionalie provinciali aderenti all’<strong>AINEVA</strong> si basano principalmentesu una serie di dati provenienti da:•una rete di circa 150 stazioni nivometeorologiche automatichedislocate nei siti più rappresentativi dell’arco alpino,che forniscono in tempo reale dati su temperatura, intensitàe direzione del vento, altezza della neve, umidità,radiazione solare ecc.;•una rete di circa 160 campi neve manuali, dove giornalmentei rilevatori, oltre a fornire i dati meteorologici classici,trasmettono informazioni dettagliate sulle condizionidel manto nevoso e una descrizione sull’attività valanghivanelle ultime 24 ore;Differenze tra i bollettiniCome già anticipato, i bollettini emessi dai vari centri Regionali,riportano informazioni basilari comuni ed essenziali;ognuno di essi presenta una diversa organizzazionee struttura del testo e della parte grafica. Alcuni bollettinisottolineano il pericolo al momento di emissione, fornendoquindi la tendenza evolutiva dello stesso, altri indicano,in modo più diffuso, anche il pericolo previsto nei giornisuccessivi all’emissione. La sottolineatura di alcuni concettirispetto ad altri è comunque sempre ben evidente echiara all’utenza.5


6•ulteriori dati provengono settimanalmente da una rete dicirca 140 campi nivometrici dove vengono eseguiti i profilidel manto nevoso (prova penetrometrica e analisi deglistrati).A questi dati vanno poi aggiunti quelli ottenuti, tramitepersonale particolarmente qualificato, con rilievi e test distabilità (es. blocco di scivolamento) effettuati in quota lungopercorsi scialpinistici. Settimanalmente viene effettuatauna media di 60-70 di talirilievi.Particolare importanza, nellaparte previsionale, ricoprel’evoluzione delle condizionimeteo e quindi la previsionemeteorologica.Anche in questo le singolerealtà operative differiscono:alcuni uffici redigono autonomamentele previsioni ascala locale, altri si affidanoa centri previsionali regionalio provinciali, integrandotalvolta le informazioni conle carte che provengono daiprincipali centri meteorologicieuropei.Metodo perla valutazionedel pericolovalangheIl metodo vero e proprio con cui viene fatta la valutazionedel pericolo di distacco di valanghe è definito sinotticoo convenzionale o a scala regionale. Esso è basato principalmentesulle capacità, sull’esperienza e sulle conoscenzescientifiche dei previsori che, dai vari centri, seguonol’evoluzione del manto nevoso e l’andamento meteorologicoe che devono essere in grado di valutare tutti i dati a disposizioneper definire il consolidamento del manto nevoso,attraverso un processo di logica deduttiva.La previsione del pericolo valanghe nelle giornate successivea quella di emissione, essendo strettamente dipendentedall’evoluzione del tempo atmosferico, viene formulatasulla base delle previsioni meteo e indica la probabiletendenza evolutiva del manto nevoso.Utilità e limitidei bollettiniI bollettini nivometeorologicifin qui descritti forniscono,a livello regionale, una sinteticadescrizione del mantonevoso e del pericolo valanghee, sulla base delle previsionimeteorologiche, una stimadell’evoluzione del pericolostesso.Essendo il pericolo valangheespresso su scala regionale,la sua valutazione è fattasolo per grandi aree o gruppimontuosi e quindi non puòessere applicato ad ogni singolopendio innevato.Il bollettino indica, con quotaesposizione e caratteri morfologici,i pendii potenzialmentepericolosi, ma spettaall’utente mettere in relazione fra loro il grado di pericolo,la possibile attività valanghiva e le relative conseguenzenell’affrontare uno specifico itinerario o per prenderedecisioni in una specifica zona (chiusura strade, evacuazioneedifici, ecc.), attraverso una corretta valutazione zonalee locale. Il bollettino valanghe costituisce una deglistrumenti fondamentali informativi nella fase di valutazioneregionale.


