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n. 4 - ottobre/dicembre 2009 - Suore Francescane Elisabettine

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in camminoLa verità è che ci vuole coraggio eincoscienza a parlare di cambiamentoquando, ad esempio, le suore in Italiasono poco più di 750 costituite peri nove decimi da sorelle con più disessant'anni, e nei quattro Paesi messiinsieme (America del Sud, Europa,Africa, Asia), raggranelliamo meno didieci novizie.Però, se i dati sono quello che sono,da soli non dicono tutto. C’è la variantevangelo che molte volte abbiamo“lasciato al palo” degli Inizi della famigliareligiosa.Le partecipanti all’Assemblea hannoavuto modo di rivivere in proprio lafreschezza degli inizi con una suggestivaliturgia. Una sosta in preghierapresso il chiostro interno dell’ospedalemilitare, ex Casa degli Esposti, dovelavorava Elisabetta Vendramini comemaestra prima di passare, il 10 novembre1828, nella soffittasituata in via degliSbirri (attuale via E.Vendramini) perdar vita alla famigliaelisabettina.Si è rifatto ilpercorso dal exCasa degli Espostialla soffitta,luogo della fondazione.Le partecipantiall’Assembleauna volta in Casa Madresi sono unite alle altre sorelleconvenute da diverse parti di Padovaper ascoltare insieme la lettura delleMemorie della nascita della Famigliadopo aver portato all'altare un volumedel Diario di madre Elisabetta (nellefoto sopra; foto accanto: la trasmissionedella luce di madre Elisabetta).Il giorno seguente la liturgia eucaristica,presieduta da monsignorGiuseppe Padovan, nella chiesa delBeato Pellegrino alla presenza di moltesorelle convenute da diverse parti dellaregione, ha voluto essere il ricordoriconoscente per il bene che, in questoluogo, le elisabettine hanno fattoa persone di tutte le età, ammalate,abbandonate; si è pure ricordato l’impegnodella beata Elisabetta e di donLuigi Maran per riaprire al culto lachiesa del Beato Pellegrino, nel 1839.È stata una liturgia nella quale lachiesa di Padova riconosceva e ringraziavaDio per questi doni di caritàevangelica che furono Elisabetta Vendraminie don Luigi Maran (nelle fotoaccanto).L’Assemblea di governo ha avutoquindi momenti di respiro liturgicodenso di memoria fino ad una familiareconclusione dell’Assemblea nellasoffitta di fondazione dove, ricordandoi giorni vissuti insieme, ciascunapartecipante ha ricevuto come mandatouna “parola” di madre ElisabettaVendramini.Una giovane sorella inquesti giorni ha chiesto:quali strumenti,quale formazionepossono sviluppareun atteggiamentocriticoche favorisca unalettura, anchesapienziale, dellacomplessità dell’attualerealtà socialeculturale?La risposta potrebbeessere che anche questa stessaAssemblea è stata uno strumentoper il cambiamento, per non navigarea vista; un altro strumento sarà laformazione delle superiore (almenoalcune) come mediatrici qualificatedel cambiamento; l’assunzione di unostile di vita più sobrio che costruisca ilnoi fraterno e ci apra occhi e mani solidaliverso quelli che sono rimasti fuoridalla produzione e dal consumo.Quali altri strumenti?È troppo poco indicare il vangelo,i fondatori e la loro capacità di “visione”che intravedeva risposte concreteai bisogni del fratelli là dove altri nonvedevano nulla?Il progetto ce l’abbiamo: è il vangelo,sono le Costituzioni, ovvero è ilvangelo vissuto insieme.Quale il cammino? Ognuno dovràrischiare in proprio come scrive ilpoeta spagnolo Antonio Machado inun noto poema: Caminante, non haycamino se hace camino al andar 2 . 1Sacerdote diocesano, delegato vescovilee direttore della pastorale sociale e del lavoro- Padova.2Caminante, son tus huellas/el camino,y nada mas; /caminante, no hay camino, /sehace camino al andar. (Antonio Machado).Viaggiatore, /sono le tue orme/la strada,nient’altro; /Viaggiatore, /non esiste un sentiero,/la strada la fai tu andando. /Mentre vaisi fa la strada/e voltandoti/vedrai il sentieroche mai/più calpesterai. /Viaggiatore, /nonesiste una strada, /ma solo scie nel mare.in cammino16 <strong>ottobre</strong>/<strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong>

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