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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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memoria e gratitudineCrocifisso che portano in cuore. “Sia lodatoGesù Cristo”. Il Cappellano portòa nome di tutti l’augurio di benvenutee il desiderio di una preghiera per lefamiglie lontane.Ormai ognuna è al suo posto dilavoro e dona di se stessa quella caritàche attinse da lunga preparazione a vitainteriore, quello sguardo che su ogni formadi dolore fa presente il sorriso dellapresenza di Dio nei sofferenti: “Eroinfermo e mi avete visitato”.Nella loro cronaca che vogliono, evorranno, sempre modesta, tutto è sempliceo, meglio, tutto avviene e succedecon semplicità, anche se persone ed avvenimentiriveriscono la loro spiritualematernità.Ten. Don Giovanni Padovese,cappellano militare.Ospedale militare di riservaa Gorizia (1940-1945)Le suore elisabettine presenti aGorizia fin dal 1932 presso il seminarioteologico espletando i servizi di cucina,dispensa, guardaroba, lavanderia,furono richieste per gli stessi servizianche nel seminario minore dove entrarono,in numero di quattro, nel 1936.Nell’estate 1940 il locale venneadibito a ospedale militare di riserva ecome tale venne occupato dai militari.Il seminario, trasferito a Udine, dovettelicenziare i propri dipendenti, tra iquali, le suore.L’occasione fu vista favorevolmentedalla famiglia elisabettina chedichiarò la propria disponibilità all’assistenzadei feriti nell’ospedale. Oltrealle quattro già presenti, furono richiestesubito altre cinque suore, numeroche andrà via via aumentando fino aquindici nel maggio 1942.Per tutto il periodo della guerraresteranno sulla breccia, «animate davero spirito di sacrificio, da grande zeloe da vera carità cristiana», per cui l’operaloro, «superiore ad ogni elogio», afavore di «tutti indistintamente gli ammalati»,fu altamente apprezzata daglistessi, dai sanitari, dalla Direzione.Cessata la guerra, nel luglio 1945intuendo la difficoltà a rimanere «perle difficili situazioni politiche» le elisabettinerientrarono nella Casa Madre,rinunciando anche ad un possibilereinserimento al seminario minore cheriapriva i battenti in una situazionenon priva di incertezze.Ci piace segnalare come tetsimonianzadello stile elisabettino espressonell'ospedale militare la lettera delcappellano militare alla Superiora generale13 .Gorizia, 27 gennaio 1941.Il giorno 24 gennaio mattina venivanoricoverati in questo ospedalemilitare di riserva “Seminario minore”novantasei uomini di truppa provenientidal fronte greco-albanese. La preparazionedelle corsie fu accuratissima eperfetta sotto ogni riguardo e l’accoglienzaveramente commovente da partedi tutti, ma soprattutto da parte dellevostre religiose. Ho potuto constatareche tutte le elisabettine si sono spese intutti i modi senza badare né alla fatica,né al bisogno di riposo dei loro corpi purdi accogliere con amore più che maternoquesti veri combattenti della Patriaamata. Aggiustarli nei letti, farli cambiaredei loro indumenti, fasciare le loroferite, portare i rimedi più urgenti conun sorriso appena velato dalla mestizia,per tante sofferenze che trasparivanodai volti dei ricoverati, e soprattutto almomento propizio sussurrare la paroladella Fede e della Carità cristiana agliorecchi dei pazienti, fu il nobile e santocompito di tutta la giornata e di buonaparte della notte delle vostre suore. Gesùche ha tanto amato gli infermi e che haplasmato i cuori delle vostre religiose adonarsi senza riserva e senza misuraper l’assistenza agli ammalati ed aiferiti, ne sia ringraziato e glorificato.Una nuova pagina di carità che ha icontrassegni dell’eroismo, e che non ècarità semplicemente umana, ma celeste,poiché prende le sue risorse in Diostesso, viene scritta in questi giorni dalle<strong>Elisabettine</strong> dell’ospedale militare diriserva “Seminario Minore” di Gorizia.Dico in questi giorni poiché il sacrificiocontinua e continuerà fino a quando loItaliarichiederà l’assistenza a questi reducidai campi di battaglia. Domenica 26gennaio per suggerimento delle vostresuore la maggior parte dei ricoveratisi è accostata alla S. Comunione, concirca due terzi dei nuovi arrivati, perringraziare il Signore dello scampatopericolo. Circa 45 S. Comunioni sonostate distribuite nelle corsie. Del beneche è stato fatto e che si fa dalle <strong>Elisabettine</strong>,del bene che viene fatto daisoldati ne vada tutta la gloria al Cuoremisericordiosissimo di Gesù!Vi ossequia rispettosamenteil Cappellano Militare.La pagina della carità che dal1889 14 ad oggi, nella regione giuliana,la famiglia elisabettina ha affidato allastoria non è completa: la storia continuain una missione che si incarnanelle realtà più diversificate della cittàdi Trieste.Vecchie e nuove povertà intreccianole loro richieste, interpellano ancheoggi a scrutare nei segni dei tempi il“chi”, il “come”, il “dove”, per continuaread essere accanto all’uomo con ilcuore di Dio.1Dalla lettera di ringraziamento di G. Ceconia madre Adelina Pagnacco, Agep, Cartellaospedali Ceconi.2Così venivano chiamate le suore elisabettineallora.3Dalla lettera di richiesta, Agep.4Agep, Cartella ospedali Redlich e Berger- Tolmino.5Amministratore apostolico dal 30 aprile1920 al 21 luglio 1921.6Vescovo di Fiume dal 10 agosto 1933 al16 maggio 1938.7Cfr. lettera di richiesta alla superioragenerale madre Agnese Noro, 1 <strong>ottobre</strong> 1937,Agep, cartella ospedale S. Spirito - Fiume.8Lettera 28 <strong>ottobre</strong> 1937, ibidem.9Lettera 10 novembre 1937, ibidem.10Lettera di richiesta alla Superiora generale,13 agosto 1938, ibidem.11Vescovo di Fiume dal 17 agosto 1938 a13 giugno 1948.12Agep, cartella ospedale militare “Savoia”- Fiume.13Agep, cartella ospedale militare di riserva“Seminario minore”- Gorizia.14Un errata corrige: la data di apertura delconvitto parentino è del gennaio 1889 e non del1888 come affermato nel numero precedente apagina 31.memoria e gratitudine30 <strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong>

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