Validità nel tempoI bollettini vengono generalmente emessi con cadenza trisettimanale(lunedì, mercoledì e venerdì), con la possibilitàdi emissioni straordinarie nel caso di evoluzioni repentinedelle condizioni meteo o del manto nevoso; alcuni centriemettono il bollettino quotidianamente. Le indicazioniriportate si riferiscono al momento dell’emissione, con l’indicazionedella tendenza per le successive 24-48-72 ore.Validità sul territorioOgni Regione o Provincia Autonoma emette il bollettino dipropria competenza territoriale, spesso indicando un gradodi pericolo specifico su alcune sottozone geograficamentee climaticamente omogenee, al fine di fornire informazioniil più possibile dettagliate. In occasione di eventiparticolari, quali ad esempio manifestazioni sportive o altro,vengono elaborati appositi bollettini locali molto dettagliativalidi solo per zone geografiche ristrette.Il bollettino <strong>AINEVA</strong>Al fine di fornire un quadro globale, se pur sintetico, dellasituazione del pericolo di valanghe nelle Regioni e ProvinceAutonome aderenti, esiste un bollettino <strong>AINEVA</strong> chein sintesi raggruppa tutti i dati provenienti dai bollettini regionalie provinciali ed è disponibile su Internet all’indirizzowww.aineva.itSUDDIVISIONE GEO-CLIMATICA DELL’ARCO ALPINO(Sito Internet <strong>AINEVA</strong>)1 Alpi Liguri2 Alpi Marittime Orientali3 Alpi Cozie S.4 Alpi Cozie N.5 Alpi Cozie N. zone confine6 Alpi Graie zone confine7 Alpi Graie8 Alpi Graie settentrionali9 Valle D’Aosta Centrale10 Alpi Graie11 Alpi Orobie e Prealpi12 Alpi Retiche occidentali13 Alpi Retiche centrali14 Alpi Retiche orientali15 Adamello16 Prealpi bresciane17 Ortles-Cevedale, Valli di Non e Sole18 Valli di Fiemme e Fassa19 Adamello e Dolomiti di Brenta20 Val dei Mocheni, Logorai-Cima d’Asta21 Primiero e Pale S. Martino22 Prealpi Trentine e Gardesane23 Piccole Dolomiti e Altipiani Folgaria-Lavarone24 Gruppo Ortles e Cevedale25 Zona sud occidentale26 Cresta di confine occidentale27 Cresta di confine centrale28 Cresta di confine orientale29 Zona dolomitica orientale30 Zona dolomitica centrale31 Zona dolomitica occidentale32 Prealpi veronesi33 Prealpi vicentine34 Prealpi bellunesi35 Dolomiti meridionali36 Dolomiti settentrionali37 Prealpi Carniche ovest38 Alpi Carniche ovest39 Alpi Carniche est40 Prealpi Carniche est41 Alpi Giulie42 Gruppo del Canin43 Prealpi Giulie44 Alpi Pennine S.45 Alpi Pennine N.46 Alpi Lepontine N.47 Alpi Lepontine S.48 Alpi Pennine49 Appennino Pescarese50 Appennino Fabrianese51 Monti Sibillini7


GRADO DI PERICOLO INDICATONEI <strong>BOLLETTINI</strong> <strong>VALANGHE</strong>Giorno di emissioneStagione invernale campione% Giornate80706050403020100Debole Moderato Marcato Forte Molto forteFig.1ATTENDIBILITA’ DEI <strong>BOLLETTINI</strong>Grado di pericolo previstoPrevisione% Attendibilità100908070605040302010024 ore 48 ore 72 oreFig.2GRADO DI PERICOLO <strong>VALANGHE</strong>E INCIDENTI DA VALANGAPeriodo 1994-2005Fig.3% Incidenti80706050403020100Debole Moderato Marcato Forte Molto forte9


GLOSSARIO DEI VOCABOLI E DEFINIZIONI PIÙ USATENEI <strong>BOLLETTINI</strong> <strong>VALANGHE</strong>Tratto dal “glossario multilingue neve e valanghe” approvato dai Servizi Valanghe Europeie pubblicato su www.avalanches.orgaccumulo di neve, deposito: Risultato deltrasporto di neve ad opera del vento. Stratodi neve più o meno denso, accumulato inzone preferibilmente sottovento, che spessopresenta legami fragili con gli strati sottostanti.Le zone preferenziali di accumulo silocalizzano sui pendii vicini alle creste, neicanaloni, nelle conche e in corrispondenzadei cambi di pendenza.Spiegazione più dettagliata: nella neve trasportatadal vento, i cristalli vengono frantumatidal rotolamento, dalla saltazione e daimovimenti dal basso in alto e viceversa; diconseguenza la loro dimensione si riduce finoal 10-20% di quella originaria. Depositandosii grani sono pressati gli uni contro gli altrie questo fa sì che, soprattutto nei pendiisottovento, si trovino strati di neve ventataa elevata densità. La neve ha dei legami interni,ma può anche essere ancora soffice. Ilcompattamento dà luogo a lastroni di neveche, quando poggiano su strati deboli, possonopresentare scarso consolidamento.altezza del manto nevoso: Altezza del mantonevoso misurata verticalmente rispetto alpendio.altezza totale della neve fresca: Sommatoriadella quantità di neve fresca calcolata perun determinato periodo (per esempio: sommacomplessiva dell’altezza di neve fresca cadutain tre giorni).area di distacco, zona di distacco: Zona nellaquale inizia il movimento della valanga.Vedi anche:bacino (zona) di alimentazione delle valangheassestamento: Diminuzione dello spessoredel manto nevoso per effetto del metamorfismodistruttivo, con conseguente aumentodella densità e della resistenza della neve.aumento dell’altezza del manto nevoso:Aumento dell’altezza del manto nevoso in unintervallo di tempo definito.aumento della resistenza in uno strato dineve: I legami tra i cristalli (quantità e/oqualità dei punti di legame) aumentano equesto permette la trasmissione tra gli stessidi forze maggiori.base del manto nevoso, strato basale: Stratiinferiori o parte inferiore, prossima delsuolo, del manto nevoso.base di parete rocciosa: Parte inferiore diuna parete rocciosa che spesso si prolungain un pendio di detriti. Come regola generale,questo implica la presenza di un cambiodi pendenza, più o meno marcato che riducel’inclinazione del pendio sottostante. Il piededi una parete rocciosa identifica frequentementel’inizio di un pendio estremamenteripido o ripido.Vedi anche:terreno estremamente ripidoterreno ripidobrina di superficie: Cristalli di ghiaccio trasparenti,a forma piana o aghiforme, che siformano per sublimazione sulla superficiefredda della neve per trasferimento di vaporeacqueo verso la superficie che si raffreddaal di sotto della temperatura ambiente perirraggiamento.Vedi anche:irraggiamentosuperficie di scorrimento10bacino (zona) di alimentazione delle valanghe:Zona da cui una o più valanghe possonodistaccarsi. Si parla di bacino di alimentazionegeneralmente in relazione alle valangheche raggiungono i fondovalle.Vedi anche:area di distaccozona di distacco


