19.08.2015 Views

n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

quattro infermiere diplomate, cosa chele suore di San Vincenzo non potevanogarantire.La richiesta formale da parte delladirezione dell’ospedale e il conseguenteinserimento di suore infermiere nellascuola convitto, creò qualche difficoltàdi rapporto tra suore delle due Congregazioni.La presenza elisabettinasi profilava sempre più consistente,quasi destinata ad estendersi, un po’alla volta, a tutto l’ospedale.Prevalse la volontà decisa di studiareinsieme con la Direzione un“modus vivendi” che garantisse laconvivenza collaborativa a soddisfazionedi entrambi le parti.È dell’8 novembre 1940 la richiestadi quattro suore diplomate. Il continuoaffluire all’ospedale di militari malatio feriti, a causa della guerra, rese necessariala richiesta di altre suore.Per poter rispondere alla crescentedomanda di accoglienza, la scuolaconvitto venne trasferita di sede nellavicina Abbazia, dove già era stato trasferitol’ospedale da Campo 56.Missione interrotttaCessata la guerra, la scuola ritornòal “Santo Spirito”; le condizioni postedall’Amministrazione, anche permotivi politici, dissuasero le elisabettinedal restare a Fiume. Esortate dalVescovo a rimanere finché fosse statoloro possibile, le suore resistettero.Malgrado ostacoli di ogni genere, illoro fu un servizio apprezzato.Nel giugno 1945 la Vicaria generalechiese formalmente al Comitatodi Liberazione di Fiume il rimpatriodelle sedici suore presenti al “SantoSpirito”. Lo lasciarono nel <strong>dicembre</strong>1945, a malincuore. Suor TeodorinaTamantini, protagonista principale, almomento del rimpatrio, scrisse cometestimonianza:«Nel momento della mia partenzada Fiume, partenza motivata da ragionicontingenti, dichiaro che nonappena le condizioni della città, e soprattuttodell’Ospedale, renderannopossibile nuovamente lo svolgimentodella mia opera alle condizioni ben notesia alla Direzione Sanitaria, sia allaDirezione Amministrativa, di esserepronta a riprendere la mia funzione diDirettrice della scuola convitto.Fiume, 13 <strong>dicembre</strong> 1945».Negli ospedali militari(1940-1945)Oltre al servizio svolto dalle suoreelisabettine in favore dei soldati negliospedali generali di zona durante laseconda guerra mondiale, ricordiamoqui la loro presenza nelle struttureprovvisorie sorte allo scopo di accoglierei feriti reduci dal fronte.Nella Regione giuliana due furonogli ospedali militari nei quali le suoreprestarono la loro opera caritativa infavore dei feriti:Ospedale militare “Savoia” a Fiume.Ospedale militare di riserva “SeminarioMinore” a Gorizia.Ospedale militare “Savoia”a Fiume (1941-1943)Notificando a monsignor Ugo Camozzo,vescovo di Fiume 11 , la richiestadi dodici suore da parte dell’ospedalemilitare “Savoia” di quella città, la superioragenerale, madre Agnese Noro,ne adduce la motivazione: «Ho trovatoopportuno accettare la richiesta, affinchéanche le mie suore possano collaborarecon la loro assistenza al bene deipoveri soldati, ammalati e feriti».Il richiedente, Ten. Colonnellomedico, dott. Michele Vecchi, specificache trattandosi di ospedale direcentissima istituzione, necessita dipersonale, almeno in parte, pratico nelservizio infermieristico specifico, diuna suora esperta di sala operatoria, dialtre due che abbiano già espletato lemansioni di cucina e di dispensa negliospedali militari.Anche se dai dati d’archivio risultano,nel 1941, ben cinquantaquattroprofessioni religiose, tuttavia sorprendeil fatto che all’ospedale siano destinatedodici suore: non sono poche,soprattutto se si pensa alle quindici giàpresenti a Gorizia; sono numeri chedicono il coraggio e la disponibilità,caratteristiche della famiglia elisabettinafin dalle sue origini.Le suore giungono a Fiume versofine settembre 1941 e sono accolteall’ospedale da campo 56 “Savoia” cheha sede ad Abbazia, località in periferiadi Fiume. Assumono il servizioospedaliero il 1° <strong>ottobre</strong>. Il rapportodi lavoro è regolato da una convenzioneredatta sulla base di una Istruzioneministeriale per l’assunzione dellereligiose negli stabilimenti sanitarimilitari. Prestano la loro opera caritativaper due anni. Gli sconvolgimentidell’8 settembre 1943 determinano lacessazione dell’attività all’ospedale daCampo 56.Il 24 <strong>ottobre</strong> 1943 la Superioragenerale comunicando al Vescovo diFiume l’avvenuto rientro delle suore,afferma che «se fosse terminata laguerra non vi sarebbe rincrescimentoper la chiusura di quel luogo di dolore,ma dato che le ostilità perdurano,dispiace aver lasciato un tale campo diapostolato».Riportiamo la significativa testimonianzadel tenente, don GiovanniPadovese, cappellano militare, in unalettera alla Superiora generale 12 .Fiume - Ospedale militare “Savoia”.«Quando giungeranno le suore?»chiedono tutti e sempre i degenti diquesto grande ospedale di Armata. Èvenuto il giorno in cui per la prima voltasono passate con tenue fruscio lungo lecorsie di questa caserma che da temposi va attrezzando in modo sorprendenteper tutti i servizi sanitari. Esse sonogiunte come visibile raggio di carità,mentre i soldati fissavano lo sguardo nelmemoria e gratitudine<strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong> 29

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!