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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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ALLA TUA LUCE VEDIAMO LA LUCEper quanto di prezioso ciha donato indicandoci consemplicità i nostri valori essenziali.suor Rosadele LiciniSuor Dionisia era unapersona schiva, semprepronta a servire, a chiederedi dare una mano. Ultimamentela sua salute eradiventata alquanto precaria,ma voleva ugualmenterendersi utile. Darle lapossibilità di aiutare in unqualsiasi lavoro significavagioia. Amava molto la curadella casa e del giardino,felice di lavorare all’aperto.L’amore per l’ordine dellecose manifestava l’attenzioneche aveva per l’ordinedei valori dentro di sé. Semprepuntuale alla preghiera,passava ore davanti alTabernacolo, pregava moltoper tutti. Nell’ultimo periododi permanenza a Roma erodiventata per lei il puntodi riferimento in quanto infermiera,l’aiutavo ma condiscrezione perché non volevaessere di peso. Il suograzie per il servizio che leprestavo era il ricordo nellapreghiera. Ora penso e vedosuor Dionisia nel giardinodel suo Signore, sicuramenteprotesa a contemplare laluce del suo Volto.suor Giuseppina Rosasuor Domiziana Zordannata a Nanto (VI)il 23 <strong>ottobre</strong> 1927morta a Padovail 29 settembre <strong>2009</strong>«Ti benedico Padre perchéhai rivelato queste coseai piccoli…»: al Padreè piaciuto rivelare a suorDomiziana l’essenziale dellavita cristiana: il primatodella carità, facendole ildono di testimoniarlo conla vita e il servizio così chela sua esistenza, semplicema intensa, è per noi unapreziosa eredità. Nata aNanto, una località del bassovicentino, Bruna Zordan,suor Domiziana, a ventunoanni fece la sua scelta divita: amare Dio amando eservendo i fratelli secondoil dono affidato alla famigliaelisabettina. A Padova fecela sua formazione inizialee la prima professione religiosail 2 maggio 1951.Per poco più di un annofu collaboratrice di comunitàin quello che è stato ilSanatorio “San Giuseppe”a Zovon di Vo’ poi, comeassistente infermiera, servìgli anziani nel Ricovero “B.Pellegrino” in Padova perventiquattro anni; passòquindi all’OPSA: per trentadueanni coordinò un repartodi quella “Cittadelladella carità”. Nel 2008 lamalattia rese necessario ilricovero nella infermeria diCasa Madre dove compì lasua missione portando sulproprio corpo i segni di unainfermità che la assimilò aimalati tanto da lei amatie curati. A questa brevecronistoria affianchiamoalcune testimonianze chemeglio tratteggiano il profilodi questa elisabettina.«Il mio diploma è quellodella carità, aveva dettoscherzosamente un giornoad alcuni parenti. Eraun discorso per “battute”,ma di fatto sento di poterdire che, per il tempoche ho vissuto assieme asuor Domiziana, davvero ilsuo “distintivo”come suoraelisabettina fu la carità,la compassione grandeverso i più piccoli e fraquesti quelli più disagiatidell’Opera della ProvvidenzaS. Antonio di Sarmeola.Per lei, dopo i tempirichiesti dalla preghiera edalla vita di fraternità, esistevanola sua “missione”,i suoi “tosetti”. Era semprepronta ad andare da loro,non conosceva riposi, sidedicava con amore unicoe personalizzato fino quasia prolungarne la vita per leattenzioni e le cure materneche riversava su di essi.Il “suo” reparto era comeuna piccola famiglia con alcentro i “bambini”, curaticon uguale amore da tutti:suor Domiziana, operatori,volontari.La ricordo sempre silenziosae schiva; non volevamai apparire. Quandoc’erano occasioni in teatroo altrove, per esserericonosciuta e/o applaudita,mandava sempre i suoioperatori a far festa e leirimaneva in reparto con gliospiti più invalidi. Ha sempredimostrato particolaresensibilità per i giovani inricerca vocazionale che approdavanoal suo repartoper il tirocinio, per i seminaristi,e, in particolare, per lesuore giovani: per tutti pregavae offriva il sacrificio diogni giorno. Non ho potutoseguire gli ultimi tempi dellasua grave e invalidante malattia,ma sono certa che,come ha vissuto in silenzioe in generosa offerta durantela vita, così è andataal Padre al quale avevaaccompagnato molti suoipiccoli ospiti. La pensiamolassù a godere del premioche il Signore riserva allespose fedeli.suor Pierelena MaurizioNon è facile riassumerein poche righe la vita di suorDomiziana, il suo spirito dipreghiera, la sua fede riccae forte, unita al carismaelisabettino di cura per i deboli,alla intelligenza attentae pronta. Noi operatori del“secondo Santi Angeli” abbiamoavuto l’opportunitàdi avvicinarla, ognuno secondoil ruolo che lei congrande saggezza sapevanel ricordodefinire e accompagnare.Con l’amore che nutriva perla vita di tutti, ha curato eprotetto l’esistenza dei suoiragazzi come una madreche si dedica ai propri figli equesto senza mai porsi al disopra della loro famiglia cheanzi accoglieva, ascoltava erasserenava ogni qualvoltane aveva bisogno.Con la sua semplicità èstata una donna di grandeautorevolezza; chi ha avutoil prezioso dono di potercollaborare con lei ha sentitoprima di tutto di svolgereuna missione più che unlavoro: con la trasmissionedi questo spirito è riuscitaa guidarci con lo stessoprincipio cui lei credeva,unendo alla professionalitàl’amore per la vita.Suor Domiziana accettandola vocazione religiosaha rinunciato ad un maritoe a dei figli, ma ha datovita ad una grande famiglia,aperta a chiunque avesse ildesiderio e la forza di apriregli occhi per vedere cosac’è anche oltre i valori chearricchiscono solo l’aspettosuperficiale della vita impoverendoirrimediabilmentelo spirito.Non usava molte parole,i suoi occhi esprimevanotutto. La sua comunicazioneera costituita da unosguardo accompagnato daltono di voce tranquillo esereno, un dialogo breveche esprimeva una grandecapacità di far capiresempre a chiunque quelloche c’era da capire. Congrande dignità ha vissutoe sopportato la malattia,silenziosa come solo lei sapevaessere, nonostante ildolore che il suo corposperimentava.Oggi la grande famigliadel suo reparto, che contanta energia ha formato,la ringrazia e si impegna aportarla sempre nel cuorecon tutto l’amore che lei haavuto per noi.gli Operatori del reparto34 <strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong>

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