cambio di pendenza: Luogo dove l’inclinazionedel pendio aumenta in modo sensibile.Costituisce un luogo privilegiato per l’accumulodi neve ventata.Vedi anche:inclinazione del pendiocanalone: Impluvio ripido e stretto, generalmentesituato in prossimità di creste e delimitatoda rocce nude. Contiene spesso detritirocciosi. Luogo privilegiato per l’accumulodi neve ventata.consolidamento del manto nevoso: E’ funzionedella quantità e qualità dei legami trai cristalli/grani e tra gli strati che compongoil manto nevoso e, in particolare, neglieventuali strati deboli; la scala del pericoloprevede che il manto nevoso possa essereben consolidato, moderatamente consolidatoe debolmente consolidato.vedi anche:aumento della resistenzacornice di neve: Accumulo di neve ventata,depositata mediante trasporto eolico dellaneve formante una struttura aggettante, conicarivolta verso il versante sottovento.costone: Zona elevata, lineare e orientataverso il fondovalle nettamente distinta dall’ambientecircostante.cresta: Stretta linea che divide due versantidi una montagna con esposizioni diverse.Vedi anche:crinalecristalli a calice o brina di fondo: Tipi dicristalli che si formano all’interno del mantonevoso per metamorfismo costruttivo dovutoa forte gradiente termico.Spiegazione più dettagliata: sono cristalli aforma di piramide a base esagonale e striati,in genere cavi, che generalmente presentanolegami molto fragili tra di loro.Vedi anche:cristalli sfaccettatigradiente termicometamorfismo costruttivocristalli sfaccettati: Cristalli con facce pianeformatisi per metamorfismo costruttivo,con medio gradiente, che spesso presentanolegami fragili.Vedi anche:gradiente termicometamorfismo costruttivocrosta: Strato del manto nevoso molto compatto,formatosi in seguito ai processi di fusionee rigelo o per azione del vento.crosta da rigelo: Si forma per rigelo dell’acqualiquida contenuta in uno strato di nevebagnata, con conseguente aumento della resistenza.Vedi anche:metamorfismo da fusionecolatoio (cfr.:canalone)conca: Lieve depressione, dalla forma arrotondatao allungata, ubicata su di un pendio.Luogo privilegiato per l’accumulo di neve trasportatadal vento.crinale: Cresta di una montagna, lunga emarcata.Spiegazione più dettagliata: un crinale si sviluppasempre in rilievo rispetto al terrenocircostante e lega sovente più cime fradi loro.Vedi anche:crestacrosta non portante: Crosta in superficiecon scarsa capacità portante, che si rompeal passaggio di una persona (con o senza sci/snowboard).11


