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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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ALLA TUA LUCE VEDIAMO LA LUCEUn bel giorno ci siamovisti arrivare le “suore nuove”,come dicono i nostriragazzi. Erano in tre e tra loroc’era una suorina piccoladi statura, minuta, ma con ilvolto illuminato da un grandesorriso e gli occhi vivaci.La superiora la presentò come“la suora infermiera” e leragazze, accolte nel nostroIstituto, scoppiarono in unfragoroso applauso. Felicedi questa accoglienza, suorRosaberta disse: «Cercheròdi fare del mio meglio».Così si prese cura dellenostre ragazze con semplicitàe determinazione. Tutti igiorni arrivava per l’ora dellaterapia col suo carrellino.Mentre somministrava i farmacic’era silenzio assoluto,ma dopo ascoltava ogniragazza con i suoi piccoliproblemi. Aveva un rimedioper tutti i mali: “gocce allozucchero e pomate miracolose”,ma ciò che curavadavvero era il suo sorriso, lasua disponibilità ad ascoltaree l’amore verso le personebisognose.Le ragazze e quantil’hanno conosciuta l’hannoricordata nella celebrazioneeucaristica del 4 <strong>ottobre</strong>scorso e hanno pregato perlei: “Ti chiediamo Signoreche il ricordo della vita disuor Rosaberta, interamentedonata a Dio e vissutanella gioia del lavoro svoltocon impegno e generosità,rimanga sempre vivo innoi e ci aiuti a superare imomenti tristi. Soprattuttoin quei momenti donaci lacertezza che tu Signore cisei vicino, ci aspetti e anchea noi prepari un posto neltuo Regno”.Rita Sollitto e le educatriciFondazione P. A. MilenoVasto Marina (CH)Di suor Rosaberta abbiamoun ricordo indelebileche custodiamo in cuorecon profondo e fraterno affetto.Era dotata di un caratteredolce, ma fermo, anchese non in modo appariscente,perché umile e silenziosa;sapeva portare avanti lesue idee, i suoi progetti. Eraricca di sensibilità e di tantaumanità e per questo venivaricordata con gratitudinedalle persone che aveva assistitonella casa di cura “E.Morelli”.Era persona sempliceche custodiva le devozioniconosciute in gioventù,riservava molto tempo all’adorazione,amava le santetradizioni e si illuminava nelvolto quando ricordava lecelebrazioni e i fruttuosi incontridel passato.Ultimamente soffrivadi insufficienza respiratoriaper cui fu necessario l’aiutocontinuo dell’apparecchioper l’ossigeno, un ingombroche seppe sopportaree accettare pienamente.Chiedeva di esserne liberatasolo quando le facevamovisita per poterci parlareliberamente. Anche le infermierela ricordano comeuna suora buona, paziente,mai esigente e sempre riconoscenteper il servizioricevuto. Ora ci intercedadal Signore il dono di sapervivere per lui e i fratelli, insemplicità, come lei.suor Floria Stellin e sorellePonte di Brenta - Padovasuor Dionisia Martinnata a Oderzo (TV)il 10 <strong>dicembre</strong> 1924morta a Pordenoneil 29 settembre <strong>2009</strong>Suor Dionisia, una vitasemplice e intensa, profondamenteispirata e guidatadal Vangelo. Non avevascelto giovanissima di farsisuora: difatti lasciò la casapaterna a quasi ventitreanni; a Padova trascorse iltempo della formazione inizialeche la introdusse nellavita-missione della famigliaelisabettina e vi fece la primaprofessione religiosa:era il 2 maggio 1950. Visse58 anni a Roma, praticamentetutta la sua vita dasuora, accogliendo con serenitàdi avere “la missione”di amministrare l’andamentodi una casa. Per dodicianni fu sovrintendente aiservizi generali nel CollegioCarissimi “San Giuseppe” eper altri undici guardarobieranell’Istituto “Villa Flaminia”.Anche nella comunitàpresso la Casa provincialefu prima sovrintendente aiservizi generali poi collaboratricedi comunità; contale compito visse anche gliultimi sei anni romani nellacomunità “Mater laetitiae”dove si manifestarono i primisintomi della malattia.Quando la situazione si fececlinicamente delicata passònell’infermeria di Pordenonescelta per la sua vicinanzaad Oderzo (TV) dove eranata il 10 <strong>dicembre</strong> 1924 ebattezzata con il nome diAngela. Ebbe così il confortodella frequente presenzadei membri della sua numerosae bella famiglia. Labreve ed essenziale cronistorialascia ora il posto alletestimonianze che meglio cifanno conoscere il valoredella vita di questa sorellae ci consentono di apprezzaree di raccogliere il buonesempio che è stata.Pensando a suor Dionisiabenedico e lodo DioPadre per avermi dato dicondividere un lungo trattodella mia vita elisabettinacon lei. Tante volte mi hareso positivamente pensosaciò che la caratterizzava: unsilenzio rispettoso e caritatevolenei confronti di ogniconsorella, un silenzio chesi faceva dialogo fraterno attraversoil suo generoso servizio,umile e gioioso, con ilquale rispondeva ai bisognidi ciascuna di noi e della comunità.Il suo timido sorrisonel ricordosostituiva la parola; la caratterizzavaquella generosità edisponibilità tipica di chi nonsi appartiene più perché hamesso la propria vita nellemani di Dio per i fratelli. Sì,era proprio questo quelloche viveva suor Dionisia:preghiera e servizio, tuttoaccompagnato da forti doloriagli arti inferiori che nonne hanno mai mortificato ilsorriso, il donarsi, lo staredavanti al Tabernacolo inpreghiera silenziosa e adorante.A causa degli anni edegli acciacchi è passatadal “fare” per gli altri allo“stare” davanti a Dio pergli altri. Quando ho avuto lanotizia della sua morte mi èvenuto spontaneo pensarlanel “Giardino” preparatoper i servi fedeli, impegnataad offrirci il fiore preziosodell’intercessione presso ilPadre mentre gode la beatitudinedegli umili e puri dicuore.suor Mariannina GesuatoMi piaceva e mi piaceancora dire: “Cara la nostraDionisia”. Sì, cara per lostile di vita che ci ha trasmesso,caratterizzato dallasemplicità, dalla bontà, dalladocilità, dalla preghiera perseverante.Ha speso la sua esistenzanel servire sempre e tutti:finito un lavoro non cercavail riposo ma chiedeva sempre:“Cosa devo fare adesso?”.Era ammirevole il suodonarsi per aiutare gli altri.Non l’ho mai sentita esprimerelamentele di nessungenere. Non trasmetteva ilsuo essere elisabettina contante parole, ma con l’essenzialitàdel suo vivere, conil suo offrire al Signore, inmaniera silenziosa, ogni sofferenzae difficoltà. Nutrivagrande amore e devozioneper la nostra beata MadreFondatrice; obbedienza, rispettoe preghiera erano isuoi atteggiamenti nei confrontidi coloro che esercitanoil servizio di autorità.Questa è l’immagine chesuor Dionisia ci ha lasciato.A lei il mio, il nostro grazie<strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong> 33

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