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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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ALLA TUA LUCE VEDIAMO LA LUCEdi Sandrina Codebò stfesuor Ermellina Zanonnata a San Giorgio in Bosco (PD)il 30 gennaio 1925morta a Taggì di Villafrancail 17 settembre <strong>2009</strong>Anna Maria Zanon, suorErmellina, nacque a SanGiorgio in Bosco (PD) il 30gennaio 1925 in una famigliache la educò alla fedee al dono di sé, mettendocosì le premesse indispensabiliper una scelta di vitadi speciale consacrazioneal Signore. Nel giorno dellaBeata Vergine del Rosariodel 1946 lasciò la casa paternae raggiunse la CasaMadre delle suore francescaneelisabettine in Padovaper iniziare l’iter formativoe di discernimentovocazionale che conclusecon la prima professionereligiosa il 2 maggio 1949.La sorella gemella Alessandra,suor Rosarpalice,l’avrebbe seguita lasciandoa sua volta San Giorgioin Bosco il giorno dell’Annunciazionedel 1948. SuorErmellina, dopo un primoperiodo in cui si sperimentòcome assistente educatricenel Preventorio “Raggiodi Sole” di Barbarano (VI),iniziò la lunga esperienzadi insegnante nella scuolamaterna e di presenza attivanella vita di diverse parrocchie:Poiana Maggiore(VI), Chiesanuova - Padova,S. Colombano (FI), SanGiorgio - Pordenone, Asolo(TV), S. Vito di Bassanoe Orgiano (VI), Fossalta diTrebaseleghe (PD), Bassanodel Grappa e Galzignano(VI), Lissaro e S. Ignazioin Padova. Una esperienzavaria e arricchente quella disuor Ermellina che solo perl’età avanzata e gli acciacchiconnessi concluse nel1999. Si ritirò a Taggì, nellacomunità “Mater Amabilis”,per vivere serenamente ilpassaggio dall’attività al“riposo”; furono sette anniimportanti in una missioneche fu soprattutto preghiera.Poi la salute ebbe uncrollo e fu necessario il ricoveronell’infermeria dovevisse serenamente le sofferenzeconnesse con unainvalidità che alla fine eradivenuta totale. Il Signore lachiamò a sé il 17 settembre,giorno che ci è particolarmentecaro: memoria dellaimpressione delle stimmatein s. Francesco e dellastraordinaria vocazione dimadre Elisabetta.Sono vissuta solo qualcheanno con suor Ermellina,ma è stato sufficienteper raccogliere la sua testimonianzadi vita. Mi ha semprecolpito la sua spiritualità,la semplicità nel parlarecon Dio, il suo raccontarecon gioia ciò che provavanell’incontro con lui; pregavanon solo di giorno ma anchedi notte. Era innamorata dellaMadonna e con gioia trasmettevaquesta devozione aibambini del catechismo. Avevauna grande attenzione perle persone ammalate, sole.Nell’infermeria di Taggì,dove fu ricoverata nelfebbraio 2006, sperimentòsu se stessa la fatica legataall’invalidità. Quando lefacevo visita era più quelloche ricevevo che quelloche donavo. Ultimamentenon parlava più, ma il suosguardo era penetrante, piùeloquente delle parole.Suor Ermellina lasciaun vuoto perché era unapersona buona, positiva,amante delle relazioni, dellapreghiera.Grazie, suor Ermellina,della buona testimonianzache mi hai dato.suor Florinda Bragato... Entravi in chiesa lamattina e sentivi parlare.Era un parlare inconfondibile:quello di suor Ermellina;quello di chi per anni haparlato ai bambini piccoli equando parla sembra sempreche racconti una storia.Non c’era gente, era sola.Meglio… c’era lei, con i fiorie il buon Gesù. Credo cifosse un perché dei fiori, delsuo curarli, del prepararli,ed era con essi che dicevail suo affetto a Dio. Cosìcome lo aveva detto in tantianni di servizio negli asili,come educatrice. A suorErmellina va il nostro grazieper quanto ha fatto e saputodare con generosità allanostra comunità: vogliamofar tesoro del suo cercareDio e trovarlo nei tanti “fiori”della vita.Dal foglietto parrocchialedi Lissaro - PDsuor Rosagiulia Fabbiannata a Rustega (PD)il 31 <strong>ottobre</strong> 1940morta a Padovail 28 settembre <strong>2009</strong>nel ricordoSuor Rosagiulia nacquea Rustega - frazionedi Camposampiero (PD) - il31 <strong>ottobre</strong> del 1940; al fontebattesimale fu chiamataAntonia certamente per onorareil Santo che nel vicinoSantuario del Noce ebbe lavisione del Bambino e visse isuoi ultimi santissimi giorni.A Firenze, dove era andataper lavoro, Antonia conobbeda vicino le suore elisabettinee trovò nella lorovita-missione la risposta allasua ricerca vocazionale.Quasi diciottenne, nell’autunnodel 1958, iniziòl’iter formativo alla vita religiosanel postulato di Padovae lo continuò nel noviziatodi Casa Madre dovefece la prima professione il3 maggio 1961. Si dimostròsubito giovane generosa,sensibile e determinata. Ritenutaadatta a stare accantoalla persona ammalata,intraprese gli studi specificinella Scuola Convitto a Pordenone.Nell’ospedale civiledella stessa Città fece lasua prima esperienza comeinfermiera caposala, confermandoun particolare talentoper tale professione. Nel1979, dopo la diagnosi diuna malattia importante chenon le permise più di farsicarico dell’orario di lavoroin un reparto ospedaliero,le fu affidato il compito dianimare la comunità in servizionella Casa di Riposo“Umberto I” a Pordenone.Nonostante la malattia lerichiedesse reiterati ricoveriospedalieri, fu l’anima diquella realtà per nove anni.Poi fu necessario il ritiroda una attività strutturatae per quattro anni ancoracontinuò ad interessarsidella cura del malato indirettamente,affiancando leallieve della Scuola Convittodi Pordenone con lacompetenza nata dall’esperienza.Il 1992 segnò persuor Rosagiulia l’inizio diuna esperienza che vissein modo intenso: la degenzanell’infermeria di CasaMadre. Qui per diciassetteanni fu una malata che conobbemomenti molto criticisuperati anche grazie allasua collaborazione e vogliadi vivere. Fu una presenzaun po’ speciale, una “malatain servizio”: semprepronta a fare compagnia,a confortare, a dare unamano a chi avesse bisognodi piccoli servizi; una malatache coltivò le relazioni efu sempre attenta alla vitadella famiglia elisabettina,sempre attenta alla storia. IlSignore che porta a compimentol’opera sua nei tempie nei modi a lui noti, le fece<strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong> 31

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