distacco provocato di valanghe: Distacco divalanghe causato da carichi supplementarisul manto nevoso (per esempio: le onde d’urtoin caso di esplosione, passaggio di macchine,di persone, etc.).crosta superficiale: Crosta che si forma sullasuperficie del manto nevoso.distacco spontaneo di valanga, valangaspontanea: Distacco spontaneo di una valangache avviene senza influenza esternasul manto nevoso.destabilizzato (cfr.: riduzione della resistenza)dimensioni degli accumuli di neve:DIMENSIONI DEGLIACCUMULI DI NEVEAccumuli di neveAccumulo piccoloAccumulo medioAccumulo grandeSpessore5 - 20 cm20 - 50 cm> 50 cmNomeScivolamentoo scaricamentoValanga piccolaValanga mediaValanga grande12dimensioni delle valanghe: dimensioni dellevalanghe, classificate in base alla lunghezza,al volume e ai danni potenziali:DIMENSIONI DELLE <strong>VALANGHE</strong>Dimensioni delle valanghe,classificate in base alla lunghezza, al volume e ai danni potenzialiDepositoPiccoloscaricamento dineve chenormalmente nonpuò seppellire unapersona ma puòspingerla oltre undirupoSi ferma su pendioripido (coninclinazionemaggiore di 30°)Su un pendioripido (più di 30°)raggiunge il fondodel pendioPercorre i terreni aridotta inclinazione(nettamenteinferiori a 30°) peruna distanzasuperiore a 50 m epuò raggiungere ilfondovalleDannipotenzialiRelativamente pocopericolosa per lepersonePuò seppellire,ferire o uccidereuna personaPuò seppellire edistruggereun’automobile,danneggiare uncamion, distruggereuna piccola casa opiegare alcuni alberiPuò seppellire edistruggere ilvagone di un treno,un automezzo digrandi dimensioni,vari edifici e unaparte di boscoDimensioniLungh. < 50 mVolume < 100 m 3Lungh. < 100 mVolume < 1000 m 3Lungh. < 1000 mVolume < 10.000 m 3Lungh. > 1000 mVolume > 10.000 m 3distacco a distanza: Distacco a distanza diuna valanga di neve a lastroni. La personache ne provoca il distacco non si trova nelperimetro del lastrone che si mette in movimento(tuttavia può essere travolto e sepoltodalla neve che si è staccata al di sopra dellazona in cui si trova).dorsale: Catena o gruppo montuoso principaleo secondario con specifiche indicazioninel bollettino; espressione usata anche nell’accezionedi zona tondeggiante e allungata,più elevata rispetto al terreno circostante.esposizione del pendio (cfr.: esposizione)esposizione, esposizione del pendio: Puntocardinale verso il quale è rivolto un pendio;per esempio un pendio esposto a nord èrivolto verso nord.Vedi anche:esposto


isponde spesso al passaggio da un terrenoestremamente ripido a uno ripido. Generalmente, in pieno inverno, questa zona è caratterizzatada una copertura nevosa continua.I tratti ripidi e i piccoli rilievi che nonsono in relazione diretta con il crinale fannougualmente parte di questa zona. Le areeprossime al crinale e quelle lontane dal crinalenon sono separate nettamente le unedalle altre. Il limite tra le due deve essereconsiderato come una zona di transizione.limite della nevicata: Altitudine sul livellodel mare in corrispondenza della quale leprecipitazioni cadono prevalentemente sottoforma di neve che si deposita al suolo. Talelimite si colloca in genere 300 m al di sottodella quota dello zero termico. Può ancheraggiungere i 600 m al di sotto della quotadello zero termico, in caso di precipitazioniabbondanti e/o entro valli chiuse.limite dell’innevamento: Limite (espressoin metri al di sopra del livello del mare) tra lezone coperte di neve e le zone non innevate.Il limite dell’innevamento può variare in funzionedell’esposizione.lunghezza della frattura (nel caso di valangadi neve a lastroni): Lunghezza di un lastrone,misurata dall’estremità superiore dellazona di rottura fino all’estremità inferioredella zona di distacco (al piede del lastrone).lunghezza della valanga: Lunghezza totale diuna valanga, misurata dal punto più alto dellafrattura fino al punto estremo del deposito.luogo pericoloso (in caso di valanga): Luogodove persone o beni possono essere travoltida una valanga.Attenzione: questo termine è generalmenteutilizzato nel bollettino Valanghe nell’accezioneseguente: luogo in cui il sovraccaricoprodotto da sciatori o alpinisti può provocareil distacco di una valanga.N.B.: in pratica, il contesto del bollettinopermette di comprendere chiaramente il sensoattribuito al termine.manto nevoso: Neve accumulata al suolo indiversi strati.manto nevoso instabile: Un manto nevoso èinstabile quando un sovraccarico può provocareuna frattura all’interno dello stesso.Vedi anche:strati deboli/fragililontano dal crinale, pendio aperto : Zonache non è direttamente collegata con il crinale.Spiegazione più dettagliata: questa zona cormantonevoso portante: Manto nevoso consolidatoin superficie e che sopporta il pesodi una persona (con o senza sci/snowboard).Vedi anche:crosta non portante14


