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La sponda luminosa

n. 1 - gennaio/marzo 2010 - Suore Francescane Elisabettine

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con la veste di lino puro, splendente nel oel ricordodi Sandrina Codebò stfesuor Gianriccarda Cigalanata a Piove di Sacco (PD)il 16 maggio 1930morta a Ponte di Brenta (PD)il 23 ottobre 2009Assunta Cigala, suorGianriccarda, aveva quasiventiquattro anni quandolasciò Piove di Sacco, doveera nata nel maggio del1930, per recarsi nella CasaMadre delle suore francescaneelisabettine, decisaa rispondere alle esigenzedella vocazione di totaleconsacrazione a Gesù Signore.Terminato l’iter dellaformazione iniziale fece laprima professione religiosail 3 ottobre 1956 e si misuròsubito con uno dei servizicaratteristici della famigliareligiosa: la cura del malato.A Venezia, presso l’ospedale“Giustinian”, accostòcontemporaneamente teoriae pratica che esercitò poi invarie sedi: nella Casa di cura“G. Oselladore” in Padova,nell’ospedale psichiatrico diBrusegana (PD), nel Ricovero“B. Pellegrino” in Padova,nella casa di riposo diOrgiano (VI), nell’ospedalecivile di Padova e in quellodi Noventa Vicentina. Poioperò nuovamente in casedi riposo: a Morsano alTagliamento prima, quindiin quella di S. Vito al Tagliamentodove per diciassetteanni si prese cura dei Sacerdotinella attigua Casadel clero.Da qui fu trasferita inSvizzera a Orselina di Locarnoe per sei anni curò le36 gennaio/marzo 2010ospiti della casa di riposo“E. Vendramini”.Suor Gianriccarda nonaveva mai goduto di unabuona salute e forse, proprioper questa sua personaleesperienza, seppe accostarecon tatto e gentilezza gliammalati incontrati e curatiin tanti anni di servizio.Nel 2000 lasciò definitivamenteil servizio infermieristico:per cinque anni feceparte della comunità attiguaal Santuario della Madonnadelle Grazie di VillafrancaPadovana, dove si misuròsoprattutto con il ministerodella consolazione.Nel settembre del 2005fu trasferita nella comunitàIstituto “Bettini” di Ponte diBrenta (PD) dove visse serenamentegli ultimi quattroanni prestandosi ancora intale ministero nella parrocchia“Alle Padovanelle”.L’incontro con il SignoreGesù venne senza preavviso:non c’era stato segnopremonitore che facessepensare a “sorella morte”.In questo momento estremo,un messaggio, l’ultimo,di suor Gianriccarda: «Vigilate,perché nell’ora che nonsapete egli viene».Una sorella che ha condivisocon lei la vita fraternae il servizio così si esprime:Ricordo con riconoscenzagli anni trascorsi a SanVito al Tagliamento con suorGianriccarda. In lei ho coltouna sorella capace di mettereal centro della propria vitala preghiera e il servizio dalquale traspariva un cuore attento,atteggiamento questoche espresse in particolareverso i sacerdoti malati eanziani a cui per molti annidedicò cure che dicevanodevozione e sintonia con ilpensiero di san Francesco(FF112s). Amava il sacrificio,amava la vita fraterna, eraricca di attenzioni verso lesorelle, specialmente quellepiù bisognose; infondevasperanza e fiducia nell’affrontareil quotidiano servizio,spesso accompagnatodalla sofferenza perché avevauna salute precaria.Era una persona intraprendente,entusiasta delbello, mai sconfitta nelle difficoltà,desiderosa di camminaresui sentieri della divinavolontà.●suor Idelmina Salvagninnata a Brugine (PD)il 24 novembre 1924morta a Padovail 31 ottobre 2009Suor Idelmina ci ha trasmessoe lasciato in ereditàil buon esempio di suoraumile e determinata nellasua scelta: essere amorosamentee fedelmente aservizio, sempre e ovunque,sospinta dalla paroladi Gesù: «ogni volta cheavete fatto queste cose auno di questi miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me»(Mt 25,40b).Filomena Salvagnin aventidue anni lasciò Brugine,grosso comune dellaSaccisica dove era natail 24 novembre 1924, perraggiungere la Casa Madredelle suore francescaneelisabettine in Padova.Qui fu introdotta nella vitamissionedella famiglia elisabettinada lei conosciutain parrocchia, dove le suoreelisabettine erano presentida qualche anno.Il 2 maggio 1949 fecela prima professione e fuinviata a Venezia, nell’ospedale“Giustinian”. Qui iniziòa “vestire gli ignudi”, servizioche caratterizzò la suavita e che lei nobilitò perchéconsapevole di riconoscereCristo in tutti i “poveri”.<strong>La</strong>sciò Venezia ventidueanni dopo, trasferita all’Istitutoper minori “D. Caenazzo”di Badia Polesine.Nel 1977 dopo un periododi “riposo forzato”per malattia raggiunse Assisidove per trent’anni siprese cura del guardarobadegli ospiti dell’“IstitutoSerafico” che amò comefigli, una attenzione-testimonianzache trasmise atutto il personale con cuivenne a contatto: fu unacatechesi della carità.Aveva superato da tempol’età del pensionamento,ma solo la malattia le fecelasciare Assisi e i “suoi” ragazziper vivere i suoi dueanni ultimi anni nell’infermeriadi casa madre portandoserenamente il peso dellamalattia e confermando l’immaginedi suora buona, discreta,serena e grata. Unaimmagine confermata dalletestimonianze seguenti.Reverenda Madre, sonostato informato della mortedi suor Idelmina. Io nonho avuto la possibilità diconoscerla, ma all’IstitutoSerafico, dove ella haprestato per tanti anni ilsuo servizio, ne conservanoun ricordo splendido,ne parlano con grande ammirazione,ricordando lasua dedizione senza limiti.È stata una testimonianzadegna dello spirito francescanoed elisabettino dellavostra Congregazione. Anome dunque dell’interaDiocesi desidero far pervenirel’espressione dei piùvivi sentimenti di cordoglio,ma soprattutto l’assicurazionedella preghiera. Èimplorazione per la defunta,perché i suoi occhi siriaprano con gioia alla lucedi Dio. È anche supplicaper voi tutte, perché sieteconsolate e accompagnatedalla benedizione di Dio.CordialmenteMons. Domenico SorrentinoVescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino

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