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La sponda luminosa

n. 1 - gennaio/marzo 2010 - Suore Francescane Elisabettine

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alla carità, illuminata dalla verità,ma avremo anche contribuito ad accreditarela verità, mostrandone ilpotere di autenticazione e di persuasionenel concreto del vivere sociale»(CiV2).L’aspetto decisivo, che di fattocostituisce la chiave di lettura di tuttal’enciclica, è il nesso indispensabiletra verità e carità. Anch’esso fa partedell’esperienza della coscienza, anchedi quella non credente. Sono le duefacce della stessa vocazione umana, ledue tracce della fonte stessa della vita.Del resto, carità e verità in Diocoincidono (e questo è anche il motivoper cui chi fa esperienza di amore autentico,anche se non conosce Cristocome Verità, in realtà è nella verità).Nel pensiero di Benedetto XVI èsempre chiaro che il primato resta allacarità, la quale però va vissuta nellaverità.<strong>La</strong> verità è necessaria affinché lacarità sia autentica, umana e sia efficacefondamento delle relazioni umane.<strong>La</strong> carità è necessaria per renderecredibile la verità. <strong>La</strong> carità accreditala verità.Questo intreccio di verità e di carità,che l’uomo ritrova all’interno dellapropria coscienza, prende forma anchenella realtà sociale, e vedremo come.(continua)1Sacerdote della diocesi di Padova, direttoredell’ufficio della pastorale sociale e dellavoro e del Centro di ricerca e formazione “G.Toniolo” – Padova.2L'enciclica sarebbe dovuta uscire nel2007, a quarant’anni dalla pubblicazione dellaPopulorum progressio e a vent’anni della Sollicitudorei socialis, ma è stata rinviata, per itempi complessi di elaborazione e anche per lasopravvenuta crisi.3Della dottrina sociale della Chiesanel 2004 è stato pubblicato un Compendio,ottimo strumento per conoscere l’immensopatrimonio di pensiero e di vita su taleargomento.4Cf. S. Be r e t t a, Volere il bene comune eadoperarsi per esso. L’arte del servizio politico,Relazione al Convegno nazionale dei direttoridegli uffici di Pastorale sociale, Assisi 19-22ottobre 2009.nella chiesaInsieme per celebrare la carità di una SantaUna comunicazione fraterna della comunitàfrancescana di Canosa di Puglia che trovaaccoglienza nel nostro giornale per condividere lafesta del 17 novembre 2009.<strong>La</strong> comunità francescana di Canosa il 17 novembre2009 si è incontrata per celebrare la memoria disanta Elisabetta d’Ungheria, modello vivo di carità eservizio; la celebrazione è stata presieduta da fra ModestoGuastadisegni, che svolge il suo ministero sacerdotale nellachiesa della Madonna dei Martiri a Molfetta, con la guidadella superiora delle suore francescane alcantarine, suorFelicia, e della ministra prof.ssa Maria Lobosco.Il celebrante ha presentato alla comunità la figura diquesta Santa dell’Europa.<strong>La</strong> chiesa dell’Immacolata ha ospitato la celebrazionealla quale hanno partecipato circa cento persone, prevalentementedonne e madri. Durante la messa sono stateaccolte nel Terz’Ordine, nel servizio a Dio e alla comunità,quattro donne laiche che hanno ricevuto il Tau - crocefrancescana - ed il cingolo francescano, un modo per sottolinearela spiritualità francescana, oltre che mariana, di cuila Fraternità si nutre.È stato offerto e benedetto un cesto di pani nella memoriadel pane che santa Elisabetta aveva nascosto per ipoveri e gli ammalati che, secondo la leggenda, si è trasformatoin rose. Questi pani, attraverso le terziarie francescane,sarebbero stati distribuiti alle persone anziane, condisagio fisico e bisognose di cura.Lo spirito di fratellanza e di comunione ha avuto attuazioneanche nel momento conclusivo della giornata nelbanchetto conviviale offerto dagli stessi membri, preparatodalle loro stesse mani.<strong>La</strong> stessa santa Elisabetta d’Ungheria è stata riscopertain un’opera esposta nella Scuola elementare “Enzo De MuroLomanto”, che riproduce l’affresco pregevole della grottadi Greccio, memoria del primo presepe del 1223 realizzatoda san Francesco d’Assisi (nella foto).Lo spirito di servizio e di carità della famiglia francescanadi Canosa ha ricevuto nuovo slancio radicandosinell’esempio di santa Elisabetta d’Ungheria.<strong>La</strong> Comunità francescana di CanosaNell’affresco, a sinistra in basso è rappresentata santaElisabetta d’Ungheria, patrona del Terz’Ordine francescano.gennaio/marzo 2010 7

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