metamorfismo costruttivo della neve: I cristallidi neve evolvono in cristalli sfaccettatie in forme cave a calice. I cristalli di grandidimensioni si accrescono progressivamentementre quelli piccoli si dissolvono. Questocomporta una perdita di resistenza dellostrato di neve trasformato.Spiegazioni più dettagliate: avviene durantela prima parte dell’inverno, soprattutto nellezone in ombra, dove l’altezza della neve è ridottae la vegetazione è arbustiva.Vedi anche:stabilità, stabilità del manto nevosotrasformazione della neve (metamorfismo)strati deboli/fragilimetamorfismo da fusione: Trasformazionedella neve dovuta ad un apporto termicoa 0°C. Questa trasformazione determinala produzione di acqua liquida che si mescolaai cristalli di neve, con conseguente riduzionedella resistenza.Vedi anche:crosta da rigelometamorfismo distruttivo della neve: Icristalli di neve fresca semplificano la lorostruttura per ottenere la forma arrotondata.Questo comporta un assestamento e un consolidamentodella neve fresca.Vedi anche:trasformazione della neve (metamorfismo)nevato o firn: Neve degli anni precedenti,che spesso si trova sui ghiacciai, fortementetrasformata e compattata per i numerosicicli di fusione e rigelo, oltre che per lapressione esercitate dalle masse di neve accumulatesi.visibile e la si può estrarre comprimendo laneve.neve pallottolare: Forma particolare di nevefresca costituita da cristalli brinati, ovveroda cristalli sulle cui facce si sono congelate,durante il processo di crescita, le gocce d’acquasopraffusa presenti nella nube.neve primaverile: Neve umida, formata dapolicristalli grandi, che si forma soprattuttoin primavera per alternanza di fusione e rigelonegli strati superficiali del manto nevoso.neve recente: Neve poco trasformata e pococompattata, risalente a un periodo di precipitazioneattuale o piuttosto recente. Il periodocorrispondente è indicato nel bollettinovalanghe.Vedi anche:altezza totale della neve frescaquantità di neve frescastrato di rotturaneve umida: Neve con basso tenore d’acqua,a temperatura di 0°C da cui l’acqua non escecomprimendola.neve vecchia: Parte del manto nevoso che,diversamente dalla neve fresca, si è accumulatodurante le nevicate precedenti. La nevevecchia è costituita da cristalli trasformati.neve ventata: Neve trasportata ed accumulataad opera del vento.Vedi anche:accumulo di neve, depositoneve ventata, crosta da vento: Strato dineve sulla superficie del manto nevoso fortementecompattato dall’azione del vento:Intensità del ventoDeboleModeratoForteMolto forteUraganoValore in km/h0 - 2020 - 4040 - 6060 - 100> 100neve molto bagnata: Neve con alto tenored’acqua, a temperatura di 0°C. L’acqua èVedi anche:crostacrosta non portantemanto nevoso portante15


numero di luoghi pericolosi:NUMERO DI LUOGHI PERICOLOSINumero diluoghi pericolosiQuantità percentualePochissimi / isolati Meno del 10% dei pendiiAlcuni10 - 30% dei pendiiMoltiPiù del 30% dei pendiiMoltissimiPiù del 66% (2/3) dei pendii(maggior parte dei pendii...)passo/valico: Zona di passaggio tra due vallate.Il restringimento nella zona del valicodetermina un aumento della velocità del vento,fenomeno che provoca la formazione diimportanti accumuli di neve ventata.pendio con accumulo di neve ventata: Pendiosu quale il vento deposita della neve.Vedi anche:trasporto eolicopendio in ombra, versante all’ombra: Zonache risente solo marginalmente, o non risenteaffatto, della radiazione solare.Spiegazione più dettagliata: in pieno inverno,quando il sole è basso sull’orizzonte, le zonein ombra sono più numerose che in primavera,quando il sole si alza sempre più al di sopradell’orizzonte. A seconda dell’ombra prodottadall’orizzonte locale, le zone d’ombrapossono trovarsi a tutte le esposizioni e nonsolo sui pendii settentrionali.pendio soleggiato, esposto al sole: Zonamolto influenzata dalla radiazione solare.I pendii tipicamente soleggiati presentanoesposizioni che vanno da est a ovest passandoper il sud, in relazione al momento dellagiornata (posizione del sole).Spiegazione più dettagliata: queste zone sonomeno estese in pieno inverno, quando il soleè basso, rispetto alla primavera, quando ilsole è più alto sull’orizzonte.Vedi anche:espostopendio sopravento: Pendio direttamenteesposto all’azione del vento, rivolto verso ladirezione da cui il vento spira, e dove la forzadello stesso è tale, nella maggior parte deicasi, da erodere/trasportare la neve.Vedi anche:espostopendio sopravento, pendio esposto al ventopendio sopravento/esposto al vento: Pendioche è esposto al vento.Vedi anche:pendio sopraventopendio sottovento, pendio al riparo dal ventopendio sottovento/al riparo dal vento:Pendio che non è esposto al vento. Qui si accumulanograndi quantità di neve che spessosuperano di molto l’altezza media del mantonevoso.Vedi anche:pendio sottoventopericolo: Condizione, circostanza o processoche può provocare un danno.Vedi anche:rischiopossibile (evento possibile): Evento conprobabilità di verificarsi inferiore al 66% (limitedei 2/3)Vedi anche:probabileprobabile (evento probabile): Evento conprobabilità di verificarsi superiore al 66%(più di 2/3). Es. Roulette russa: avendo 4pallottole in un revolver a 6 colpi, è “probabile”che il gioco sia a sfavore del giocatore.Vedi anche:possibilequantità di neve fresca: Quantità neve frescaaccumulatasi nelle ultime 24 ore.quota dello zero termico: Altitudine al disopra della quale la temperatura dell’aria nellalibera atmosfera è inferiore a 0° C.16pendio sottovento: Pendio riparato rispettoall’azione diretta del vento, e su cui la neveventata si deposita formando i lastroni.Vedi anche:radiazione: Trasporto di energia sotto formadi onde elettromagnetiche. Si distinguetra radiazione a onde corte (luce visibile)e radiazione a onde lunghe (radiazionetermica).


