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La sponda luminosa

n. 1 - gennaio/marzo 2010 - Suore Francescane Elisabettine

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Itineranti per il vangeloDiscepoli diun Maestro senza casaquali annunciatori di questasalvezza.L’inquietudine per l’annunciodel vangelo ha portatol’apostolo Paolo quasiovunque nel Mediterraneo,che ancora alle soglie delmartirio meditava altri viaggi.Sentiva un imperativoassoluto dentro di sé: «Nonè infatti per me un vantopredicare il vangelo; è undovere per me: guai a me senon predicassi il vangelo!» (1Cor 9,16). Questa urgenzanasceva dall’incontro con ilSignore risorto e dalla gratitudinedi essere stato immeritatamenteamato e scelto.Perciò l’annuncio del vangelo,seppure accompagnatoda grandi prove e perfinoda persecuzioni, era per luifonte di gioia: così si sentivain comunione con Cristo,e sapeva di essere parte delgrande disegno salvifico diDio per tutti. Contribuire asalvare una vita... Vedere rinascerela speranza e l’amore...Ci può essere qualcosadi più grande e di più belloal mondo?È questa la missione cheanche oggi Gesù ci affida,una missione che ci obbligaad andare, a uscire, a faredi precarietà e provvisorietàdei valori importanti.<strong>La</strong> provocazionedell’itineranzaA leggere il mandatomissionario (cf. Lc 9, 1-6)con il quale Gesù fa dei suoidiscepoli dei «camminatori»che girano di villaggioin villaggio, c’è comunqueda chiedersi se per caso lanostra chiesa non sia unpo’ troppo «chiusa in casa»,e se la nostra educazionedei figli non li costringaeccessivamente astare «nei dintorni». A unachiesa sedentaria la provocazionedell’itineranza ha diche apparire fastidiosa, magiunge senz’altro opportunaoffrendo l’occasione perriappropriarsi di qualcosadi essenziale. Insomma, seil giusto bisogno di una casapuò degenerare in chiusurae quello della strada puòcondurre alla dispersione,entrambi sono necessari. Ilvangelo però stabilisce unapriorità: si vive e si crescesoprattutto per strada.È Gesù stesso che, conla sua scelta missionaria eil suo essere maestro itinerante,ce ne rivela il valore.In trent’anni circa Gesù hamaturato la consapevolezzadella sua missione. Primadi tutto vivendo. Potremmodire che ciò che gli èapparso necessario gli si èmanifestato «per strada», apartire da una semplice certezzache dice tutto l’amoredi Dio: «sono venuto perchéabbiano la vita e l’abbianoin abbondanza» (Gv 10,10).<strong>La</strong> vita degli uomini è laprima preoccupazione dellamissione di Gesù. Questastessa preoccupazione dovrebbeprecedere e guidareogni impresa evangelizzatrice.«Il tempo è compiuto!»(Mc 1,15): Gesù indica unapprodo, una definitività.Una «casa»... Ma essa nonè luogo né stato («perfezione»),bensì intenzione,senso (direzione) e promessa,azione benedicente checontinua, prossimità di Dioalla quale occorre «credere»,cioè concedersi ogni voltadi nuovo.Discepoli itinerantiGesù sceglie di essereun Maestro itinerante. Subitoperò cerca discepoliche lo accompagnino nellasua missione (cf. Mc 1,16-20). Gesù fin dall’inizioassocia alla missione altriperché prende sul serio lasua umanità limitata. Nonsi è incarnato «per finta»;perciò non ci sarà per sempre(anche se continuerà aesserci) e non può fare tuttoda solo (anche se continueràa fare). Siccome si muove,i suoi dovranno tenerglidietro. Ma nell’imperativodella sequela – «seguitemi!»–, reso necessario dalla suaitineranza, c’è una densitàche è bene sciogliere unpoco.<strong>La</strong> prima conseguenzadella scelta di Gesù dimuoversi è che nessunopuò bussare alla sua portacome facevano quelli chechiedevano di essere accoltida qualche maestro conosciuto.Come da sempre fasuo Padre, anche il Figliosi mette a cercare e a chiamare.E’ lui a bussare alleporte. E lo fa presentandosi,inevitabilmente, comeuno sconosciuto. Questo èil tratto fondamentale delsuo amore misericordioso,la sua «condiscendenza», ilsuo «farsi prossimo» compassionevole,venendo daaltrove. Perciò Gesù potràessere conosciuto solo seguendoil movimento dellasua ricerca degli uomini eponendosi nel medesimodinamismo: chi è stato «pescato»da Gesù verrà costituito«pescatore», chi è statoraccolto dalla compassionedivina sarà reso capace dicompassione: muovendositroverà fratelli tra i bisognosie ri-troverà sempreDio nell’attorcigliarsi deivisceri davanti all’esistenzaoffesa. Qualunque vita essasia, e in qualsiasi modo siastata ferita.Itineranza e vangelo«Seguitemi», poi, indicauna priorità: seguite me. Dauna parte questo significache i discepoli dovrannosempre porsi davanti Gesù.Nessuno sarà per loro tantoimportante nella vita e nellescelte (ma anche nelle necessità,nelle disgrazie, ecc.)che essa comporta. D’altraparte il seguire rende evidentecome essi siano statigià sempre preceduti. Accettanocosì di essere guidati,la qual cosa implica unaduplice ammissione: di nonconoscere la direzione miglioredel cammino e di nonsapere quanto tempo sarànecessario per raggiungerela meta.finestra apertagennaio/marzo 2010 13

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