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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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memoria e gratitudineItaliapadri Cappuccini da una sorella elisabettinae un gruppo di genitori.All’arrivo della spettacolare e immensatorta, da immortalare per la suabellezza e far sparire per la sua bontà,non mancano le espressioni augurali eil brindisi di rito.La “notte delle lanterne”L’ultimo dei nostri appuntamentiatteso da tanti per il suo suggestivonome “notte delle lanterne” rischia diessere travolto dalla pioggia e quindidi non potersi realizzare. Una lungastoria di ricerche, pareri contrari e afavore tra la capitaneria di porto, i vigiliurbani, l’aeroporto e altri enti sullapossibilità o meno di far salire in cielocinquanta lanterne di fuoco ci ha fattoscegliere una strada meno accidentata:costruire una lanterna per ogni bambinoe nella serata del giubileo dellascuola, 3 novembre <strong>2009</strong>, in piazzaUnità d’Italia, dopo aver compostoil numero cinquanta con bambini elanterne, cantati gli auguri, lanciarecinquanta palloncini, muniti di luciLa comunità del “San Giusto” durantela celebrazione eucaristica in cattedrale.chimiche e i nomi di tutti gli alunni.Non avevamo fatto i conti con labora e il freddo. Ma il tempaccio nonci ha scoraggiato: puntuali, alunni, exalunni, famiglie, imbacuccati come inpieno inverno, accolti dagli ultimi pezzisuonati dalla fanfara dei bersaglieri,ci siamo trovati in piazza a lottare controla bora che ostacolava l’accensionedelle lanterne. Solleciti sì, ma entusia-3 novembre <strong>2009</strong>: in piazza Unità d'Italia,in attesa di far partire i palloncini illuminati,sfidando freddo e bora.Casa dei bambini “San Giusto” - Trieste 4Gli iniziidea di istituire a Trieste unaL’ scuola organizzata secondo ilmetodo “Montessori” ebbe originenell’inverno del 1951, quandoun gruppo di medici del localeOspedale Maggiore suggerironoa suor Leonilda Ferino, superioradella comunità ospedaliera, diproporre alla superiora generaleCostanzina Milani, nona superioragenerale, di dare vita a Trieste auna scuola materna rivolta primariamenteai figli dei dipendentidell’ospedale.Ricevuto il consenso necessario,suor Leonilda cominciò a cercaregli spazi e i contributi necessariper la nuova opera, sostenuta inparticolare da monsignor AlfredoBottizer, cappellano del portoe direttore dei Catholic reliefservices della National welfareconference a Trieste (la Caritasdel Governo militare alleato).Dopo varie ricerche e proposte,nel 1955 si aprì l’opportunitàdi insediarsi nella sede dellePiccole Sorelle dell’Assunzione,una congregazione francese cheprestava assistenza domiciliare aipoveri e ai malati del rione diScorcola.Nel 1956, ricevuto il nullaosta dal vescovo monsignorSantin 5 di acquistare lo stabiledi via monte San Gabriele, e,raccolti i fondi necessari peraprirvi un asilo infantile, grazieanche all’interessamento diGiovanni Palamara, commissariogovernativo, il 13 luglio 1957 fuposta la prima pietra, benedettadal gesuita padre Luigi Santi,parroco della parrocchia del“Sacro Cuore di Gesù”.Dopo alterne vicende che videroanche profilarsi lo svanire delprogetto, la costruzione dellostabile poté essere portata atermine e il 3 novembre 1959,festa di san Giusto, patrono diTrieste, fu inaugurata la Casa deiBambini “San Giusto”.La scuola aprì con tre sezioni discuola materna; poi, tra il 1960e il 1962, le suore elisabettinechiesero ed ottennero il permessoad aprire la prima, la seconda epoi la terza elementare. L’interociclo poté essere completato nel1965.La prima comunità era costituitada suor Cristiadina Longhini,superiora, suor FrancescaMandruzzato, suor PaolafrancescaMoro e suor Anelda Biasion. Aqueste sorelle, seguirono moltealtre che con grande passione esensibilità educativa seguirono ilmonito di madre Elisabetta: «lamesse nostra è di istruire e cavaranime dal fango».24 <strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong>

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