Vedi anche:irraggiamentoradiazione – irraggiamentoradiazione–irraggiamento: Irraggiamentoche interessa il manto nevoso. La radiazionea onde corte (luce visibile) è riflessa percirca il 90% a seconda del tipo di neve; la rimanenteparte riscalda i primi cm del mantonevoso. Le radiazioni a onda lunga (radiazionetermica) sono trattenute dal manto nevosopraticamente al 100%.Vedi anche:radiazioneirraggiamentoscivolamento per reptazione: Quando la velocitàdi slittamento (o reptazione) aumentanettamente si parla di scivolamento per reptazione(vedere “slittamento”). Questo tipodi distacchi sono possibili a qualsiasi ora delgiorno e della notte.scivolamento/scaricamento di neve: Cadutadi una piccola massa di neve, inferiore a100 m 3 e a 50 m di lunghezza, che non rappresentain genere un pericolo significativo.Essa comporta comunque il pericolo di esseretravolti e trascinati.Vedi anche:dimensioni delle valanghesospensione turbolenta: Abbondante quantitàdi neve trasportata dal vento sul mantonevoso (la visibilità orizzontale viene impedita).Vedi anche:SaltazioneTrasporto eolicosovraccarico: Forza che si esercita sul mantonevoso attraverso la sua superficie.a) debole sovraccarico:snowboarder che effettua curve dolci, sciatoreo snowboarder che non cade, gruppo cherispetta le distanze di sicurezza (minimo 10m), escursionista con racchette da neveresistenza interna della neve: Capacità ditrasmettere le forze all’interno della strutturadei cristalli di uno strato di neve; è legataalla quantità e alla qualità dei legami trai cristalli stessi.riduzione della resistenza in uno strato dineve: I legami tra i cristalli si indebolisconoo si annullano e questo comporta una diminuzionedella capacità di trasmettere le forzetra gli stessi.rischio: Concetto che riunisce la probabilitàdell’evento (può succedere?) la presenza dell’uomo(qualcuno si trova entro la zona di pericolo?)e il danno (quale può essere l’entitàdel danno?). Il bollettino valanghe descriveil pericolo di valanghe, ma non il rischio.Vedi anche:pericoloscomparsa del manto nevoso: Fusione delmanto nevoso con conseguente ricomparsatotale o parziale del terreno.slittamento: Movimento lento verso valle delmanto nevoso (da pochi millimetri fino a qualchemetro al giorno), favorito da terreni a ridottascabrezza (erbe lunghe, placche rocciose)oppure da terreni umidi. Questo movimentopuò creare delle fessure o delle aperture nelmanto nevoso a forma di “bocca di pesce”.b) forte sovraccarico:due o più sciatori o snowboarder che non rispettanole distanze di sicurezza, mezzo battipista,esplosione, escursionista a piedi.saltazione: Spostamento della neve ad operadel vento sulla superficie del manto nevoso(la visibilità orizzontale non è del tuttoimpedita).Vedi anche:trasporto eolicosituazione di cresta, vicino alle creste,in prossimità di crinali, in prossimità dicime: Zona direttamente confinante con ilcrinale, con la cresta o con la cima e fortementeinfluenzata dall’azione del vento.17


