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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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Don Carlo Gnocchiil prete che cercò Dio tra gli uomini«Desidero servire per tutta la vita i suoi poveri»Cenni biograficiCarlo Gnocchi nacque a Lodi il 25 <strong>ottobre</strong> 1902. Entrato in seminario, fu ordinato sacerdotenel 1925.Dapprima assistente d’oratorio, fu poi direttore spirituale all’Istituto “Gonzaga” dei Fratellidelle Scuole Cristiane, quindi assistente spirituale degli universitari a Milano.Quando nel 1940 l’Italia entrò in guerra e molti giovani studenti vennero chiamati al frontedon Carlo si arruolò come cappellano volontario, prima sul fronte greco-albanese poi sul fronterusso. Nel gennaio del 1943, durante la drammatica ritirata del contingente italiano, fu miracolosamentesalvato. E assistendo gli alpini feriti e morenti maturò in lui l’idea di realizzare una grande opera di carità.Ritornato in Italia nel 1943, don Carlo iniziò il suo pietoso pellegrinaggio alla ricerca dei familiari dei caduti per dare loroun conforto morale e materiale. Nel 1945 fu nominato direttore dell’Istituto Grandi Invalidi di Arosio e accolse i primi orfani diguerra e i bambini mutilati. Iniziava così l’opera che lo porterà a guadagnare sul campo il titolo di padre dei mutilatini.Nel 1949, l’Opera di don Gnocchi ottenne un primo riconoscimento ufficiale come Federazione Pro Infanzia Mutilata confluitadue anni dopo nella Fondazione Pro Juventute.Nel 1955 don Carlo lanciò la sua ultima grande sfida: un moderno Centro medico-sociale,sintesi della sua metodologia riabilitativa, espressa in un progetto globale di recupero dellapersona umana, per la quale non a caso parlava di restaurazione.Don Carlo, minato da una malattia incurabile, morì il 28 febbraio 1956.L’ultimo suo gesto fu la donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti, gesto profeticoin un tempo incui in Italia il trapianto di organi non era ancora disciplinato da apposite leggi.Il doppio intervento riuscì perfettamente. La sua generosità e l’enorme impatto che il trapiantoebbe sull’opinione pubblica impressero un’accelerazione decisiva al dibattito, fino al varo dellalegge in materia.Don Carlo Gnocchi è stato proclamato beato a Milano il 25 <strong>ottobre</strong> <strong>2009</strong>.«L’amore èla più benefica,universale e santa di tuttele forze naturali, per laquale l’uomo può evaderedalla clausura dell’io perdonarsi, e diventare fonteviva e luminosa di altrevite nel mondo»(in Educazione del cuore).«Amiamo diun amore gelosoil nostro tempo, così grandee così avvilito, così ricco e cosìdisperato, così dinamico e cosìdolorante, ma in ogni caso sempresincero e appassionato.Se avessimo potuto scegliere iltempo della nostra vita e il campodella nostra lotta, avremmo scelto…il Novecento senza un istantedi esitazione»(in Educazione del cuore).Bricioledagli scrittidel Beato«... cristianiattivi, ottimisti, sereni,concreti e profondamenteumani; che guardano almondo, non più come a unnemico da abbattere o dafuggire, ma come a un (figlio)prodigo da conquistare eredimere con l’amore…»(in Restaurazione dellapersona umana).«In un mondocome il nostro,inaridito, agitato, maniaco,è necessario mettere oliod’amore sugli ingranaggidei rapporti sociali eformare nuclei di pensieroe di resistenza morale pernon essere travolti»(in Restaurazione dellapersona umana).Nelle foto: Don Carlo con i suoi mutilatiniL'urna del Beato

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