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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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memoria e gratitudineItaliafare memoria di una storia vissuta. Unastoria che ha le sue radici nel passato,che vive il presente e che è proiettatain avanti.È nel <strong>dicembre</strong> del 1929 che le primesuore elisabettine arrivano al Lido e sistabiliscono qui in parrocchia, aprendosubito la loro casa per accogliere ibambini e i ragazzi del territorio: primala scuola materna, poi il patronatofemminile, la scuola di taglio, cucitoe confezione di maglieria e ricamo, lascuola elementare e il doposcuola, l’orfanotrofio…tutto fino al 1983. Poi, irestauri delle due case, le due comunitàuna per casa, la fusione in un’unicacomunità, pochi anni fa, appena dopol’ultima visita pastorale.Oggi le suore dedicano gran parte delloro tempo alla preghiera comunitaria eindividuale. Partecipano attivamentealla vita della chiesa, anche alla “nuova”comunità pastorale. Sono inserite inparrocchia, chi nella catechesi, chi neigruppi di ascolto, chi nella visita agliammalati, sempre aperte e disponibiliad accogliere chiunque abbia bisogno diaiuto, anche solo per un’iniezione o unasemplice parola buona, pronte a offrirei loro spazi per le esigenze e le attivitàpastorali della parrocchia. Tutte offronola loro preghiera per il bene di tutti.Questa celebrazione è l’occasione cheabbiamo voluto cogliere per ringraziaredi cuore tutte: quelle che sono passatein queste due case, da quelle salite nellagloria del Padre a quelle che oggi sonopresenti in mezzo a noi. Insieme a lorochiediamo al Signore la fedeltà al carismache hanno ricevuto e la certezza dipoter trovare sempre, così come avvieneoggi, le porte aperte. Grazie! »Le partecipanti, al termine della celebrazione eucaristica del 30 <strong>ottobre</strong> <strong>2009</strong>. Al centromonsignor Giacomo Marchesan. Il parroco, don Luigi Vitturi, è il secondo da sinistra.E monsignor Giacomo MarchesanHo appreso dalla storia delle suoreelisabettine che don Giovanni Moro,colui che ha avviato i primi passi di questacomunità, cinquant’anni dopo (nelgiugno 1984) scriveva a suor AnnagiuliaMiori, anche lei elisabettina e nativadel Lido: “Città Giardino del Lidonel 1929 non era proprio un giardino,ma poteva definirsi terra di missione,quartiere popolare ricco solo di famigliepovere, cariche di figli e del tutto privedi adeguata assistenza”.Con l’arrivo delle suore elisabettineapprodò lo spirito della vostra Fondatricee subito sbocciò una vera fiorituradi spiritualità […]. In partenza l’insediamentoreligioso era una baracca dilegno e poi via via tutto si è evoluto inmeglio.Da quel lontano 1929 quante cosesono cambiate! Ora veramente CittàGiardino, non solo dal punto di vistaturistico, ma in modo particolare comecomunità parrocchiale, è cresciuta moltissimo.… Abbiamo ascoltato il profeta Isaiache ci ha assicurato che quanti osservanoil diritto e la giustizia il Signore li condurrànel suo monte santo e li colmerà digioia nella sua casa di preghiera.Tutto questo lo si può identificarecon la clemenza del Signore e la rispostadella creatura che viene a fareesperienza dell’amore del Signore. Eccola consacrazione! Certamente questaconsacrazione non è fine a se stessa maper la missione.Questa esperienza della gioia, comeabbiamo ripetuto più volte tra i versettidel salmo, ci è donata per comunicarlaai fratelli.L’esperienza dell’amore, vivere epraticare la misericordia del Padre,carisma delle elisabettine, è la missionedi questa consacrazione per condividerecon i fratelli le gioie della famiglia deifigli di Dio.La scelta del brano di Zaccheo misembra possa dare luce per capire e giustificarequesta vita di consacrazione.Zaccheo non è altro che il fratello checerca Gesù, ma è compromesso con altriinteressi come pubblicano; è uomo riccodi sicurezze, ma solo umane e materiali,e facilmente tocca con mano il vuoto;è un uomo piccolo, cioè scoraggiato eimpotente di fronte ai tanti problemidella vita.Le suore elisabettine sono chiamate apresentare a tutti l’amore misericordiosodel Padre con l’esempio e la parola. Comegarantire questa fedeltà alla propriavocazione per poter dare e dare sempre?Ecco l’altare, l’eucaristia, la messa.Vogliamo ringraziare il Signore perquesto dono: lo conservi perché possamantenere la generosità e il fervore peressere anche nella comunità pastoraledel Lido sale e luce.26<strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong>

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