spessore della frattura (nel caso di valangadi neve a lastroni): Spessore del mantonevoso (misurato perpendicolarmente alpendio) sulla linea di frattura della valanga.spessore del manto nevoso: Spessore delmanto nevoso misurato perpendicolarmenteal pendio.strato di rottura: Strato del manto nevosonel quale si è prodotta una rottura nellastruttura dei cristalli di neve.Vedi anche:strati deboli/fragilistruttura del manto nevoso: Successionedegli strati del manto nevoso, dove ognistrato si caratterizza per la forma e le dimensionidei cristalli, durezza, temperatura, contenutoin acqua liquida e densità.• Strato intermedio debole (per esempio brinadi superficie ricoperta)• Superficie di contatto tra lo strato di cristallia calice e quello sovrastantestabilità, stabilità del manto nevoso: Capacitàdel manto nevoso di resistere alle sollecitazioniesterne (resistenza interna). La stabilitàè determinata dalle resistenze e dalletensioni proprie di ciascuno strato di neve.stabilizzato, consolidato (cfr.: aumentodella resistenza)superficie di scorrimento: Terreno o stratodel manto nevoso su cui scorre la valangadopo il distacco. Le valanghe di neve a lastronisi producono frequentemente sulle seguentisuperfici di scorrimento:• Superficie di contatto fra neve fresca eneve vecchia• Crosta da rigelo ricoperta da neve.18strati deboli/fragili: Strati del manto nevosola cui resistenza è bassa a tal punto che sipossono produrre o poi propagarsi delle fratturetra i legami dei cristalli. Gli strati tipicamentedeboli sono: brina di superficie inglobatanel manto nevoso, strati interessatida metamorfismo costruttivo, neve fresca adebole coesione ricoperta, strati di neve particolarmentebagnati.Vedi anche:metamorfismo costruttivo della nevebrina di superficiestrato di neve a debole coesionestrato di rotturastrato di neve a debole coesione: Strato in cuii legami fra i grani (o cristalli) sono deboli.Vedi anche:strati deboli/fragili• Alternanza di neve compatta e neve incoerenteVedi anche:strati deboli/fragilitensioni all’interno del manto nevoso: Forzasui legami tra i grani all’interno di unostrato di neve, esercitata dal peso della neveo dal movimento degli strati superiori versovalle.


terreno estremamente ripido: Un terrenoestremamente ripido è caratterizzato da unainclinazione superiore a 40°, dalla vicinanzadi creste e dalla conformazione sfavorevoledel terreno e della struttura del suolo. Perqueste ragioni è particolarmente esposto alpericolo di valanghe.Vedi anche:inclinazione del pendioterreno ripido: Terreno la cui inclinazioneè superiore ai 30°, indipendentemente dallasua conformazione e dalle sue caratteristiche.Vedi anche:inclinazione del pendiotrasformazione della neve (metamorfismo):Modificazione della forma dei cristallie della struttura interna del manto nevoso.Vedi anche:metamorfismo distruttivo della nevemetamorfismo costruttivo della nevemetamorfismo da fusionetrasporto eolico: Trasporto della neve adopera del vento. Tale fenomeno inizia ad unavelocità di vento di circa 4 m/s (circa 15 km/h) sulla neve a scarsa coesione e circa a 10m/s (35 km/h) sulla neve più compatta.Spiegazione più dettagliata: l’accumulo dineve ventata cresce al cubo della velocitàdel vento. Se la velocità del vento raddoppia,la quantità di neve ventata aumenta di 8 volte.Il processo di accumulo è massimo quandoil vento raggiunge 50-80 km/h, perché aldi là di tale limite la capacità di erosione daparte del vento diminuisce.Vedi anche:pendio con accumulo di neve ventatasaltazionesospensione turbolentavalanga: Movimento rapido di una massa nevosa,con volume superiore a 100 m 3 e unalunghezza maggiore a 50 metri.valanga di fondo: valanga che, nella zona didistacco, scorre a contatto con il terreno.valanga di fondovalle: grande valanga cheraggiunge il fondovalle.Vedi anche:dimensioni delle valanghevalanga di fondo con detriti (cfr.: classificazionedelle valanghe): Valanga primaverile,pesante e bagnata, che al suo passaggioscalza localmente la parte superficiale delterreno e per questo contiene terra e pietre.Vedere al riguardo:valanga di fondovalanga di neve a debole coesione: Valanga(di neve asciutta o bagnata) con distaccoin un punto e che si sviluppa con la tipicaforma a pera.valanga di neve a lastroni: Valanga provocatadalla rottura di un lastrone. La valangadi neve a lastroni è caratterizzata da unafrattura lineare perpendicolare al pendio.valanga di neve bagnata (cfr.: classificazionedelle valanghe): Valanga composta daneve bagnata. Si muove in genere più lentamentedi una valanga di neve asciutta esi sviluppa di conseguenza su una distanzapiù ridotta. In ogni caso, a causa della sua19


valanga radente: Diversamente da quantoavviene per le valanghe nubiformi, la maggiorparte della massa nevosa si muove acontatto con la superficie di scorrimento.alta densità (massa volumica), esercita fortipressioni sugli ostacoli che incontra. Talora èidentificata come valanga primaverile.valanga di superficie: Valanghe che nellazona di distacco scorre sopra uno strato dineve.valanga nubiforme (cfr.: classificazionedelle valanghe): Valanga (per lo più a lastroni)di neve a grani fini, asciutta o leggermenteumida, che forma una mescolanzadi aria e di neve e che si solleva totalmenteo parzialmente al di sopra del suolo, producendograndi nuvole di polvere di neve. Raggiungevelocità nell’ordine di 100-300 km/he può provocare delle onde di pressione dell’ariache provocano danni anche al di fuoridella zona di accumulo.valanga spontanea (cfr.: distacco spontaneodi valanghe)via di comunicazione esposta: Parte di unastrada, di una linea ferroviaria o di un’altravia di comunicazione particolarmente espostaalle valanghe.Vedi anche:espostovia di comunicazione ( in prossimità di unpendio)via di comunicazione esposta (in prossimitàdi un pendio): Via di comunicazione cheattraversa un pendio o situata alla base diesso, ed esposta al pericolo di valanghe.Vedi anche:via di comunicazione espostazone a quota molto alta: Zone situate al disopra dei 3000 m s.l.m.; vi si trovano in particolaregli ambienti glaciali.zone messe in sicurezza: Luoghi nei qualisono stati eliminati il pericolo di valangheo gli altri pericoli tipici dell’ambiente alpinoapplicando misure di protezione di tipo ingegneristicoo attuando il distacco programmatodi valanghe.20


