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La sponda luminosa

n. 1 - gennaio/marzo 2010 - Suore Francescane Elisabettine

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con la veste di lino puro, splendente nel ricordoCarissima suor Idelminati ricordiamo, per l’esperienzafraterna vissuta al“Serafico”, come una presenzasilenziosa ma moltolaboriosa. Ti sei sempreimpegnata con tutte le tueforze per rispondere conprecisione e disponibilitàad ogni richiesta. Ti seiprodigata nel tuo serviziosenza tener conto del tempo…perché con tenerezzati prendevi cura dei ragazziche sentivi appartenerti. Eriattenta soprattutto a chinon aveva il calore della vicinanzadei genitori e dicevi:«non hanno nessuno, noisiamo la loro famiglia». Noisorelle della tua comunitàabbiamo toccato con manoche il forte senso di dedizionee premura per ognibisogno a cui tu hai rispostoha costruito negl’anniun’identità pienamentefrancescana ed elisabettinaprotesa al bene dei fratelliin risposta alla volontà diDio. <strong>La</strong> tua semplicità ci hatestimoniato la bellezza diappartenere al Signore. Noiti ringraziamo e ti portiamonel cuore come sorellamaggiore che ci ha aiutatoa crescere nella fede.suor Cristina GreggioUniti nella preghiera enel ricordo vogliamo esprimereil nostro grazie allapiccola suora Idelmina. <strong>La</strong>sua semplicità, il suo calore,la sua accoglienza masoprattutto il suo silenzionel fare il bene al prossimosaranno i frammenti dellasua esistenza che rimarrannoin mezzo a noi. Grazie:abbiamo camminato insiemesulla strada della carità.Michela Tufoe Claudia Fortunatoeducatori del “Serafico”Altri operatori hannovoluto farci dono dei trattisalienti di suor Idelmina:Suora piccola fisicamentema grande moralmente,buona e sensibile,con un cuore immenso,gentile e accogliente, capacedi mettere a proprioagio le persone con cuisi rapportava, sapeva aiutaree dare sostegno neimomenti difficili; attenta aiparticolari nel riassettare labiancheria di ospiti e operatori;dotata di pazienza edi una grande riconoscenzaper quanto riceveva; la suatestimonianza di religiosaserena ha un posto grandenel cuore di tutti noi. ●suor Servilia Benettinata a S. Eufemia di Borgoricco (PD)il 5 giugno 1917morta a Taggì di Villafranca (PD)il 28 novembre 2009Suor Servilia, StefanaBenetti, aveva assunto giànella e dalla propria famigliauno stile di vita profondamentecristiano fondato suun rapporto familiare con ilSignore: quello che scaturiscedalla fede dei semplicinutrita dalla preghiera edalla s. Messa quotidiana.<strong>La</strong> vita di campagna poi,S. Eufemia di Borgoricco(PD) era un paese essenzialmenteagricolo, l’avevaabituata alla laboriosità eallo spirito di sacrificio e,in certo qual modo, l’avevapreparata a una vita chesarà effettivamente tuttaimprontata al servizio umilee gioioso come anche il suonome proponeva. A diciottoanni suor Servilia lasciò S.Eufemia, dove era nata nelgiugno del 1917, per recarsia Padova nella CasaMadre delle suor elisabettinedecisa a condividernevita e missione affascinatadall’ideale francescanoche aveva “conquistato”già molte giovani di S. Eufemia.L’itinerario formativodel postulato e del noviziatoconfermò la sua scelta di vitae il 2 maggio 1938 fece laprima professione religiosa.All’inizio le fu richiestoun servizio coerente conle abilità acquisite in famiglia:per cinque anni fuguardarobiera nel collegio“S. Giuseppe” in Roma eper diciassette fu sovrintendenteai servizi generalinell’ospedale.“Giustinian”a Venezia.Da qui raggiunse Trevisodove operò prima nellacomunità presso il Vescovadoe poi nella Casa diAzione Cattolica “G: Toniolo”,anche come superioradella comunità.Serenità, discrezione,una sapienza attinta al vangeloerano i tratti più evidentidella sua personalità;anche in forza di ciò, nel1971, fu ritenuta idonea asvolgere il delicato compitodi assistente educatricepresso le Carceri Giudiziariefemminili di Treviso edi superiora della comunità.Nel 1975 fu trasferitaa Padova, per dieci annifu superiora della comunitàin servizio presso la Casadel Clero quindi passò nellacomunità presso il Seminariominore di Tencarola(PD). Per sedici anni ritornòad essere serena e diligenteguardarobiera sempreattenta però a riconoscerecon materna sollecitudinenon solo i bisogni materialidei giovani seminaristi.Nell’ottobre del 2001iniziò il tempo del “riposo”,raggiunse Zovon di Vo’(PD) dove, nella comunitàdi riposo per suore anziane“Maria SS. Assunta, continuòa dare la sua serenatestimonianza di vita.Ma all’inizio del 2003 permotivi di salute ebbe bisognodi un ambiente protettoe fu trasferita nell’infermeriadi Taggì di Villafranca (PD)dove continuò ad essereuna presenza positiva accantoalle altre sorelle ospitidella struttura. Sostenutadalla preghiera incessanteandò serenamente incontroallo Sposo; la ricordiamoquale testimone umile e veradi vita evangelica.Pensare a suor Serviliami riempie l’anima di riconoscenzaal Signore che mi haconcesso di conoscerla, disentirla sorella nella famigliaelisabettina e legata ancheda vincoli umani alla miafamiglia naturale. Nei mieirientri in Italia è stato sempremotivo di gioia per meandarla a trovare, in qualsiasicomunità si trovasse. Eraserena, capace di scusaresempre; l’incontro con leimi comunicava pace. Avevasaputo cogliere la preziositàdel dono di sé per il benedella Chiesa e dei sacerdotiin particolare, quindi la suapresenza nella casa del Clero,in seminario... era vissutacon un ampio respiro chele faceva intravedere altriorizzonti ed offrire tutta sestessa fino all’ultimo, senzarisparmiarsi. <strong>La</strong> sua spiritualistáera caratterizzata da unabbandono totale al Signore;ripeteva spesso: «Quelloche lui vuole» e, raccomandavaanche a me, sia a voce,sia attraverso gli scritti chepuntualmente mi inviava finoagli ultimi anni; di essere generosa,di avere unicamentelo sguardo rivolto al Signore,per cui “vale la pena offriretutto” mi diceva.Il suo animo delicato, ilsuo cuore buono, la sua dedicazionegenerosa hannointessuto la sua lunga vita,preparandole la corona cheil Signore le ha senz’altroriservato, dopo «aver combattutola buona battaglia,terminato la corsa e mantenutola fede» (cf 2 Tim 4,7).Per tutto quanto sei stataper me, per la tua amicizia,per la tua accoglienza,grazie, suor Servilia!suor Sandrapia FedeliPortoviejo - Ecuadorgennaio/marzo 2010 37

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