INFORMAZIONI NIVOMETEOROLOGICHE IN EUROPAITALIA<strong>AINEVA</strong>www.aineva.itaineva@aineva.itProvincia Autonomadi Bolzano0471 270555www.provincia.bz.it/valangheHydro@provincia.bz.ittelevideo RAI3 pagg. 429/529Provincia Autonomadi Trento0461 238939www.meteotrentino.itufficio.previsioni@provincia.tn.itRegione AutonomaFriuli Venezia Giulia800 860377http://www.regione.fvg.it/asp/newvalanghe/welcome.aspRegione Lombardia8488 37077http://ita.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolniv.pdfRegione Piemonte011 3185555www.arpa.piemonte.itsistemi.previsionali@arpa.piemonte.ittelevideo RAI3 pag. 514Regione Autonoma Valle d’Aosta0165 776300www.regione.vda.itu-valanghe@regione.vda.itRegione del Veneto0436 780007www.arpa.veneto.itcva@arpa.veneto.itRegione Marche071 8067763http://protezionecivile.regione.marche.itcentrofunzionale@regione.marche.itPAESI ESTERIFrancia0033 892 681020www.meteo.frSvizzera0041 848 800187www.slf.chAustriawww.lawine.atKärnten0043 505 361588www.lawinenwarndienst.ktn.gv.atOberösterreich0043 732 1588www.land-oberoesterreich.gv.at/lawinenwarndienstNiederösterreichwww.lawinenwarndienst-niederoesterreich.atSalzburgwww.lawine.salzburg.atSteiermark0043 316 1588www.lawine-steiermark.atTirol0043 512 581839503www.lawine.at/tirolVoralberg0043 5522 1588www.vorarlberg.at/lawineSloveniawww.arso.gov.siGermania0049 89 92141210www.lawinenwarndienst.bayern.deSpagnaPyrenees0034 93 567 1575www.icc.es/allausCatalunyawww.meteo.catwww.igc.catG.BretagnaScotlandwww.sais.gov.ukSlovacchiawww.ski.skNorvegiawww.snoskred.noPoloniawww.gopr.pl21


Servizi Valanghe <strong>AINEVA</strong>Regione PiemonteARPA PiemonteArea previsione e monitoraggio ambientaleVia Pio VII 9 - 10135 TORINOTel. 011 196801340 fax 011 19681341sistemi.previsionali@arpa.piemonte.itRegione Autonoma Valle d’AostaDipartimento difesa del suolo e risorse idricheDirezione assetto idrogeologico dei bacini montaniUfficio neve e valangheLocalità Amérique, 33/A - 11020 Quart (AO)Tel. 0165 776600/1 fax 0165 776804u-valanghe@regione.vda.itRegione LombardiaARPA Lombardia - Centro NivometeorologicoVia M. Confinale, 9 - 23032 Bormio (SO)Tel.0342 914400 fax 0342 905133nivometeo@arpalombardia.itProvincia Autonoma di TrentoServizio prevenzione rischiUfficio previsioni e pianificazioneVia Vannetti, 41 - 38122 TrentoTel. 0461 494877 fax 0461 238309ufficio.previsioni@provincia.tn.itProvincia Autonoma di BolzanoUfficio idrografico, Servizio prevenzione valanghe e Servizio meteorologicoVia Mendola, 33 - 39100 BolzanoTel. 0471 414740 fax 0471 414779Hydro@provincia.bz.itRegione del VenetoARPA Veneto - Centro Valanghe di ArabbaVia Pradat, 5 - 32020 Arabba (BL)Tel. 0436 755711 fax 0436 79319cva@arpa.veneto.itRegione Autonoma Friuli Venezia GiuliaDirezione centrale risorse agricole, naturali e forestaliServizio gestione territorio rurale e irrigazioneVia Sabbadini 31 - 33100 UdineTel. 0432 555877 fax 0432 485782neve.valanghe@regione.fvg.itRegione MarcheDipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione CivileCentro Funzionale RegionaleStrada Provinciale Cameranense, 1 - 60100 - Loc. Passo Varano - Anconatel. 071 8067763 - fax 071 8067709centrofunzionale@regione.marche.itIIAssociazione Interregionaledi Coordinamento e Documentazioneper i Problemi Inerenti alla Nevee alle Valanghe

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